Capitolo 3
Meno sei giorni all'audizione
Stavolta, stranamente, arrivo puntuale a lezione e vedo i miei due amici Mina e Koosung aspettare che la campanella suoni. Si trovano nel solito posto in cui andiamo a mangiare nella pausa pranzo, sotto il salice piangente. Lo trovo un posto molto tranquillo e romantico e, quando sale un po' di brezza qui a Seoul, fa smuovere i rami che sembrano volteggiare, come se si lasciassero trasportare dai suoni della natura, come se danzassero, proprio come me. Sento Mina fare dei risolini acuti mentre Koosung le sussurra qualcosa nell'orecchio. Manca poco all'inizio delle lezioni, mi avvicino a loro e li saluto:«Ciao ragazzi, come va?». Mina strabuzza gli occhi e si allontana da Koosung, il quale nel mentre scatta in piedi, come un militare di fronte al capitano.
«Cosa ci fai qui a quest'ora?» mi chiede Mina alzandosi anche lei in piedi.
«Vado a scuola?!» dico ironica. «Oggi ero piena di forze e mi sono svegliata presto» dico con un fiero sorriso stampato sulla faccia. Intanto, Koosung ritorna normale e con un sorriso sghembo guarda su il cielo e dice:«Ecco perché il cielo si sta annuvolando. Doveva essere una bella giornata di sole e, invece, per colpa di Youjin molto probabilmente pioverà!» e scoppiano a ridere. Ed io con loro.
«Ehi, smettetela. Non è certo colpa mia!» e gli do un pugnetto sul braccio che subito Koosung massaggia per il dolore. La campanella suona e entriamo in classe. Alla prima ora abbiamo la lezione di inglese e, allo stesso modo di Koosung, anche il professore è di buon umore e decide di riproporre la stessa battuta. Ovviamente, tutta la classe scoppia a ridere ed io divento paonazza per l'imbarazzo.
Effettivamente, quel giorno iniziò a piovere davvero e Mina, Koosung ed io dovemmo passare la pausa pranzo in mensa:«Sono diventato un veggente, non ci credo!» dice il mio amico dopo aver visto piccole gocce di pioggia scendere giù per la finestra. Gli do, quindi, un altro pugno sul braccio, stavolta più forte rispetto alla prima volta.
«Oh, cavolo!» sbotta Mina. Ci giriamo verso di lei all'unisono e lei continua a dire:«Ho dimenticato il pranzo a casa. Era buonissimo: riso, maiale fritto e verdure. Ci ho messo tutta la notte per cucinarlo. E ora mi tocca mangiare il... cibo della mensa!»
Koosung ed io ci guardiamo e scoppiamo a ridere nel vedere la faccia schifata di Mina, che incrocia le braccia in segno di offesa. «Tieni, ho portato un tramezzino in più stamattina. Prendilo tu» dice Koosung porgendoglielo.
Mina lo guarda con degli occhioni:«Non posso, devi andare al club di Atletica dopo, ti servono energie.»
«Non ti preoccupare: questo bellissimo corpo riesce a sopportare qualsiasi sforzo fisico!» dice Koosung facendo vedere i bicipiti e passandosi una mano nei lunghi capelli scuri. Mina gli dà uno spintone, facendolo barcollare, ridacchiano e poi accetta il panino.
«Io, invece, vado a fare la fila prima che finisca anche l'insalata dell'altro ieri», mentre mi dirigo verso le pietanze, Koosung e Mina occupano un tavolo.
Prendo il vassoio e le posate, mi metto in fila e, non appena mi volto, davanti a me vedo Taeri scherzare con Jungkook. Da quant'è che si conoscono? E perché parlare con lui? Sarà la tipica ragazza che fa di tutto pur di ottenere quel che vuole? A tal punto da fare la ruffiana? No, non penso sia quel genere di persona. Cosa c'è di male nel parlare con la persona che pregiudicherà il tuo futuro? Niente, giusto? Giusto?! Okay, calmati Youjin. Come al solito ti fai prendere dai tuoi pensieri malsani, penso sia la mia coscienza a parlare. Ma se fosse vero quello che mi ha detto Mina? Perché una tua rivale dovrebbe aiutarti ad entrare nello stesso club in cui vorrebbe entrare anche lei? Okay, la smetto.
