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Incontri e scontri

Sebastian si ridestò il giorno successivo sentendosi fuori posto. Aveva viaggiato molto nella sua vita, tuttavia essere all'interno delle mura di Zanon gli apparve come la realizzazione di un sogno. Una domestica entrò nella sua stanza, accogliendolo con un sorriso e aprendo le imposte per arieggiare l'ambiente. Quando scese dabbasso per la colazione intravide suo fratello già al tavolo con due dame, una giovane e l'altra più anziana. Dalle cucine arrivò il piccolo uragano che l'aveva scortato la prima volta al castello e un ghigno gli affiorò al viso.

"Buongiorno signori" Esordì, accomodandosi accanto a suo fratello che si trovava a capotavola. Marcus lo osservò lungamente, chiedendosi se suo fratello tenesse alle piccole inezie come il posto a capotavola, tuttavia decise di pensare a cose come questa successivamente. Gli sorrise e cominciarono a conversare del più e del meno, con Layla che di tanto in tanto interrompeva per porgere questo e quello sul grande tavolo di legno intagliato.

"Scusami, serva, mi porteresti un altra posata questa è sporca" Layla fulminò con lo sguardo la megera che aveva parlato, Agnes. Dal canto suo la dama appariva assolutamente tranquilla, per niente intimorita dallo sguardo di puro odio che la ragazza le stava rivolgendo. Sia Sebastian che Marcus cercavano di mascherare un sorrisetto divertito con le mani ben piantate sotto il mento.

Layla fece come ordinato e solo quando si congedò definitivamente la madre di Agnes prese il coraggio di parlare.

"Ebbene signori, siamo molto dispiaciute per l'inconveniente di ieri sera, non vorremmo arrecare disturbo ma siamo immensamente grate per la vostra ospitalità" Agnes storse il piccolo nasino all'insù in segno di disappunto, odiava quando sua madre cominciava ad adulare le persone. La faceva sentire ancora più complice delle sue subdole macchinazioni.

Nel voltarsi per vedere la reazione di Marcus notò che il rosso la stesse guardando. Aveva i lunghi capelli legati con una corda in una crocchia sopra la testa, stranamente quello, unito al suo sguardo mezzo divertito e mezzo interessato, la incuriosirono. Non era di certo il suo tipo, lei preferiva di gran lunga qualcuno come Marcus, e anche se non conosceva per niente quel tale dai capelli rossi aveva tutta l'aria di essere un rozzo omone di campagna; proprio il tipo di uomo che lei detestava.

Tuttavia per tutta la durata della colazione, né lei né Sebastian erano restii a osservarsi, scrutandosi quasi, sotto lo sguardo attento della madre di Layla che sorrideva compiaciuta. Sua figlia aveva avuto parecchie rimostranze prima di giungere a Zanon, del resto era una viziata di prima categoria e tendeva sempre a giudicare prima di conoscere, tuttavia non potevano permettersi vizi in un momento ostico come quello. Le loro finanze erano a rischio e la dote era l'ultimo asso nella manica che potevano usare per ottenere un buon matrimonio e sistemarsi a vita. Sebbene i signori di Zanon non fossero i più ricchi della comarca bisognava anche accettare il fatto che il nome Corbin presto sarebbe caduto in rovina se non fossero corse ai ripari il prima possibile.

*

"La vedo molto presa da mio fratello, tanto che non distoglieva mai lo sguardo da me"

Quel pomeriggio il sole scaldava i giardini della fortezza, tuttavia Agnes, sebbene volesse tanto sentire quel calore sulle gote, non poteva permettersi di perdere il suo pallore elitario, per cui optò per una passeggiata sotto l'ombrello di merletto e madreperla bianco. A disturbare la sua quiete si era introdotto quel rosso, che vedendola dall'interno della tenuta era subito corso a stuzzicarla.

"Non so di cosa stiate parlando mio signore, ero solo incuriosita dal colore dei vostri capelli" Minimizzò facendo spallucce e volgendo per qualche secondo il viso al sole, per poi tornare barricata sotto l'ombrello di stoffa.

Sebastian sciolse la sua chioma dall'impedimento della corda, parandosi direttamente dinanzi a lei.

"Mi fate ombra" Constatò acidamente Agnes, tuttavia dentro di lei un tumulto le sconquassava il petto. Quel Sebastian era una montagna di muscoli e mascolinità, per niente offuscata dai suoi capelli lunghi fino alle spalle, che ora svolazzavano al vento quasi sfidandolo.

"Se ti piacciono tanto puoi toccarli" Agnes strabuzzò gli occhi, quell'uomo era un vero maleducato!

Fece per mollargli uno schiaffo ma Sebastian fu molto più veloce di lei, bloccandole il polso nella stretta ferrea della sua mano callosa.

"Non osare tanto con me, ragazzina" Le sue parole erano pungenti, ma il suo volto era tranquillo; sorrideva anche. Agnes si chiese a che gioco volesse giocare quello scherzo d'uomo. Era bello, indubbiamente. La mascella squadrata con una barba poco folta, gli occhi sempre attenti e i denti assurdamente bianchi. Ma non era il suo tipo, continuava a ripeterselo assiduamente.

"Siete rozzo e cafone, state disturbando la mia passeggiata" Sebastian scoppiò a riderle in faccia, lasciandole il polso che prontamente Agnes cominciò a massaggiare, anche se non sentiva alcun dolore.

