Capitolo 4
Meno cinque giorni all'audizione
«Perché non mi hai detto niente?» mi chiede infuriata Mina non appena mi siedo al mio posto.
«Dirti cosa? Di che stai parlando?» le chiedo senza prestarle molta attenzione ed uscendo i libri dallo zaino. Mina si avvicina con il banco di qualche centimetro al mio, si guarda a destra e a sinistra, come se non si volesse far sentire dalle pettegole della quarta fila dietro di noi, e mi sussurra guardandomi fissa negli occhi:«So di Jungkook. Cavolo, perché non mi trovo mai quando ti succedono queste cose?!» dice frustrata sbattendo le mani sul banco, facendo così cadere una penna a terra e richiamando l'attenzione delle due pettegole. Noto con la coda dell'occhio che cercano di captare quello che diciamo mettendosi i capelli dietro l'orecchio e allungando il collo nella nostra direzione. Al tempo stesso anche la professoressa se n'è accorta e intima la mia amica di fare silenzio.
Non appena volta le spalle alla classe per scrivere alla lavagna, mi sporgo verso Mina e le dico:«Non era importante. È solo un pallone gonfiato che pensa di poter minacciare la gente come gli pare e piace», ritorno sul mio banco e cerco di seguire la lezione, ma Mina impedisce tutto ciò. Mi prende il braccio e mi riavvicina a lei:«Dai, dimmi cosa è successo. Sai che quando si tratta dei BTS divento curiosa» dice con gli occhi che luccicano.
A vederla così mi viene da ridere, ma cerco di soffocare l'istinto mettendo la mano davanti alla bocca:«E poi diciamo a loro che sono pettegole!» dico con un tono più alto in modo da farmi sentirle dalle dirette interessate, le quali mi fissano accigliate ritornando a sedersi composte.
Le lezioni continuano e in ogni pausa Mina mi chiede spiegazioni su quanto è accaduto in mensa con Jungkook fino all'esaurimento, così cedo. Era proprio questo il suo obiettivo, tormentarmi per farmi sputare il rospo, e ci è riuscita:«Mi ha detto che se voglio entrare davvero nel club di Musica, non devo provocarlo e stare ai suoi comodi. Ti va bene ora?»
«No, sono sicura che mi hai tralasciato tutti i dettagli più piccanti. Tutti lo sanno a scuola, tranne io, la tua migliore amica!» piagnucola tirandomi una manica della giacca. Alla fine le racconto tutti i particolari, sperando non mi faccia altre domande su questa storia. Quando finisco di parlare, Mina ha gli occhi a cuoricino, non capisce più niente quando parli di uno di loro, soprattutto dal momento che fino ad ora non ho mai avuto a che fare con loro. Purtroppo non ho scelto volontariamente di trovarmeli tra i piedi, ma un obbligo. Se non fossero stati loro i rappresentanti del club, sarebbe stato molto meglio. Nonostante questo mio odio nei loro confronti, devo ammettere che sono dei gran ballerini, su questo non c'è alcun dubbio. Peccato per il loro carattere di merda, o almeno, due dei membri sono stronzi e bipolari, non conosco ancora bene gli altri cinque.
♪
Il giorno prima dell'audizione
Domani è il grande giorno, il momento che tanto aspettavo è ormai giunto. La mia vita potrebbe cambiare oppure rimanere tale e quale a prima e mi iscriverei al club di Matematica Avanzata, che i miei genitori pensano io stia già frequentando. Sono molto nervosa. Dovrò esibirmi davanti a quei sette arroganti, egocentrici spacconi. Non ci posso credere che sto per farlo. E se andasse male? Se non ricordassi più alcun passo? Una settimana di preparazione è davvero poca. Forse non sono pronta abbastanza. Ciò che importa di più è la passione e l'amore che ci metti, mi ritornano in mente le parole della signorina Yoon. Mi conforta sapere che c'è qualcuno che crede in me.
