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Capitolo 9

In pochi minuti arrivano i soccorritori che caricano Jungkook sul veicolo e con lui sale Jimin:«Vai con lui. Gli altri ed io ti raggiungiamo con la macchina» dice Taehyung prendendo al volo le chiavi che Taeri gli lancia dopo averle prese dalla tasca del giubbotto. Per fortuna non siamo molto distanti da casa di Jungkook e sotto casa sua troviamo parcheggiata la Jeep nera. Sentiamo le sirene dell'ambulanza farsi sempre più lontane. Taehyung mette in moto l'auto e accelera per arrivare il prima possibile in ospedale. Stringe talmente tanto forte il volante che le sue nocche diventano bianche e serra la mascella, nervoso e preoccupato.
Parcheggiamo nel primo posto libero e corriamo verso il pronto soccorso:«Da quant'è che è dentro?» chiede Taehyung con espressione seria.
«Più di mezz'ora. Lo hanno fatto entrare di urgenza» risponde Jimin con le mani in tasca e spostando lo sguardo in maniera repentina su ciascuno dei nostri.
«Siamo qui per Jeon Jungkook» urla alla donna con la divisa blu dietro al bancone. Si prende tutta la calma del mondo per vedere sul computer il nome del nostro amico. Taeri e Hoseok si siedono nella sala di attesa ed ora è il rosso a tranquillizzare la ragazza che continua a ripetere:«Non dovevamo farlo bere così tanto!», con le lacrime agli occhi e passandosi le mani tra i capelli. Vederla così mi fa stringere il cuore. Finalmente la donna sulla quarantina ci degna di una risposta:«È ancora in sala operatoria per fare gli ultimi accertamenti» dice con voce piatta.
«Sala operatoria?» mi allarmo.
«Per favore, andate a sedervi in sala d'attesa. Non appena il dottore avrà finito, vi farò sapere» dice per poi riprendere a smanettare sul computer. Sospiro raggiungendo gli altri insieme a Jimin, mentre Taehyung sbatte un pugno sul bancone facendo sussultare sia l'infermiera che tutti i presenti.
«Ehi, ragazzino!» esclama la donna, ma Taehyung è troppo lontano per sentirla.
«Esco» mormora il moro prendendo un'altra sigaretta dal pacchetto nero e uscendo dalla porta antincendio. Nel frattempo Taeri riesce a calmarsi mentre le stringo la mano. Hoseok le accarezza la schiena e poi si stravacca sulla sedia. Jimin cammina per la sala col cellulare all'orecchio. Forse sta chiamando i genitori di Jungkook per avvisarli di quanto è accaduto, non ne saranno felici.

Sono passati venti minuti da quando siamo arrivati al pronto soccorso e nessuno ci dà notizie di Jungkook. Taehyung non è ancora rientrato, ma nella sala d'attesa ci hanno raggiunto correndo Namjoon, Jin e Yoongi:«Scusate ragazzi, abbiamo fatto il prima possibile» dice il castano unendo le mani, «Allora, come sta?» chiede con l'affanno e preoccupato.
«Questi stronzi non parlano» spunta d'un tratto Taehyung puzzando di fumo.
Nessuno più parla, ma finalmente un uomo col camicie bianco si avvicina a noi:«Siete qui per Jeon Jungkook?» chiede sfogliando quella che sembra essere una cartella clinica. Annuiamo contemporaneamente:«Il ragazzo sta bene», tiriamo tutti un sospiro di sollievo, «Per fortuna il tasso di alcolemia nel suo corpo, anche se alto, non rientrava nei livelli del coma etilico» continua guardandoci negli occhi, «Ha perso i sensi, ma ora sta meglio. Potete andare a vederlo, ma lasciatelo riposare», ci indica la stanza, 122.
Prima di seguire gli altri, però, tiro Taeri per una manica e le parlo in disparte:«Ma i suoi genitori?» le chiedo confusa. Mi guarda triste e distoglie lo sguardo. Tamburella un piede sul pavimento e poi risponde:«Non si trovano qui», poi mi prende per mano e ci avviamo verso la stanza che si trova al primo piano, «Ora andiamo.»
Taeri si fionda nella stanza dove ci sono già Taehyung e Jimin. Gli altri aspettano fuori seduti sulle sedie, chi con gli occhi chiusi, chi si passa una mano sul viso. Sono esausti e come biasimarli, è notte fonda. Osservo Jungkook dalla finestra della stanza: è collegato con dei fili ad un macchinario per tenere sotto controllo il battito cardiaco, fa fatica a tenere gli occhi aperti, ma sorride e questo mi rincuora.
Entro anch'io e, quando la porta cigola, si gira verso di me. Mi mostra i suoi denti da coniglio e con voce roca mi dice:«Ci sei anche tu.»
«Sai fare lo stronzo anche quando stai male!» mi lamento dandogli un buffetto e si mette a ridere.
«Ci hai fatto stare in pensiero, sei proprio un cretino!» urla Taeri incrociando le braccia al petto e mettendo il broncio.
«Dai, non fare così» dice con voce fioca aprendo le braccia. Subito la mora si fionda tra di esse e lo stringe forte:«Non mi fai respirare così, Taeri» e subito si allontana.
«Sei proprio un cazzone!» lo schernisce Taehyung e Jungkook scoppia a ridere come un bambino che è stato scoperto a fare una marachella.
«Ragazzi, io sto bene. Andate a casa a riposarvi» dice il corvino chiudendo gli occhi.

