Capitolo 8
Le sue parole riecheggiano nelle mie orecchie. Mormora con voce sempre più bassa per non farsi sentire dalle persone che ci circondano, ma sono troppo presi dalla loro finta performance.
Alle parole di Taehyung, ogni muscolo del mio corpo è come pietrificato, sento il respiro bloccarsi in gola. Mi giro verso di lui e noto uno strano luccichio nei suo occhi. È indecifrabile, non riesco mai a capire a cosa stia pensando. Non faccio in tempo a rispondergli che Jungkook ferma bruscamente l'auto:«Siamo arrivati!» urla contento per il tragitto musicato. Tiro un sospiro di sollievo e scendo subito dalla Jeep cercando di ignorare quello che Taehyung mi ha appena detto.
Chaeryl ci saluta allegra con il suo solito sorriso stampato sul viso:«Ciao ragazzi. Come state?» chiede agitando in aria la mano sinistra. Hoseok si avvicina a lei e si scambiano un bacio affettuoso. Ed io li guardo ammirata proprio come alla festa, ma il mio campo visivo viene interrotto da Taehyung che cammina in mezzo e mi fa una smorfia maliziosa. Roteo gli occhi e m'incammino verso lo spogliatoio prendendo sotto braccio Taeri, che sorpresa mi guarda sorridendo.
Le prove sono andate benissimo: abbiamo ripassato qualche passo della volta scorsa e visti dei nuovi. Hoseok è molto bravo, mentre Jin è un po' impedito ma molto auto-ironico, cosa che apprezzo molto di lui. Nonostante non si sente all'altezza degli altri, s'impegna sempre e dà il meglio di sé. Per quanto riguarda Namjoon, oltre ad essere il leader del gruppo è anche il più maldestro e goffo: non so come abbia fatto, ma è riuscito a far uscire un asse del parquet e, quindi, ora ci ritroviamo con un pezzo mancante nel pavimento. Fortunatamente è vicino alle panchine e non al centro della sala, quindi non dà alcun problema.
Jimin è molto fluido nei movimenti, si vede che ha fatto danza contemporanea:«Quando ero piccolo, ho frequentato una scuola per sette anni» mi risponde quando, finite le prove, gli dico che è molto delicato.
«Perché hai mollato?» gli chiedo curiosa. Abbassa lo sguardo e si pettina i capelli con le mani per poi legarsi il ciuffo in una codina.
«Ho avuto dei problemi con la caviglia destra, ma ora sono guarito» dice sospirando.
«La verità è che poi Jimin ha conosciuto il mondo femminile e ha voluto dedicarsi a quello nel tempo libero» s'intromette sogghignando Jungkook. Cinge le spalle dell'amico e gli dà un pugno sul braccio, provocando la risata imbarazzata di Jimin.
«Non starlo ad ascoltare, Youjin. Non fidarti mai di quello che ti dice questo bastardo» afferma il biondo prima di prendere a pugni amichevoli il corvino.
Nel frattempo tutti gli altri si erano andati a cambiare e così decido di lasciar soli Jimin e Jungkook per darmi una sistemata anch'io.
Non appena entro nello spogliatoio femminile, Taeri non c'è. Forse avrà avuto da fare, penso facendo spallucce. Mi sfilo la maglia e i leggins, rimanendo in intimo. Frugo tra la mia borsa, prendo una felpa leggera che mi copre fino alla vita, ma non trovo i pantaloni grigi. Guardo davanti a me pensando di averli appesi, mi dirigo in bagno. Magari li ho lasciati lì per sbaglio.
Quando esco dalla porta, però, sbatto contro qualcuno:«Scus-...» mi affretto a dire, ma non appena vedo chi è sbuffo.
«Perché ti scoccia tanto la mia presenza? Non sembrava alla fest-...», lo interrompo immediatamente. So dove vuole andare a parare, ma non glielo permetterò.
«Ero ubriaca e tu ti sei approfittato di me» lo ammonisco accigliata. Il suo sguardo, però, si sposta lungo tutto il mio corpo. Mi dimentico completamente di come sono vestita, o meglio, di come non sono vestita e quando sulla faccia di Taehyung spunta quel suo sorrisino sfacciato, mi accorgo di non avere ancora i pantaloni che, guarda caso, sono proprio nelle mani del moro.