«Youjin, sei pronta per oggi pomeriggio?», le parole di Taeri mi risvegliano dai miei pensieri e mi riporta alla realtà, «Faremo la prova generale e deve essere perfetta. Appena usciamo da questa scuola, ci fondiamo nel locale a provare» dice tornando in classe per poi aggiungere da lontano:«E ceniamo fuori, me lo hai promesso!», mi sorride agitando una mano in aria e scompare dietro l'angolo del corridoio.
Ritorno in classe. Abbiamo ancora cinque minuti di pausa. Koosung è seduto al suo posto e Mina è seduta sul suo banco e ciondola i piedi essendo bassina. Ridono e scherzano, così mi aggiungo anch'io.
«Per cosa ridete?» chiedo ai miei amici. Mina non riesce più a trattenersi e scoppia in una fragorosa risata che le fa uscire qualche grugnito di tanto in tanto.
«Le stavo ricordando di quando quest'estate siamo andati al luna park, Mina si era ubriacata marcia con il soju* che quasi non si reggeva in piedi. Allora ha avuto la brillante idea di fare dei tiri al bersaglio, ma a malapena riusciva ad alzare la pistola a pallini dal bancone», Mina continua a ridere passando una mano sulla pancia e l'altra sulle guance doloranti. Ha le lacrime agli occhi. Rido insieme a loro, ma questo ricordo non mi appartiene e non riesco a ridere di vero cuore. Mi dispiace non aver passato le vacanze estive insieme a loro, mi sembra di essere rimasta un passo indietro, come se mi fossi persa delle cose importanti. Mi fermo a guardarli: sorridono, sono felici. Ed io sono felice di averli come amici. In questo momento di velata tristezza, salto al collo di Koosung e lo stringo forte. Poi abbraccio Mina e le do un bacio sulla guancia. Con il braccio ancora intorno al suo collo, dico:«Ragazzi, vi voglio bene.»
Mina, come risposta, mi stringe forte e riprendiamo le lezioni.
«Youjin, hai da fare stasera? Ho casa libera e stavo pensando che potremmo cenare insieme!» propone Koosung mentre usciamo da scuola.
«Stasera non posso. Domani è il giorno dell'audizione, io e Taeri ci vediamo per fare le ultime prove e le avevo promesso che avremmo mangiato insieme» gli rispondo con lo sguardo triste.
«Io ci sarò! I miei saranno a casa, quindi non devo badare il mio fratellino» risponde Mina guardandolo sorridente e alzandosi sulle punte dei piedi.
«Non fate le cose sporche, mi raccomando!» urlo salutandoli e raggiungendo Taeri al cancello.
«Ma che dici, Youjin?!» urla in tutta risposta Mina aggiustandosi la giacca della divisa scolastica e guardando Koosung che nel mentre ha abbassato lo sguardo e si è stretto nelle spalle con le mani nelle tasche dei pantaloni. Sono davvero strani ultimamente, non li avevo mai visti così... imbarazzati. Nel senso che anche prima scherzavamo in questo modo, con queste battutine. Ma è dalle vacanze estive... sarà sicuramente solo una mia impressione. Semplicemente ti fai troppi pensieri infondati, ribatte la mia coscienza.
Finalmente raggiungo Taeri:«Oh, non ci posso credere. È arrivato il giorno della selezione!» dice elettrizzata, «Non sei emozionata?»
«Nervosa, più che altro», è una bella giornata, il tramonto tinge di colori pastello il cielo e gli uccellini volano alti nel cielo.
«Secondo me, ti prenderanno» sbotta d'un tratto camminando sul ciglio del marciapiede. Mette i piedi uno davanti all'altro come se stesse su una trave e con le braccia aperte mantiene l'equilibrio.
«Perché lo pensi?» le chiedo guardando l'asfalto sotto i miei piedi e calciando un sassolino.
«Ho questa sensazione», si gira verso di me e mi guarda negli occhi, sorridendomi, «E di solito il mio sesto senso non sbaglia mai.»
