La festa, parte prima.
"Credo che dovresti farlo" Propose Bernice quella sera stessa, alla capanna, dopo che Marcus era corso da lei per chiederle consiglio. Il loro rapporto ormai era tornato quello di un tempo, l'uomo si fidava totalmente del suo giudizio e si affidava a lei quasi per tutto. Era più una consigliera che una domestica. La donna era estremamente fiera di lui, dell'uomo che Adélaïde aveva cresciuto e avrebbe fatto di tutto per indirizzarlo verso la via migliore per il suo successo. Marcus le domandò per quale motivo avrebbe dovuto organizzare un festeggiamento in grande stile per il suo ritorno in società e la risposta di Bernice lo sorprese.
"In principio perché tua madre adorava le feste e sono sicura che farebbe bene a tutti, soprattutto a te lasciare le redini e provare a rilassarti una volta tanto. Potresti invitare anche tuo fratello, credo che nonostante tutto riuscirete a trovare un accordo tra voi, siete la sola famiglia rimasta a entrambi" Marcus ci rifletté seriamente. Invitare Sebastian poteva rivelarsi utile anche a capire le sue intenzioni. Guardandolo tra i signorotti dell'alta società avrebbe intuito a quali mire suo fratello stesse aspirando. Non riusciva a fidarsi totalmente di lui, anche perché aveva letto nei suoi occhi una certa ira, ed era intuibile il fatto che potesse vendicarsi per i torti subiti in passato, benché tutte le persone che avevano fatto del male alla sua famiglia erano ormai passate a miglior vita.
"Sapevo che sarebbe stata una buona idea venire a farti visita" Ringraziò la donna, che ormai considerava come una seconda madre, le diede un bacio tra i capelli e tornò alla fortezza.
*
Avviò i preparativi qualche giorno dopo, avendo ricevuto vari riscontri positivi nelle varie risposte agli inviti che aveva spedito per tutta la comarca. Bernice si era rivelata una grande fonte d'aiuto, sia nei preparativi che nella scelta dei nobili da invitare, avendo già fatto pratica in passato, con sua madre.
Florence venne istruito per supervisionare i camerieri e le cuoche, Modiva si occupò dei giardini, tutti sembravano entusiasti di essere visti dopo tanti anni di abbandono e lavorarono di buona leva per diversi giorni purché tutto fosse perfetto e in linea con un nobile d'alto rango.
Marcus sapeva che sarebbe incappato anche in qualche nobile restio alla sua posizione, trovandosi figlio di uno schiavo e padrone di una fortezza ottenuta dalla regina grazie al gioco d'azzardo ma non se ne curò più di tanto, del resto difficilmente qualcuno avrebbe avuto l'ardire di contraddirlo in casa sua.
Osservò Bernice dare ordini a destra e sinistra e sorrise compiaciuto. Quella donna era in grado di intimorire anche gli uomini di quel paese.
"Sei un ottima despota" Le confessò, avvicinandola. La donna sorrise, sicura di sé, era chiaro come l'acqua che quello era il suo ambiente preferito.
"Devono essere tenuti al lazzo, altrimenti se la faranno addosso come neonati per la paura" Marcus scoppiò a ridere e l'abbracciò, adorava profondamente quella donna all'apparenza tanto dolce ma con un animo tanto fiero. La vide crucciarsi e seguì il suo sguardo, notando Modiva che stava decidamente eccedendo con l'acqua per annaffiare le rose.
"Scusami un attimo" Si congedò la donna. Marcus fece dei segni alle sue spalle, per avvisare Modiva dell'imminente pericolo ma ella non intuì, alzando piuttosto la mano in segno di saluto.
Si posò il palmo sul viso pur di non vedere quella scena e scappò via ridendo, che strigliata attendeva a quell'ingenua!
Continuò il suo giro di perlustrazione, scrutando Layla in lontananza, che smontava i drappeggi. Era sola nella camera e nessuno poté aiutarla, così Marcus le si avvicinò per evitare che quella ragazza radesse al suolo ogni cosa con la sua sbadataggine. Layla nel frattempo cercava di strattonare la spessa tenda color senape ma era troppo minuta e il tendaggio troppo pesante. All'ennesimo strattone però, la stoffa cedette strappandosi, aggrovigliandola completamente in essa. Marcus la raggiunse ridendo apertamente. Si introdusse al di sotto dello spesso strato di stoffa senza smettere di ridere.
