Dedicato a Shimeon95

 Sgrano gli occhi e sussulto dal mio letto, mi sveglio di soprassalto. È una fredda e piovosa sera, all'esterno si sentono le grida dei concittadini: «Haren, via dalla nostra città! Figlio di un demone, mostro!» 

Allarmato mi sporgo dalla finestra e, da dietro la tenda, noto una folla di persone incappucciate che con le torce in mano, sono fuori alla mia abitazione. 

Irrequieto, scendo di corsa al piano inferiore, vedo mio padre che mi dice: «Devi fuggire da qui, vattene. Se quelli ti catturano è la fine. Vai via da questa città, verso la libertà! Non voglio che ti uccidano, scappa, mettiti in salvo! Svelto, vai via!» Incita ansioso, i suoi occhi azzurri sono colmi di tristezza.

Incredulo  e con gli occhi lucidi, mi infilo addosso un soprabito e lo guardo negli occhi. «Perché mi odiano? Papà, non capisco, che cosa sono io? Perché sono diverso? Tutti mi odiano, perché mi chiamano figlio di demone? Ti prego, dimmelo!» Replico con gli occhi colmi di lacrime.

«Ascoltami: tesoro, non dubitare di te stesso. Ricordalo. Adesso vai», ribatte concitato, le labbra tremanti e con le lacrime agli occhi mi abbraccia.
Con riluttanza, con gli occhi lucidi, e con la spada nel fodero avvolto ai fianchi, do un ultimo abbraccio a mio padre e a malincuore scappo sui tetti delle abitazioni. Scendo da una scala e avanzo silenzioso nella notte, correndo verso il bosco verso la libertà.