Capitolo 12
Il sole illumina il suo volto e i suoi occhi sono dolci quando si posano sui miei. Taehyung si avvicina a me dopo aver spento la sigaretta sul cemento:«Vieni con me?» mi chiede improvvisamente alzandosi e porgendomi una mano.
«Dove?» gli domando confusa.
«Fidati di me» sussurra in un ghigno, «Ti fidi di me, vero?» mi chiede alzando un sopracciglio e con una luce di speranza negli occhi. Da quando abbiamo incominciato a parlare è come se avesse buttato giù una piccola barriera dell'immenso muro che ha costruito tra sé e il mondo esterno.
«Certo» mormoro sorridendo. Gli s'illuminano gli occhi alla mia risposta e subito sul suo volto compare quel bel sorriso quadrato che tanto mi piace. Gli afferro la mano e con la sua ancora intrecciata alla mia c'incamminiamo verso la Jeep di Jungkook:«Te la riporto tra un po'» urla all'amico intento a chiacchierare con Taeri.
Saliamo in macchina, Taehyung mette in moto e mi guarda tutto contento. Non sembra essere lo stesso ragazzo che conoscevo. È vero che non bisogna giudicare una persona dall'apparenza.
Per tutto il tragitto siamo rimasti in silenzio: Taehyung con gli occhi sulla strada, mentre io ero appoggiata al finestrino e mi godevo l'inizio del tramonto che illuminava di un caldo arancione l'immenso campo di grano che abbiamo superato.
Improvvisamente la macchina si ferma. Mi siedo composta sul sedile e di fronte a me vedo un muro di cipressi e un piccolo sentiero sterrato.
«Siamo arrivati» dice Taehyung con voce un po' roca. Lo guardo confusa e si mette a ridere:«Non ti preoccupare, seguimi», scende dalla Jeep sbattendo la portiera. S'incammina davanti al cofano e si ferma all'inizio del sentiero. Si volta verso di me che sono rimasta seduta in macchina. Non so quale sia la ragione, ma mi sento stranamente agitata. Mi fa cenno con la mano di seguirlo mentre prosegue a camminare. Scendo dall'auto chiudendo la portiera delicatamente. Il posto è deserto, intorno a noi c'è solo la natura. Quando mi accorgo che Taehyung è lontano, corro verso di lui e rallento il passo non appena mi ritrovo al suo fianco.
Il piccolo sentiero sembra un lungo corridoio contornato di alberi che porta in una zona isolata dal resto. Alla fine di esso vedo l'acqua di un grande lago luccicare per via dei riflessi del sole.
«Taehyung» mormoro estasiata, «È bellissimo», infila le mani nelle tasche del giubbotto e osserva il paesaggio mozzafiato. Sembra così surreale che io, Lee Youjin, mi trovi in questo posto magnifico con lui, Kim Taehyung, ma non il Kim Taehyung di cui parlano tutti a scuola.
«Vengo sempre qui quando voglio stare da solo o pensare un po'», mi volto verso di lui e lo vedo sorridermi. Mi prende per mano e mi porta sotto un enorme albero, diverso da quelli del sentiero. Vi è costruita una graziosa casa sull'albero.
«Quando ero piccolo, mia madre mi portò qui e ne rimasi colpito. Jungkook e Jimin mi aiutarono a costruirla», afferra un piolo della scala e vi sale sopra. Dopo esservi salito, guarda nella mia direzione e mi porge una mano per aiutarmi a salire con quel suo ghigno.
«Ce la faccio da sola» dico incrociando le braccia al petto.
«Certamente, Lee Youjin è la signorina faccio da sola!» esclama imitando la mia voce e facendo delle virgolette con le dita, ricordando quella volta in cui mi sono ritrovata per terra per scrivere il mio nome sul foglio per la selezione del club. Trattengo una risata e lo raggiungo.
Taehyung toglie qualche foglia sul materasso posto in un angolo della casetta. Ci sono cianfrusaglie, cuscini, disegni che osservo attentamente.
