★Capitolo 17 Il Coraggio del piccolo Argon★
Argon passeggiava nel bosco affascinato da quel luogo: alberi di ciliegio in fiore, campi fioriti funghi, cespugli di bacche, cervi e cerbiatti pullavano in quel luogo stupendo. Si fermò vicino ad un ruscello dalle acque cristalline e si dissetò. A un tratto udì un verso, un nitrito di un cavallo provenire verso nord. Argon incuriosito disse:
«Che cos'era?» Preso dalla curiosità il bambino corse dirigendosi verso la fonte di quel nitrito. Argon si fermò di colpo, col respiro trafelato dalla corsa incessante, Si appoggiò ad un tronco di un albero di ciliegio, allibito da quella scena che gli si parò davanti ai suoi occhi: un uomo dai capelli lunghi argentati; indossava un armatura completamente nera, impugnava una spada: contro un giovane uomo dai capelli neri; non riusciva a vederlo in viso, poiché l'uomo gli voltava le spalle.
L'uomo dai capelli argentati con un sorriso disse:
«È giunta la tua fine, Il nuovo Re sarò io. Ah! Dimenticavo.. Tornerò a prendermi tuo figlio». Con la spada gli sfilò la corona dal capo, L'uomo a terra era ferito impossibilitato a fuggire. L'uomo davanti a lui soghignando puntò la spada verso l'alto pronto a dargli il colpo di grazia, il giovane seduto a terra con gli occhi lucidi pensò:
«Ormai è giunta la mia fine. Iris, Argon, Alastor Addio». L'uomo stava per abbassare l'arma per infierire il fendente fatale diretto al cuore. Una voce gridò:
«Lascia stare quel signoreee! Brutto vecchio!»
Argon come un fulmine corse soccorrendo quel giovane, si mise davanti a lui con le braccia divaricate; fissava negli occhi l'uomo dai capelli argentati: che era di fronte a se ripose la spada. Il piccolo Argon disse:
«Se vorrai fargli del male, te la dovrai vedere con me!» L'uomo con un sorriso ironico disse:
«Quanto sei coraggioso piccolo. Da bravo vieni con me.» Argon con freddezza disse:
«Non verrò mai con te. Vattene viaa! Thytan accorri in mio aiuto.» Il bambino decise di evocare il suo guardiano Thytan.
Il guardiano apparve alle spalle del bambino. Argon disse:
«Vai Thytan attacca!!»Thytan agitò le braccia e provocò un turbine di vento: un tornado che avvolse l'uomo dai capelli argentati, che urtò violentemente contro un tronco di un albero, intontito dalla potenza del colpo subito. Diablos ovvero l'uomo dai capelli argentati disse:
«Che potenza, e bravo il piccolo!» Argon fissò Diablos negli occhi e con uno sguardo glaciale urlò:
«Adesso hai assaggiato il minimo della mia potenza! Ti consiglio di andartene via da qui e non tornare mai più!»Adirato nel vedere quel giovane uomo ferito a terra e che probabilmente era stato ferito gravemente da Diablos agitò lo sceltro magico e disse:
«Sparisciii!!» Preso dalla rabbia, Argon inconsciamente creò un vortice dimensionale che risuocchiò Diablos al suo interno rispedendolo nel suo Castello a Frozen Town.
Argon sorridendo disse:
«Ecco fatto, quel brutto vecchio e cattivo se ne è andato!» l'uomo ferito vicino a Argon era Travor suo padre. Argon gli si inginocchiò accanto e disse:
«Signore siete ferito in modo grave, non temete vi guariro!»E poggiò le sue manine sull'addome del giovane guarendo la grave ferita con: Healing. Travor restò sorpreso con gli occhi lucidi guardò Argon e disse:
«Piccolo, sei così coraggioso tesoro mio, ti voglio bene». Lo strinse a se, mentre con gli occhi lucidi guardava il bambino che lo guardava coi suoi occhioni azzurri, il piccolo era triste disse:
«Io mi chiamo Argon s-signore piacere. Ehm chi era quel vecchio cattivo?»Chiese curioso e con un tono di voce triste aggiunse:
«Perchè voleva uccidervi?»Vide la corona sul prato, la raccolse e con un sorriso disse:
«Questa è vostra signore?»mentre gliela poggiò
sul capo. Travor era immensamente felice di aver rivisto suo figlio. Lo aveva riconosciuto, era identico ad Alasor. Era impossibile non riconoscerlo. Accarezzandogli il viso disse:
«Piacere mio piccolo Argon, io sono il Re Travor e sono tuo.»stava per rivelargli di essere suo padre, purtroppo non finì di dire la frase poiché udirono le grida dei i genitori adottivi di Argon che preoccupati erano venuti a cercarlo gridavano:
«Argon tesoro dove sei?» Travor disse:
«Argon ti ringrazio infinitamente, ti voglio bene. Sei un piccolo eroe. In futuro diventerai un grande guerriero. Mi dispiace piccolo ma adesso devo andare. Vai dai tuoi genitori, sono preoccupati per te.»Argon abbassò tristemente lo sguardo e disse:
«Dovete andare? Non potete restare ancora?» Sussurrò con gli occhioni lucidi, Travor a malincuore gli disse:
«Mi dispiace tesoro, devo proprio andare. Ma un giorno ci rivedremo piccolo mio.» Abbracciandolo forte a sè. Argon pianse, asciugandosi le lacrime gli gettò le braccia al collo abbracciandolo disse:
«Ti voglio bene. Ci rivedremo un giorno vero? Promesso?»Travor gli scompigliò i capelli neri, sorridendo gli prese la manina e intrecciando il mignolo disse:
«Promesso piccolo. Ci rivedremo, tu promettimi di prenderti cura di te. Questo è un regalo da parte mia, per te. Conservalo con cura, allenati ad impugnarla.» Argon sorrise a malincuore, mentre vide Travor che sfilò dai fianchi il suo fodero con la sua spada, tendendola al figlio disse:
«Questa ti servirà molto in futuro. Ciao mio piccolo Argon.» Salì in groppa al destriero e si allontanò. Argon osservava la sagoma di Travor sparire dalla sua visuale, mentre sorreggeva la spada nel fodero tra le mani. Con un sorriso disse:
«Ciao, signor Travor arrivederci. Ci rivedremo un giorno.» E mentre era immerso in questi pensieri, udì le voci dei suoi genitori adottivi, che dissero:
«Eccoti qui! Finalmente ti abbiamo trovato, sei un biricchino eh? Dove ti eri cacciato? Tutto solo nel bosco tesoro è pericoloso, potevi incontrare i lupi.» accennarono ansiosi.
Argon sorrise e disse:
«Mamma, Papà state tranquilli, ehm ho incontrato un signore che era in difficoltà, un vecchio cattivo lo aveva ferito ed io sono intervenuto a difendere il signor Travor e ho scacciato via quell'uomo cattivo. Il signor Travor è una persona molto gentile, mi ha regalato questa!» Disse mostrando la spada con entusiasmo, sorrideva gioioso.
Suo padre lo prese per mano gli sfilò la spada dalle mani e disse:
«Tesoro questa adesso te la confisco. Non è adatta a te. Sei ancora troppo inesperto, un giorno ti insegnerò le regole fondamentali per diventare un ottimo spadaccino, così che potrai diventare un guerriero d'elitè. Su adesso andiamo a casa.» facendo l'occhiolino al piccolo Argon che felice prese per mano suo padre e sua madre e s'incamminarono ritornando a casa.
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