«Se così fosse, non saresti triste che qualcun'altra prendesse il tuo posto?»
«Se quel qualcun altro sei tu, allora no», la sua risposta mi lascia di stucco, «Ho visto quanto ti sei impegnata e ho capito quanto ci tieni ad entrare in questo club, anche se è solo un club scolastico. Quindi, so che il posto che avrei voluto fosse mio sarà nelle mani giuste.»
Non so davvero cosa rispondere. Non me lo sarei mai aspettato da una persona che ho conosciuto da una sola settimana. Eppure sembra di conoscerci da sempre. Un pezzo mancante che si è ricongiunto al puzzle della mia vita.
Dopo le prove, siamo stanche morte ed è giunta l'ora di cenare. Ci incamminiamo verso quel famoso ristorante giapponese di cui mi aveva parlato Taeri tempo fa e ha ragione, fanno del ramen buonissimo:«Mmh, era davvero squisito!» le dico bevendo il brodo rimasto nella ciotola.
«Te l'ho detto. Possiamo venirci altre volte, se vuoi» propone mangiando l'uovo sodo.
«Assolutamente, devo farlo assaggiare anche a Mina e Koosung. Impazziranno!» le dico tutta contenta. Poso la ciotola sul tavolo, prendo il tovagliolo per pulirmi le labbra. Qui dentro fa davvero caldo e sicuramente lo sforzo per le prove e mangiare il ramen bollente a fine estate non fa abbassare le temperature. Infatti, noto che anche Taeri ha la fronte imperlata di sudore e si sventola un fazzoletto sul viso. In quel momento la porta del ristorante si apre e il proprietario accoglie i nuovi clienti con grande entusiasmo. Mi giro verso il frastuono per capire chi fosse di così tanto importante da avere un'accoglienza simile.
«Taehyung, come sei cresciuto bene. Cosa ti porta da queste parti, figliuolo?» dice il proprietario abbracciandolo.
Ancora lui? Ma che fa, mi segue? Perché me lo devo ritrovare sempre in mezzo alle palle, non posso starmene tranquilla per un po'? E ovviamente non è da solo. Un lupo non si muove mai senza il suo branco. Ci sono tutti, tutti e sette i membri dei Bangtan.
«Ci trovavamo da queste parti e non ho potuto fare a meno di essere rapito dal profumo che esce da qui», devo dire che il leccaculo non lo fa solo a scuola, sarà il suo hobby, «Dovevo far provare per forza ai miei amici del vero sushi giapponese.»
Per fortuna non mi hanno vista, mi guardo attorno e stasera il locale è pieno se non fosse per l'unico tavolo vuoto proprio di fianco al nostro. Sbuffo appoggiando i gomiti sul tavolo e coprendomi con le mani il viso. Spero non si avvicinino nemmeno...
«Taeri, come mai da queste parti?» dice allegramente una voce maschile. Mette le mani agli angoli del tavolo e continua:«Con chi sei venuta a cenare?»
Mi rimetto composta mostrandomi alla voce familiare e a parlare è stato Jungkook, il quale si gira verso di me. Non appena mi riconosce, si inumidisce le labbra con la lingua che spunta di poco e si infila le mani nelle tasche del pantalone scuro. Riesco a vedere le vene che gli percorrono il braccio sinistro:«Oh, sei tu. Com'è che ti chiami, scusa? Youmin, Yoonjin, ...» mi prende in giro.
«Youjin. Mi chiamo Youjin» gli rispondo secca.
«Jungkook, smettila di fare il moccioso e vallo a fare dagli amici tuoi» lo scaccia Taeri e, come un cagnolino, obbedisce e ritorna dai suoi amici. Intanto, in quel tavolo, nel posto proprio di fronte al mio, è seduto Taehyung che mi guarda fissa con lo stesso sguardo di sempre. Ha un braccio sullo schienale della sedia e l'altro appoggiato sul tavolo che gioca con le bacchette di acciaio.