Mi avvicino a loro per poter scegliere cosa mangiare e:«Ciao, Youjin. Tutto bene dopo ieri?» mi chiede Taeri voltando le spalle a Jungkook che, intanto, prende un piatto.
«Ciao, Taeri. Sto bene, sono un po' indolenzita, ma pronta per oggi pomeriggio» le dico con un mezzo sorriso e buttando un'occhiataccia a Jungkook per quello che è capitato in corridoio due giorni fa.
«Non ti preoccupare, non appena prenderai la mano sarà tutto più semplice. Oggi dovremmo fare il grosso del lavoro, buttare giù altre idee e metterle in pratica, così da ripassarle solamente le prossime volte» mi dice Taeri prendendo un'insalata e del kimchi.*
Jungkook si intromette nel nostro discorso:«Di che parlate ragazze? Buttare giù le idee per cosa?»
«Non sono affari tuoi, moccioso» dice Taeri dandogli un colpetto. Spalanco gli occhi per lo stupore: sembrano così intimi, come se si conoscessero già, e da tanto tempo. Mi volto verso la cuoca per prendere del pollo, ma Jungkook prevede la mia mossa e mi soffia il piatto dalle mani. Mi lancia uno sguardo compiaciuto ed io sto bollendo dalla rabbia. Per fortuna c'è la cuoca che, nonostante idolatri Jungkook (sì, avete capito bene), prende le mie parti e lo rimprovera:«Jungkook, fai il gentiluomo!» e pur di abbonire la vecchia donna mi offre con un sorriso falso quel famoso pollo che stavo prendendo io:«Grazie» dico sarcastica.
Continuiamo ad andare avanti e, dopo aver preso anche le verdure, ci dirigiamo verso la cassa. Nel mentre Jungkook non smette di darmi fastidio - ed io dovrò sopportarlo ogni giorno se entrerò nel club?!:«Youjin, giusto?», come se non lo avesse capito, «Come sta la tua amica, dopo quel piccolo incidente?» dice alzando un sopracciglio e con un sorriso sornione.
Lo guardo accigliata:«Piccolo incidente, dici?», non riesco più a trattenermi, «Tu e i tuoi amici non vi rendete conto di quello che avete fatto? Ve ne siete usciti così dal nulla, ma chi vi credete di essere?» sbotto.
Taeri, che si trovava in mezzo tra me e Jungkook, viene spinta da quest'ultimo il quale si avvicina velocemente a me finché non sento il suo respiro sulla mia fronte:«Non ti conviene trattarmi in questo modo. Hai detto che vuoi entrare nel nostro club, giusto?», fa una mezza pausa, «Allora bada bene come parli, sennò sappiamo già chi prenderà il tuo posto.»
Fino a quel momento avevo tenuto gli occhi fissi sul pavimento, ma a quelle parole alzo lo sguardo e noto che mi indica Taeri, posta al suo fianco che guarda la scena incredula e con la fronte corrucciata.
A quella sua minaccia non riesco a trattenermi e così mi avvicino per farglielo capire bene:«Non me ne frega niente di te e dei tuoi giochetti. Lasciami stare, non mi fai paura.».
Noto le sue pupille dilatarsi per qualche secondo e finisce col dirmi:«Staremo a vedere», sempre con quel sorriso sornione.