«Cercavi questi?» chiede con fare sornione. Sento il viso andare a fuoco per l'imbarazzo e, al contempo, per la rabbia. Provo a sfilarglieli, ma alza il braccio in modo tale da non riuscirli a prendere.
«Taehyung!» urlo esasperata mentre lui continua a ridere imperterrito e inarcandosi sempre di più. Faccio un piccolo salto per cercare di acchiappare i miei pantaloni, ma Taehyung perde l'equilibrio e cadiamo a terra. Riesco finalmente a prenderli e mi scappa un sì vittorioso, ma non mi accorgo della posizione in cui ci troviamo.
Taehyung è steso a terra ed io sono a cavalcioni su di lui con una mano sul suo petto. In mutande. Mi accorgo della situazione quando il moro sogghigna ed io scatto in piedi e infilo i pantaloni.
«Forse sei tu che ti approfitti di me» dice alzandosi in piedi e avvicinandosi verso di me. Mi solleva il mento con l'indice emi impedisce di muovermi, proprio come questa mattina nelle docce della scuola, facendomi appoggiare la schiena alla parete e schiacciandomi il petto col suo. Rimaniamo così per pochi minuti che sembrano un'eternità finché la porta dello spogliatoio non si spalanca. È Taeri che entra ed esce senza accorgersi di niente.
Taehyung rilascia una risata e si allontana da me infilando le mani nelle tasche della tuta. Mi fissa ed io rimango bloccata sotto il suo sguardo, ma senza dire niente va via lasciandomi sola.
Esco dall'edificio salutando Chaeryl e Hoseok, che rimane con lei per farle compagnia. Namjoon, Jin e Yoongi sono andati via da un po' e fuori ad aspettarmi ci sono gli altri.
«Youjin, ma quanto cazzo ci metti a cambiarti due straccetti?» urla Jungkook dalla sua auto. Mi avvicino e i posti sono lo stessi dell'andata, quindi dovrò sopportare di nuovo Taehyung al mio fianco.
«Pensavo foste andati via per conto vostro» gli rispondo scocciata.
«Ma che dici?! Ormai sarà così e dovranno farsi l'abitudine» afferma Taeri facendo la linguaccia al corvino, il quale rotea gli occhi, per poi sistemarsi meglio sul sedile anteriore.
Non appena arrivo a casa, mi fiondo nel bagno e mi faccio una doccia calda. Vado in camera, mi infilo il pigiama e finisco i compiti per domani. Ceno da sola, come al solito, e mi metto sotto le coperte. Prendo il cellulare e lo schermo è vuoto, nessun messaggio da Mina o Koosung.
Proprio non li capisco. Okay, so di aver sbagliato per essermi dimenticata di dir loro dove si trovava casa di Jungkook, però dovrebbero essere felici che la loro migliore amica è finalmente riuscita a realizzare il suo sogno. Spengo il cellulare e lo appoggio sul comodino. Mi addormento pensando a quello che era successo qualche ora prima, dopo le prove. Non ci posso credere che quel pervertito di Taehyung mi abbia visto in mutande, sono sicura che se ne vanterà con i suoi amici.
♪
Sono passate settimane dalla festa a casa di Jungkook e Mina ancora non mi ha rivolto la parola e Koosung si limita a salutarmi con un cenno della testa, ma ormai ci ho fatto l'abitudine.
Ho provato a parlarle, ma non ha mai risposto alle mie chiamate o ai miei messaggi. E di persona, figuratevi, ogni tentativo era vano. Mi dava una spallata e se ne andava con Koosung che la seguiva.
Per fortuna che c'è Taeri, senza di lei non sarei riuscita a sopportare le continue prese in giro di Jungkook, il quale ogni volta era pronto a farmi girare le palle.
«Jungkook, smettila di tormentarla» urla Taeri con fare scherzoso dandogli un buffetto sul petto. Il corvino preme una mano sul punto colpito e con fare melodrammatico fa finta di provare dolore. Tutti si mettono a ridere, compresa me.
«Youjin, stasera andiamo a quel bel ristorante giapponese dove ti avevo portata la prima volta. Vuoi unirti a noi?» mi chiede Taeri prendendo le mie mani nelle sue e guardandomi con gli occhi da cerbiatto. E come posso dirle di no. Annuisco e gli occhi di Taeri si illuminano:«Perfetto, ci vediamo lì dopo le prove?» e gli altri battono un colpo sul tavolo come segno di affermazione. Vedendo la loro sincronizzazione, mi sento in imbarazzo quando li imito subito dopo battendo un pugno sul tavolo ma in un tempo diverso. Scoppiano a ridere, anche Taehyung che, seduto di fronte a me, mi guarda con il solito ghigno per poi abbassare lo sguardo.
