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(8) The Newstart; nuova vita.

24 Dicembere, 07:35 AM;

La vigilia di Natale giunse con Kyousuke che non aveva ancora neanche accennato della "faccenda su lui e Tenma" a suo fratello.
L'universitario si svegliò con la consapevolezza che il tempo fosse trascorso troppo in fretta, e la convinzione che quindi avrebbe presto rimediato alla sua mancanza. La mattinata, però, finì per trascorrere nel medesimo modo sereno di sempre e priva di accenni a novità.
La mente di Kyousuke venne disturbata ripetutamente, il giovane non fece che pensare "su, fatti coraggio e dillo" senza poi concludere nulla di concreto. Percepì quelle insistenti parole mescolarsi e rotolare dentro il suo stomaco, vogliose di mostrarsi al mondo, e ogni volta in cui tentò di liberarle esse si ritrattassero o rimasero ancorate alla gola del proprietario, procurandogli un acuto fastidio.
A compensare in parte il chiasso dentro il suo cranio ci fu l'innaturale silenzio che aveva riempito le mura di casa sua. E non era una cosa positiva, perché Yuuichi che non tentava di far partire una conversazione tra loro due era classificabile nella lista delle cose più bizzarre nell'universo. E non c'era modo di ammettere il contrario: o perché stremato dalla giornata prima, o perché in fase post-traumatica per aver passato troppo tempo con Miyu, vedere il maggiore degli Tsurugi aprire bocca solo se strettamente necessario restava strano.
Kyousuke interruppe il silenzio solo per un istante, domandando al fratello se avesse voglia di guardare la TV. E quest'ultimo, troppo occupato a fissare il vuoto non lo sentì finché non venne richiamato una terza volta. Era palese che quel comportamento atipico fosse riconducibile solo al pomeriggio prima. Forse era Kyousuke che ancora non riusciva a sopportarla, ma in cuor suo non trovò spiegazioni più logiche all'infuori dell'attribuire la colpa a Miyu. Ma cosa quest'ultima avesse potuto fare o dire a Yuuichi restava un mistero. Mistero su cui ben presto l'aspirante medico decise di indagare.
« Ohi, Yuuichi » lo chiamò entrando nel salotto.
« Mh? » l'interpellato si risvegliò da chissà quali pensieri e si voltò verso il fratello « dimmi. »
Kyousuke lanciò un'occhiata al televisore acceso, che stava trasmettendo un qualche programma che aveva a che fare con i cani, poi si incamminò verso il divano dov'era seduto l'altro e lo guardò a lungo prima di esprimersi a parole « Beh, com'è andata ieri? »
« Uhm, bene. Siamo stati in alcuni posti, evitando quelli che mi avevi già fatto vedere tu. » Kyousuke biascicò un "capisco" in risposta e fu così che la conversazione si concluse, senza tentativi da parte di Yuuichi di portarla avanti aggiungendo dettagli, e con l'incapacità dell'altro nel trovare nuove domande o altri argomenti - sebbene sapesse bene che c'era qualcosa da dirgli necessariamente.
Il più giovane tornò in cucina e infilò la testa tra i tomi di medicina che aveva tanto trascurato. Dopo circa un'ora, però, decise di ritentare.
« Che tipo ti sembra Miyu? » sbucò di nuovo dalla porta del salotto e si maledisse per non aver trovato pretesti migliori per cominciare la conversazione. Yuuichi restò per qualche secondo con gli occhi fissi sullo schermò, poi, come se si fosse accorto solo in quel momento della sua presenza, li puntò sul fratello con aria trasognata.
« È simpatica » se ne uscì così, e alla sua affermazione seguirono attimi di silenzio. Prese aria dalla bocca come in procinto di aggiungere qualcosa, ma poi rimase zitto.
« Simpatica? » perplesso, l'altro si limitò ad inarcare un sopracciglio.
« Sì, simpatica. Perché? » ribadì stringendosi nelle spalle, incapace di fornire spiegazioni più logiche. Le sue movenze, l'andatura, l'intonazione, gli occhi che si perdevano pensierosi chissà dove... Parevano conseguenza di inquietudine, nervosismo e turbamento malcelati.
Ma Kyousuke non indagò oltre.

