(2)The Newstart; nuova vita
21 Dicembre, 07:08 PM;
Tenma girò la chiave nella serratura e, dopo il consueto rumore metallico, la porta si aprì.
« Sono tornato! » schiamazzò, allegro per quello che era stato un intenso allenamento. Tsurugi non replicò in nessun modo, quindi o non l'aveva sentito entrare o gli aveva risposto con il suo solito tono di voce basso, o, ancora, troppo preso dallo studio aveva deciso di ignorare Tenma. Quest'ultimo non ci rimuginò troppo sopra poiché era una cosa di scarsa importanza - o almeno così pensava. Quando si recò nel salotto, però, dovette ricredersi subito.
Il castano sconcertò per via della scena che si ritrovò davanti, e inarcò un sopracciglio. Immaginava che al suo ritorno avrebbe trovato tutto come l'aveva lasciato, dalla stanza disordinata a Kyousuke sul divano a studiare; invece, per qualche motivo incomprensibile, il suo ragazzo stava frettolosamente sistemando il salotto.
Per eliminare ogni dubbio che aveva preso a vorticargli nella mente, Matsukaze si rivolse subito a Tsurugi.
« Kyousuke? » esordì dubbioso. L'altro, talmente assorto dallo spolverare i mobili, sembrò nuovamente non accorgersi di lui. « Kyousuke? » Tenma quindi ritentò una seconda volta, cantilenando il nome del blu con intonazione maggiore.
Il diretto interessato questa volta si rese conto di non essere più solo, e, voltandosi di colpo verso Matsukaze, sbiancò. « T-Tenma? » balbettò il blu con ancora la pezza polverosa in mano, e lo sguardo di chi era stato scoperto a commettere un reato. La perplessità di Tenma crebbe a dismisura.
« Kyousuke! Ciao, sono tornato! Ma, ehm, che stai facendo? » trascorsero alcuni attimi in cui Tsurugi sembrò assimilare e comprendere a pieno quel che stava accadendo, e, di conseguenza, riprese la sua espressione di sempre, seria e composta.
« Sto sistemando casa, no? Anzi, meno male che ogni tanto qualcuno ci pensa. » ribatté Kyousuke, freddo. Ripose lo straccio sul tavolino che stava pulendo, per poi sedersi sul divano e rilassarsi un po'.
Tenma ridacchiò, ancora confuso, e si accorse che sebbene il suo ragazzo stesse cercando di ostentare un certo contegno non riusciva a smettere di torcersi le mani.
« Kyou, mi sembri nervoso, sai... Insomma, sembrava che volessi sbrigarti a pulire, il che è strano e non ne capisco il motivo. E tuttora è come se qualcosa non va. » fece Tenma, non ancora del tutto convinto.
Tsurugi, col suo nervosismo malcelato, rimase in silenzio. Forse era alla ricerca di un modo per controbattere le parole del castano o di qualche scusa con cui giustificarsi; non ne trovò, e sospirò per poi mettersi le mani tra i capelli e abbassare il capo, circondandosi dell'aurea di disperazione che aveva provato a nascondere fino a quel momento. E non serviva saper leggere il pensiero per immaginare quanto caos avesse nella mente. Anche Matsukaze si incupì vedendolo in quello stato, e gli si avvicinò fino a mettersi in ginocchio davanti a lui e a trovare il modo di guardarlo negli occhi.
« Allora, qualcosa non va? » domandò il castano, inquieto.
« Più o meno. » borbottò Kyousuke, appoggiando gli avambracci sulle cosce, e ritrovandosi a tu per tu con lo sguardo di Tenma. Tsurugi in quel momento si sentiva trasparente, perché Tenma riusciva a leggergli dentro e aveva captato sin da subito la sua agitazione; il blu in genere faceva di tutto affinché i suoi sentimenti non si mostrassero tanto facilmente al mondo esterno, ed era anche piuttosto bravo a tenerli a bada. Non in quel caso, a quanto pare.
« Okay, senti... » incominciò Kyousuke, insicuro. Non era ancora certo di voler completare il discorso che stava per intraprendere. « È una situazione... complicata. » le parole si divertivano a saltellare sulla sua gola, a salire fino alla punta della lingua e a scappare indietro quando lui stava per liberarle.
Tenma si allarmò, la mente gli si stava riempendo di paranoie. La sola idea che Kyousuke stava per dargli una brutta notizia sulla loro relazione era impossibile da digerire e, sopratutto, incomprensibile. Fino a quella mattina erano ritornati a casa mano nella mano, e prima che lui andasse agli allenamenti Tsurugi lo aveva baciato in un modo dolce e passionale. Il castano non afferrava come quel che il blu stava per proferire fosse un discorso sul lasciarsi.