Jimin è rimasto con lui dicendo che dormirà sulla poltroncina. Gli altri se ne vanno a casa dopo averci salutato e rimaniamo solo io, Taeri e Taehyung.
«Ti accompagno a casa, Youjin» dice il moro uscendo dal pronto soccorso ed io e la mia amica lo seguiamo in silenzio fino alla Jeep nera di Jungkook. Taehyung prende un'altra sigaretta dal pacchetto nero che, ormai finito, getta nel cestino. L'accende ed inizia ad aspirare.
Dopo averli salutati, entro in casa. Infilo il pigiama ed entro nel letto, ringraziando il cielo che Jungkook sta bene.

L'indomani mattina tutti a scuola non fanno altro che parlare di Jungkook e di quello che gli è successo e lui stesso ne fa oggetto di vanto per farsi bello davanti alle ragazze, che come delle stupide oche cadono subito ai suoi piedi. Lo considerano un eroe sfuggito alla disgrazia, che idioti! Non sanno lo spavento che ci ha fatto provare vedendolo inerme per terra, senza dare alcun cenno di vita. Fortunatamente, è un ragazzo forte e in salute e si è ripreso in men che non si dica, anzi forse lo è diventato ancora di più. E sembra anche che mi stia dando tregua:«Allora, Youjin, pronta per le prove di stasera?» mi chiede mettendomi un braccio sulla spalla e avvicinandomi a sé.
Non sono ancora abituata a questa nuova versione di Jungkook:«Vedo che il quasi coma ti ha reso più gentile e amorevole», lo guardo con un angolo della bocca alzato, «Mi spaventi!» dico portandomi una mano sul petto e spalancando gli occhi. Il corvino ride e fa sorridere anche me.
Arriviamo in mensa dove ci aspettano anche gli altri e Taehyung mi fissa serio:«Che hai?» gli chiedo sedendomi di fianco a Taeri come al solito, mentre Jungkook si allontana da me mettendosi al suo posto. Il moro continua a fissarmi senza rispondere alla mia domanda per poi posare lo sguardo sul corvino di fianco a lui, il quale si accorge dell'espressione seria dell'amico:«Tae, non dirmi che sei geloso di Youjin» dice con sorriso sornione e prendendo una carota dal suo piatto. Spalanco gli occhi per ciò che ha detto e osservo i lineamenti di Taehyung farsi più duri.
«Certo che no!» esclama rivolgendomi un'occhiataccia severa, «Non sei mai stato così amichevole con lei, quindi mi preoccupavo per te. L'alcol ti avrà rotto qualche ingranaggio nel cervello» dice dandogli una gomitata. Jungkook finge di essersi offeso e con drammaticità recita:«Sono stato ad un passo talmente vicino alla morte che sto iniziando ad apprezzare di più quello che mi circonda e chi mi circonda per diffondere solo amore», chiude gli occhi e serra la bocca, portando una mano sul petto. Taeri ed io ci lanciamo uno sguardo divertito e roteiamo gli occhi per poi scoppiare a ridere insieme a tutti gli altri. Anche Jungkook sorride mostrando gli incisivi da coniglio e Taehyung lo guarda divertito con il suo adorabile sorriso quadrato. Aspetta... ho per caso detto che Taehyung è adorabile?!

