45. sᴇᴍᴘʀᴇ ᴄᴏʟᴘᴀ ᴛᴜᴀ, ɪᴅɪᴏᴛᴀ
❝<<Questa è l'ultima volta che la vengo a riprendere tra i vari reparti. Ma le sembra normale mettere su una bisca clandestina con il personale infermieristico?>>
Bokuto sbuffò sonoramente. Che palle che era quel tipo!
Non poteva mai fare un cazzo di quello che voleva.
Nonostante stesse bene doveva comunque restare fermo a letto a vedere stupidi programmi televisivi, come quello dove trenta persone venivano lasciate per mesi in una casa senza televisione e cellulare.
Avrebbe preferito organizzare una bisca clandestina con gli infermieri piuttosto che vedere per un altro minuto quei ragazzini in cerca di fama scannarsi per un mezzo secondo di visibilità.
Bokuto si sedette sulla sponda del letto con un sospiro frustato. <<Sei un bastardo del cazzo. Che ti avevo detto di fare mentre stavo morendo? Che dovevi dire a Shōyō la verità e che dovevi prenderti cura di lui, non che dovevi portartelo a letto. Il mio bambino di nuovo a letto a fare cose sconce con te. Che schifo>>
Tobio ruotò gli occhi al cielo chiudendo la porta alle sue spalle e sedendosi accanto il suocero. Tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni diversi cioccolatini al latte, ne offrì uno al suocero che lo prese immediatamente perché aveva un assoluto bisogno di zuccheri. <<Non stava morendo. La deve smettere di fare tutto sempre in modo così drammatico, e poi è stato suo figlio a saltarmi addosso. Giusto per essere precisi>>
<<Smettila non voglio sentire più nulla su questo argomento>>
<<Haruiki è mio figlio>>
<<Ma perché non lo tieni fermo per una cazzo di volta?, adesso devo comprare un cazzo di Rolex a quel bastardo di Kuroo>>
Tobio inarcò un sopracciglio. <<Avete scommesso sulla paternità di Haruiki?>>
Bokuto scrollò una spalla; un altro cioccolatino in bocca. <<A Kuroo è venuto il dubbio che Haruiki non fosse di Atsumu. Insomma, Shōyō il giorno del matrimonio gli aveva detto che non era tanto convinto di volersi sposare con Atsumu e poi, tutto ad un tratto, arriva a casa un mese dopo il matrimonio a dirci che era gravido di due settimane. Abbiamo fatto una scommessa innocua, tutto qui — Bokuto sospirò sonoramente abbassando lo sguardo sui suoi piedi. — Mio figlio ti ama tanto e ha lottato tanto per stare con te. Non sono mai riuscito a capire il perché ti ha lasciato dal giorno alla notte. Ho tentato di convincerlo in ogni modo a restare con te per il bene di Dalai, soprattutto per il suo bene ma lui non ha voluto sentire ragioni. E ha proceduto con il divorzio>>
Tobio si voltò a guardarlo ancora più confuso. Non stava capendo un cazzo come sempre. <<Ma se ha aperto una bottiglia di champagne dopo il divorzio e mi ha pure invitato al matrimonio di Shōyō e Atsumu>>
<<Io festeggio sempre dopo aver vinto una causa legale e poi al matrimonio ti ha invitato Shōyō. Non io. Io ho fatto solo il discorso — sorrise allegro alzando entrambe le sopracciglia con fare divertito. — Bel discorso, vero? Soprattutto la parte dove dicevo che eri un fallimento e che avrei fatto di tutto affinché Dalai non diventasse come te>>
<<Quello ha fatto un po' male. La parte di Dalai che non sarebbe dovuto diventare come me, intendo>>
Bokuto sospirò sonoramente; un braccio a cingere le spalle del genero. <<Volevo semplicemente farti svegliare. Inizialmente, non avevo per nulla preso bene che tu e Shōyō stavate insieme e non per la tua condizione sociale, sia chiaro, ma perché avete corso troppo. Il bambino, il matrimonio, avevate tutta una vita davanti perché correre? Quando ti ho imposto di frequentare medicina non era perché non volessi che diventassi un militare, ma perché non volevo che ti succedesse qualcosa e che Shōyō e Dalai ne soffrissero. Ti avrebbero mandato al fronte e forse non saresti tornato>>
<<Ha imposto lei a Shōyō di sposarmi visto che non voleva abortire>>
<<È stato mio padre. Io non sono d'accordo con tutte queste cose sul matrimonio riparatore e cazzate varie. Mio padre ha detto a Shōyō che io volevo che lui si sposasse se voleva tenere il bambino, addirittura si era prodigato di pagare Atsumu affinché lui dicesse a tutti che Dalai fosse suo figlio — Bokuto scrollò una spalla spostando lo sguardo su suo genero. — Quando l'ho saputo, dopo l'ennesima litigata con mio marito e Shōyō, sono andato da mio padre e ho litigato con lui. Ma tu avevi già fatto la proposta a Shōyō e quando sei venuto a parlare con me per chiedere la sua mano mi sembravi così convinto che alla fine hai finito per convincere anche me. E quindi ho lasciato le cose come stavano>>
<<Quindi lei mi vuole bene>>
<<Non esageriamo Kageyama. Ti sopporto, più che altro>>
<<È già un inizio>>
Bokuto sbuffò un sorriso scompigliandogli i capelli con la mano che aveva mollemente lasciato sulla sua spalla.