Matsukaze attese, con l'ansia che si faceva sentire all'altezza del petto.
« Oggi mi ha telefonato Yuuichi, mio fratello » disse Kyousuke, e a ciò seguì una lunga pausa. « Mi ha detto una cosa... Ecco, siccome siamo in periodo natalizio, ed è da un bel po' che non ci vediamo, vorrebbe venire a farmi visita. »
« Ma è fantastico! » lo interruppe Tenma, entusiasta. Ma si rese ben presto conto che c'era qualcosa che ancora non quadrava, e che questa - che sarebbe dovuta essere una buona notizia -non era il motivo per il quale Kyousuke si stava avvilendo. Mancava dell'altro per completare il puzzle.
Tsurugi lo ammonì con lo sguardo per averlo interrotto, dopodiché riprese a parlare. « Ho bisogno che vai via di casa per un po'. » disse, semplicemente.
Nel minuto di silenzio che seguì quella frase, Tenma realizzò che quello che il suo ragazzo gli aveva appena rivelato non aveva il benché minimo senso. Il castano si issò all'impiedi e fece qualche passo indietro per poi guardare il blu dall'alto.
« C-Cosa? Perché? Non capisco... » mormorò Matsukaze, confuso ancora più di prima. Era in parte sollevato perché Kyousuke non lo stava lasciando o roba simile, ma la situazione si stava dimostrando più contorta e difficile da comprendere di quello che presumeva.
« Io non gli ho detto nulla di noi. E, beh, neanche del mio orientamento sessuale. Non ti voglio cacciare di casa fino alla sua permanenza qui o tenerglielo nascosto, affatto. È solo che... Oh, beh. Ecco, ho bisogno di un po' di tempo per dirglielo e per farlo abituare. Non so come la possa prendere se glielo dicessi come una notizia cruda e frettolosa. E l'ultima cosa che voglio è che mio fratello, dopo tanto tempo che non lo vedo, debba... » persino Tsurugi mentre parlava si accorgeva di quanto quel suo ragionamento fosse intricato e assurdo. Doveva ammettere che quando aveva elaborato quel piano, dopo la chiamata di Yuuichi e prima di raccontarlo a Tenma, tutto gli era sembrato più logico e sensato.
Kyousuke sapeva che prima o poi la verità sarebbe dovuta venire a galla; e Yuuichi, o prima o poi, l'avrebbe presa nel medesimo modo. Quel che il blu non si aspettava e che questo momento sarebbe arrivato tanto in fretta e che l'avrebbe colto impreparato. Aveva bisogno di più tempo per essere pronto e per preparare all'impatto anche Yuuichi.
« Quanti giorni dovrei stare via? E poi... Kyousuke, tu ti vergogni di me? » ci si metteva anche Tenma, per niente comprensivo, e che aveva gli occhi che iniziavano a brillare velati dalle lacrime.
«Senti, Tenma, non te la prendere. Non è affatto così, non mi vergogno di amarti. Si tratta solo di due giorni. So che sembra non avere alcun senso, ma... Sii comprensivo, te ne prego. Ti prometto che glielo dirò. E indipendente da come la prenderà non smetterò di...» fece una pausa imbarazzato per quel che stava per dire « di amarti, okay?»
Se suo fratello non avesse acconsentito il suo fidanzamento con Matsukaze, almeno Kyousuke si sarebbe potuto godere due ultimi giorni senza che un famigliare lo odiasse immotivato.
Tsurugi si alzò dal divano e si avvicinò a Tenma, cercando il suo sguardo per rassicurarlo. Quest'ultimo, però, manteneva gli occhi plumbei sul pavimento.
Tenma era sbigottito e meno convinto di prima. Il ragionamento di Tsurugi era contorto, e gli faceva tornare in mente quel che era successo ormai un bel po' di anni fa: quando Matsukaze si era dichiarato al blu e questi l'aveva rifiutato, perché non aveva ancora compreso quali fossero i suoi reali sentimenti. A differenza di quell'accaduto passato, dove Kyousuke si vergognava di ammettere quel che provava a sé stesso, ora che ne era in grado non riusciva però a rivelarlo davanti agli altri.
« E quand'è che viene? » chiese Tenma, con il viso inespressivo.