Il suo sguardo mi mette i brividi, non capisco a cosa stia pensando. O se col cervello che si ritrova, pensa realmente. Mantiene gli occhi fissi nei miei finché non arriva un cameriere che chiede cosa vogliono ordinare.
«Youjin!» dice Taeri sventolandomi una mano davanti alla faccia, «Youjin, ci sei?»
«Sì, scusami. Stavo, ehm, guardando, ehm...», noto un quadro giapponese ritraente un dragone rosso appeso vicino la cucina, «Quel quadro! Ha dei colori fantastici» le dico indicandoglielo con il dito. Taeri si volta per guardarlo e fa un sorriso:«Sì, è davvero bello. In questo ristorante qualsiasi cosa proviene dal Giappone, dal cibo all'arredamento» mi dice affascinata, «Quand'ero più piccola, mia madre ci portava spesso in Giappone e poi-...» s'interrompe. Ha lo sguardo fisso sul fondo della sua ciotola e si rabbuia.
«Taeri, tutto ben-...» cerco di chiederle prima che si alzasse in piedi all'improvviso.
«Sì, non è niente. Vado a pagare, aspettami qui» dice sorridendomi e incamminandosi verso la cassa. Tento di darle i soldi del mio ramen, ma niente da fare. «Offro io», ha sempre un sorriso smagliante anche dopo quell'attimo triste. Chissà a cosa aveva pensato.
Rimango lì seduta ad aspettarla come mi ha detto, ma non posso fare a meno di essere attratta dallo sguardo magnetico di Taehyung. Li vedo scherzare, fanno un grande casino. Continuano a versarsi del sakè** nei bicchierini di vetro rossi, per tutto il tempo che sono stati qui non hanno fatto altro che bere e di cibo ne ho visto ben poco. Sono tutti un po' brilli, hanno le gote rosse e gli occhi lucidi. Chi più, chi meno. Sembra stiano rimembrando vecchi ricordi, non presto molta attenzione. Il cameriere porta loro un padella di frutti mare e incominciano ad ingozzarsi come belve, tant'è che Namjoon ne offre una a Yoongi che, però, si accorge esserne solo il guscio. Così la sputa e scoppia a ridere. Ad un certo punto, Taehyung prende una bottiglietta di soju e fa una strana mossa. E rimango incredula perché... come ha fatto a farla se è ubriaco marcio?! Fatto sta che l'ha aperta in quel modo, se ne versa un po' nel bicchierino vuoto, ma, quando va per berlo, il liquido gli cade tutto addosso. Ed io non riesco a trattenermi dal ridere, sperando che i miei schiamazzi vengano oscurati da quelli dei suoi amici. Ma non fu così. Anzi, si girano tutti verso la mia parte, smetto di ridere portando il dorso della mano davanti alla bocca e rimango con lo sguardo basso per l'imbarazzo. Jungkook si gira sulla sedia, dando le spalle agli altri e guardandomi negli occhi:«Cos'hai da ridere, eh?»
«È stato divertente» gli rispondo incrociando le braccia.
«Non puoi ridere del mio amico» dice serrando la mascella.
«Dai Jk, non fare lo stronzo» lo rimprovera Namjoon che tra tutti mi sembra quello più sano di mente. Forse è per questo motivo che lo considerano il loro leader.
«Ascolta le sue sagge parole, moccioso», ancora una volta Taeri mi allontana Jungkook dalle palle, ma lo sguardo di Taehyung rimane sempre lo stesso, indecifrabile. Si versa dell'altro alcol e manda giù tutto d'un fiato. Senza togliermi gli occhi di dosso. Ed io non riesco a tenergli testa.
Usciamo dal ristorante e ringrazio nuovamente Taeri per la cena:«La prossima volta mi sdebiterò» le dico sorridendole e abbottonandomi la giacca della divisa. È scesa la sera e con essa anche una leggera brezza fresca qui a Seoul.