Dopo che usciamo dall'edificio delle prove, dico a Taeri che stavolta sarei tornata a piedi a casa:«Voglio prendere un po' di aria fresca» e lei annuì entrando in macchina di Jungkook.
Ormai è autunno, incomincia a fare freddo e il cielo di Seoul è coperto da nuvole grigie pronte a scaricare acqua da un momento all'altro.
Mi ritrovo a camminare per una via buia, la solita che prendo per arrivare prima a casa. È molto tranquilla e di lì non passa mai nessuno se non qualche ciclista ogni tanto. Avverto, però, una presenza alle mie spalle. Spaventata, alzo il passo cercando di allontanarmi, ma questa inizia ad avvicinarsi sempre più tant'è che vedo la sua ombra avvicinarsi alla mia per via del lampione.
Con un gesto repentino prendo dalla tasca del giubbino lo spray al peperoncino che mia madre mi ha sempre consigliato di tenere appresso perché non si sa mai cosa gira nella testa delle persone, testuali parole. Mi giro verso la persona alle mie spalle e inizio ad erogare il liquido all'interno del piccolo contenitore rosso.
La persona, che risulta essere un ragazzo, inizia a gemere lamentandosi del dolore provocatogli dallo spray:«Youjin, che cazzo fai!» urla dolorante Taehyung accovacciandosi e portandosi le mani sugli occhi irritati.
«Che cazzo ci fai tu qui?! Mi hai fatto prendere uno spavento, sembrava volessi stuprarmi» gli urlo mettendo in tasca lo spray. Il moro continua a schiamazzare per il bruciore ed inizio a preoccuparmi. Lo prendo per un polso e lo accompagno a casa mia per poterlo medicare:«Vieni, ti aiuto io» gli dico con tono premuroso.
Mi sento in colpa per avergli spruzzato quel coso addosso, ma mi ha fatto davvero terrorizzare.
Arriviamo nel mio appartamento dopo qualche minuto, lo accompagno in cucina e lo faccio sedere:«Diventerò cieco per colpa tua!» mugugna come un bambino.
«Smettila di frignare!» gli dico passandogli un panno bagnato. Se lo strofina sugli occhi e, dopo aver lasciato fuoriuscire un sospiro dalla bocca socchiusa, lo appoggia sul tavolo:«Se ti serve il bagno, è in fondo al corridoio a sinistra», si alza scazzato dalla sedia facendola cadere sul pavimento e mi urta volontariamente la spalla per poi dirigersi verso la direzione indicatagli.
«Sono io che dovrei essere infuriata, non lui» mormoro tra me e me raccogliendo la sedia da terra e mettendola al suo posto. Prendo il panno bagnato dal tavolo, lo sciacquo nel lavello e lo rimetto al suo posto. Sento l'acqua scrosciare dal bagno e, nel mentre che aspetto Taehyung che finisca, vado in camera e preparo i vestiti per la serata.
Sono passati circa venti minuti da quando Taehyung è entrato in bagno e ancora non è uscito. Inizio a preoccuparmi, così mi alzo dal letto sul quale mi ero stesa e busso alla porta:«Taehyung, tutto bene?» appoggio un orecchio sulla superficie in legno, ma improvvisamente la porta si apre e sbatto contro il petto bagnato del moro. È lì sull'uscio che mi fissa dall'alto: ha attorno alla vita un semplice asciugamano e con un altro si asciuga i capelli che gli ricadono sul viso coprendogli la fronte. Spalanco gli occhi più che infuriata:«T-ti sei fatto la doccia in casa mia senza il mio permesso? Ma ti hanno mai insegnato le buone maniere i tuoi genitori?» gli urlo contro vedendo il vapore uscire dalla stanza. Lascia cadere l'asciugamano che stava utilizzando per asciugarsi i capelli e mi prende un polso stringendomelo forte:«M-mi stai facendo male, T-Taehyung» sussurro guardando le narici del moro allargarsi e i suoi occhi spegnersi. Osserva la presa sul mio polso e lo lascia andare come se si fosse scottato. Abbassa lo sguardo sui suoi piedi nudi:«Scusami, m-mi dispiace» mormora stringendo i pugni. Alzo una mano per potergli dire di non preoccuparsi, ma l'abbasso subito dopo facendola scendere lungo il mio fianco.