« Domani mattina, alle undici. »
Matsukaze incassò il colpo, rimase zitto per un po'. Sapeva quanto fosse difficile dire certe cose a un famigliare, qualcuno che ti cresce in tutti i modi eccetto che in quello che poi diventi. C'era passato anche lui con i suoi genitori e non era riuscito a rivelargli la sua omosessualità immediatamente. Il castano cercò di mostrarsi paziente e sensibile nei confronti del blu. Perché in fondo era la persona che amava e avrebbe dovuto avere fiducia in lui. Forse si sbagliava, non era come aveva pensato lui: Tsurugi magari non provava vergogna a far sapere che erano una coppia, ma, proprio come aveva detto, esigeva solo di un po' di tempo e coraggio per dirlo al fratello perché non sapeva come egli poteva prenderla.
Tenma si sforzò di sorridergli. « Va bene, okay. » disse, e nient'altro. Tsurugi gli sorrise di rimando.
Continuarono quella recita fino all'ora di cena, in cui si misero anche a chiacchierare come se la discussione precedente non fosse mai esistita. Poi arrivò l'argomento che trattava di dove avrebbe trascorso quelle due giornate Tenma, ma i due riuscirono a superarlo senza mostrarsi nervosi. Dopodiché, finalmente, andarono a dormire. Fu la prima notte in cui si diedero le spalle e non si sfiorarono completamente, guardando entrambi in direzioni differenti.
22 Diciembre, 05:40 AM;
Tenma si svegliò molto presto l'indomani, il che non rientrava fra le sue abitudini. Erano esattamente le cinque e quaranta quando schiuse le palpebre e si ritrovò ad osservare, pensieroso, l'orologio sul comodino. Provò a rigirarsi sul letto più volte, con l'intenzione di riprendere sonno, ma non ci riuscì.
Si mise supino e poi voltò la testa in direzione di Tsurugi. Il ragazzo gli stava dando le spalle, quindi Tenma non poteva decretare se questi fosse sveglio come lui o stesse dormendo placidamente; in ogni caso non aveva molta importanza.
Matsukaze decise di alzarsi e di sfruttare quel risveglio mattiniero per fare quello che non aveva fatto il giorno prima. Si avvicinò all'armadio e ne tirò fuori un borsone che iniziò a riempire con i vestiti e la biancheria che gli sarebbero serviti in quel tempo lontano da casa. Mise più del necessario, perché quel che più temeva è che da due, i giorni in cui doveva stare fuori, sarebbero diventati tre e poi quattro, e poi una settimana, e poi sarebbe passato sia Natale che capodanno e Yuuichi sarebbe rimasto ignaro di tutto.
Tenma sapeva già da chi sarebbe andato a vivere, ne aveva discusso a cena con Kyousuke. O almeno, sapeva a chi chiedere alloggio e si aspettava da questo una risposta positiva; il resto era affidato al caso.
Una volta dopo che si fu lavato e vestito, andò in cucina, trascinandosi dietro il bagaglio e appoggiandolo a una parete, e poi si mise a preparare la colazione sia per sé che per Kyousuke (anche se inizialmente, guidato da un istinto infantile, non voleva prepararla anche al suo ragazzo).
« Ciao » disse Tsurugi entrando nella stanza. Aveva i capelli blu scompigliati che gli ricadevano in parte sul collo e in parte sul viso, e due ochiaie sotto gli occhi come se non avesse dormito bene (o affatto). Tenma avrebbe voluto dirgli che era carino con i capelli scompigliati, ma il pensiero che presto sarebbe dovuto andare via e non si sarebbero visti per un po' lo irritava ancora interiormente e lo bloccava dal comportarsi come faceva di solito. « Buongiorno » si limitò quindi a dire, allungando un po' le vocali per non dare a vedere la sua stizza.
« Non è un buon giorno » ribatté lapidario Tsurugi, per poi sedersi a tavola e attendere che Tenma finisse di preparare la colazione. Apparentemente il blu non aveva fatto nulla di male, si era comportato come al solito, con le sue risposte fredde e crude; ma per qualche strano motivo, a Tenma non facevano più lo stesso effetto e non lo lasciavano indifferente, ma innescavano in lui un lento meccanismo che sembrava mettere alla prova la sua pazienza.
« Come mai? » domandò Tenma, mentre spegneva il fornello.
« Tante cose. Comunque, oggi devo andare alla stazione a prendere Yuuichi. »
Sì, lo so che succede oggi. Avrebbe voluto dire Tenma, ma rimase zitto.
« Dormito bene? » azzardò il castano, mentre posava le rispettive tazze di latte sul tavolo e poi si sedeva. Si era ripromesso di avere fiducia in Tsurugi, e anche se non riusciva ancora a digerire bene quella storia stava cercando di mostrarsi allegro e gentile come al solito con lui.