***

Tenma si svegliò in quello che da qualche giorno era divenuto il suo letto con addosso un pesante e inspiegabile senso di spossatezza. Si girò su un fianco, e a lungo osservò il pavimento valutando se fosse stato meglio alzarsi o aspettare un altro po'.
Come di consueto nella sua camera regnava la penombra, conseguenza della persiana non del tutto abbassata che lasciava filtrare degli spiragli di luce che di riflettevano per terra, a qualche passo dal suo letto. Ed era proprio quel punto - in cui i raggi solari si incrociavano e formavano una macchia bianco-giallastra sul linoleum a strisce marroni - che Tenma osservò incessantemente per minuti interi mentre si diramavano in lui parecchi pensieri.
Era vero che la vigilia era giunta e che Kyousuke non aveva ancora fatto nulla di quel che gli aveva promesso, ma la speranza di Tenma non retrocedeva: era come quella chiazza di luce avvolta dal buio, resisteva piuttosto bene nonostante tutto.
Tenma nutriva una profonda fiducia verso il suo ragazzo, e sapeva che non era ancora troppo tardi perché quest'ultimo rivelasse la verità a suo fratello. Inoltre, se prima il castano stesso era preoccupato che Yuuichi la potesse prendere male, tanto da voler evitare il momento della rivelazione, ora quel che più anelava era la sua reazione, positiva o negativa che fosse, così da poter tornare alla sua quotidiana routine e non dover più fingere di non essere il fidanzato di Kyousuke.
Certo, ovviamente Matsukaze non sarebbe stato contento della reazione negativa di Yuuichi, ma sarebbe stato forte abbastanza per andare comunque avanti. E se invece Kyousuke non lo fosse stato e ne fosse uscito distrutto, Tenma sarebbe stato pronto ad aiutarlo ad avanzare, e avrebbe condiviso con lui le sue forze per sorreggerlo e non lasciarlo crollare.
Il castano, quella mattina, lo sentiva dentro di sé: una voce che gli sussurrava "oggi è il giorno della verità" e lo esortava a prepararsi mentalmente, mentre la trepidazione gli fermentava sempre di più nel corpo. Percepì tutto questo assieme a un'altra decina di emozioni contrastanti e, sopratutto, assieme alla convinzione che tutto sarebbe andato per il meglio - e, in caso contrario che sarebbero stati in grado di andare avanti assieme a ritrovare la felicità perduta.
La porta di spalancò e la luce inondò la stanza, rendendo ancora più ottimista Tenma « Buongiorno! » gridò Miyu, da dietro lo stipite, con un gran sorriso sul volto, purtroppo palesemente finto.

***

Kyousuke sentiva che il petto gli sarebbe ben presto esploso se non avesse detto la verità e stesso a ccadeva a Yuuichi. Tenma non abituato a mentire non ne poteva più, e persino Miyu, tanto abile nel farlo, incominciava a stancarsi. In quel teatro di bugie, paure e finzioni, ormai tutti volevano liberarsi delle maschere e smettere di recitare la propria parte.

