•{•|| You Gotta Die Sometime ||•}•
Okay.
Mai nella mia vita mi sarei immaginato di finire in questa situazione, e devo dire che ancora adesso mi pare di essere in un sogno.
Quando il dottore ha cominciato a dire frasi come "Presto se ne andrà.", ho pensato che finalmente sarei potuto tornare a casa; solo eventualmente ho capito cosa intendeva, ma era... è troppo tardi.
A quel punto, cosa potevo dire?
Ho chiesto "Dottore, perché sono stato scelto proprio io, fra tutti? Perché devo essere io ad andarmene?".
Ancora adesso sono senza una risposta.
Guardo la stanza sterile che mi è stata assegnata, tutta bianca, la luce del giorno che entra dalla finestra.
Sospiro.
Tutti i giorni la mia famiglia, gli amici, le persone che amo, vengon a trovarmi: dicono che mi vedono stare meglio, che sto riacquisendo colore ogni giorno che passa e che finalmente ricomincio a sembrare me il me stesso di sempre.
Ma io non ho il cuore di dire loro che morirò a breve.
Dopotutto, come dovrei annunciare loro la notizia? "Oh, ehi tesoro, ti ricordi il nostro matrimonio? Beh, cancellalo immediatamente perché, sorpresa, io morirò tra poco. Yay!", "Mamma, hai presente quella promessa che ti ho fatto riguardo all'accompagnarti a fare compere? Ops, non potrò mantenerla, perché, wow, devi sapere che tra poco non sarò più tra i vivi."
No, direi proprio di no.
La cosa che mi da più fastidio dell'intera situazione è la mia fortuna: non ho mai fumato, né mi sono mai drogato o bevuto troppi alcolici, ed ecco che arriva la cattiva notizia.
Ma non riesco nemmeno più ad essere arrabbiato o solo irritato.
Ah, cosa dire a questo punto?
Non ho rimpianti.
Strano, ma vero, nulla di quello che ho fatto o detto mi sta facendo rimpiangere la mia posizione... Se non altro, morire ora significa che non avrò paura di farlo quando sarò più anziano, magari quando avrò dei motivi reali per rimanere in vita.
In fondo, ho già accettato il mio destino.
Prima o poi, tutti a questo mondo devono morire... Suppongo che il mio tempo sia già scaduto, ma devo dire che è un peccato...
Sto male per tutti i miei amici, per la mia famiglia, per... l'amore della mia vita che ora dorme su una sedia dall'altra parte della stanza, e tutte le volte che guardo nella sua direzione mi viene voglia di urlare "Vai a casa e dimenticami!" con tutta la voce che mi rimane in gola.
Non voglio che soffra per colpa mia.
Non è mia intenzione causare dolore a nessuno.
L'unica altra persona che sa del mio triste avvenire è mio nipote, che era nella stanza a fingere di sonnecchiare quando il dottore è venuto a comunicarmi le notizie. Ha accettato il fatto in maniera molto filosofica, il che mi rende abbastanza fiero di lui.
Gli ho già detto cosa voglio che succeda per il mio funerale e lui ha fatto in modo di registrare il tutto e di tenerlo per quando ormai sarò passato dall'altra parte.
Chiudo per un secondo gli occhi, pensando a come sarà... lasciare il mondo.
Davvero non sentirò nulla e sprofonderò nel nulla assoluto? Magari qualcuno verrà a prendermi? La scena si tingerà di bianco oppure vedrò solo il nero di un eternità senza uscita?
Ah, la vita fa schifo.
Dal giorno in cui nasci, sai che devi morire. Dico, a chi è venuta l'idea di inventare una cosa così tremenda e antipatica?
Sbuffo di nuovo.
Ci rinuncio, voglio smettere di pensarci, ma non riesco a fare altro.
Su cosa dovrei riflettere a questo punto della mia vita? Se potessi farlo, piangerei, ma davvero non ci riesco.
Perché dovrei?
Non cambierebbe nulla.
