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~Capitolo III L'attacco dei Troll~

Dedicato a Dark_Flame_94

Haren

Il mattino seguente mi sveglio ancora assonnato.
Sbadigliando, «È mattina? Oh! Che bella giornata di sole», dalla finestra osservava il cielo azzurro limpido, i raggi del sole che filtrano da essa e i passerotti che cinguettano sul davanzale. 

Mi alzo dal divano,  sgranchendo le braccia, sono a torso nudo solo con i pantaloni di pelle neri.  Arrossisco imbarazzato nel vedere entrare in soggiorno Samira, in vestaglia di seta color rosa perlato. I suoi capelli neri le ricadono sulle spalle, è bellissima. La giovane nel vedermi a torso nudo arrossisce. «Ciao, buongiorno. Dormito bene?» Intanto mi infilo addosso la camicia. «Buongiorno, si ho dormito benissimo». Samira mi sorride, mi porge un vassoio e accenna: «Adesso, facciamo colazione», mi invita a sedersi a tavola e fare colazione: cosa che non rifiuto poiché lo stomaco brontolava. Mi siedo di fronte a Samira, che consuma tranquilla il suo pancake al cioccolato,  preendo il pancake e inizio a gustarlo. Samira sorseggia il succo d'arancia e pulendosi le labbra con un fazzoletto lo getta nel cestino, poi mi guarda.  «Haren, volevo chiederti una cosa. Perché ieri vagavi nel bosco sotto la pioggia incessante? Eri spaventato, come se fuggivi da qualcuno o qualcosa…» Chiede con serietà, e con una malcelata  curiosità.

Io abbasso tristemente lo sguardo sospiro, e infine rispondo: «… Vuoi sapere perché vagavo nel bosco stanotte? Be', ecco, io non so come spiegarmi, da dove iniziare. Dunque avrai di certo notato la mia diversità; i miei capelli argentati, sono un albino. Tutti in città mi evitano, mi deridono chiamandomi figlio di demone. Stanotte delle persone hanno assediato la nostra casa, gridavano il mio nome; erano come indemoniati, armati di torce accese e forche, volevano uccidermi. Mio padre mi ha aiutato a fuggire. D'istinto ho corso verso il bosco, fino a quando non ti ho incontrata e il resto lo sai…»

Samira 

Sono sconvolta dalla rivelazione del giovane, scuoto il capo portando una mano davanti alla bocca. «Mio dio, Haren mi dispiace tanto», penso, “Povero ragazzo. Chissà quando avrà sofferto, in effetti nei suoi occhi c'è tanta tristezza”.

Haren mi sorride e con un tono serio chiede: «Oh, no, senti queste grida? Ma che succede? Provengono da fuori!» Dichiara il ragazzo ansioso avvicinandosi alla finestra, notiamo una scena che ci sconvolge: un Troll avanza indisturbato nel piccolo villaggio; seminando il terrore e le grida dei cittadini.

Una giovane bionda corre spaventata verso il bosco. 

Si sente la terra sotto i piedi tremare, un gigantesco Troll è nei paraggi all'esterno, trema tutto. Esco uscendo all'esterno,

Haren

 D'istinto ho sfilato la spada dal fodero ed esco di corsa di casa,  impugnando la spada contro il Troll e con un'agilità incredibile evito gli attacchi del nemico e passo al contrattacco, con dei fendenti sferrati ad una velocità impressionante riesco a sconfiggere il Troll che crolla in ginocchio; diventando melma era un invocazione. 

D'improvviso vengo circondato da tre Troll dalle medie dimensioni, schivando gli attacchi nemici e li sconfiggo senza difficoltà. 

Samira mi si avvicina. «Stai bene? Non sei ferito, vero?» Chiede preoccupata.

Scuoto la testa in segno di negazione, riponendo la spada nel fodero. «Tranquilla, sto bene», a un tratto Kajala, la pantera nera, amica di Samira mi si avvicina e girando intorno, esibisce il suo verso.  «Ciao Kajala, Ehi! Che fai?» La pantera mi salta addosso e inizia a leccarmi il viso, provocandomi il solletico, accarezzo il manto nero di Kajala, «Ehi! Piccola, vuoi giocare? Ti sono simpatico, eh?» Sussurro dolcemente.

Samira sorride. «Kajala, adesso basta giocare», Kajala digrigna i denti, mentre fissa qualcosa che si nasconde nella boscaglia. 

Mi alzo in piedi, «Ehi! Kajala cosa stai guardando laggiù?» Domando. La pantera mi fissa negli occhi, il giovane udì una voce femminile che mi chiama. «Haren.. Vieni da me»,  mi avvicino la mano alla fronte.

«Che mi succede? Cos'era quella voce?», D'improvviso ho una visione del futuro: vedo una giovane dai capelli biondi e occhi azzurri che con un pugnale d'argento mi trafiggeva il petto. E il sorriso maligno della ragazza. Mentre vedeva Samira crollare in ginocchio e piangeva mentre stringeva il suo corpo senza vita tra le sue braccia.

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