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4.5

La salute della loro amata Regina non era nei migliori. Ogni giorno mandava giù numerissime medicine per placare un po' i dolori.
Uscì dalla stanza per prendere un po' d'aria fresca, accompagnata dalla sua serva.
Quando si sedette nei giardini, la serve la coprì con un mantello di pelliccia.

«Grazie, Kwan.» si avvolse tra la morbida pelliccia mentre guardava un piccolo uccellino dal becco rosso  appoggiarsi delicatamente su uno dei ramoscelli dell'albero.
L'uccellino era così libero, poteva volare dove desiderava, Invece lei non poteva. A malapena riusciva a fare due passi, non scherziamo con il spiccare il volo.

«Non mi rimane più tanto tempo.» sussurrò non smettendo di guardare l'uccellino che mangiava le piccole bacche.

La serva, di nome Kwan, la sentì e si preoccupò per la regina, dopotutto l'aveva servita e seguita per anni. Anch'essa era invecchiata molto. La sua serva affidabile era una donna sui quarant'anni, dove aveva servito vari nobili e reali di questo bellissimo regno, difatti in questo palazzo era responsabile di ogni singolo servo.

«Non dite così, mia onorevole regina. Vedrete che andrà bene.» si avvicinò alla donna ormai non credete alla speranza.

Era bello vedere che qualcuno ci tenesse a lei, era ciò che credeva più importante. La morte era ormai una cosa da sottovalutare, tutto ciò che era di vera importanza era la sua famiglia. Continuerà a sorridere fine all'ultimo.

«Sai, Kwan. Non sono dopotutto così triste. Il Regno Jeon è una famiglia per me, se voi siete felici lo sono anch'io.» affermò pensando ai sorrisi del suo popolo.

La signora Kwan sorrise, ma era comunque pesantemente triste vedere la regina in questo stato di rinuncia, forzandosi di pensare solo al futuro Regno.

«Concordo con voi, regina. Il nostro Regno è stupendo, ma solo grazie a voi.» replicò.

«No, non è proprio così. È merito di mio figlio e di Lailla. Lei ha le qualità per diventare la nuova regina, perciò questo è il mio desiderio prima di lasciarvi.» affermò con grinta. Era fissata su Lailla, ma nessun'altra era abbastanza qualificata.

«La signorina Lailla?» chiese la serva.

«Ti devo chiedere un favore, Kwan.» si girò improvvisamente alla serva e le strinse le mani come se volesse supplicare un favore grossolano.

«D-ditemi, regina.» per poco non si spaventò per le azioni della sovrana.

«Ti prego di proteggere Rhee Lailla. Un giorno ci saranno tantissime persone che cercherà di farle del male, ma tu non permettere a NESSUNO che la ferisca! Perché LEI è la VOSTRA Regina Jeon e con sé ha la prossima generazione Jeon, ancora in grembo. Non devi farne una parola con nessuno. Devi proteggerla a costo di usare il mio cadavere rinsecchito per fare da scudo. Me lo prometti, Kwan?» si alzò d'impulso e strinse il vestito della serva. Era come fissata su questa cosa, non riusciva neanche a prendere sonno se non riusciva a garantire la sicurezza alla sua amatissima Lailla.

«Ve lo prometto, regina. Ma adesso la prego di sedersi e state calma, sennò vi sentirete nuovamente male.» la fece risedere, ricominciando a tossire.

«Grazie, Kwan.» sussurrò a malapena orecchiabile a cause della brutta tosse, ma nonostante ciò aveva sentito ugualmente.

«Vi ho seguita per anni, quindi sarò sempre dalla vostra parte. Se avete un ordine me lo dite senza esitare, io lo eseguirò.» primise la serva.

Finalmente le si formò un piccolo sorriso rassicurata, dopo aver sentito le parole della serva.

L'uccello, dopo aver finito di paparsi qualche bacca, lasciò il giardino, volando da una parte sconosciuta...chissà per quanto potrà continuare a volare; chissà quanti ostacoli; chissà se anch'esso ha una famiglia alla cui vuole proteggere.
Sperava di diventare quell'uccello e prendere il volo.

Giorni e giorni passavano come l'acqua che scorreva in un ruscello, a volte dolce a volte violento.
La pancia della giovane futura madre, Lailla, poteva sentire il suo piccolo seme prendere forma e ingradirsi. Ormai era grande quanto un nocciolo di pesca e la pancia era leggermente più grande, ma ancora non visibile, fortunatamente.

Era seduta sotto un gazebo vicino al laghettino delle papere, del palazzo, che canticchiava una canzoncina senza un brano sperando che il suo bambino lo sentisse. C'erano anche Jangmi e Taehyung per assicurare la sua sicurezza.

«Un giorno vedrai il mondo della mamma.» disse al suo bambino guardando la sua pancia con un sorriso da madre matura.

Il principe Jimin era lì che la stava guardando con un sorriso malinzioso. Ormai non era più in lui. Aveva in mente SOLO di distruggerli!
Nonostante avesse notato che c'era anche Taehyung a proteggerla, si era comunque avvicinato al gazebo.