***

24 Dicembre, 07:46 PM;

Yuuichi propose di restare a casa e ordinare una pizza visto che non avevano di meglio da fare prima che le lancette dell'orologio scoccassero la mezzanotte. Ma Kyousuke, per ovvi motivi, consigliò di andare al Newstart, al che il maggiore non protestò. Probabilmente, pensò Kyousuke, era perché suo fratello non sapeva a cosa stavano andando incontro.
Giunsero al negozio e, varcata la porta, scoprirono senza sorpresa ma con leggero disappunto che la maggior parte dei tavoli era occupata da giovani coppiette, e sporadica era la visione di amici o parenti che cenavano assieme.
Il minore scrollò le spalle, pensando che non fosse poi così importante come cosa; poi si ricordò che invece lo era, dato che lui sarebbe dovuto essere seduto ad uno di quei tavoli non con suo fratello, ma con Tenma, che invece era da qualche parte lì all'interno con indosso la divisa da lavoro.
« Ehilà! » Miyu spuntò da dietro il bancone, senza curarsi di non urlare come un'ossessa in mezzo a quella grande quantità di gente. Aveva i capelli piastrati e un velo di trucco sugli occhi, e in più il solito cappellino con le sigle del negozio era stato sostituito da un enorme e sgargiante fiocco che richamava i colori dell'insegna all'ingresso: rosso, arancione, giallo. Per quanto Miyu fosse strana, Kyousuke sapeva che dietro ciò non ci potesse essere altro che sua madre: quell'accessorio aveva un'accezione decisamente natalizia, e Dio solo sapeva quando la Mizuyaji fosse ossessionata dal Natale.
Il ragazzo si guardò attorno ed ebbe modo di scoprire che, per quanto impossibile, i decori nel negozio erano aumentati. Per prima cosa, forse perché era da tanto che non andava al fast food di sera, aveva notato che all'entrata i fili di lucine che solitamente si utilizzano negli alberi di natale percorrevano invece il perimetro della porta di ingresso, mentre l'interno, forse per la troppa confusione o per i troppi decori, sembrava essersi ristretto notevolmente.
« Oh, sì... Mia madre ha pensato che aggiungere qualche particolare all'ultimo minuto fosse una buona idea, dice che il negozio sembrava... Spoglio. » rise piuttosto imbarazzata.
« Già, immaginavo. Comunque ciao. » disse Kyousuke senza troppe cerimonie.
« Ciao Miyu! » fece Yuuichi a scoppio ritardato, esibendo un sorriso nervoso e abbassando lo sguardo. Il minore se ne accorse, e confermò che la sua teoria è-colpa-di-Miyu era più veritiera di quando non avesse già pensato.
« Immaginavo che sareste venuti, proprio per questo, anche se non avete prenotato, vi ho tenuto il posticino preferito e isolato di Kyousuke tutto libero~ »
ridacchiò, lanciando uno sguardo divertito al diretto interessato che in tutta risposta sospirò.
« Andate pure a sedervi che tra pochissimo vi prendo le ordinazioni! Scusate, c'è molto da fare oggi » sorrise, ma la piega delle sue labbra si indebolì con eccessiva facilità. Voltò loro le spalle in procinto di andarsene, poi di colpo si fermò. Si girò di nuovo nella loro direzione, ma guardando il vuoto e con indosso l'espressione di chi si è appena ricordato qualcosa di estremamente importante.
« Oddio, mi ero quasi dimenticata! » esclamò, come volevasi dimostrare, prima di correre nuovamente da loro. « Yuuichi-san, mia madre voleva vederti! » trascinò la povera vittima con sé, senza lasciarle modo di protestare. Agli occhi di Kyousuke quella situazione apparve come decisamente bizzarra, mentre quel che Miyu aveva detto sembrava una scusa assurda per non si sa quale motivo. Che avesse a che fare con quel che era successo il giorno prima? In quel caso, Kyousuke sperò tanto che a suo fratello non venisse fatto un ulteriore lavaggio del cervello o un'altra tortura psicologica. Poi però incrociò lo sguardo di Tenma davanti a sé e capì che anche quella volta si era fatto l'opinione sbagliata della ragazza che cercava di aiutarli.
