Levina si voltò indietro, aveva udito un fruscio alle sue spalle. Quando si voltò, non riuscì a trattenere l'emozione, per ciò che vide di fronte a lei la bara di cristallo era sparita, Argon era lì a poca distanza da lei, bagnato completamente dalla testa ai piedi. Levina appena lo vide lì di fronte a lei con emozione disse, «Argon? Amore sei tu? » il giovane sorrise e con dolcezza rispose, «Certo amore, sono io, Vieni qui tra le mie braccia? Ehm piove a dirotto». Con un piccolo gesto la prese delicatamente tra le braccia, Levina sentì il cuore battere forte, il suo amato  era lì accanto a lei. Il giovane con dolcezza le cinse la schiena con un braccio e con passione la baciò, Levina ricambiò il bacio, Argon le tese un fiore una violetta, la giovane sorpresa raccolse il fiore e con dolcezza tornò a baciarlo, si staccò dalle sue labbra rosee, sorrise e disse, «Amore mi sei mancato tantissimo». Il giovane le sorrise, e con dolcezza rispose, «Anche tu, amore mi sei mancata da impazzire, che gioia siamo di nuovo insieme. » La prese per mano e con voce sensuale sussurrò, «Ti amo» e tenendosi per mano avanzarono verso  l'entrata del castello.

Smise di piovere e Argon con dolcezza disse, «Guarda. Ha smesso di piovere, che bello. L'arcobaleno!» Mentre guardava estasiato quello stupendo arcobaleno nel cielo azzurro.