«Quando mio padre se ne andò di casa, dormivo qui» dice improvvisamente. Mi giro di scatto verso di lui, è seduto sul materasso con lo sguardo rivolto verso il basso, «Lasciavo sola mia sorella per starmene da solo qui perché non sopportavo quello che aveva fatto», la sua voce esce roca e strozzata dalle lacrime che iniziano ad uscire. Non mi accorgo nemmeno che ha parlato di una sorella, mi avvicino e mi siedo di fianco a lui. Lo osservo attentamente e, quando vedo il suo labbro inferiore tremare, istintivamente lo abbraccio. Appoggia la testa sul mio petto e dopo un po' di esitazione mi cinge la vita con le sue braccia.
«Mi dispiace, Taehyung» mormoro. Vederlo così mi fa spezzare il cuore. Ha sempre mostrato la parte dura di sé e vederlo in queste condizioni mi fa capire quanto quella sia solo una facciata.
«Scusami» dice allontanandosi da me e asciugandosi le lacrime. Scatta in piedi e lancia il giubbotto sul materasso:«Vieni, ti mostro il lago.»
Nonostante siamo arrivati a Novembre, oggi è una bella giornata. Il sole caldo riflette sulla superficie cristallina dell'acqua. Improvvisamente Taehyung urla forte e sussulto spaventata.
«Che fai?!» chiedo divertita con il cuore a mille.
«Urlare fa bene e qui puoi farlo liberamente» risponde pieno di adrenalina ed urla di nuovo. Lo guardo stranita. Siamo sicuri che è lo stesso Kim Taehyung che ho conosciuto qualche mese fa?
«Fallo anche tu» dice voltandosi verso di me.
«Io?!» esclamo spalancando gli occhi.
«Sì, provaci», scuoto la testa in segno di negazione, «Non dirmi che ti vergogni?» ed ecco che spunta il suo ghigno di sfida. Non lo sopporto. Faccio un bel respiro profondo ed urlo anch'io. Ha ragione, è liberatorio.
«Vaffanculo!» urla Taehyung e scoppiamo a ridere, «Dillo anche tu!», guardo i suoi occhi lucidi e pieni di luce. Gli sorrido e urlo:«Vaffanculo!» continuiamo così per un po' finché le troppe risate ci fanno crollare sull'erba, non sono mai stata così bene.
Quando finalmente ci siamo calmati, guardiamo il cielo tingersi di intensi colori. Taehyung si appoggia sui gomiti:«Non ti fa paura il cielo?» gli chiedo.
Mi guarda confuso:«Perché?»
«È infinito, non ha una fine, eppure mi sento soffocare» mormoro osservando quella tavolozza di colori davanti ai miei occhi.
«L'ignoto fa sempre paura», i nostri sguardi s'incrociano e si avvicina pericolosamente al mio orecchio:«Spogliati» mi sussurra e piccoli brividi percorrono il mio corpo. Quando realizzo quello che mi ha appena detto, però, quasi mi strozzo.
«Cosa?!» esclamo confusa.
«Facciamoci un bagno» afferma alzandosi in piedi, togliendosi la felpa e le scarpe. Strabuzzo gli occhi:«Sei impazzito?»
«Assolutamente no!» esclama togliendosi anche i jeans scuri, rimanendo in soli boxer. E il mio sguardo non può far altro che percorrere ogni centimetro del suo corpo:«Svelta Youjin!» urla correndo lungo il piccolo molo in legno e tuffandosi in acqua.
«È pazzo» sussurro, «Ed io di più che lo sto a sentire» penso togliendomi velocemente i vestiti e rimanendo in intimo.
«Vai, Youjin!» grida Taehyung tornando in superficie incitandomi a tuffarmi. E così faccio.
«Sei matto!» esclamo mantenendomi a galla.
«Ti svelo un segreto: tutti i migliori sono matti» mormora con il viso ad un centimetro dal mio.
«Alice nel Paese delle Meraviglie», sorrido alla sua citazione.
«Questo è il mio» e le sue labbra si avvinghiano alle mie. È un bacio lento, di quel passionali ma dolci al tempo stesso. Le mie mani affondano nei capelli bagnati di Taehyung, il quale mi afferra per la vita per poi scivolare sul mio sedere. Gli dà un pizzicotto e per ripicca gli mordo un labbro. Ci stacchiamo solamente per scoppiare a ridere.