"Sfacciato! Cosa avete da sghignazzare?" Gridò, in preda a una crisi isterica. Non bastava quel maledetto drappeggio, ci mancava solo lui! Marcus non era in grado di vederla, lo spesso strato di stoffa impediva di molto la visuale, così tastò finché non toccò qualcosa che gli sembrò un orecchio. Layla prontamente gli scacciò la mano con un buffetto sul dorso.
Marcus seguì l'istinto, guidando le sue mani sul viso di lei, i loro respiri si confusero, in quel momento erano a un palmo l'uno dall'altra. A quel punto il raziocinio di Layla rasentò lo zero e a sua volta alzò le mani verso di lui, toccandogli la mascella con le punte delle dita affusolate. Fece scivolare le dita fino alle labbra di lui, che trovò sorprendentemente morbide sotto i polpastrelli: Notò che anche al buio lui stesse sorridendo. Gli diede un pizzicotto sulla guancia, poi l'uomo le serrò i polsi. L'attirò più vicina, inalando il suo profumo. Non resistette, malgrado quello che le aveva detto e malgrado il tutto fosse iniziato come uno sfottò. Le sua labbra carnose sfiorarono quelle di lei, assaporandone la consistenza. Sotto quel grande drappeggio anche i suoi esterni risultavano ovattati, tanto che Marcus riuscì a sentire perfino il battito frenetico del cuore di Layla. La ragazza sgusciò via da quel bacio e dal tendaggio, cercando di riprendere il fiato che aveva perso in quel groviglio di stoffa ed emozioni.
Solo più tardi, in camera sua, Marcus si rese conto della gravità del suo gesto avventato. Layla era stata molto più matura di lui, riuscendo a sfuggire a una situazione estremamente scomoda per entrambi.
*
La tensione in sala era palpabile. Marcus attendeva i suoi ospiti, vestito di tutto punto e con le mani sudaticce per il nervoso intrecciate dietro la schiena. Si torceva le dita di continuo, aggiustandosi di tanto in tanto una ciocca di capelli che non voleva saperne di stare al suo posto e gli ricadeva incessantemente sugli occhi. Bernice gli si affiancò, notando il suo estremo nervosismo.
"Tesoro, calmati, abbiamo tutto pronto, stai trasmettendo il tuo turbamento a tutti noi" Gli sussurrò, toccandogli una spalla per rassicurarlo, stando comunque attenta a non stropicciare i suoi abiti con quelle sua mani da serva. Anche se Marcus era come un figlio per lei, non avrebbe mai dimenticato il suo ruolo, soprattutto per il bene del ragazzo. Florence, che quella sera aveva il compito di usciere, arrivò correndo verso di lui con un sorriso smagliante, avvisando il suo signore che i primi ospiti erano arrivati. Poco dopo cominciò l'orda di invitati, le grandi porte di Zanon erano spalancate come non succedeva da molti anni. Tutti avevano accettato l'invito, decretando un enorme successo per quella prima parte della serata. Marcus si chiese se fossero tutti accorsi solo per curiosità o se fossero altri i motivi che li avevano spinti a giorni di viaggio pur di partecipare a quell'evento.
La grande sala era stata resa impeccabile. Le candele illuminavano ogni angolo, il profumo di cera e rose riempiva le narici dei suoi ospiti che si deliziarono per la cura e l'attenzione ai dettagli. Marcus si appuntò mentalmente di far erigere una statua in nome di Bernice una volta che la festa fosse giunta al termine. Prese a girovagare per la sala, salutando i suoi ospiti man mano che incrociavano i suoi passi. Ci volle molto tempo per concludere le presentazioni e i convenevoli ma quando il momento giunse l'uomo tirò un respiro di sollievo, finalmente si sarebbero aperte le danze.
Layla lo scrutava da lontano, notando i suoi gesti sempre più rilassati man mano che la serata procedeva, segno che stava cominciando a sentirsi a suo agio. Conversava con tutti amabilmente e in quel momento rideva con un anziano aristocratico per qualche battuta che non riuscii a udire, perché troppo lontana. In quel momento si rese conto che le parole della sua amica e di sua madre non erano altro che la pura verità, il divario tra i loro mondi era sconfinato. Era molto semplice per lei immaginarlo solo come Marcus quando lo vedeva sporco di fango o indaffarato nelle stalle, ma in quel momento era il signore di Zanon in tutto e per tutto e la ragazza era nient'altro che una serva.
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