Il silenzio che si era creato viene interrotto dalla porta d'ingresso che si apre e spuntano i miei genitori che parlano tra di loro. Sono arrivati prima, penso agitata, e Taehyung è praticamente nudo nel bagno di casa mia. Un senso di ansia prende possesso del mio corpo e faccio la prima cosa che mi passa per la mente. Spingo Taehyung nel bagno e vi entro anch'io chiudendo la porta dietro le mie spalle. Mi ci appoggio lasciando andare un sospiro di sollievo, devo trovare un modo per farlo uscire senza che i miei lo vedano.
Non faccio in tempo a girarmi che Taehyung si avvicina pericolosamente a me:«Youjin, ti piace proprio stuzzicarmi», il suo viso è così vicino al mio che riesco a sentire il suo respiro. Delle goccioline di acqua che scendono dalle ciocche dei suoi capelli mi bagnano le guance. Mi schiaccia sulla porta col suo petto e mi cinge la vita con le braccia muscolose. Porto le mani sul suo torace e mi stringe ancora di più che quasi non mi fa respirare. Si avvicina al mio lobo che sfiora, ma la voce di mia madre interrompe quel momento:«Youjin, sei in bagno? Sto entrando per prendere una cosa.»
I miei occhi si spalancano terrorizzati, spingo Taehyung lontano da me come se mi avesse scottata. Lo prendo per un polso, lo faccio entrare in doccia ed io insieme a lui:«Sono in doccia!» urlo e mia madre entra senza nemmeno bussare. Apro l'acqua che esce dal sifone e mi maledico per la situazione in cui mi trovo.
«Allora, tesoro, come va a scuola? Ti piace il club di Matematica Avanzata?», Taehyung mi guarda confuso con un sopracciglio alzato e stava per aprire bocca se non gliel'avessi chiusa mettendogli una mano davanti.
«Sì, mamma. È molto interessante» le rispondo sperando se ne vada al più presto.
«Va bene, io e tuo padre usciamo per una cena di lavoro. A dopo» dice fredda chiudendo la porta del bagno. Tiro un sospiro di sollievo e chiudo l'acqua che ancora stava scorrendo.
«Matematica Avanzata? Allora, non sei la santarellina che vuoi far credere di essere» dice Taehyung incrociando le braccia al petto e facendo quel solito ghigno che glielo strapperei dal viso per il fastidio che mi provoca.
«Non voglio far credere niente a nessuno!» dico con troppa enfasi che il mio viso diventa bordeaux per l'imbarazzo, soprattutto accorgendomi del corpo del moro davanti a me bagnato e dei miei vestiti zuppi. Esco immediatamente dalla doccia e dopo essermi schiarita la voce, gli dico:«Vai a cambiarti in camera mia, torno subito.»
«Ma non ho niente con me» dice più che ovvio. E allora perché ti sei fatto la doccia a casa mia?! Mi passo un mano sul viso esasperata, appoggio le mani sui fianchi e incomincio a pensare aduna soluzione.
Vado in camera dei miei, apro un cassetto del comodino di mio padre e prendo un paio di boxer e di calzini e glieli lancio. Taehyung li prende al volo e va in camera per cambiarsi dopo essersi asciugato. Intanto, apro un'anta dell'armadio e trovo una vecchia tuta grigia di quando mio padre era più giovane. Mi allungo per prenderla, ma non ci arrivo. Faccio un piccolo salto, ma niente. Maledetta bassezza, impreco dentro di me. Tutto d'un tratto mi sento sollevare, Taehyung mi ha preso per le gambe e mi ha fatto appoggiare sulla sua spalla. Lo guardo con un piccolo sorriso, ma rovina tutto:«Muoviti che pesi!» dice con una finta voce affaticata. Mi allungo per prendere la felpa e mi fa scendere. Gli do un pugno sul braccio:«Ahia!» mugugna massaggiandosi il punto colpito.
