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Una donna interessante

"Sono stato aiutato tantissimo, da solo non ce l'avrei mai fatta" Ricordare quelle settimane di incessante lavoro, di caos e baldoria lo rendeva sempre grato e felice. 

"Chi sarebbe in grado di farcela da solo?" Constatò Agnes. Del resto lei stessa era lì in quel momento proprio per quel motivo. Da sola non sarebbe sopravvissuta in quel mondo e la sua famiglia avrebbe ben presto perso ogni cosa. Marcus era davvero affascinato dalla ragazza e dalle sue doti intuitive, si capiva benissimo avesse un suo personale pensiero su ogni tipo di argomento, anche se apparentemente cercava di celarlo dietro una certa arroganza femminile. Non aveva mai discorso con una ragazza di tale lignaggio senza annoiarsi a morte. Si chiese se semplicemente le donne non avessero deciso di celare i loro veri sentimenti e pensieri per non essere accusate di stregoneria e messe al rogo. Spesso Adélaïde gli aveva parlato dei sentimenti femminili, di quanto quell'epoca impedisse loro di ragionare o comportarsi come meglio credevano. -È un mondo di uomini, figlio- gli diceva. In quel momento si rese conto del reale significato di quelle parole.

"Nessuno, credo" Convenne, dopo lungo tempo. 

"Mia madre mi ha parlato lungamente di voi e della vostra storia, ma mi piacerebbe sentirla da voi. Del resto, come abbiamo già detto, spesso l'originale discosta totalmente da quello che si racconta" Ancora una volta Marcus rimase spiazzato, sempre più convinto che quella ragazza non riuscisse davvero a essere la signora fredda e composta che voleva dare a vedere. Solo la sua postura rigida in quel momento celava ciò che davvero era.

"Mio signore, la cercano in sala" Si accorsero di Layla solo quando ella parlò. Entrambi si voltarono a guardarla e la serva istintivamente chinò il capo dinanzi alla regalità di quella ragazza tanto bella, che Marcus aveva palesemente scelto. Nella sua testa i pensieri vorticavano freneticamente e si rese conto di quanto abisso ci fosse tra lei e la ragazza che la guardava con un sopracciglio alzato. 

"Hai appena interrotto una conversazione, ne sei consapevole?" Layla si irritò per le parole, ma maggiormente per il tono astioso usato dalla nobile. Alzò il capo per ribattere ma prima di proferire parola Marcus, conoscendo la sua indole, la interruppe. 

"Scusatemi, ne parleremo in un secondo momento, per ora torniamo dagli ospiti, vi sarà tempo per ogni cosa" Cercò di rassicurare Agnes senza però concedere a Layla tempo e modo per mandare tutto allo scatafascio. La nobile seguì il signore di Zanon e insieme tornarono alla festa, lasciando Layla furente e sola nel giardino deserto a contemplare le candele che ella stessa aveva scelto, osservando la luce di esse diventare fioca e storcersi a causa delle lacrime che le riempirono gli occhi. 

                                                                                             *

"State bene, mio signore?" Ad Agnes parve cambiato qualcosa, la loro bolla era stata bruscamente fatta esplodere da quella serva. Sentiva la freddezza di Marcus, come se adesso fosse molto lontano da lei, benché fisicamente le fosse a un palmo di mano. L'uomo d'altro canto era dispiaciuto per Layla, di sicuro vederlo appartato con un altra donna non le aveva di certo fatto piacere.

"Sto bene, non crucciatevi per me" Subito dopo si congedò da lei, tornando sui suoi passi. Per quanto provasse a stare lontano da Layla, l'idea di averla ferita non gli aggradava affatto. 

La trovò seduta sull'erba, intenta a strappare dei fili dal terreno. La chiamò ed ella, prima di voltarsi, si asciugò le lacrime che le inondavano il volto. Si sentì stupida a piangere per lui, ma del resto i sentimenti che provava per il suo signore erano forti e profondi, anche volendo non sarebbe riuscita a placare ciò che in quel momento sentiva. 