«Da quanto tempo. Ti stai per caso nascondendo dal sottoscritto?» la voce pericolosa di Jimin le fece rabbrividire.

Taehyung si mise subito in guardia, mettendo la mano sulla fodera della sua spada.

«Cosa ci fate qui?» gli chiese con un espressione seria.

«So che quel giorno sono stato un po' pazzerello, ma ciò che provo per te è reale. Tu mi piaci veramente, Lailla.» affermò lui sorridendo come un pazzo.

«Ma non è altrettanto per me. Io amo solo vostro fratello, Jungkook.» rispose convinta e senza paura di rinfacciarglielo perché c'era comunque due persone vicini a lei.

Odiò subito la parola fratello.

«Ti avverto, Rhee Lailla. Non azzardarti a definirlo mio fratello! Io non ho un fratello.» la minacciò indicandola.

«Dovreste prendervi uno specchio e guardarvi. Non sono propriamente delle facce che dovrebbero fare un principe.» replicò.

Era cambiata. Prima era sempre scherzoa e in timore, adesso aveva più coraggio e serietà sul suo viso....era cresciuta.
Questo lo notò anche egli. Non gli dispiaceva, anzi pensava che si stesse facendo più interessante.

Si avvicinò più a lei a passo lento.

«Sei proprio interessante, Lailla! Mi piaci di più.» sorrisideva e rideva come un pazzoide uscito dal carcere.

Taehyung si mise davanti e volle fermarlo.

«Non un passo in più, principe Jimin. La nostra signorina non vuole visite.» fece uscire la spada a metà dalla fodera, sperando di non usarla veramente contro il principe.

«Smama, Taehyung. Tu sei solo un cane che segue Jungkook. Non Hai diritto di parlarmi! TOGLITI!» gli ringhiò contro volendo attaccarlo, ma sentì una lama fredda toccare sul suo collo.
Si girò e vide Jungkook puntargli la spada contro.
Rise divertito dalla piega che stava prendendo la situazione.

«Jungkook...» Lailla si alzò, avendo paura che prendesse una brutta piega tra i fratelli.
Non voleva che si facessero del male, neanche a Jimin. Voleva solo che Jimin se ne andasse senza fare scene.

«Ti avverto di stare lontano da mia moglie!» fu minaccioso.

Jimin non era affatto impaurito, anzi era invena di giocarci un po'.
Prese la lama della spada tra le dita, togliendolo dal collo, per girarsi e guardare il suo fratellino in faccia.

«Non è carino puntare la spada. Dopotutto sono maggiore di te e devi rispettarmi.» mise le braccia dietro la schiena.

Era un pazzo con eleganza.

«Quante cazzate! Togliti da qui, prima che ti amazzo.»

«Ma io volevo giocare un po' con al tua mogliettina. Sai, mi piace. Vorrei prenderla per me, come tu hai preso il mio trono.» continuò a sorridere maleficamente.

Jungkook non vide più nulla, sapeva solo che stava giocando con il fuoco.

«NON PERMETTERTI, JIMIN! SE LA TOCCHI, TI FACCIO A PEZZI!» gli puntò nuovamente la spada sul collo.

jimin, con la mano, strinse la lama affilata della spada e se la puntò sul suo collo stesso.

«ALLORA DAI! INFILZAOLO QUI!» lo minacciò con occhi di fuoco.

Jungkook in un momento non vedeva più nulla. Non aveva più ragione. Era pronto a infilzarlo veramente, ma fortunatamente la voce di Lailla lo fermò avvicinandosi ai due fratelli.

«No, Jungkook! Non farlo! Cadrai nella sua trappola.» con delicatezza gli mise giù la spada.

Guardò suo fratello maggiore in modo minaccioso.

«Lascialo stare, ti prego. Ascoltami....andiamo via.» strinse la mano del suo amato e lo portò via da lì seguiti da Jangmi e Taehyung.

Jimin restò fermo, guardandoli sparire dalla sua vista.

«Un giorno sarà mio il Regno! E anche Lailla sarà mio!»

Lailla portò Jungkook da un'altra parte per non farli più incontrare.

«Ferma, Lailla.» si fermò ai passi della sua amata.

«Sei per caso impazzito??? Se lo uccidi finiresti nei guai! Non sei un assassino, sei un principe! Senza di te, che ne sarà di me?» gli occhi neri divennero lucidi.

Vederla così preoccupata per lui, lo rendeva un uomo debole. Un uomo forte non doveva fare preoccupare la propria moglie.

D'impulso, la abbracciò chiedendo perdono.

«Ti chiedo scusa. Non accadrà più.»

«Sei uno stupido! Stai per diventare padre e sei ancora uno scemo!» non riuscì più a contenersi, pianse bagnando i vestiti di Jungkook.

«Scusami....» continuò a chiedere scusa, perché sapeva che si stava solo preoccupando per lui e per il loro futuro.

Taehyung e Jangmi si nascosero per non disturbarli. Era dolce la scena.

«È bello vederli così affiatati.» commentò Jangmi sorridendo a Taehyung.

«Come noi, infondo.»

«Sì....» arrossì lei.

Si guardarono a vicenda e sorrisero.

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