«Te lo meriti, non si dicono certe cose ad una ragazza» lo ammonisco. Gli porgo la tuta e le sue mani affusolate prendono le mie. Il mio cuore perde un battito e lo guardo negli occhi, solo ora mi accorgo che è in mutande ed io bagnata fradicia. Scappo in bagno senza dire niente e mi ci chiudo dentro. Quando mi lascio scivolare sulla porta, sento il mio cuore accelerare sempre più. Che mi sta succedendo?, penso portando una mano sul petto.
Dopo una decina di minuti esco dal bagno ed entro in camera dimenticandomi ci fosse Taehyung. E quando lo vedo steso sul mio letto addormentato con il cuscino tra le braccia, cerco di soffocare una risata. Prendo un paio di jeans neri a vita alta e un maglioncino bianco. Mi siedo sul letto e infilo degli scarponcini neri. Mi volto verso Taehyung, sembra così innocente. Scosto i capelli dalla fronte per osservare meglio i suoi lineamenti.
Sembra un bambino, ha la bocca socchiusa. Gli accarezzo una guancia, non sembra così dolce quando è sveglio. Forse non lo è nemmeno quando dorme, penso quando improvvisamente mi prende un polso e mi fa stendere sul letto, sotto di lui. Sogghigna:«Che stavi facendo, ah?» dice alzando gli angoli della bocca in un sorriso malizioso.
«I-io...ehm...» cerco di dare una spiegazione, ma sono troppo imbarazzata e riesco solo a balbettare. Sento la sua mano accarezzare la mia pelle lungo il mio fianco fino ad arrivare sul mio fondoschiena, le sue labbra sono di nuovo attratte dal mio collo, come fossero delle calamite, e inizia a succhiare voracemente inumidendo la zona con la lingua. Sono paralizzata sotto la sua presa, non riesco a muovermi e non voglio. Il mio cuore inizia a battere sempre di più, sento che potrebbe uscire dalla mia cassa toracica da un momento all'altro. Un ansimo di piacere esce dalla mia bocca non appena si stacca dal mio collo. Taehyung mi guarda negli occhi come se fosse ancora assetato, come se quel succhiotto non gli fosse bastato. Giro così la testa dall'altro lato per dargli il via libera. Sorride e inizia a succhiare un altro pezzo di pelle, vicino alle clavicole. Lascia il mio polso, mette una mano dietro la nuca e l'altra continua a muoversi lungo la mia schiena.
Perché non riesco a respingerlo?, penso quando infilo le mani nei suoi capelli morbidi appena umidi. Improvvisamente il suo cellulare squilla facendo sussultare entrambi, ma prima di staccarsi lascia un piccolo bacio sul succhiotto appena creato. Si alza da sopra di me e si avvia verso il suo zaino che ha lasciato in cucina per rispondere alla chiamata.
Ne approfitto per guardarmi allo specchio del mio armadio e spalanco gli occhi vedendo due grandi macchie violacee coprirmi i lati del collo. Metterò un dolcevita, penso frugando nei cassetti. Ne trovo uno bianco e lo indosso.
«Sono tutti lì» dice Taehyung entrando in camera e sento il cuore in gola vedendolo appoggiato allo stipite della porta messaggiando. Infilo il mio cappotto color cammello preferito e prendo uno zainetto. Nel frattempo il moro indossa il chiodo nero per poi avviarsi alla porta d'ingresso. Prendo le chiavi e lo seguo. Usciamo di casa e ci incamminiamo verso il ristorante.
Non abbiamo parlato di quello che è successo. Era calato un silenzio imbarazzante, almeno per me. Lui camminava con le mani in tasca guardando un punto fisso indefinito davanti a lui, distante da me, con espressione indecifrabile. Dall'altro lato c'ero io che guardavo per terra, con le orecchie che andavano a fuoco, con il cuore che non la smetteva di calmarsi, e che cercavo di normalizzare il respiro. È calata la sera e con essa anche il freddo. Tremo un po' per via dell'abbigliamento leggero e penso che Taehyung se ne sia accorto perché mi cinge le spalle con il suo braccio cercando di creare del calore. Ma lui non sa che solo il suo tocco sul mio corpo ha provocato un incendio dentro di me e all'improvviso le mie guance diventano rosse.