« Scherzi? » gli rispose Tsurugi. A quel punto Matsukaze si infuriò; non riusciva a credere che dopo tutto quello che stava cercando di fare per non perdere la calma Tsurugi continuasse a rispondergli così, come se fosse lui quello che era stato sbattuto fuori di casa.
« Oh, scusami tanto se mi preoccupo per te! » sbottò, Tenma, non riuscendosi più a trattenere. Si rese conto solo dopo di aver alzato troppo la voce e di aver appena infranto quelle che erano le sue intenzioni iniziali.
«Scusa...» mormorò, abbassando lo sguardo. Tsurugi non disse nulla, forse per orgoglio, forse per chissà quale altro motivo, e piombò il silenzio tra i due.
Tenma era mortificato per come aveva reagito, e sperava con tutto sé stesso che Kyousuke non pensasse che era arrabbiato per la discussione del giorno prima.
Ma Kyousuke sapeva già che Tenma era arrabbiato, ancora prima di vederlo inveire contro di lui. Era indeciso tra il provare a consolarlo o no, e sopratutto non sapeva come farlo, quindi decise di non agire in alcun modo, temendo di peggiorare solo la situazione.
Una volta dopo finita la colazione, Tenma, sempre silenziosamente, prese le sue cose e andò via per il corridoio. Tsurugi si alzò e lo seguì, anche lui senza proferire parola. Restarono per un po' davanti all'ingresso, dopodiché Matsukaze aprì la porta e disse: « Non sono arrabbiato con te, non è per quel fatto di ieri » Tsurugi, che non era in vena di altri litigi, rimase zitto e annuì.
« Comunque, entro oggi già incontrerai mio fratello » disse Kyousuke e fu il turno di Tenma di limitarsi ad annuire.
« Beh, allora... ciao » Tenma lo salutò così, con una parola e un breve bacio a stampo. Tsurugi avrebbe voluto prenderlo per il polso e attirarlo a sé come il giorno prima, ma rimase fermo.
Il castano uscì, Kyousuke chiuse la porta e sospirò. Si meravigliò del fatto che Tenma non tornò indietro, quella porta non si aprì nuovamente né al blu arrivò nessun messaggio. Matsukaze per la prima volta in vita sua non era con la testa fra le nuvole, o, forse, aveva riflettuto bene di non dimenticare di portarsi nulla per evitare di tornare indietro.
22 Dicembre, 10:54 AM;
La stazione era piuttosto tranquilla. Le persone erano poche là, o quanto meno per la maggior parte si trattava di vecchietti che chiacchieravano amichevolmente tra loro. Di tanto in tanto si vedeva qualche mamma con uno o più bimbi, uomini d'affari, e strani tipi dall'aria solitaria. Più rari erano i ragazzini, e se ce n'erano avevano rigorosamente le cuffie alle orecchie.
Sebbene fosse da un po' che aspettava, Tsurugi non sentiva il peso del tempo che scorreva proprio per l'affinità che aveva con i luoghi tranquilli. Quel che gli dava più fastidio era il freddo che trapassava i vestiti e penetrava fin dentro le ossa, che non poteva essere combattuto neanche con il grande cappotto che indossava. Si mise le mani dentro le tasche e cercò di infilare la testa più che poteva dentro la sciarpa che aveva al collo (come poteva fare una tartaruga quando si rifugiava nel suo guscio) ma riuscì solo a coprire le labbra e una parte del naso.
Era seduto su una delle tante panchine e aspettava. Non era annoiato, anche se apparentemente non stava facendo nulla il suo cervello continuava a lavorare. Rifletteva sulla tensione che c'era ora tra lui e Tenma e cercava un modo per scacciarla via; rimuginava su quelle che potevano essere le parole più adatte per dire a Yuuichi la verità e sperava ardentemente che Yuuichi non finisse con l'odiarlo.
Per cominciare, si sarebbe fatto perdonare da Tenma con una partita di calcio. E quest'ultimo lo avrebbe introdotto a Yuuichi con la scusa di andare al Newstart. E poi... E poi non lo sapeva ancora.
Il rumore che segnalava che il treno stava per arrivare lo fece svegliare dai suoi pensieri. Tsurugi alzò gli occhi verso i binari ascoltando il lieve stridio delle rotaie. In pochi secondi il treno gli fu davanti e le porte si aprirono lentamente, il che diede il via al solito via vai confusionario di persone.
Kyousuke non si mosse, non credeva che fosse una buona idea fiondarsi lì in mezzo alla ricerca di Yuuichi. Assottigliò gli occhi e dal posto tentò di individuare una chioma blu come la sua. Quando lo vide, però, le sue gambe si mossero da sole e gli corse incontro.