Non appena suona la campanella che ci avverte che le lezioni devono riprendere, usciamo dalla mensa e, dopo aver salutato i ragazzi, Taeri ed io ci incamminiamo verso le nostre aule.
«Youjin, devi per caso dirmi qualcosa?» mi chiede e per la strana domanda mi volto verso di lei confusa, «Non hai niente da dirmi?» mi chiede corrugando la fronte e guardandomi negli occhi.
«Cosa intendi dire?» le chiedo fermandomi e assottigliando gli occhi. Taeri si schiarisce la voce e, dopo essersi guardata attorno, accertandosi non ci fosse nessuno, cosa che mi rende ancora più nervosa, mi abbassa il colletto della camicia rivelando i succhiotti di Taehyung della sera prima.
Mi affretto ad alzarlo cercando di nasconderli. Quando li ho visti stamattina allo specchio, non volevo crederci. Ho cercato di nasconderli con del correttore, ma a quanto pare non è servito a niente, e il colletto della camicia dell'uniforme scolastica non è tanto alto da coprirli. Per fortuna nessun altro se n'è accorto, oltre a Taeri. Sospiro e abbasso la testa.
«Chi è il ragazzo misterioso, ah?» mi chiede con tono malizioso.
«Non è nessuno» dico imbarazzata e coprendomi il viso con le mani.
«Dai, dimmelo. Il tuo segreto è al sicuro con me» dice chiudendo la bocca come se fosse una cerniera. La guardo indecisa se confessarlo o meno, ma alla fine mi faccio coraggio e prendo un grosso respiro.
«Taehyung...» mormoro. Okay, forse non ho tutto questo coraggio, penso.
«Chi? Youjin alza la voce, non sento» urla Taeri avvicinandosi a me.
«Taehyung» dico con un tono poco più alto, ma a quanto pare la mia amica è sorda.
«Scusami, non ho capit-...» continua a dire, ma io la interrompo bruscamente un po' infastidita.
«Taehyung! È stato Taehyung!» grido proprio nel momento in cui passano le due pettegole della mia classe che, sentendo il suo nome, si bloccano e mi fissano.
Ci voltiamo entrambe verso di loro:«Che avete da guardare? Filate via!», gesticola Taeri guadagnandosi una loro occhiataccia. Il mio sguardo ritorna verso il pavimento:«Come è successo?»
«Stavo tornando a casa dopo le prove e mi è spuntato alle spalle. Ero in un vicolo buio ed ero spaventata, così ho usato lo spray al peperoncino. Quando mi sono accorta che era lui, l'ho portato a casa mia per aiutarlo, ma poi ha fatto tutto di testa sua e si è fatto una doccia. Ho dovuto prestargli delle robe di mio padre perché non aveva il cambio» dico tutto d'un fiato.
«Ecco spiegato perché indossasse quella tuta ieri, non gliel'avevo mai vista addosso» dice Taeri.
«Per poco mia madre non ci scopriva e sarebbe stato tutto un grande casino. Quando sono tornata in camera, lui stava riposando sul mio letto ed era tremendamente bello. Non sembrava lo stronzo di tutti i giorni, il puttaniere della scuola che si scopa tutte. Sembrava un ragazzo dolce,» dico sognante con il cuore in gola, «ma poi è ritornato il solito Taehyung e mi ha fatto questo», finisco indicando il succhiotto sul collo. Taeri mi osserva con gli occhi spalancati, confusa.
«C'è forse qualcosa tra di voi?» mi chiede posando una mano sulla mia spalla.
«Assolutamente no!» mi affretto a rispondere, «Sarò sicuramente una delle tante», l'atteggiamento di Taehyung nei miei confronti è cambiato dalla festa a casa di Jungkook, «Non so cosa pensare sinceramente, non sono nemmeno riuscita a fermarlo» e il mio cuore continua a battere sempre più forte.
Taeri mi guarda intensamente negli occhi per poi portare l'altra mano sulla mia spalla e sospirare:«Penso che se avesse voluto semplicemente portarti a letto, lo avrebbe già fatto», sento un fuoco nel petto, «Ma non pensarci troppo, non si sa mai cosa pensi veramente Taehyung», mi sorride e le sorrido anch'io. 
Mi cinge le spalle con un abbraccio:«Ora andiamo, sennò chi lo sente il mio professore di Inglese» dico roteando gli occhi.