« Tenma. » disse, percependo una strana sensazione dentro sé. Era una felicità che non si era mai accorto di provare tanto profondamente quando incrociava gli occhi del suo ragazzo, ma che in quel momento gli fece diventare le iridi lucide e il petto bollente. Come se non si vedessero da tempo quando invece il giorno prima avevano trascorso un pomeriggio assieme come al solito. Già, forse era quello... Il fatto che ieri fossero tornati alla loro quotidianità e oggi si incrociassero nuovamente come se fossero estranei, senza potersi sfiorare.
« Kyousuke! » fece il castano avvicinandosi al suo ragazzo con un tenero sorriso emozionato e a tratti imbarazzato, come se fosse tornato di colpo un adolescente alle prese con la sua prima cotta.
Passato quel momento, fu Matsukaze a riportarli entrambi alla realtà. « Oggi glielo dirai, giusto? » e anche se non specificò a cosa stesse alludendo, fu chiaro a tutti e due. Questo distrusse il momento di incanto surreale in cui in un attimo assurdo era piombato precedentemente Kyousuke. Il sorriso di Tenma rimase bello come prima, ma venne affiancato da altri pensieri: il blu si ricordò del perché si trovava nel locale con suo fratello quel giorno, e di quel che ben presto sarebbe accaduto. Sentì il cuore martellargli nel petto.
« Certo che glielo dirò. » rispose serio con una sicurezza e una decisione che non era sicuro di avere davvero.
Ma Tenma si animò ancora di più a quelle parole, era una bomba di sentimenti positivi che presto gli sarebbe esplosa addosso senza riuscire comunque a contagiarlo - o forse sì? In genere, Tenma era bravo nel riuscirci.
« Posso abbracciarti? » Kyousuke fu colto alla sorpresa da questa proposta inaspettata, sebbene conoscesse Tenma ormai da anni non smetteva mai di stupirlo.
Si guardò intorno circospetto, e fu felice di notare che Yuuichi era girato di spalle per parlare con la Mizuyaji.
« Va bene » con lo sguardo vago e alzando le spalle, come se fosse obbligato a farlo e non avesse alternativa « ma sbrigati. » aggiunse addirittura. Ma Tenma non si lasciò scoraggiare, sapeva che tutto questo fosse parte del suo ragazzo e gli si precipitò tra le braccia con lo stesso entusiasmo con cui gli aveva domandato se potesse farlo. E, a essere sinceri, aveva in mente di stringere Kyousuke indipendentemente dalla risposta che gli avrebbe dato.
Il blu lo strinse a sé e inalò il profumo dei suoi capelli, il tempo si fermò per qualche secondo. Kyousuke si rendeva conto che quello non sembrasse per niente l'abbraccio di due semplici amici, e ne trovò conferma quando alzando lo sguardo incrociò lo sguardo di una ragazza che, da che stava parlando con quello che presumibilmente era il suo fidanzato, si fermò sconvolta a guardarli. Il blu sospirò esausto, pensando che sicuramente non era neanche l'unica a guardarli, e si limitò a lanciarle un'occhiataccia che significava "ma che cazzo vuoi?".
L'abbraccio si concluse troppo presto, e tutto quello che potè fare Kyousuke fu sfiorare la mano di Tenma mentre si allontanavano l'uno dall'altro.
« Rieccoci! » l'urlo di Miyu fu così forte che anche questa volta un quarto dei clienti si girò a guardarla. Con le guance imporporate e un sorriso nervoso li raggiunse, con a seguito Yuuichi. « Tenma, uh, ma che fai? Ti metti a chiacchierare con i clienti? Su, vai a lavorare che c'è bisogno di tanto aiuto oggi! » sgridò il ragazzo come se in realtà non fosse lei quella che puntualmente si prdeva in chiacchiere con chiunque.
Yuuichi, in tutto ciò, parve piuttosto stordito.
« Oh. Decisamente c'è troppo lavoro da fare, vado anche io! » le partì una risatina nervosa prima di sparire in cucina.
A quel punto i fratelli rimasero soli. Si andarono a sedere al tavolo che era stato loro riservato e aspettarono in silenzio per qualche minuto.
« Che ti ha detto la Mizuyaji? » Kyousuke si stava guardando distrattamente attorno mentre fece quella domanda.