« Yuuichi! » disse a voce alta.
Yuuichi si stava guardando intorno spaesato, cercando di farsi spazio tra la gente che lo spintonava.
« Yuuichi! » Kyousuke lo chiamò di nuovo, e questa volta il più grande si accorse di lui e sorrise felice.
« Kyousuke! » gridò a sua volta prima di mettersi a correre nella sua direzione. A un certo punto, però, la sua corsa si arrestò e Yuuichi perse l'equilibrio in avanti. Kyousuke strabuzzò gli occhi e di scatto gli si parò davanti per sorreggerlo.
« Stai bene?! » urlò allarmato sperando che il fratello non si fosse fatto nulla. Il più grande si rimise in piedi da solo velocemente, e sorrise imbarazzato. « Si, si, tranquillo. Ho solo inciampato. Non esagerare »
Kyousuke sapeva che ormai da un bel po' di tempo Yuuichi aveva ripreso a camminare correttamente, ma non poteva evitare di preoccuparsi in ogni caso. Cercò di tranquillizzarsi respirando profondamente e, incerto, disse: « Uhm, va bene. »
« Cavoli! È un sacco che non ci vediamo. » disse Yuuichi e Kyousuke annuì, riflettendo sul fatto che era un'affermazione più che veritiera. Da quando era partito per Tokyo, circa un anno e mezzo fa, non si era più fatto sentire dalla sua famiglia se non che con telefonate e videochiamate via skype.
« Allora, come stai? Che mi racconti? » i due iniziarono a camminare. Kyousuke si propose di aiutarlo con le valige ma Yuuichi si rifiutò. Il grande non sopportava d'esser visto come se fosse debole, perché ormai era da un bel po' che stava perfettamente in salute ed era felicissimo di poter cavarsela da solo a fare azioni che un tempo, per quanto apparentemente banali o considerate da altri scoccianti, lui non avrebbe potuto compiere in alcun modo.
« Tutto bene, su. E per fortuna anche mamma e papà se la cavano. Tu? Non ti senti neanche un po' solo qui? »
Kyousuke avrebbe voluto dirgli che no, non era affatto solo. Ma non poteva. E, anzi, le parole del fratello gli fecero ricordare la conversazione di quella mattina e la litigata con Tenma. Sospirò.
« No, per niente. Perché dovrei? Sto bene così. » replicò, serio.
« Nulla nulla. » disse Yuuichi e sorrise. Uno di quei sorrisi solo suoi, che a Kyousuke mettevano, delle volte, inquietudine. Era quello sguardo da "tranquillo, so tutto quanto" enigmatico e ipnotizzante.
Yuuichi era l'altra unica persona in grado di renderlo trasparente e di cogliere ogni sentimento che tentava di non mostrare.
Kyousuke deglutì, riflettendo sul fatto che era impossibile che Yuuichi sapesse qualcosa... Anche se, beh, forse poteva intuire dalla sua risposta che non aveva vissuto da solo per quel tempo, ma con qualcun'altro. Ma di certo non si aspettava che questo qualcun'altro fosse un ragazzo proprio come lui.
« Come è andato il viaggio? » sviò la conversazione.
« Bene, solo un po' stancante. Tokyo è enorme, wow. Mi farai da guida turistica fratellino? »
Kyousuke sorrise e annuì, anche se quel "fratellino" non gli garbava particolarmente era da così tanto tempo che non vedeva Yuuichi che non poteva che passarci su. « Va bene, ti faccio fare un giro veloce e poi andiamo a mangiare da qualche parte. » disse. E ufficialmente da quel momento cominciava il suo piano.
{{ angolo autrice. }
ehilà! Per me è davvero un record riuscire a scrivere e revisionare un capitolo in una settimana. Mi sento abbastanza ispirata e ho più o meno in mente tutto quello che deve accadere.
Che dire, ieri mi sono arrivati tanti commenti e voti che mi hanno fatto tantissimo piacere (anche perché era il mio compleanno quindi a modo mio era il regalo da parte di wattpad(?)) e siete gentilissimi e con quel che mi scrivere mi fate sciogliere ;;
Grazie mille davvero, mi fa tantissimo piacere sapere che questa storia vi piaccia!
E spero di non aver rovinato le aspettative di nessuno con questo capitolo, che purtroppo non è scritto nei migliori dei modi, era triste e mi fa temere di aver sfondato nell'ooc. Non ho altro da aggiungere, spero che la storia vi stia piacendo nonostante questo!
E buon anno a tutti♥
Fernweh ~
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