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Il giovane Arcangelo lasciò la moto di fronte al piccolo bar che dava sulla strada. Prese il casco in mano e dando un'ultima occhiata al telefono in cerca di un messaggio di lei, entrò.
Nonostante fosse ancora le prime ore del mattino, il bar era per metà pieno.
Con lo sguardo cercò la sua amica, e non fu difficile trovarla visto che i clienti erano tutti uomini.
Con passo veloce camminò verso la direzione di Elaine, seduta ad un tavolo in fondo a destra, che dava sulla finestra, mostrando un paesaggio urbano.
-Stai attento amico!-rimproverò l'uomo che gli era andato a sbattere contro, evidentemente troppo ubriaco per rendersi conto del gesto. Puzzava di vino e tabacco.
Lucky lo spinse per la spalla, facendolo cadere addosso ad altri uomini, che, arrabbiati, lo lanciarono contro un tavolo.
Elaine sbuffò a tale scena, e calciando una sedia, fece sedere l'amico.-Possibile che appena entri te succede qualche casino?-
Il ragazzo posò il casco sul tavolo di legno e con voce seccata chiamò la cameriera. Si sentiva soffocato in quel posto.
-E tu invece non potevi scegliere un posto decente?-si lamentò lui, guardandosi intorno, squadrando ogni persona.
Il bar era piccolo, forse troppo visto che dentro si stava piuttosto stretti. C'erano 4 tavoli ancora interi, e altri 3 o distrutti o che si reggevano per miracolo. Per terra il pavimento non si vedeva a causa della polvere e dei mozziconi di sigaretta buttati in modo incivile.
La ragazza mescolava tranquillamente il suo drink intanto che guardava seria Lucky.-Smettila. Di. Lamentarti.-scandì parola per parola, rendo il tono più macabro.-Piuttosto...-continuò lei bevendo dalla cannuccia-Come mai hai chiesto di uscire?-
Lucky ci pensò un attimo, non si ricordava nemmeno lui il motivo.-Non mi ricordo...-disse lui scoppiando a ridere.
-A volte mi chiede se stupido ci sei nato o se ti eserciti ad esserlo.-
Il ragazzo ci pensò per alcuni secondi, e fu allora che gli venne in mente il motivo di quel appuntamento.-Ecco, ti devo dare una notizia.-iniziò lui, dondolando con la sedia.-Vedi, quel bastardo del vecchio mi ha inscritto ad un'altra scuola.-
Elaine rimase basita a tale informazione. Posò il bicchiere sul tavolo e con un semplice gesto del capo lo fece continuare.
-Beh vedi, ieri sera sono stato portato dall'agente Ross...-non sapeva come continuare. Ma la ragazza parlò ad intuito.
-E aspettava solo un altro tuo passo falso per spedirti in un'altra scuola.-intervenne lei, mescolando con la cannuccia il drink, fissando il liquido girare.-Non mi stupisce, tuo padre è un uomo furbo. Ma dimmi, te la caverai senza di me?-
Lucky le mostrò la lingua.-Pff, certo che me la caverò.-incrociò le mani al petto, e fingendosi offeso girò la testa, così da evitare il suo sguardo.
-Smettila di fare il bambino, moccioso viziato che non sei altro.-scherzò lei, allungandosi per dargli un pugno amichevole sulla spalla.-Ma non era quello che intendevo.-tornò ad essere seria.-Presumo tuo padre ti abbia iscritto nella stessa scuola di tua sorella, così che ti possa tenere d'occhio.-
La conversazione venne interrotta dalla cameriera, che timidamente si avvicinava al tavolo dei due, tenendo il vassoio contro il petto, come per darsi sicurezza.-Ehm...-
I due la guardarono, aspettando che dicesse qualche parola. Vedendo che la ragazza faticava anche a parlare, Lucky la aiutò.
-Vuoi chiederci se vogliamo qualcosa?-chiese lui, ridendo.
Dall'altra parte del tavolo, Elaine lo fece smettere con un calcio nella gamba. Poi prese parola.-Porta al mio amico un bicchiere d'acqua e un po' di ghiaccio. Sembra essersi fatto male.-
Nonostante usò un tono severo, sotto sotto si poteva intuire che si divertiva.
Lucky si massaggiava la gamba, intanto che imprecava sottovoce.
In quel preciso istante entrò una donna dalle forme fantastiche. Bionda, capelli fino alle spalle e lisci. Vestiva come una vera e propria diva ed era impossibile non notarla. Indossava un paio di grossi occhiali da sole, una borsa in mano e il telefono nell'altra. Si sedette al bancone del bar, e solo dopo il fischio di Elaine, Lucky si rese conto di fissarla.
-Che c'è?-domandò lui, fingendo di non capire perché la sua amica aveva fischiato.