« Oh, a dire il vero niente. Mi ha salutato, nient'altro. Era un po' pallida in viso, immagino che tutta questa confusione non riesca a reggerla molto bene. » e piombò il silenzio, perché se non era Yuuichi ad occuparsene le conversazioni non andavano avanti. E questo era stressante.
« Tutto bene Yuuichi? » chiese a un certo punto Kyousuke. Anche se di certo non era suo fratello quello che stava sudando nonostante fossero in pieno inverno. Di sicuro non era Yuuichi quello in procinto di morire per l'agitazione - beh, okay, forse questo era un po' esagerato. Però era suo fratello quello che si stava comportando in modo assolutamente distante dal suo solito carattere.
Yuuichi abbozzò un sorriso, rigirandosi tra le mani il proprio bicchiere « Ehm, sì. È solo che penso che... È da stamattina che devo dirti una cosa. »
Kyousuke inarcò un sopracciglio, confuso e allarmato. Stava per ribattere che anche lui aveva qualcosa da dirgli ma la Mizuyaji apparì accanto a loro.
« Miei cari biscottini! » il minore alzò gli occhi al cielo, domandandosi fin quanto in là potesse andare la fantasia di quella donna. « Pronti a ordinare? » si voltò nella sua direzione e quel che vide lo preoccupò un po'.
La signora Mizuyaji era eccessivamente pallida. Sembrava stanca, sul punto di crollare, e di tanto in tanto per non si sa per quale motivo si grattava il petto o scrollava la spalla sinistra come infastidita da qualcosa.
« Che prendete? Lo sapete che di tradizione è ora del pollo fritto, mh?» chiese sforzandosi di sorridere. Kyousuke la guardò preoccupato
« si sente bene? » non poté evitare di chiederlo e in tutta risposta la donna ridacchiò.
« Sì sono solo un po' stanca. C'è tanto lavoro da fare. »
Kyousuke non si convinse.
« Allora pollo fritto per entrambi! » disse prima di sgattaiolare via, senza lasciare ai due possibilità di rispondere. E a Kyousuke il pollo fritto non piaceva.
La Mizuyaji aveva un comportamento sospetto.
Yuuichi ridacchiò perplesso « Uhm, okaaay. »
Kyousuke lo guardò e poi si rigirò verso la donna, non trovando la forza per ridere di quel comportamento strano
« Non ti è sembrato che avesse qualcosa che non va? Cioè, al di fuori dell'essersi inventata le nostre ordinazioni intendo. »
Yuuichi annuì dubbioso, cercando la donna con lo sguardo. « prima le ho consigliato di sedersi e lasciar fare agli altri camerieri, ma mi sa che l'ha presa sul personale e si è imputata ancora di più a voler continuare a lavorare. » sospirò.
« Speriamo che non abbia nulla di grave. » fece Kyousuke e Yuuichi restò in un primo momento sconvolto dal fatto che suo fratello sembrasse sinceramente preoccupato e non si sesse preoccuuoando di nasconderlo, e in secondo luogo si domandò cosa quest'ultimo intendesse con "grave", ma non glielo chiese direttamente.
« A te non piace il pollo fritto, vero? » disse totalmente fuoriluogo invece. E Kyousuke neanche gli rispose, ma sembrò risvegliarsi dai suoi pensieri cupi.
« Comunque... Anch'io ti devo parlare. Cioè, tu di che mi devi parlare? » chiese al fratello.
« Beh... te lo spiego dopo. Cioè, è complicato. »
Kyousuke inarcò un sopracciglio. Che Yuuichi sapesse qualcosa? Ma soprattutto, che quel qualcosa glielo avesse detto Miyu? « Che ti ha detto Miyu ieri? » proruppe.
E l'altro deglutì « Questo non ha importanza ora...Tu non hai nulla da dirmi? »
Kyousuke sentiva la rabbia scendergli lungo tutto il corpo. Credeva che di quella ragazza ormai potesse fidarsi; che si fosse fatto un'idea sbagliata a considerarla un'impicciona che si immetteva negli affari altrui. Non si sbagliava invece, aveva ragione dall'inizio.« Sì, ho qualcosa da dirti. Ma prima voglio sapere che ti ha detto. »