«Usciamo dall'acqua in caso ci prendiamo un raffreddore» dice il moro notando il sole calare. Annuisco e nuotiamo verso la riva. Afferriamo i nostri vestiti sparsi sull'erba e andiamo nella casa sull'albero. Prende un asciugamano da un piccolo mobiletto e con esso mi strofina i capelli. Per essere una casa sull'albero è ben fatta, sicuramente i loro genitori li avranno aiutati perché non penso dei ragazzini riescano a fare una cosa del genere. Taehyung mi passa un altro asciugamano per il corpo mentre lui usa lo stesso, se lo stringe invita e si stende sul materasso. Mi siedo sull'estremità di quest'ultimo, ma inizio a tremare.
«Hai freddo?» mi chiede Taehyung ed io annuisco. Sento il suo calore su di me non appena mi abbraccia da dietro per riscaldarmi. Inizia a sfiorarmi il collo con le sue labbra morbide per poi lasciare piccole scie fino alla spalla nuda.
«Taehyung...» mormoro, ma l'unico risultato che ottengo è lui sopra di me. Sono immobile sotto il suo corpo, ma mi rilasso non appena mi bacia di nuovo. Mi slaccia l'asciugamano che avevo legato attorno al seno rimanendo in intimo. Si perde osservando il mio corpo, chissà se nota anche tutta la mia agitazione. Lascia piccoli baci sulle rotondità del mio seno per poi continuare a scendere. Quando si accorge che stringo le lenzuola del materasso, mi guarda alzando gli occhi confuso e si mette seduto. Prendo un gran respiro e mormoro:«Non ho mai fatto niente del genere», sul suo viso compare un sorriso dolce ed abbassa lo sguardo.
Poi torna a guardarmi:«Non devi preoccuparti», si stende di lato vicino a me. Una mano prende il mio viso e le nostre labbra iniziano una danza magnifica, si sposta lungo tutto il mio corpo per posarsi sul mio seno che inizia a toccare delicatamente. Tremo al suo tocco, sento di star perdendo tutte le difese sotto di lui e vorrei non si fermasse mai. Scende ancora più in basso fino ad arrivare all'orlo in pizzo delle mie mutandine. Si stacca di qualche centimetro da me, mi guarda dritto negli occhi come se volesse il mio permesso a continuare. Le mie mani affondano nei suoi capelli morbidi e lo attiro di nuovo su di me, vogliosa delle sue labbra. La sua mano scivola facilmente sotto il tessuto leggero e le sue dita si muovono lente sul punto più sensibile della mia intimità. Ansimo dal piacere e, quando inizia a disegnare piccoli cerchi immaginari con movimenti più veloci, gemo:«T-Taehyung.»
Il bacio si fa più intenso, le nostre lingue si muovono più velocemente, così come la sua mano sulla mia intimità. Sento premere il suo membro sulla mia coscia, eccitato per il momento intimo. Faccio scivolare una mano sul suo petto, sull'addome per poi fermarmi sui suoi boxer.
Improvvisamente mi ritornano in mente tutte le ragazze con cui è stato, saranno state sicuramente migliori di me. Ho zero esperienza e ho paura che non gli possa piacere. Così mi blocco, anche perché non riesco più a resistere al tocco di Taehyung sulla mia intimità. Le mie gambe iniziano a tremare ed in poco tempo raggiungo l'apice del piacere. Rimaniamo così abbracciati per un po', con la sua testa nell'incavo del mio collo.
Quando fuori è ormai buio, decidiamo di tornare a casa ricordandoci di Jineon e Jungkook che abbiamo lasciato in cortile:«Saranno sicuramente andati a casa a piedi» dice Taehyung vedendo le innumerevoli chiamate ricevute dai due, ma a cui non ha risposto per colpa del silenzioso. Ci vestiamo di fretta, un po' imbarazzati per quello che è appena successo. Torniamo alla Jeep e mi accompagna a casa.
«Ci vediamo domani a scuola?» mi chiede stringendo il volante e serrando la mascella.
«Sì», gli sorrido dolcemente quando si volta verso di me. Sorride debolmente mentre apro al portiera per scendere dall'auto, ma mi blocca per un polso e mi dà un ultimo bacio.
Chiudo il portone alle mie spalle e, non appena vedo Taehyung scomparire dal mio viale, scivolo su di esso. Penso di essermi innamorata.
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