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Marcus.

Quando Marcus varcò la soglia della sua immensa fortezza rabbrividì: da anni più nessuno si avvicinava a quel luogo.

Dopo la dipartita della regina Isabella, tutti i possedimenti della donna ottenuti dal gioco d'azzardo erano stati lasciati agli stessi guardiani, dato che la corona li considerava possedimenti illeciti e disdicevoli.
Il giovane scrutò la sua enorme dimora, lasciatagli in eredità da suo padre adottivo, ormai passato a miglior vita.
Sapeva tutto di quel luogo, della sua storia.
Sua madre durante i loro lunghi viaggi, parlava continuamente delle sue avventure alla fortezza, omettendo di sicuro qualcosa di estremamente importante, perché talvolta Marcus la vedeva rabbuiarsi.
Così la storia di Adélaïde si fondeva con la propria, il cuore, gli occhi, la coscienza di sua madre erano come la sua.
Avrebbe riportato Zanon a come la ricordava lei, ricostruendo i sogni di suo padre; grandi progetti attendevano quel cumulo di mattoni ed erbacce.
La sua vita l'aveva passata come spettatore di vite altrui, sempre in viaggio, come un nomade.
Si era mescolato ad altre culture, osservando più volti di quanti ne riuscisse a ricordare, ma adesso era solo in cerca di radici solide sulla quale restare aggrappato, affogando nei ricordi di una vita che avrebbe ricostruito pezzo dopo pezzo.

*

Passò gran parte del suo tempo a cercare qualcuno che l'aiutasse, ormai il villaggio si era spostato, non avendo più la fortezza come fulcro e protezione.
Tutto quello che gli rimaneva era quella grande fortezza vuota, il villaggio più vicino a più di mezzodì di cavalcata e la voglia di urlare per la frustrazione a mille.
Ma la determinazione del ragazzo gli impedì di lasciar perdere.

Una volta arrivato al villaggio, si rese conto di non conoscere gran parte dei paesani, era sicuro che fossero gli stessi abitanti di Zanon di un tempo, ma la memoria poteva giocare brutti scherzi.
Quando cominciò a raccontare in giro chi fosse si ritrovò a scontrarsi con molti scettici, in quel villaggio fatto pressoché di capanne e poco altro.
Molti risero quando il giovane si presentò per quello che era: il figlio di Adélaïde e Alexander di Zanon, alcuni nemmeno sapevano che quest'ultimo avesse avuto un figlio.

"Signore, fermatevi per favore!"
Marcus si voltò, il viso crucciato e stanco di chi cerca una soluzione senza riuscire a trovarla.
"Non potete essere altri che Marcus, il volto è quello di Alexander!"
Una donna gli venne incontro, portandosi una mano alla bocca per frenare l'emozione.
"Chi siete voi, buona donna?"
In fondo era curioso, quel viso gli ricordava qualcuno, ma non riusciva a darle un nome.
"Bernice! Ma come, mi avete dimenticata? Eravate un discolo da piccolo!"
Marcus la guardò meglio e attraverso le rughe intravide il volto di Bernice.
La donna gli prese le mani e se le portò al viso, il ragazzo con i polpastrelli tese la sua pelle e rivide la ragazza di un tempo.
"Mi ricordo di te!"
Fu un emozione nuova, era la prima parvenza di famiglia che vedeva da tanto tempo, ormai.
Si strinsero in un forte abbraccio, intanto che la donna cominciava a piangere, preda dell'emozione.
"Lo stesso viso, solo gli occhi, quelli sono di tua madre... Non li dimenticherò mai!"
-La dolce Bernice- pensò lui, per niente turbato dal tono confidenziale della donna, ma anzi, profondamente grato.

"Forza, seguimi."
Lo prese per un gomito, senza nemmeno aspettare una risposta dal ragazzo.
Si portò al centro del piccolo villaggio, davanti a una fontana circolare che zampillava acqua. Al centro di esso una statua con il vessillo di Zanon.
"Lui è chi dice di essere! So che sembra assurdo ma voi dovete ascoltarmi, guardatelo! Nessuno di noi ha dimenticato i signori di queste terre, abbiamo quantomeno il dovere di ascoltare questo ragazzo."
Molti credettero alle parole di Bernice più di quanto avessero fatto con quelle di Marcus.
Alcuni però, decidettero di allontanarsi, troppo scettici o troppo feriti dal passato, provocando mormorii e diffidenza.
A Bernice si strinse il cuore quando, guardando Marcus di sottecchi, lo vide amareggiato.
"Non preoccuparti ragazzo, non siamo tutti uguali, si ricrederanno."
Non erano rimasti molti paesani, così, quando Marcus espose le sue idee in merito alla fortezza decise di assumerli tutti.
La maggior parte era entusiasta che un proprietario terriero, probabilmente molto ricco, offrisse loro un lavoro.
Marcus espose le sue idee con passione e Bernice rivide in lui lo stesso coraggio di Adélaïde.
Era solo un bambino quando aveva scelto di seguirla e ora era tornato, fattosi uomo.
Nel fisico e nei modi poteva anche somigliare ad Alexander, ma l'anima di quel ragazzo era la stessa di sua madre.

