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2 settimane dopo...

Caro zio,
So che ti ho scritto una lettera poche settimane fa, ma ti volevo raccontare tutto quello che mi è successo in questo lasso di tempo, seppur breve.
Ti ricordo di Johnny? L'asiatico apatico fidanzato con la tipa figa. Ecco, mi ha portato in un posto, dicendomi solo "Ti portiamo nel purgatorio" o qualcosa del genere. Ok, lì per lì ho pensato che mi volesse uccidere, essendo che era palese non gli stessi tanto simpatico, anche se ora come ora vedo che ha cambiato idea sul mio conto. Fatto sta che avevo paura, lo ammetto. Lo sai che sono un tipo ansioso, e quella frase, con tratti inquietante, lo aveva messo addosso un'ansia assurda. Mi portò nel cosiddetto "purgatorio", obbligandomi a saltare l'ora di inglese e le altre materie che avevo dopo: in sostanza ho lasciato scuola prima che finisse la giornata, ma questo i miei non lo sanno.
Una volta sul posto, ho scoperto, con mia grande sorpresa, che il "purgatorio", come lo chiamavano loro, non era altro che una vecchia chiesa abbandonata costruita sopra un Hotel, anch'esso abbandonato, nella periferia della città.
Hai presente quel lato di Boston dove mia madre mi ripeteva più volte da bambino di non andarci? Ecco, propio lì. Era il loro nascondiglio, il loro rifugio, con loro intendo di Johnny, Christopher e Amber, di cui ho scoperto che loro tre formato la temuta "Triade" di cui si sente parlare in tutta scuola e non. Da poco anche Didi, la ragazza di Johnny, passa con loro le giornate in quel originale posto, da quando si è messa assieme al coreano apatico. Si da ora lo chiamerò sempre così.
Ora anche io passo le giornate nel "Purgatorio" con loro, scoprendo lati di Boston che non conoscevo. Ti saluto.
Tuo caro nipote Lucky.

Ps. Ti ricordi dei vari lividi e tagli? Ecco, i lividi se ne sono andati, grazie ad una crema di mamma mentre i tagli sono completamente guariti, lasciandomi solo una cicatrice sul sopracciglio sinistro.

Lucky lasciò cadere la biro sulla scrivania, facendole fare un leggero rumore di caduta. Si alzò e con un leggero male al sedere, andò sul letto dove era steso Cristopher intento a mangiare dei popcorn preparati dalla signora Arcangelo.

-Quindi tu in pratica scrivi a tuo zio in galera?-chiese lanciano un popcorn in aria, facendolo atterrare nella sua bocca.

Lucky sorrise, chiedendosi se fosse l'unico al mondo che si confidava con un parente lontano, per di più, in galera.-Già.-lo disse con tono strano. Pensieroso.

Cristopher mise la ciotola sul comodino al fianco del grande letto.-È una cosa carina, insomma, non è da tutti.-lo appoggiò lui, capendo cosa stesse pensando l'amico.-Avevo anche io una persona con cui mi confidavo.-aggiunse, riprendo una manciata di granturco bianco, e infilandosela tutta in bocca.-Ma non c'è più.-terminò con un sorriso amaro, quasi malinconico, ma che mascherò subito, non volendo far preoccupare Lucky.-Lo sai che mi pare di aver visto tua sorella l'altro ieri in metro?-cambiò subito discorso.

Lucky stette al gioco. Non voleva far domande sulla vita personale dell'amico, ma la curiosità c'era.

-Mia sorella? Nah, impossibile. Non prende la metro lei.-disse il moro, certo delle sue parole.

Christopher fece spallucce, quasi convinto che la ragazza bionda e con vestiti costosi fosse lei, siccome in quel posto conosceva quasi tutti e nessuno si poteva permettere tali abiti.-Sicuro sicuro?-insistette lui.

-Sicuro.-ripeté l'italiano.-Mia sorella non sa nemmeno cosa sia una metro, in più che vuoi che faccia una ragazzina come lei in quel posto?-

Effettivamente una ragazza come Amaya non aveva nulla da fare in una zona così, quindi si convinse che si era sbagliato; cosa che succedeva raramente.

Il cellulare di Lucky squillò, mostrando sullo schermo una foto di una bella ragazza mora: Elaine.

Rispose subito, felice che la sua vecchia amica lo avesse chiamato, poiché era dall'inizio alla nuova scuola che non si faceva viva.

-Elaine.-quasi urlò dalla felicità.

Dall'altra parte ricevette una risposta segna di Elaine.-Se urli ancora chiudo la chiamata.-

Christopher di mise a ridere, sentendo la risposta tagliente della ragazza. Lucky gli tirò un pugno amichevole sulla gamba, tornando alla chiamata.-Sempre amichevole, eh? Come mai questa chiamata così inaspettata?-domandò prendendo un po' di popcorn dall'amico greco.

Elaine ci pensò, o fece finta, tanto per far stare sulle spine Lucky.-Questa sera organizzo una piccola raduna con i miei uomini e un paio di gente di quartiere. Ti va?-

Il moro accettò subito, entusiasta.-Sicuro. Senti, posso portare un paio di amici?-riferendosi ai nuovi compagni.