Kageyama non era un cattivo ragazzo, era buono.
Un po' coglione ma tanto buono.
E amava Shōyō, lo amava davvero tanto.
Bokuto lo aveva capito quando quel testone del genero era andato a chiedergli la mano di suo figlio. E quando era nato Dalai.
Lo aveva capito il giorno del matrimonio quando Tobio non smetteva di staccare gli occhi da Shōyō, il modo in cui lo stringeva durante il primo ballo; lo aveva capito anche al matrimonio di Atsumu e Shōyō, quando non faceva altro che mordersi l'interno guancia perchè geloso.
Lo aveva capito anche quando Tobio approcciava con Haruiki.
Quell'idiota amava così tanto Shōyō da finire per amare indirettamente anche Haruiki, quando era ancora inconsapevole di essere suo padre.
Tobio amava Shōyō e Shōyō amava Tobio.
L'unico problema è che erano troppo coglioni.
<<Hai fatto un buon lavoro con Dalai, comunque. Tu e Shōyō avete messo su proprio un bravo bambino>>
<<Anche Haruiki è venuto su bene>>
<<Ma non grazie a te. Haruiki è frutto del duro lavoro di Shōyō, infatti è stato plasmato a sua immagine e somiglianza. Quando ho a che fare con lui mi sembra di avere a che fare con Shōyō quando era piccolo: stesso atteggiamento di sfida, stesso modo di vedere il mondo, forse l'unica differenza è che Shōyō ha dato ad Haruiki più amore rispetto a come gliene abbiamo dato a lui io e Keiji — sospirò e Tobio gli lasciò alcune pacche di incoraggiamento, così che potesse continuare a parlare e a sfogarsi con lui. Cosa più unica che rara. — Io e Keiji eravamo sempre così impegnati con il lavoro che a volte lasciavamo Shōyō solo a se stesso. Forse è per questo se si è completamente affidato a te, perchè gli davi delle attenzioni e delle cure che io e Keiji a volte mancavamo>>
<<Bokuto-san? Shōyō non mi ha mai confidato che sentiva delle mancanze da parte vostra. Mi ha sempre detto che ha avuto un'infanzia felice e che è sempre stato ricoperto di attenzioni e di amore. Tutte le cose che ha detto quella sera le ha dette perché era arrabbiato, tanto arrabbiato. E se si è arrabbiato non è perché è stato adottato ma perché non glielo avete detto, lui l'ha vista come se voi non aveste fiducia in lui. Come se non avesse il diritto di saperlo>>
<<Il ragazzo che è venuto prima a trovarmi è lui il padre biologico di Shōyō. Si chiama Izuku. Io e Keiji lo abbiamo fatto studiare a Londra< e quando Shōyō aveva, sì e no, dodici anni, Izuku aveva iniziato a lavorare per me come traduttore inglese-giapponese alle Nazioni Unite e a diverse comunicazioni importanti con l'Inghilterra e gli Stati Uniti. In quegli anni si è innamorato di un mio collaboratore, si è sposato e ha messo su famiglia decidendo di lavorare poi come professore d'inglese. Ha sempre chiesto di Shōyō ogni giorno ma non ne ha mai richiesto la paternità, neppure dopo>>
<<Lo avevo immaginato. Hanno lo stesso sorriso>>
Bokuto sorrise alzando un angolo della bocca. <<Sì, hanno lo stesso sorriso e lo stesso modo di porsi alla vita. Kageyama secondo te ho sbagliato qualcosa con Shōyō?>>
Tobio sorrise dolcemente scuotendo la testa con diversi cenni negativi. <<Bokuto-san lei non ha sbagliato nulla con Shōyō. Forse l'ha solo fatto crescere leggermente stronzo, anzi togliamo il leggermente>>
<<Allora, sì, l'ho cresciuto davvero bene>>
<<Vincerà quelle elezioni>>
<<Se non le vince me la prendo con te>>
<<E perché?>>
<<Perché è sempre colpa tua, idiota>>❞
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