*

Quella sera Bernice lo invitò a cenare nella sua capanna, anche perché non le piaceva l'idea che Marcus passasse la serata da solo, in quell'enorme fortezza pericolante e vuota.
Il ragazzo accettò l'invito della sua vecchia balia, promettendo a se stesso che si sarebbe sdebitato con Bernice, per tutto l'aiuto che gli stava offrendo.

Benché modesta, la dimora della donna era pulita e dignitosa, aveva perfino una porta in legno a dispetto delle altre capanne del villaggio.
Appena entrato notò che era quasi tutto concentrato in una sola stanza.
Un tavolo di legno al centro, di fronte al quale vi era la cucina improvvisata.
Alla sinistra un giaciglio e poco altro, qualche sedia e un baule in legno.
Notò che vi era un altra stanza, poco dopo il giaciglio e si chiese dove portasse.
Il marito di Bernice arrivò poco dopo di loro, era un uomo gentile, pacato e una volta conosciuta la sua storia si offrì di aiutarlo nei lavori di restauro della fortezza.
In un certo senso gli ricordava il padre che l'aveva cresciuto: Enrique.
Lo udì lamentarsi per il ritardo di una certa Layla, così intuì che stesse parlando di sua figlia.
Non l'aveva mai conosciuta, perché lui e sua madre erano partiti prima che Bernice la mettesse al mondo, la ragazza avrebbe avuto quattordici anni, dunque.

Dopo la cena modesta, della quale Bernice si scusò più volte, Marcus si apprestò ad andarsene, ma la donna glielo impedì con modi bruschi, asserendo che la fortezza era in rovina e non l'avrebbe lasciato andare in quel posto fino a quando non fosse tornato sicuro come un tempo.
Marcus era impressionato da lei, era da tanto tempo che qualcuno non si preoccupava per la sua incolumità.
Scacciò i brutti pensieri e decise di accettare, con ancora la mano sull'ingresso della capanna.
Improvvisamente fu colpito da qualcosa e nel voltarsi una ragazzina gli finii tra le braccia.
Bernice divenne rossa dalla vergogna, intanto che Marcus guardava il piccolo uragano biondo che stringeva al petto: profumava di frutti di bosco e aveva i capelli bagnati di sudore; dai palpiti frenetici del suo cuore capì che aveva corso molto velocemente.

"Quante altre volte dovrò dirti di comportarti come si deve?"
Irruppe Bernice.
Come se fossero tornati alla realtà, i due ragazzi si staccarono velocissimamente.
Subito dopo Bernice mollò un ceffone a sua figlia, che non proferì parola, così come lo stesso Marcus, ammutoliti dal gesto della donna.
Il ragazzo osservò la guancia di Layla imporporarsi e subito dopo la giovane scappò via, nella sola altra stanza di quel capanno, con la mano sul viso arrossato.
"Non credi di essere stata troppo dura?"
Domandò Marcus.
"Tu non la conosci ragazzo mio, per questo parli così." rispose sorridendo.
"Voglio anche lei a Zanon."
Affermò, cogliendo Bernice di sorpresa.
Alla donna parve di sentire la voce imperiosa di Alexander, quel giovane uomo gli somigliava più di quello che sembrava; avrebbe dovuto avere gli occhi aperti, con Layla nei dintorni Marcus avrebbe avuto filo da torcere.

*

Con il nuovo giorno Marcus assegnò a ognuno dei paesani coinvolti nei lavori di restauro un ruolo ben preciso.
Per fortuna suo padre aveva provveduto a lasciargli del denaro, con la quale il ragazzo avrebbe ripagato i paesani e i nuovi materiali per la fortezza.
Il figlio del fattore avrebbe condotto il lavoro del retro della tenuta, occupandosi dei giardini e delle stalle.
Alle donne era stato affidato il compito di pulire e riordinare le cucine e perché no, dare qualche strigliata agli uomini durante i lavori. Il resto degli uomini erano sparsi tra l'entrata e i relativi lavori al terreno e all'ingresso e dentro la fortezza con Marcus, che si occupava della manodopera interna.

Il giovane uomo era molto entusiasta e aiutava attivamente tutti quelli che ne avessero bisogno, oltre a svolgere le sue mansioni.
Si avvicinò molto a una persona in particolare, lavorandoci anche a stretto contatto.
Costui era Florence: un ragazzo poco più giovane di lui.
La prima volta l'aveva visto in piazza e ora lo aiutava a trasportare i detriti da un lato all'altro della fortezza.
Durante le giornate trascorse insieme Marcus aveva cominciato ad apprezzare molto la compagnia del giovane, sempre sorridente e con una parlantina non indifferente.
Gli aveva raccontato che era innamorato di una certa Modiva ma che lei non voleva assecondarlo nel suo corteggiamento. Da quello che Marcus aveva intuito dalle parole dell'amico, la sua giovane innamorata doveva avere un bel caratterino.









note:

Lo so, sono una brutta persona, sono anni che mi chiedete un sequel, ma con il tempo, malgrado le innumerevoli idee, ho accantonato la cosa. Dopo otto anni e una testa diversa ho deciso che in fondo questa storia meritava una seconda possibilità. 

Che ne pensate di questo primo capitolo e cosa credete accadrà? Sono curiosa delle vostre opinioni, chissà che non mi convinciate a non ammazzarli tutti (S c h e r z o) ((forse)) ✨

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