-Certo, i tuoi amici sono anche i miei. Basta che non facciano casini o altro, lo sai.-il tono era serio, segno che diceva sul serio.

-Sissignora.-

La chiamata si concluse lì, poiché Elaine aveva da fare, senza dire nient'altro al suo amico italiano.

Christopher sorrise, rendendo Lucky confuso di tale gesto.

-Come mai quel sorriso? Cioè, tu sorridi tanto, ma quel sorriso mi sa tanto da "so qualcosa e non te lo dico".-Il giovane Arcangelo era un tipo curioso di natura.

L'amico si alzò in piedi, vagando per la camera con una mano in tasca e l'altra poggiata sul mento.-Quella con cui hai appena parlato era Elaine Larson, no?-

Appena ricevette l'approvazione di Lucky continuò a parlare, usando un tono quasi divertito.

-Wow, quella ragazza è strana. Ha visto suo padre morire in uno scontro a fuoco con un'altra gang tempo fa, quando aveva più o meno 14 anni, e nonostante questo continua a far parte di quella banda...non le basta la morte di una persona per farle capire che una vita così è pericolosa?-sembrava pensare ad alta voce. Lo sguardo era per terra nel mentre camminava avanti indietro, tendo le mani nelle posizioni di prima.

Lucky alzò le spalle, noncurante. Non si era mai fatto tanti problemi sulla vita che conduceva Elaine. "Vivi e lascia vivere", perché immischiarsi nella vita altrui?

-Boh, cioè, è la sua vita. È una tipa tosta, ha sempre saputo farsi rispettare.-spiegò Lucky, stendendosi sul letto morbido.-Una vita così è figa, nel senso, fare parte di una gang, usare armi, far girare tanti soldi, droga...robe così.-

Il moro sognava ad occhi aperti, ma era sincero.

Cristopher ridacchiò.-Pensi davvero che questa vita faccia per te? Insomma, guardati: vesti abiti costosi, vivi in una casa enorme con piscina, hai dei genitori che ti danno tutto ciò che vuoi. Perché immischiarsi in una vita tanto pericolosa; a quale scopo?-

L'italiano chiuse gli occhi, pensando alla risposta da dare. Vero, perché andare incontro a tutto ciò? Lui ha, letteralmente tutto, perché volere altro?

-Ascolta me, lascia stare questa idea che ti sei fatto di "gangster" e robe varie, vivi la tua vita così come è.-espresse Christopher posandogli una mano sulla spalla.

Eppure, nonostante sapesse che l'amico avesse ragione, Lucky non mollava.-Tu non ci hai mai pensato? Dico, a tutto ciò.-

-Beh, sì, ma non ne vale la pena. Troppi rischi, e per cosa? Soldi, fama e un pizzico di adrenalina? Non fa per me una vita così, preferisco vivere tranquillamente, tra una tazza di tè e un buon libro.-ammise, lasciandosi cadere nel letto, vicino al caro amico.

-Eppure, quando ci siamo conosciuti mi hai spinto contro gli armadietti, minacciandomi.-ricordò Lucky, ormai divertito da quel avvenimento.

Christopher abbozzò un sorriso pietoso, vergognandosi di quel gesto da parte sua.-Non ero in me.-esortò, sentendosi in colpa, gesto che Lucky non comprese appieno, ma decise, ancora una volta, di non far domande.

Christopher era ancora un personaggio totalmente sconosciuto per Lucky, non sapeva nulla sul suo conto, solo che era gentile e perennemente calmo, come se si controllasse dal provare forti emozioni.

Lucky saltò su, facendo una domanda che teneva dentro da tanto.-Se tu sei un così bravo ragazzo, come fai parte della temuta "Triade"? Cioè, capisco Johnny e Amber; uno dal grilletto facile e l'altra violenta come un vichingo...ma tu?-

Una sonora risata uscì dalla bocca di Christopher, non riuscendo a parlare per le troppe risate.-Hai ragione su quei due, sono veramente fenomenali. Io invece sono solo loro amico. Con Amber condiviso l'appartamento e la conosco da piccolo, mentre con Johnny ci ho legato perché mi è simpatico. La gente poi ha fatto il resto, denominandoci così, anche se io non c'entro molto nei casini che provocano quei due.-raccontò tutto con un vero sorriso sulle labbra, ridendo ancora per le parole di Lucky.

-Quindi ci stai di andare al raduno di Elaine?-domandò Lucky guardandolo.

Christopher non rispose. Prese dalla tasca il telefono e fece una chiamata.-Pronto, Johnny? Ti piacerebbe andare ad un incontro della Larson?-

Intanto, nello stesso momento il giovane Arcangelo ricevette un misterioso messaggio da parte di uno sconosciuto.

~Mi rende felice sapere che vieni stasera alla festicciola di Elaine Larson, era da tanto che volevo vedere il figlio di un criminale.
Ti aspetto,

Erja~

***
Questo capilo, lo so, non è nulla, sorry.
Uso questo spazio per dire che la mia storia viene seguita da 81% dal sesso femminile...wow! Non pensavo che una mia storia potesse piacere a così tante ragazze, beh, grazie e spero che vi possa piacere in continuazione.

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