La ragazza alzò le spalle.-Uomini. Comunque, se la scuola è la stessa di tua sorella devi stare attento. Sembra che si aggirino sei tizi non tanto buoni.-si fermò per vedere se l'amico la stesse ascoltando, per poi andare avanti.-Alcuni di loro si sono presentati ad una mia gara, e posso dirti per certo che sono peggio del diavolo.-
Elaine, in un certo senso, era preoccupata per l'amico. Lucky poteva essere una testa calda, e lei sapeva bene che non avrebbe esitato a alzare le mani nel caso qualcuno lo avesse provocato.
Nelle vicinanze dell'East High risiedevano una banda poco conosciuta ma sempre in cerca di scandali e risse da affrontare. Non si sapeva molto di loro, solo che ogni volta che si facevano vedere nei pressi di feste o eventi, finiva il tutto con persone che andavano in ospedale.
-Tranquilla sorella, al massimo chiamerò te e i tuoi uomini.-baloccò lui.
Elaine non avrebbe esitato ad aiutare l'amico, anche a costo di mettere la sua gang contro un'altra.
Il giovane Arcangelo, stufo di aspettare il bicchiere d'acqua che non arrivava si alzò e andò lui stesso al bancone. Notava che tutti gli uomini seduti ai vari tavoli, lo guardavano, e tutto ciò gli metteva ansia.
L'unico posto libero era vicino alla donna da poco entrata, e non ci pensò molto a sedersi vicino a lei. Quest'ultima si girò verso il ragazzo, per guardare chi si fosse seduto, ma Lucky rimase sbalordito nel intravedere, tramite gli occhiali, un occhio diverso dal normale.
Intimorito si sbrigò ad allontanarsi, andando però contro un uomo alle sue spalle. Questo, infuriato, prese Lucky per la maglietta, facendolo quasi strangolare.-Ragazzino, attento.-disse l'uomo, facendo scrocchiare il collo con il semplice movimento del capo.
Elaine guardava la scena freddamente, indecisa se intervenire e far partire una rissa nel bar, o starsene buona e guardare.
Lucky stava iniziando a sudare freddo e dalla paura non era nemmeno in grado di mandare giù la saliva.
Intorno a loro si era formato un cerchio, e alcuni incoraggiavano l'uomo a picchiare Lucky.
La donna misteriosa si alzò dal bancone del bar, e con in mano una bottiglia di vodka si avvicinò all'uomo che stringeva sempre più la presa sul moro. Con un colpo veloce e freddo colpí la testa dell'aggressore, che, stordito, lasciò andare Lucky. Tale gesto diede inizio al caos totale.
Il giovane Arcangelo vide la sua amica correre verso di lui, ma a metà strada fu colpita da un pezzo di legno, probabilmente il piede di qualche tavolo.
Il ragazzo cercò di farsi largo tra la folla che si picchiava con foga, in cerca della misteriosa bionda, ma venne spinto da un uomo grosso, e catapultato contro il muro, dove sbatté la testa.
-Cazzo!-gridò arabbiato, alzandosi. Prese la prima cosa che gli capitò a tiro, in questo caso una bottiglia ormai vuota, rimaneva solo un po' di liquido dentro. Velocemente svuotò il recipiente, bevendo il rimanente, capendo così che si trattava di vino. Impugnò la bottiglia, tenendola per il collo, e con grinta la ruppe in testa alla persona che lo aveva mandato contro il muro. All'impatto l'uomo cadde per terra, con ancora in testa pezzi di vetro.
Lasciò cadere il restante della bottiglia, iniziando a cercare con lo sguardo non più la donna, ma Elaine.
Quando finalmente sembrava averla trovata, si sentì delle mani prenderlo per il collo. Davanti a lui si presentò lo stesso uomo che lo aveva minacciato. Provò a liberarsi dalla stretta ma era troppo forte.
L'uomo si alzò le maniche della giacca, e con un pugno lo fece piegare in due dal dolore. Proseguirono altri colpi, quali calci e testate.
Quando l'uomo provò per la l'ennesima volta di colpire Lucky, il ragazzo lo spinse indietro con un calcio in pieno petto. Tale gesto fece infuriare l'individuo dietro di lui, che con forza lo buttò a terra. Mettendosi sopra di lui, iniziò a tirare uno dopo l'altro pugni in direzione del viso del ragazzo, che a fatica riusciva a parare facendosi scudo con le braccia.
Dopo svariati minuti, cedette, ma a salvarlo fu proprio Elaine, che con la sedia in mano, la ruppe in testa al pazzo che aveva osato picchiare Lucky.
-Andiamocene di qui, sta per arrivare la polizia.-disse lei, dando una mano al ragazzo per alzarsi.
Elaine si fece strada tra le varie persone, chi a terra stanco, chi ancora in piedi e picchiarsi.
Proprio di fronte all'uscita, Lucky si sentì tirato per la gamba. Si girò e vide che lo stesso uomo che aveva causato tutto questo lo stava tirando.
Provò a fare resistenza, ma cedette, cadendo a terra e sbattendo la testa. Da quel momento vide solo nero.
•••
Ecco a voi la misteriosa donna del bar, il cui nome è ancora un mistero.
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