«Youjin, cosa è successo tra voi due?» mi chiede Taeri un po' preoccupata, seguendo con lo sguardo Jungkook che, intanto, sta raggiungendo gli altri seduti al tavolo. E lo vedo, di nuovo. Taehyung si alza e dà una pacca sulla spalla al suo amico; mentre si siede, però, i nostri sguardi si incrociano, un'altra volta, e il suo sguardo è lo stesso, profondo e penetrante. Non riesco a sostenerlo:«Ragazzina, devi pagare. Stai bloccando la fila», per fortuna c'è la cassiera che mi rinsavisce.
«Taeri, vuoi sederti insieme a noi?» le chiedo vedendola un po' spaesata, ma non riesco nemmeno a finire di parlare che già sta raggiungendo i miei amici al tavolo, per fortuna dalla parte opposta della mensa rispetto a quello di Taehyung. Non riuscirei a sostenere un altro commento di quei sette bastardi, almeno per oggi.
La pausa pranzo finisce e le lezioni riprendono. Il club di Musica è l'unico che ancora non è iniziato, proprio a causa di questa selezione. Mina e Koosung si dirigono verso i rispettivi club, mentre Taeri ed io ci incamminiamo verso la sala prove. «Pronta? Facciamo riscaldamento e poi iniziamo» le rispondo con un cenno del capo. Non riesco a smettere di pensare a quello che è successo in mensa. Ma come gli è venuto in mente a Jungkook di dire certe cose? Si crede chissà chi e pensa di poter fare tutto quello che vuole. Passa almeno mezz'ora da quando abbiamo iniziato a provare, ma la mia testa è altrove e anche Taeri se ne è accorta:«Youjin, che hai? Non ti stai concentrando e sbagli tutto.»
«Scusami», mi siedo per terra con le gambe incrociate e faccio cadere la testa all'indietro. Taeri spegne la musica e si siede accanto a me:«Cosa voleva dire Jungkook con piccolo incidente?»
Alzo la testa, i capelli mi ricadono davanti, ma riesco a vedere il suo sguardo preoccupato. Mi sistemo e porto i capelli in una coda. Sospiro e le racconto quello che era successo in corridoio lo scorso giorno:«Sono molto protettiva verso i miei amici e quello che Taehyung ha fatto mi ha dato sui nervi.»
«È stato lui a bloccare Mina sugli armadietti?», ha lo sguardo corrucciato, «Chissà perché lo ha fatto», cala un momento di silenzio, ma immediatamente Taeri scatta in piedi e dice:«Comunque Jungkook lascialo perdere, è tutto fumo e niente arrosto, come si suol dire. È innocuo, un moccioso», va verso la cassa e rimette la musica a tutto volume.
«Come mai siete amici? Da quanto vi conoscete? E, soprattutto, perché non me lo hai mai detto?» le dico alzandomi in piedi e sistemandomi il pantalone della tuta.
«Dio, Youjin, quante domande!» mi risponde con un tono quasi esasperato e mi accorgo che ha ragione, «Scusami, non volevo risponderti in quel modo, ma è vero», mi guarda fissa negli occhi, con uno sguardo familiare, «Non sai tante cose su di me, Youjin» dice sorridendomi e iniziando a ballare. La sua risposta mi ha lasciato di stucco. Non so come rispondere. Decido, quindi, di non farlo e riprendo le prove.
