La festa, parte seconda.
Ancora qui, ancora tu. Di nuovo insieme, eppure così distanti.
Sarà davvero impossibile trovare un punto d'incontro?
Sebastian varcò la soglia della grande sala. Guardandosi intorno si rese immediatamente conto del tocco femminile usato per gli allestimenti, l'estrema cura e quel profumo di cera e fiori che gli perforava l'olfatto. Storse il naso contrariato per quell'evento di rammolliti, suo padre non sarebbe mai caduto così in basso. Il fatto che suo fratello avesse dato adito a delle donne di occuparsi di preparativi tanto importanti per il suo ritorno in società denotava anche uno scarso carattere e pugno di ferro, dal suo punto di vista.
*
Agnes Corbin partecipò di malavoglia all'evento di quel signore dimenticato dagli Dei. Dopo giorni di viaggio aveva aspettative parecchio alte, che la delusero nel momento in cui varcò il grande ingresso di Zanon. Lo stile spartano e privo di gusto estetico le fecero storcere il naso prontamente, benché sua madre dopo la vedovanza fosse caduta in disgrazia Agnes non aveva intenzione di vendersi al primo rozzo di confine. L'aveva precisato più volte a sua madre, ma ella era una donna estremamente dura di comprendonio e fortemente viziata, come Agnes, del resto. Purtroppo la ragazza essendo cresciuta nella bambagia non era capace di rendersi conto di altre realtà che funzionavano ugualmente bene anche senza tutto lo sfarzo cui lei era abituata da sempre. Vagò per la sala, contrariata dal fatto che il padrone di casa non aveva porto i suoi saluti immediatamente. Cercò con lo sguardo qualcuno che vagamente somigliasse alla descrizione che le era stata fornita da sua madre durante il viaggio, ma essendo state solo dicerie avrebbe dovuto aguzzare la vista per scovare il misterioso padrone del castello.
Notò un uomo prestante che sembrava avere la stessa età del signore che stava cercando. Capelli folti e scuri e pelle ambrata, la somiglianza con Alexander di Zanon era evidente. Stava discorrendo con il conte rosso, chiamato così per la sua nota capacità di dissanguare i suoi nemici e farli perire. Ormai anziano, restava comunque un bell'uomo, notò Agnes.
"...ed è noto a tutti il valore di Zanon e di come nei suoi anni d'oro vostro padre abbia regnato indisturbato, in queste terre" La ragazza sorrise, ascoltando parte della loro conversazione. Il conte sembrava avere una buona parlantina e il signore di Zanon appariva divertito dai suoi racconti. I loro sguardi si incrociarono e Agnes notò che l'uomo era interessato, così il più era fatto. Probabilmente le sarebbe bastato sbattere un po' le palpebre e adularlo un po' per farlo cadere ai suoi piedi. Si congratulò mentalmente con sua madre, che una volta tanto aveva scelto qualcuno che non fosse in procinto di tirare le cuoia. Benché Agnes fosse una ragazza molto viziata, possedeva comunque un suo pensiero e una cultura generale molto vasta, cosa che a gran parte delle signore non era concesso, né apprezzato. Ella si conformava semplicemente alla società, sapendo perfettamente cosa apprezzassero e cosa invece non avevano intenzione di vedere in una signorina per bene.
"Buonasera signori, stavo cercando il padrone del castello, da quello che mi hanno detto dovreste essere voi. Vado errata?" Marcus scrutò la ragazza da capo a piedi, non doveva avere più di diciannove anni. I suoi occhi verdi erano fissi su di lui, notò con un certo interesse. Era fasciata in un abito rosso che risaltava il colore dei suoi capelli di un marrone molto chiaro, un seno florido sbocciava al di sotto dell'ampio scollo del suo vestito.
"Sì, sono io. Il mio nome è Marcus Delacrois in Zanon, è un onore fare la sua conoscenza... signorina?" L'uomo, benché avesse passato tanti anni in viaggio, non aveva certo dimenticato le buone maniere che suo padre Enrique gli aveva impartito con tanta dedizione e pazienza.
"Mi chiamo Agnes, Agnes Corbin mio signore" Alzò il dorso della mano guantata a Marcus, che prontamente la sfiorò in un bacio. La giovane donna porse il dorso anche al conte, per pura cortesia e niente altro, senza però distogliere lo sguardo dal suo interesse principale.
Il conte decise di congedarsi, avendo adocchiato un buffet piuttosto fornito di leccornie.
"Mi scuso per non avervi notata all'ingresso, purtroppo per me il conte possiede una parlantina piuttosto forbita!" Agnes sorrise, dimenticando immediatamente il rancore che gli aveva riservato quando era arrivata e non era stata ricevuta a dovere.