Anche oggi abbiamo finito le prove, stiamo andando molto spediti e mi diverto molto. Sento che pian piano con l'aiuto di Hoseok sto affinando le mie tecniche. Usciamo dall'edificio e Jungkook sale subito sulla sua Jeep nera dopo aver dato dei colpetti sul cofano. Jimin, Hoseok e Yoongi si siedono nei posti dei passeggeri, mentre Namjoon e Jin vanno via con l'autobus.
«Taeri, ti muovi? Voglio tornare a casa» urla Jungkook dal finestrino della sua auto scocciato.
«Fammi sapere se succede altro» mi sussurra all'orecchio prima di allontanarsi e farmi l'occhiolino quando vede avvicinarsi Taehyung verso di noi. Si salutano con un cenno del capo e sale in macchina di Jungkook, per poi andare via.
«Posso accompagnarti?» mi chiede Taehyung infilando le mani in tasca al giubbotto. Sale un vento improvviso che gli scompiglia tutti i capelli e le sue guance diventano rosse.
«Pensavo fossi salito in macchina con gli altri» dico indicando la vettura appena partita. Alza le sopracciglia, come per avere una risposta, ed annuisco.
Incomincia a fare freddo, d'altronde è pieno autunno, e tremo come una foglia. Similitudine azzeccatissima, cara Youjin, penso. Penso che Taehyung se ne sia accorto perché mi cinge le spalle e mi stringe a lui.
«Youjin, vorrei parlarti di quello che è successo ieri sera» rompe il silenzio. Il mio cuore perde un battito, non pensavo avrebbe mai parlato di quel che è accaduto.
«Io-...» cerco di dire, ma vengo subito interrotta.
«Ti prego, lascia parlare me prima» mi zittisco subito e abbasso lo sguardo, «Non so perché mi sia spinto così con te» e il mio cuore perde di nuovo un battito.
«Lo so, Taehyung. Non devi giustificarti» gli dico guardandolo e rivolgendogli un lieve sorriso, ma abbasso subito lo sguardo quando avverto un bruciore negli occhi.
«Spero di non averti turbata» riprende, «Anche se non sembrava ti desse fastidio» sussurra con un sorrisetto malizioso. Lo guardo e rivedo il solito Taehyung. Stranamente ne sono sollevata e rido dopo avergli dato una gomitata.

Nel frattempo arriviamo sotto casa mia:«Ci vediamo domani» dice con le mani nelle tasche e alzando le spalle.
«Certo» dico serrando le labbra in una linea sottilissima. Il vento continua a soffiare forte, scompigliandoci i capelli. Gli do le spalle per aprire il portone, ma dai vetri vedo che è ancora fermo dietro di me. Mi giro verso di lui confusa, ma rivedo lo stesso Taehyung della festa, dello spogliatoio e di ieri sera. Sbatto la schiena contro il portone per la vicinanza del suo viso al mio. Una mano è appoggiata sulla superficie vitrea e l'altra sul mio fianco mi stringe a lui.
Alzo lo sguardo e i nostri occhi s'incontrano, noto un luccichio nei suoi occhi e dimentico tutto quello che ci siamo detti precedentemente.
Le nostre labbra sono lontane pochi centimetri e piccole nuvole di vapore si formano quando i nostri respiri caldi entrano in contatto con l'aria fredda di Seoul. Quando porta la sua mano dietro la mia nuca, non posso fare a meno di chiudere gli occhi e, quando le sue labbra si posano sulle mie, il mio cuore per poco non esplode.
Il suo corpo combacia con il mio. Porta le mani dietro la mia schiena inarcata per stringermi di più a sé. Le mie mani sul suo petto percorrono il collo per poi raggiungere la folta chioma scura.
Il bacio diventa sempre più passionale, le nostre lingue iniziano a danzare insieme, i respiri sempre più affannati. Mi morde il labbro inferiore e mugugno un po' per il dolore e un po' per il piacere, ma poi Taehyung si allontana ed improvvisamente se ne va via, senza dirmi niente.
Rimango lì impalata appoggiata al portone, con le gote rosse e gli occhi lucidi, incapace di capire cosa sia appena successo. Porto una mano sulla bocca e le mie dita sfiorano il labbro appena morso. Lo vedo allontanarsi frettolosamente e sparire dietro un angolo. Non riesco a capacitarmi di quello che è appena accaduto: un attimo prima mi dice che quella notte non significava niente e ora dal nulla mi bacia, come se le sue parole non avessero avuto nessun significato.
Non mi sto lamentando, anzi è stato molto... eccitante. Le sue labbra erano così morbide, ho sentito il suo cuore battere. Per un attimo ho pensato che... non devo farmi film mentali, mi rimprovero.

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