Per fortuna ci mettiamo poco ad arrivare e, prima di entrare, ci stacchiamo come se ci fossimo scottati. Apre la porta del ristorante pensando fosse un gesto di galanteria. Povera sciocca, mormora la mia coscienza ed io non posso fare altro che darle ragione. Taehyung si fionda dentro e non mi aspetta nemmeno, anzi apre le braccia ed esclama contento alla vista dei suoi amici, tutti presenti. Mancavamo solo noi. Scocciata per il gesto del moro che non mi ha nemmeno tenuto la porta, come almeno una persona normale farebbe, entro nel locale e mi avvio verso il tavolo.
Questo ristorante sembra essere sempre pieno e tutti chiacchierano animatamente.
Taeri mi sorride a trentadue denti, si alza dal suo posto e mi abbraccia forte:«Finalmente siete arrivati!» esclama contenta con un luccichio negli occhi.
«Come mai siete arrivati nello stesso momento?» chiede Jungkook malizioso. Taehyung gli dà una spallata e si danno un cinque. Roteo gli occhi e mi siedo di fianco a Taeri.
«Avete già ordinato?» chiedo vedendo che hanno tutti il menù tra le mani.
«Ancora no, vi stavamo aspettando» dice Hoseok sorridendo, seduto di fianco a me.
«E Chaeryl? Come mai non è venuta?» gli chiedo.
«Ha detto che aveva da fare» mi risponde il rosso facendo spallucce.
«Sta scopando con qualcun altro» fa finta di tossire Jungkook ma scandendo chiaramente le parole in modo tale da farsi sentire dal ragazzo.
«Chaeryl non sta scopando nessun altro» urla Hoseok accigliato e sbattendo un pugno sul tavolo.
«Beh, se lo dici tu», alza le mani in alto il corvino per poi aggiungere:«Perché non provi a chiamarla? Se ti risponde, allora si sta facendo uno», lo guarda con aria di sfida.
«Non dovrebbe non rispondere se sta a letto con un altro ragazzo?» chiede Namjoon confuso.
«Chaeryl ha detto a Hobi che aveva delle cose da fare e se fosse davvero così, non gli risponderebbe. Al contrario significa che gli ha mentito» spiega muovendo la testa dal castano al rosso, «E quindi si sta scopando qualcun altro», Hoseok continua a guadarlo furioso per quello che Jungkook sta dicendo sulla sua ragazza. Così, esasperato e preoccupato dalle parole del corvino, prende il cellulare e digita il numero della bionda. Passano pochi secondi che Chaeryl gli risponde:«Amore, dimmi» si sente per il volume alto.
«Amore» dice con voce tremante Hoseok guardando le nostre facce interessate alla conversazione, «Niente, volevo solo sentire la tua voce» parlottano un po' tra di loro e poi riattacca.
«Ash!» sospira Jungkook stiracchiandosi.
«Che c'è?» gli chiede confuso e nervoso Hoseok non volendo darla vinta all'amico, soprattutto per il fatto che si tratta di Jungkook.
«Ha risposto subito. Brutto segno!» esclama unendo le mani e poggiandole sul tavolo, «Mi dispiace amico, ma ti sta tradendo.»
«Non è vero, Hoseok. Non penso Chaeryl sia una ragazza che farebbe certe cose. Magari ha risposto perché ha visto che a chiamarla eri tu e, se avessi un ragazzo, risponderei immediatamente per sentire la sua voce» cerco di confortarlo mostrando il mio lato da inguaribile romantica che subito viene giudicato da Jungkook, il quale finge un conato di vomito portandosi due dita in gola.
Roteo gli occhi, è un caso perso. Hoseok mi guarda sollevato preferendo la mia versione piuttosto che quella dell'amico.
Il proprietario del ristorante si avvicina al nostro tavolo. È un uomo piuttosto basso e robusto, pelato e lucido come una palla da bowling, ha delle guance talmente paffute che, quando sorride, i suoi occhi diventano piccolissimi che sembra li abbia chiusi:«Allora, come stanno i miei ragazzi preferiti?» dice tutto sorridente. Prendiamo le nostre ordinazioni ed iniziano ad arrivare sakè e soju, seguiti dalle pietanze. È tutto così squisito in questo posto. Vorrei avere la ricetta del loro ramen per poterlo fare a casa.