« Mi ha solo detto che tu dovevi dirmi qualcosa di importante, nient'altro. » e ripensò al pomeriggio trascorso con quella ragazza, e ai suoi occhi supplicanti e colmi di lacrime mentre disperata gli chiedeva di non dire nulla di quel che gli aveva rivelato a Kyousuke.
Quest'ultimo sospirò, e decise di credere al fratello, sebbene con riluttanza.
« E va bene. Comunque sì, ho qualcosa da dirti, è vero. » e deglutì, pensando che il momento tanto atteso era giunto.
« Dai, ti ascolto. » Lo incalzò Yuuichi.
Il minore ponderò le parole che gli parevano più adatte da usare per minuti interi. Si morse il labbro, tentò di ideare un modo per spiegarsi bene, e illustrare esauriente tutto ciò che doveva dire. Iniziò a tirare con la forza le parole bloccate nella gola, si figurò già mentre pronunciava il suo complesso e elaborato discurso, ma poi, semplicemente, disse: « Sono fidanzato con Tenma. »
Yuuichi non ruppe il contatto visivo e annuì seriò, come se fosse riuscito a mandare giù un boccone particolarmente amaro. Iniziò a picchiettare con le unghie sul tavolo, abbassò lo sguardo pensieroso e sospirò come se sottopressione.
Kyousuke deglutì « Mi dispiace di non avertelo detto sin dall'inizio. In ogni caso, beh, puoi dire quel che vuoi a riguardo, quel che pensi... Insomma. » Basta che mi dici qualcosa, pensò, mentre continuava a torcersi le mani. Attendeva la sentenza con l'ansia che pareva un serpente avviluppato attorno al suo petto. Sentiva le costole che venivano schiacciate, e la risposta di Yuuichi era come un pugnale puntato alla sua gola che avrebbe decretato se l'istante dopo il minore fosse rimasto vivo o fosse morto.
« Kyousuke, allora, io... »
« Rieccomi! » la Mizuyaji annunciò il suo arrivo in un momento decisamente sbagliato. Kyousuke si voltò irritato, ma dovette mettere da parte la stizza quando si accorse dell'aspetto notevolmente peggiorato della donna. Se a primo impatto l'avrebbe cacciata via dicendole "non ora, torni dopo che stiamo parlando!" dopo averla osservata per bene l'istinto gli suggeriva di alzarsi e fare sedere lei al posto suo per farla riposare.
Notò che non era l'unico ad essere preoccupato, Yuuichi aveva un'espressione sconvolta e pareva che la conversazione di prima e i suoi pensieri a riguardo fossero stati spazzati via di colpo alla vista della signora. E in lontananza due camerieri discutevano fra di loro indicandola.
La Mizuyaji sembrava ignara degli sguardi che aveva addosso, e si sforzava di spiegare le sue labbra in un sorriso tranquillo - fallendo. « Ecco il vostro pollo frit-» non fece in tempo a finire che i piatti le caddero dalle mani. Il vetrò si infranse sul pavimentò e schizzò in svariate direzioni, Il tutto fu accompagnato da simultanei sussulti di stupore e da occhi e bocche dei presenti spalancate.
Yuuichi e Kyousuke scattarono in piedi.
« Oddio » quasi urlò il maggiore sorreggendo la donna.
« Si può sapere che cosa ha? » chiese allarmato l'altro.
la donna, con la voce tremolante disse « mi fa male. » senza specificare.
Kyousuke aveva gli occhi sbarrati e il cuore che gli sussultava per aver sentito la Mizuyaji gemere per il dolore. Osservò il braccio destro della signora reggere il sinistro, e la mano di questo che stringeva convulsamente il tessuto della maglia al di sopra del petto. Poi spostò lo sguardo sul viso sofferente della Mizuyaji. E non ebbe quasi alcun dubbio che quello in corso fosse un infarto.

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ZAN ZAN ZAAAAN.
ecco, ordunque. Non ero del tutto sicura di questo colpo di scena, però ce l'ho in mente da tanto quindi sono pronta anche a commenti negativi. Ma non posso che sperare che la storia stia continuando a piacervi comunque. Il prossimo sarà l'ultimo capitolo, e poi credo scriverò il epilogo.
Sono piuttosto di fretta quindi... Ci si sente! (?)
P.s. il disegno l'ho fatto io, è stato lo stesso capitolo mentre lo scrivevo ad ispirarmi x°
~ Fernweh

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