"E tu una piccola viziata che vorrebbe tanto essere addomesticata, non è così?" A quel punto Agnes cominciò a urlare come una forsennata, non sapendo cos'altro fare per scappare via da quella situazione per lei incresciosa. Marcus e alcuni domestici corsero immediatamente verso l'esterno della fortezza, udendo le urla.

"Che diamine succede qui?" La dama scorse sua madre all'ingresso della fortezza sventolarsi con un ventaglio, sorrideva compiaciuta. Volse lo sguardo verso Marcus e lo intimò di tenere suo fratello lontano da lei.

"Che le hai fatto per spaventarla tanto?" Il signore di Zanon si crucciò.

"Le piacciono i miei capelli, volevo solo farglieli toccare" Minimizzò lui, facendo scoppiare Layla -corsa lì insieme a Marcus appena udite le urla- in una fragorosa risata. Gli altri domestici accorsi si pietrificarono per la sfacciataggine della ragazzina.

Sebastian osservò la piccola serva e le sorrise, erano sulla stessa lunghezza d'onda quei due, ne convenne. Marcus si toccò il ponte del naso, visivamente frustrato da quella situazione. Non bastava Layla, ora aveva anche suo fratello a cui badare per evitare che a Zanon scoppiasse un putiferio.

"Mi scuso enormemente per la maleducazione di mio fratello e della mia domestica, mi accompagnereste in una passeggiata a cavallo per cambiare aria?" Agnes si illuminò come una lanterna di carta e immediatamente annuì, seguendo il suo signore con passo svelto. Marcus osservò sia Sebastian che Layla, mimando con le dita un 'vi tengo d'occhio'.

Il rosso e la domestica si guardarono e poi scoppiarono nuovamente a ridere, cercando per quanto possibile di non farsi udire dai due damerini che si allontanavano da loro a passo svelto. Bernice -che aveva osservato tutto dalla fortezza- scosse il capo e sospirò; Marcus era in un mare di guai con quei due.

*

"Marcus, qui è bellissimo!" Agnes scese da cavallo, aiutata dal signore di Zanon. Erano arrivati a una piccola rientranza nella foresta, dove un laghetto contornato di fiori le riempiva la vista e l'olfatto. Era meravigliata da tanta bellezza in un posto così austero.

"Sono lieto che vi piaccia" Le si affiancò, stupendosi quando la vide sedersi sull'erba. Evidentemente la sera prima la sua intuizione su quanto quella ragazza stesse frenando i suoi istinti era corretta.

"La prego signore, non dica a mia madre di avermi vista seduta sull'erba, le verrebbe un colpo" Le loro risate riecheggiarono tutto intorno, rilassando i nervi tesi.

"Siete diversa da quello che date a vedere, è una bella cosa" Marcus si stese leggermente, poggiando i palmi aperti sull'erba dietro di lui e allungando le gambe. Agnes osservò ogni movimento di quell'azione, affascinata dalla sua eleganza.

"Sapete, con voi mi sento un po' più libera del consueto, è come se per voi non fosse un problema che le donne abbiano dei desideri personali" Gli sorrise ma lo vide crucciato, così ripercorse mentalmente le sue parole per scovare qualche passo falso; ma non ne trovò.

"Dovrebbe esserlo? Agnes, non so se vi hanno mai parlato di mia madre, ma lei era la donna più libera di questo mondo, aberrava completamente qualsiasi tipo di costrizione. Sono cresciuto nel pieno rispetto dei vostri desideri" Sorrise nel raccontare alcuni aneddoti alla ragazza, di come Adélaide era avvezza a sporcarsi nell'erba, o a lanciarsi in un lago come quello davanti ai loro occhi completamente vestita solo perché ne aveva voglia.

Agnes era affascinata da quella donna che nemmeno aveva mai visto, la ammirava tremendamente e ne era anche vagamente invidiosa via via che Marcus raccontava delle sue gesta. Avrebbe tanto voluto avere abbastanza coraggio e forza d'animo per intraprendere quel tipo di strada, tuttavia lei non avrebbe mai avuto quel dono raro dalla vita. Del resto, benché tutti la considerassero viziata -e lo era, non lo negava di certo- era anche consapevole della grande fortuna che aveva avuto nella vita a nascere signora e non serva, per fare un esempio. Anche se alcune volte anche loro invidiava, perché in qualche modo l'unico loro vincolo era legato ai soldi, ma erano liberi di amare chi desideravano, liberi di sorridere se lo volevano, di lanciarsi in un avventura o semplicemente di scegliere delle proprie vite come meglio credevano.

"Mi sarebbe piaciuto conoscerla, sembra davvero una donna fuori dal comune"

"Lo è... lo era" Agnes notò che Marcus si era incupito. Sapeva che sua madre era morta in circostanze misteriose per cui si avvicinò a lui per dargli conforto. Si azzardò a poggiare anche il capo sulla sua spalla, osservandolo dabbasso.

Marcus chinò il capo e la trovò bellissima e tormentata. Prima di conoscerla non si era reso conto di quanto la società stringesse il cappio intorno al collo delle donne, il suo giudizio era edulcorato dall'educazione impartitagli da sua madre, per lui era normale che una donna fosse libera tanto quanto un uomo.

"Siete bellissima, sapete?" Gli occhi verdi di lei in quel luogo apparivano più scuri, fondendosi quasi con la natura circostante. Lei arrossì violentemente per quel complimento. Certo, non era la sua prima lode, tuttavia il tono di voce di Marcus, i suoi occhi fissi su di lei, e il sorriso meraviglioso che le stava rivolgendo le fecero apprezzare quel complimento più degli altri, come se lui fosse sincero.

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