«Si è fatto tardi, devo tornare a casa. Non ho avvisato nemmeno i miei che avrei mangiato fuori. Ci vediamo domani, okay?» dico a Taeri salutandola e avviandomi verso casa.
«Youjin» mi urla stando ancora lì davanti all'entrata, «Fighting!»
Le agito una mano in aria con l'indice e il medio alzato per indicare il segno della vittoria. Non appena mi allontano di più, vedo che Taeri è ancora lì ferma impalata. Così mi fermo per vederla andarsene, ma entra di nuovo nel locale. Come mai non torna a casa? Decido, quindi, di ritornare lì e, non appena arrivo vicino alla porta, sento una morsa allo stomaco. Non dovrei spiarla, penso. Vado per prendere la maniglia, ma non ce la faccio. Ritorno sui miei passi. Non è ancora arrivato il momento di scoprire la verità.
♪
Il giorno dell'audizione
Ieri sera, quando sono tornata a casa, i miei genitori si sono incazzati per non averli avvisati dato che avevano preparato la cena per mangiare tutti insieme, ma non vedo quanto se ne siano preoccupati. Non ho ricevuto alcuna chiamata da parte loro. Sarò stato il capro espiatorio per i loro problemi. Alla fine, mi sono chiusa in camera e ho riprovato la coreografia. Non avevo sonno e non ho chiuso occhio, tant'è che stamattina ho dovuto abbondare di correttore per non far vedere le occhiaie violacee che mi sono uscite. Inoltre, sono in ritardo, ma ormai siete abituati più di me a ciò. Vedo Mina aspettarmi fuori dalla classe:«Il professore non è ancora arrivato. Com'è andata ieri?» mi chiede appoggiata alla porta e con le braccia dietro la schiena.
«Bene, una sera vi porto in quel ristorante dove ho mangiato. Era buonissimo!», alla mia amica le è già venuta l'acquolina in bocca.
«Come ti senti? Oggi pomeriggio c'è la selezione e a scuola non fanno altro che parlare di questo. So che alcune ragazze hanno portato anche degli abiti di scena, se così vogliamo chiamarli. Tutti succinti, puntano sul corpo scoperto per entrare nel club, ma non penso che i BTS siano tanto stupidi da farsi abbindolare da lunghe gambe nude, addome piatto, seno sporgente...», Mina nell'elencare tutte queste caratteristiche guarda il suo corpo e tutto ad un tratto si rattristisce, «Ecco, perché non mi hanno mai rivolto la parola! Con queste gambe corte e questo seno piccolo non mi noteranno mai» dice piagnucolando. Le scompiglio i capelli e con una risata entriamo in classe:«Sei la ragazza più bella che conosca e so che piaci a qualcuno» le dico sollevandomi sulle punte di piedi e stringendola giacca.
«Davvero? E come fai a saperlo?» mi chiede incuriosita e preoccupata al tempo stesso, lo capisco dal fatto che inizia a mangiarsi le unghie ogni volta che è nervosa.
«Beh, non so chi è, ma sicuramente piacerai a qualcuno» le dico ridendo e spintonandola con il gomito. Mina lancia un sospiro di sollievo e si siede al suo banco. Le lezioni cominciano e le ore passano velocemente.
Non me ne rendo nemmeno conto, ma è già pomeriggio. Taeri mi ha scritto un messaggio nel quale mi diceva che mi avrebbe aspettata negli spogliatoi della palestra. La raggiungo in fretta e furia. Inizia a salire l'ansia.
«Noi siamo le ultime, abbiamo tempo per ripassare ancora una volta la coreografia» mi dice e annuisco. Ogni tanto andavamo a spiare le altre ragazze e alla conclusione di ognuna si sentiva il vociferare dei rappresentanti che ne discutevano e dicevano:«No» oppure «La prossima!»
«Ma, quindi, diranno immediatamente se sei fuori o dentro?» chiedo a Taeri intenta a guardare con attenzione le loro reazioni.