Usciamo dal locale, chi un po' brillo, chi del tutto ubriaco, e camminiamo verso una direzione ignota. Jimin e Jungkook barcollano con una bottiglia in mano di soju ciascuno ed iniziano a cantare e, nonostante lo stato in cui si trovano, riescono ad azzeccare tutte le note. Namjoon, Jin e Yoongi se ne vanno subito, mentre il povero Hoseok, che ha soffocato i suoi dubbi su Chaeryl nell'alcol, parla con Taeri la quale cerca in ogni modo di calmarlo, ma il rosso inizia a piangere e la ragazza, forse anche lei brilla, lo accompagna con le lacrime che sgorgano dicendogli parole di conforto e abbracciandolo.
Indietro rimaniamo io e Taehyung:«Perché non ti sei messa qualcosa di più pesante?» mi chiede scocciato vedendomi tremare.
«Beh, non pensavo facesse così freddo!» affermo guardando il suo profilo. Ha la testa alta e guarda la scena dei piagnistei dei due davanti a noi, sembra così sicuro di sé.
«Siamo quasi alla fine di Ottobre, come puoi non pensare che faccia freddo?» ribatte rivolgendomi il suo sguardo. Ha un sopracciglio alzato e le mani nelle tasche del pantalone della tuta.
«Parla quello con una leggerissima giacca di pelle» sbuffo imitando la sua voce e agitando le mani freneticamente. Taehyung ride e piccole nuvolette di vapore caldo escono dalla sua bocca a contatto con l'aria fredda di Seoul. Mi prende per le spalle e con una mano mi scompiglia i capelli, ma poi non si allontana. Rimane in quella posizione, abbracciato a me. E sorrido abbassando lo sguardo.
Perché sento questo turbinio di emozioni quando Taehyung si avvicina a me? Non è che... impossibile, penso agitando la testa per scacciare quei pensieri.
Camminando, ci ritroviamo in un cortile residenziale. Ci sono i giochi per i bambini che di solito si trovano nei parchi, un gazebo in legno e delle panchine.
Jimin e Jungkook, ovviamente, si fiondano sulla giostra girevole dove ci entrano a malapena. Non so quanto possano durare dopo aver bevuto bottiglie di sakè e soju. Hoseok, Taeri, Taehyung ed io ci sediamo, invece, sotto il gazebo.
«Stai tranquillo, Hobi. Vedrai che Jungkook ha detto solo delle grandissime stronzate!» sbiascica la mora e il rosso annuisce con gli occhi rossi per il pianto di prima. Ad un certo punto vediamo un Jimin selvatico volare dalla giostra e vomitare l'anima non appena si rialza. Mi metto una mano davanti gli occhi e tappo le orecchie per non sentire quel rumore terribile. Poi, quando ha finito, si pulisce con una manica e ci sorride mentre noi lo guardiamo disgustati:«Sto bene!» urla come un ebete e tutti scoppiano a ridere.
Ad un certo punto, vedo Taehyung sfilare dalla tasca della giacca un pacchetto di sigarette, Marlboro Black. Prende l'accendino viola e l'accende. Aspira profondamente, trattenendo per un po' il fumo in gola, e poi lo lascia fuoriuscire.
«Sai che il fumo fa male?» gli chiedo guardando le sue labbra cingere la carta arancione.
«Prima o poi tutti moriremo, giusto? Voglio godermi i piaceri della vita prima di arrivare alla fine» risponde aspirando altro fumo. Non avrei immaginato una risposta simile, mi ha lasciata stupita per il tono serio con cui ha pronunciato quelle parole. Pensavo mi avrebbe risposto con un fatti i cazzi tuoi, e invece. Non riesco a rispondere e lo guardo attentamente. D'un tratto si gira verso di me e i nostri occhi si incrociano, ma stavolta non cambio direzione, continuo a fissarlo:«Dai, stavo scherzando!» dice dandomi una gomitata ridendo.
Mi scappa una risata e ritorna a fumare. Dopo qualche tiro e ripensando alle sue parole, gli dico:«Posso provare?», mi guarda confuso con un sopracciglio alzato.
«Vuoi provare a fumare?» mi chiede per essere sicuro di quello che ha sentito.
«Sì, magari mi sto privando di un piacere della vita» gli rispondo a tono girando il corpo verso il suo ed incrociando le braccia sotto al petto. Continua a guardarmi titubante, ma alla fine cede e mi passa la sigaretta che stava fumando lui.
«Sai come si fa?» mi chiede appoggiando i gomiti sulle gambe.