Cercò di rialzarsi, ma Marcus le mise una mano sul capo, impedendole di farlo. Le si sedette accanto, incurante dei vestiti che avrebbero potuto macchiarsi con il terreno. Le carezzò una guancia e Layla si appoggiò alla sua spalla, desiderosa di avere un contatto con lui. 

"Non devi piangere per me" Le fece notare, intuendo dai suoi occhi rossi che avesse versato innumerevoli lacrime. 

"Io sono innamorata di te" Disse semplicemente, perché in quel momento i giri di parole non facevano affatto per lei. 

"Non devi, Layla!" Proruppe lui, staccandosela di dosso. Era seccato da quella situazione, non voleva ferirla ma non poteva nemmeno amarla, non come ella desiderava.

"Forse tu riesci a starmi lontano, a non farti ferire. Del resto tu non provi ciò che provo io, ma io ti amo di un amore che non proverò mai più" Dentro di lei era molto sicura, benché del mondo conoscesse davvero troppo poco. Marcus le sorrise, dicendole che era troppo lapidaria, che un giorno avrebbe trovato un uomo da amare molto più di lui, ma ella non gli credeva affatto. 

"Hai sono quindici anni, non sai di cosa parli" Disse alla fine lui, spazientito. Quella ragazza era davvero molto testarda. 

"Lo so, mi fai pesare la mia età ogni giorno, ma so anche che di Marcus ve ne è uno solo" Concluse, finalmente alzandosi dal terreno. Si pulì le gonne logore e cercò di apparire più forte di quanto non si sentisse in realtà. Lo guardò, ancora seduto sull'erba, frenando l'impulso di passare le sue dita tra i capelli dell'uomo che disperatamente amava. Marcus dal canto suo, avrebbe tanto voluto prenderla tra le braccia e rassicurarla, ma si rese conto che era lui il motivo del suo tormento, per cui desistette. 

"Se solo potessi amarti" Confessò poi Marcus, in un sussurrò che però Layla sentì benissimo. L'uomo si rialzò a sua volta dal terreno e le prese le gote tra i palmi. Layla fraintese la sua frase e si arrabbiò. "Non puoi amare una serva" Gli disse, con sorriso amareggiato. Marcus si crucciò, non era quello che intendeva. Vederla come una bambina frenava gran parte dei suoi istinti, ma c'era altro. Altro che non avrebbe mai potuto confessarle, il suo segreto, serbato con tanta cura, sarebbe venuto a galla se si fosse concesso a lei. Non poteva permettere che un sentimento nascente potesse distruggere il sacrificio di sua madre. Così approfittò del fraintendimento per mettere fine a quella follia.

"Mi spiace" Infatti confermò. Layla restò per un momento in silenzio, non sapendo bene cosa dire. Il suo era un timore, ma in fondo non credeva che Marcus fosse tanto superficiale. Forse non lo conosceva bene come invece credeva. Si torse le dita nervosamente, mentre a Marcus pesava enormemente la bugia che le stava raccontando. Deglutì a vuoto, conscio del fatto che la stava perdendo per sempre, ma non poté fare altrimenti. Su Zanon incombeva una minaccia troppo grande ed era suo dovere fare il necessario per impedire all'oscurità di ritornare. Layla improvvisamente si sporse verso di lui e gli sfiorò le labbra con le proprie, in un casto baciò che però spiazzò totalmente Marcus, che non si aspettava un ardore tale. Le mani di lui tremarono impercettibilmente, ma per il resto rimase totalmente immobile. Cercò di convincere se stesso che lo stesse facendo per lei, per non far soffrire il suo cuore che mai avrebbe potuto amare. Trovò la forza di spingerla via, aggrappandosi alle sue esili spalle. La ragazza annuì e intuendo di non avere alcuna possibilità si allontanò da lui. 

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