«Sì, verdetto sul colpo. Per ora hanno eliminato tutte, magari la sfida sarà veramente solo tra noi due» dice con un ghigno che mi risulta essere familiare, come se lo avessi già visto da qualche parte. Saranno tue fantasie Youjin, grazie coscienza. Ora, però, inizio davvero ad agitarmi.
«Kim Taeri!» chiamano dalla palestra.
«Youjin, sei pronta?» mi chiede porgendomi la mano e sorridendomi. Ho paura. Paura di fallire in una misera prova. Paura di essere derisa da quello stronzo di Jungkook. Paura di essere ipnotizzata dallo sguardo di Taehyung. Paura di sentire un no e dover dar ragione ai miei genitori, che tutto questo è inutile. Paura di non essere portata e che la danza sia solo un qualcosa di momentaneo. Paura che tutto questa svanisca e diventi vano.
A distogliermi da questi pensieri è la mano calda di Taeri che prende la mia e mi porta davanti a loro:«Sei sorda per caso? Abbiamo fatto il nome di Taeri, non il tuo. Quindi, sparisci dalla mia vista» ringhia Jungkook appoggiandosi allo schienale della sedia con una gamba alzata, masticando una chewing gum.
«Jungkook» sussurra innervosito Namjoon. Si trova al centro del tavolo come Gesù nell'Ultima cena di Leonardo da Vinci e al suo fianco gli apostoli, a sinistra Yoongi, Hoseok e Jin, a destra Jimin, Jungkook e Taehyung.
«Noi stiamo insieme» interrompe Taeri, «Abbiamo creato la coreografia insieme» dice stringendomi la mano.
«Ma lo sai che passerà solo una di voi due?», la sua voce, profonda e roca. Taehyung mi fulmina con lo sguardo.
«Lo so» dice Taeri, «So che farete la scelta più giusta», non so come faccia ad essere sempre così sorridente. Al contrario, io sto tremando come una foglia. Tutto ad un tratto mi viene la pelle d'oca, quasi sento freddo nonostante fuori c'è il sole.
Taeri va verso la cassa e la nostra canzone parte. E non appena sento le note entrare nella mia testa, un brivido percorre tutto il mio corpo e do il meglio di me.
Quando la canzone finisce, Taeri mi abbraccia:«Sei stata spettacolare!»
«Anche tu» le dico stringendole la mano mentre aspettiamo una loro reazione. Stanno ancora parlottando tra loro. Dopo cinque minuti di attesa, che sono sembrati un'eternità, si rimettono composti, ma a prendere la parola non è Namjoon, come è stato fatto fin ad adesso, bensì Jungkook. Si alza in piedi e con un sorriso strafottente si aggiusta la cravatta, lo guardo confusa e accigliata. Si gira verso i suoi compagni per poi voltarsi nuovamente verso di noi e con le braccia aperte afferma:«Kim Taeri, benvenuta nel club!»
Ecco, quello che più temevo. Mi giro verso di lei per darle le mie più sincere congratulazioni, ma ha gli occhi lucidi e mi salta al collo singhiozzando:«Mi dispiace, Youjin. So quanto ci tenevi.»
«Non ti dispiacere per me. Come hai detto tu prima, hanno fatto la scelta più giusta. E sei tu» le dico prendendole il viso tra le mani e rassicurandola con un sorriso, «Hai vinto» le sussurro all'orecchio. Con lo sguardo dispiaciuto mi abbraccia di nuovo, ma veniamo interrotte da Jungkook che col suo fare da stronzo:«Avete finito con le smancerie?» e ritorna a sedersi al suo posto. Lo fulmino con lo sguardo. Dio, quanto lo prenderei a schiaffi in questo momento.
Taeri ed io facciamo per andarcene, ma, quando sto per aprire la porta, una voce rimbomba nella palestra vuota:«Quest'anno facciamo un'eccezione. Lee Youjin, entri anche tu nel club.»
Taehyung, perché lo hai fatto?
* Liquore di riso tipico coreano.
** Liquore di riso tipico giapponese.
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