Alastor Hector e Levina continuavano l'ardua battaglia, Zalia, sembrava invincibile; i danni che subiva sembrava non accusarli. Con una risata sinistra disse «È giunta la vostra Fine!» Alastor, Levina, e Hector videro la donna che scagliò contro di loro la magia Dark Sfaera, una sfera oscura di grandi dimensioni; l'attacco magico non provocò alcun danno, poiché qualcuno aveva protetto i ragazzi con una barriera magica, che annullò l'attacco.

Levina era svenuta, esausta dalla dura battaglia. Poco dopo si risvegliò tra le braccia di un angelo, era il suo amato Argon, il giovane dalla schiena aveva delle candide ali bianche un’armatura dorata, era bellissimo.

Levina restò un attimo in silenzio, ammaliata dalla bellezza del giovane, restò a contemplarlo, Argon disse, «Ciao piccola, sono tornato visto?» Levina con gli occhi lucidi rispose, «Sei davvero tu? Argon io». Il giovane la sorreggeva tra le braccia, con una mano impugnava la spada, e con l'altra strinse a sè l'amata, la guardò sorrise e infine rispose «Certo che sono io, su adesso tranquilla. Lascia fare a me!» Disse il giovane in tono deciso.

Levina con dolcezza sfiorò il viso del suo amato, il quale con dolcezza la poggiò sul suolo arido, sfiorò il viso della giovane e disse, «Ti amo piccola». La baciò, Levina non ebbe nemmeno il tempo di ricambiare il bacio, che Argon si elevò in cielo e volò verso Alastor, e Hector che erano vicini alla morte. Argon con un grido di battaglia, «A noi due!» Eresse una barriera magica che protesse suo fratello e Hector in una cupola magica.

Alastor e Hector erano salvi. Videro Argon di fronte a loro e dalla gioia urlarono, «Argon! Sei tornato. Che gioia rivederti!»
Il ragazzo sorrise e con dolcezza disse, «Alastor, Hector amico, è bello rivedervi. Adesso lasciate che mi occupi di Zalia! voi riposate» e detto ciò  volò in alto, verso Zalia.
Alastor e Hector gridarono «Non puoi farcela da solo! È troppo forte».

Argon rise di gusto mentre con un battito di ali raggiunse il nemico, il ragazzo ebbe una mutazione: il suo aspetto era identico ma ciò che cambiò era l'armatura che indossava, e l'arma che impugnava saldamente nelle mani, uno stupendo arco e frecce sacre.