Anche oggi abbiamo finito: siamo riuscite a finire questa mini coreografia e non ci resta altro che perfezionarla e ripassarla. Andrà tutto bene, ne sono certa. Vedremo, Jungkook, se sarà come dici tu, penso. Oggi è stato estenuante sia fisicamente sia mentalmente. Quando finiamo le prove, il cielo di Seoul è pieno di nuvole nere, colme d'acqua, pronte ad esplodere. Eppure siamo alla fine dell'estate, dovrebbe ancora fare bel tempo. Mi dirigo verso casa, lasciandomi alle spalle il locale delle prove e Taeri che va dalla parte opposta alla mia. Mi chiedo cosa abbia a che fare Jungkook con lei. Staranno mica insieme? Impossibile, Taeri sembra sua sorella maggiore e Jungkook è troppo stronzo per stare con una ragazza come lei. Mi volto indietro, verso Taeri, ormai lontana e intravedo una sagoma che l'aspetta appoggiato sul muretto. Sembra essere un ragazzo da come si muove e le mette una mano sulla spalla. Sarà Jungkook?! Realizzo solo ora che di lei non so davvero niente. E ho riposto il mio sogno nelle mani di una sconosciuta. Sto sbagliando a fidarmi ciecamente di lei? Ma se alla fine, proprio grazie a lei, riuscirò a realizzare il mio sogno, cosa c'è di male?! Il mio obiettivo l'ho raggiunto lo stesso. Come sempre penso troppo, vorrei mettere in pausa il cervello ogni tanto. Mi sento persa nel labirinto dei miei pensieri dal quale non riesco a uscire. Mi scoppia la testa. Per oggi basta così, non appena torno a casa faccio un bel bagno caldo e riposo la mente.
Non appena entro a casa, sento i miei sbraitare. Cosa succede? Chiudo la porta alle mie spalle, cercando di fare il meno rumore possibile. Mi affaccio in cucina: mia madre ha la voce rotta dal pianto, è appoggiata al tavolo con la testa bassa e il caschetto nero che le ricade davanti gli occhiali appannati, mio padre, invece, è distante da lei, seduto con le braccia sul tavolo e le mani che gli coprono il volto. Non li ho mai visti così. Ad un certo punto, mia madre solleva lo sguardo, gli occhi gonfi puntati sul soffitto, si asciuga le lacrime e pulisce gli occhiali:«Youjin non deve sapere niente di questa storia» dice in maniera gelida a mio padre il quale, dopo aver ascoltato le sue parole, tira un pugno sul tavolo alzandosi scattante. Non appena noto che mio padre s'incammina verso la camera matrimoniale, indietreggio verso la porta per non farmi vedere. Dopo qualche minuto, fingo di essere appena tornata: apro la porta e la chiudo rumorosamente, «Sono tornata!»
«Ciao, tesoro. Come è andata a scuola oggi?» mi chiede mia madre sforzando un sorriso, «Ti ho preparato il bibimbap** con la carne macinata. So che ti piace tanto.»
«Dov'è papà?» le chiedo vedendo la tavola apparecchiata solo per due persone.
«È in camera, non si sente tanto bene e, quindi, non mangia con noi. Gli farò un po' di kimchi dopo», mette il piatto al centro e lo divide nelle due porzioni. Si forma una strana atmosfera, c'è silenzio e nessuna delle due vuole parlare. Youjin non deve sapere niente di questa storia, penso e ripenso alle parole di mia madre. Cosa non dovrei sapere? E soprattutto perché? Riguarda il loro lavoro? Oppure riguarda la famiglia? Ecco, ci risiamo. Di nuovo a riempire il cervello di pensieri.
«Mamma, mi faccio un bagno caldo e poi vado a dormire. Mi fa malissimo la testa.»
«Va bene, tesoro. Non ti preoccupare, ci penso io a sistemare tutto», mi dà un bacio sulla fronte come non era mai successo prima. Inizio a preoccuparmi sempre di più. Forse il motivo di questo temporale di fine estate non è il fatto di essere arrivata in orario stamattina a lezione, ma perché in molti mi nascondono delle cose. Ed io voglio davvero svelarle tutte?
* Una varietà di cavolo che i Coreani mangiano spesso come contorno, viene fatto fermentare con polvere di peperoncino rosso e altri condimenti anche per parecchi mesi. Non manca mai nella cucina coreana, hanno perfino un frigo fatto apposta per conservarne in grandi quantità.
** Piatto tipico della cucina coreana, è costituito da una base di riso con sopra i vari condimenti, principalmente carne e verdure di ogni genere con un uovo al centro.
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