Anzi, farei solo stare male tutte le persone a cui voglio bene e quella è l'ultima cosa che voglio.
L'altro giorno, mia sorella si è fermata un po' di più degli altri e, stringendomi forte la mano mi ha detto "Ti voglio bene." nella voce più calma e triste che le abbia mai sentito usare.
Le ho sorriso un po' forzatamente; non riuscivo a guardarla negli occhi, che le stavano luccicando per le lacrime che minacciavano di caderle copiose sulle guance.
Ho già fatto un discorso con più a meno tutti, che sottintende la mia situazione. Ho detto che "Se non dovessi farcela, voglio che tu ti prenda cura di te e degli altri. Non piangete per me, perché non potrò sentirvi dove sarò. Vi prego di non parlare di me con tristezza, ma con felicità; voglio che ricordiate i nostri momenti felici passati assieme e nient'altro.".
La reazione è stata quasi la stessa per tutti: lacrime e promesse dove dicono che non mi dimenticheranno mai, seguito da un imbarazzato "Ma sono sicuro che non è ancora il tuo momento."
Tutte le volte che sento quella frase, mi viene voglia di sospirare e ridere amaramente.
Finora, sono riuscito a contenermi, ma giuro che alzerò gli occhi al cielo alla prossima persona che pronuncia quelle parole.
Sarebbe stato meglio se questo fatto del morire si sarebbe sbrigato in maniera più veloce, invece di lasciarmi tutto questo tempo da solo, a fissare il nulla, a non sapere a cosa pensare, a stare attento a quello che dico, a non avere nulla da fare, a sapere cosa mi aspetta, a dover essere triste del fatto che spezzerò il cuore a tutte le persone che amo, a dover dire addio alla mia vita, che non era poi così male, a dover avere inutili conversazioni con dottori ed infermieri che sanno benissimo in che condizione mi trovo, ma che nonostante quello sorridono e annuiscono a tutto quello che dico.
È vero quando si dice che la vita è imprevedibile e non si può programmare. Io avevo pensato a una cosa semplice per la mia: trovare un bel lavoro, spendere il tempo con qualcuno che amo, avere dei figli, magari viaggiare il mondo durante i miei ultimi anni e poi andarmene felicemente.
E invece eccomi qua, i miei anni di vita come se si fossero ridotti a qualcosa di incredibilmente corto ed effimero.
Non ci avevo mai pensato, non avrei mai immaginato che questa sarebbe stata la mia fine.
Non avrei mai indovinato che per me sarebbe finita in questo modo.
Però sono qui, e ho intenzione di andare fino in fondo, senza piangermi addosso; senza rimpianti, solo la compagnia di chi amo, ai quali vorrei solo dire che non si devono preoccupare per me, che non hanno fatto nulla, che non è per colpa loro se sono dove sono, ma dubito che mi ascolterebbero seriamente senza scoppiare in lacrime.
Ho proibito al dottore di dare la notizia ai miei familiari.
Se non lo vengono a sapere, riuscirò ad evitare i loro sguardi pieni dì compatimento e tristezza, e quella è letteralmente l'ultima cosa che voglio vedere quando starò esalando il mio ultimo respiro.
Sospiro ancora, appoggiando la testa alla testata del letto piena di cuscini incredibilmente scomodi.
Guardando il bianco ed immacolato soffitto della stanza, alzo un braccio, coprendomi gli occhi.
E ora cosa?
A/N
Che tristezza! In certi punti avevo gli occhi lucidi, caspiterina. Devo smetterla di fare riflessioni del genere così tardi la sera.
Anyway, la canzone si chiama "You Gotta Die Sometime" dal musical Falsettos, che amo. Le canzoni sono davvero stupende e mi hanno ispirato a scrivere questa cosa depressa... E ho scoperto Andrew Rannels, che ora adoro con tutto il cuore, ahaha.
Comunque sono curiosa di sapere che pensate del capitolo! Fatemi sapere la vostra opinione!
-GS02
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