La invitò a seguirlo e senza farselo ripetere due volte, lo prese sottobraccio e si incamminò con lui ovunque avesse deciso di condurla. Si appartarono nei giardini della fortezza, Marcus era sinceramente interessato a lei, benché avesse intuito essere la figlia di quella donna tanto scostumata che tempo addietro gli aveva mandato una lettera. La donna da cui era partito tutto quell'assurdo festeggiamento.
Tutto intorno a loro erano disposte candele che Layla aveva personalmente invogliato a utilizzare, erano così numerose che apparvero immersi nelle lucciole. Si sedettero su una panca di pietra posta al lato del giardino. Agnes si accomodò, alzando il viso verso il cielo notturno di fine estate, quel posto dopotutto aveva qualcosa di affascinante, sembrava un luogo in cui il tempo pareva rallentare.
"Sapete, vostra madre è parecchio invadente" Proruppe Marcus, facendo scoppiare Agnes in una fragorosa risata. Benché fosse stato indelicato aveva semplicemente detto la verità, la ragazza ne era più che consapevole. Sua madre del resto, aveva organizzato tutta quella farsa solo per maritarla.
"Oh, mio signore, non avete la minima idea di quanto. Un giorno le confessai di amare la lettura più del ricamo e volle sapere di ogni singolo volume che avevo letto fino a quel momento, in pratica leggo solamente volumi approvati da lei" Sorrise, ma in fondo l'aneddoto non era così divertente come voleva farlo apparire. Del resto una donna non ha mai molta scelta, sua madre glielo ricordava di continuo. Marcus notò il cipiglio della ragazza e se ne rammaricò, benché nel loro mondo le cose funzionavano in quel modo, lui aveva conosciuto una realtà molto diversa con sua madre. Si chiese se Agnes avesse apprezzato anche quel modo di vedere il mondo o se fosse semplicemente una ragazza come tante altre. Il suo istinto però gli urlava di scoprirlo.
"Vi confesso che credevo foste un rozzo omuncolo di campagna senza nessun altro desiderio all'infuori del denaro e delle belle donne, ma mi avete portata qui, e appare tutto così diverso in questo luogo" Si lasciò accarezzare il viso dal vento fresco della notte, ai capelli che si stavano scompigliando avrebbe pensato quando il tempo sarebbe tornato a girare, in quel momento si sentiva solamente in pace.
"Le dicerie sul mio conto sono solo quello: dicerie. Del resto ognuno di noi porta una targa, un nome, qualcosa che ci identifica con il mondo, ma quasi mai con noi stessi" Agnes volse il capo e scorse una nota di tristezza negli occhi del signore di Zanon. Sì, era decisamente diverso dal tipo di uomini cui era solita frequentare.
"Gli uomini, in questi tempi funesti, hanno visto tutto ma non conoscono più il valore di niente" Agnes si pentì immediatamente delle sue parole. Troppo argute per una donna, avrebbe di sicuro offeso Marcus! Ma il ragazzo sorrise e annuì, ennesima prova per la ragazza, che il signore di quelle terre era un diamante perso nello sterco.
"Avete fatto un lavoro eccezionale con questa fortezza, è davvero affascinante" Cercò di cambiare argomento perché il suo obiettivo era un altro. Se fosse stata libera di scegliere avrebbe tolto il corpetto che da sotto il vestito le schiacciava le costole e si sarebbe seduta sull'erba fresca che in quel momento le solleticava le caviglie. Avrebbe invitato Marcus a fare lo stesso, magari rubando qualcosa dal buffet per continuare a parlare dei loro interessi personali. Ma lei era Agnes Corbin, l'ultima speranza della sua famiglia caduta in rovina. E d'altronde, se anche la sua famiglia fosse stata la più ricca di Francia, non avrebbe mai potuto dare quella parte di se stessa in pasto a un uomo, per quanto affascinante fosse.
note:
Salve a tutti lettori,
in questo capitolo ho deciso di introdurre un personaggio MOLTO particolare: Agnes. Ho cercato di immedesimarmi il più possibile nel cuore di una ragazza di diciannove anni che vive in un epoca come quella. Dopo aver descritto la ribelle Adélaïde e il terremoto Layla mi sono chiesta cosa pensasse DAVVERO una donna dell'epoca. Siamo poi così diversi da loro? In fondo quel mondo era dettato da leggi diverse, ma gli esseri umani erano i medesimi. Erano davvero TUTTE felici del loro status, o più probabilmente erano solo menti acute senza voce? Agnes credo sia la via di mezzo tra una donna del passato e una dei nostri tempi, una specie di esperimento personale per entrare nella mente di tante donne, per dare voce a ognuna di loro, in qualche modo.
Voi che dite?
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