«Certo che lo so!» esclamo ovvia. Anche se in realtà non ne sono certa. Provo a fare quello che mi dice l'istinto: mantengo la sigaretta stretta tra l'indice e il pollice, la porto alla bocca, aspiro profondamente e... tossisco. Taehyung scoppia a ridere portando una mano sullo stomaco.
«Certo che lo so!» mi imita riprendendosi la sigaretta che gli restituisco felicemente e continuando a ridere. Non appena riesco a prendere fiato, gli tiro un pugno sul braccio che subito massaggia facendo finta di essersi fatto male. Fa gli ultimi tiri e la spegne sul cemento del cortile per poi buttarla nel primo cestino presente nel suo raggio visivo.
Rimaniamo in silenzio per un po' e, dopo che anche Hoseok e Taeri si uniscono ai due bambini sulla giostra, Taehyung mi chiede:«Perché Matematica Avanzata?», facendo riferimento a quello che mia madre ha detto qualche ora prima mentre cercavo di nascondere il ragazzo in doccia.
«I miei non accettano questa passione per la danza, pensano sia uno spreco di tempo» rispondo guardando la punta dei miei piedi, «Credono che i soldi siano l'essenziale, il resto è futile. E non capisco come abbiano creato una famiglia avendo questi ideali di fondo.»
Taehyung rimane in silenzio, forse ho detto qualcosa di male, ma poi continua:«E, quindi, questa materia sicuramente ti aiuterebbe ad entrare in una prestigiosa università, giusto?» annuisco assottigliando le labbra in una linea retta, «E tu, invece, cosa vuoi fare della tua vita?»
Lo guardo, perché a tratti s'interessa a me? Prende un sassolino da terra e lo lancia, i capelli gli ricadono davanti e alcune ciocche più lunghe gli coprono gli occhi.
«Ho un sogno, ma non credo si realizzerà mai. O almeno, non con i miei genitori così indisponenti» dico alzando le spalle. «Tu, invece?» gli chiedo poggiando le mani dietro la schiena, sulle assi di legno del gazebo, e allungando le gambe.
«Non mi piace parlare di me» dice mettendosi nella mia stessa posizione.
«È facendo il misterioso che attiri tutte le ragazze?» gli chiedo scherzando e porgendogli un sorriso.
«Vuoi dire che ti attraggo?» risponde con voce più bassa, quasi roca. Divento subito rossa per l'imbarazzo. Ovviamente non era quello che volevo far insinuare... giusto? Distolgo lo sguardo da lui e si posa su Jungkook che continua girare su quella giostra dei bambini mentre tutti gli altri la spingono. Ad un certo punto alza le braccia al cielo per farli fermare. Non ha una bellissima cera, anzi penso non ce l'abbia proprio.
Si alza barcollando e tutti si allontanano pronti per quello che accadrà. Jungkook si blocca e non so con che lucidità corre verso un cespuglio per rigettare tutto quanto anche la sua anima.
Con passo pesante si avvicina verso me e Taehyung e con una mano ci intima di fare spazio tra di noi. Mi allontano stringendo le ginocchia al petto e il corvino si stende sulle assi umide sotto di lui. Gli altri si avvicinano a noi massaggiandosi le tempie e iniziamo ad allarmarci quando Taeri esclama:«Dai, torniamo a casa!», perché tutti ci alziamo tranne Jungkook che rimane steso, immobile, «Moccioso, non è divertente. Andiamo, siamo tutti stanchi!» quasi urla la mia amica, ma il corvino non fa alcun cenno ad alzarsi. Mi avvicino per scuoterlo:«Jungkook!», ma niente. Taehyung ed Hoseok si avvicinano preoccupati, ma l'amico ancora non si sveglia. Continuano a fare il suo nome, ma Jungkook rimane in quella stessa posizione. Merda, esclamo mentalmente.
Taeri è in preda al panico e le lacrime iniziano a rigarle il viso:«Jungkook!» continua a gridargli scuotendolo per la giacca, «Jungkook!», ha la voce rotta e fioca.
«Youjin, chiama un'ambulanza!» afferma con voce tremante Taehyung che alza l'amico con l'aiuto di Hoseok. Prendo il cellulare e digito il numero del pronto soccorso. Mi rispondono immediatamente:«Ci serve urgentemente un'ambulanza, il nostro amico non si sveglia più.»
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