Bambina
"Layla, dove corri?" Le venne chiesto quando irruppe nelle cucine. Arrestò il passo per riprendere fiato e notò Marlene, una delle domestiche, nonché sua amica di vecchia data. Era una cara ragazza, forse un po' troppo ficcanaso, ma in molte occasioni si era rivelata una grande amica. Si appartarono nei corridoi per poter discutere indisturbate, così la ragazza le raccontò ogni cosa.
"Tesoro, Marcus non è un contadino, lo sai vero?" Pensavano non avesse occhi e orecchie per saperlo? Sbuffò sonoramente e Marlene alzò gli occhi al cielo. Adorava Layla ma la conosceva abbastanza da sapere che fosse una scapestrata.
"Io ti voglio bene, ma ho il dovere di farti rinsavire. Una tua relazione con il signore di Zanon sarebbe uno scandalo, potrebbe riportarci nuovamente tutti in miseria. Ti sei mai posta questo problema Layla? Hai mai pensato anche a noi?" Marlene era seriamente spaventata da quell'eventualità. Benché da anni nessuno più combattesse per il possesso di quelle terre ottenute dalla corona per affari illeciti, avere una fortezza e un signore su cui fare affidamento per avere protezione era di gran lunga la più grossa fortuna che avessero avuto da quattordici anni a quella parte.
"No. In ogni caso nessuno correrà questo rischio, dal momento che mi considera poco più di un infante" Marlene sorrise abbracciandola. Le confessò che sua madre Bernice era molto probabilmente preoccupata sia per lei che per Marcus, avendolo cresciuto per un certo periodo, per cui le intimò di chiarire anche con la donna e ritornare sulla retta via.
*
Due colpi alla porta comunicarono a Marcus che la colazione era pronta. Esortò la domestica a entrare e notò subito che fosse la piccola Layla. Reggeva un vassoio colmo di prelibatezze e a Marcus sembrò di vedere il paradiso degli Dei. Era noto per il grande appetito e l'amore per il buon cibo.
Lei appoggiò il vassoio sul piccolo tavolino in legno e scrutò la stanza di sottecchi, arrossendo leggermente. Da quando conosceva quell'uomo le sue gote erano sempre imporporate di rosa.
Marcus la osservò, tirando un lungo sospiro. Il giorno precedente non credeva che le sue parole potessero offenderla, ma a quanto sembrava non era per niente capace con le donne.
Spostò lo sguardo dai suoi occhi alla sua figura. Aveva i lunghi capelli legati in una treccia laterale, sembrando più chiari del solito sotto la luce del mattino che inondava la stanza. Il suo lungo vestito, benché logoro, profumava di pulito e la stanza in breve tempo odorava solo di lei.
"Grazie Layla, per tutto" E davvero sentiva di doverla ringraziare, in fondo lei c'era sempre quando aveva bisogno di parlare con qualcuno. Era l'unica a saper cogliere i suoi stati d'animo, sapendo esattamente quando avesse bisogno di sfogarsi e quando di restare da solo.
"Faccio solo il mio dovere" La sua voce era glaciale, probabilmente la rabbia per il giorno precedente non le sarebbe passata molto presto, ma Marcus era ugualmente felice di averla conosciuta, malgrado tutto quella ragazzina sembrava un raggio di sole tra le nuvole.
*
"Marcus fermatevi, arrestate la vostra corsa!" L'uomo si accorse solo in quell'istante che Florence cercava di raggiungerlo, così si voltò nella sua direzione.
"Chiedo perdono amico mio, non ti avevo visto" Non voleva essere considerato un despota dal suo popolo, aveva anche incoraggiato tutti a rivolgersi a lui in tono informale, ma nessuno sembrava dargli retta a parte Bernice.
"È giunta una lettera per voi, dalla duchessa di Stone" Marcus si incuriosì. Non conosceva gli altri nobili, avendo vissuto lontano dalla tenuta per quasi tutta la vita, così si chiese cosa potesse volere la duchessa da uno come lui. Ormai la notizia che era tornato come signore di Zanon si era sparsa per tutto il continente, ma quello era il primo riconoscimento della sua posizione, da quando era tornato.
"Ormai tutti sono venuti a conoscenza della nuova Zanon e sono intenzionato a credere che sia solo una delle centinaia di missive che le verranno recapitate, amico" Florence era entusiasta di vedere nuove persone, benché nobili e signorotti d'alto rango. Diede una pacca sulla spalla del suo signore, ringraziando gli Dei che fosse tornato in quelle terre desolate e che fosse un uomo tanto buono e di sani principi. Marcus prese la lettera dalle sue mani sudaticce e si apprestò a leggere, saltando tutte le frivolezze e giungendo al punto della questione.
"...e così sarei onorata di far parte dei festeggiamenti che si terranno alla vostra fortezza... pertanto sarei lieta di conoscere la data nel quale vi presenterete in società come il signore di Zanon" Saltò qualche riga, continuando a leggere ad alta voce.
"...sarei ben lieta di proporre mia figlia Agnes Corbin come vostra futura sposa" Marcus strabuzzò gli occhi, finendo la lettura in un sussurro. Florence scoppiò a ridere, dicendogli di essere un gran partito anche senza essere visto di persona. Dal canto suo, il ragazzo era tutto tranne che compiaciuto, non aveva letto altro che assurdità. Certo, trovare una moglie benestante avrebbe aiutato indubbiamente il suo popolo, ma la lettera di quella duchessa gli sembrò una mancanza di rispetto per molti motivi. Prima su tutto, avrebbe dovuto organizzare davvero una festa, se conosceva abbastanza quel mondo sapeva che una diceria veniva presa per oro colato immediatamente e se non avesse dato via ai festeggiamenti e al suo ritorno in società sarebbe diventato lo zimbello di tutti. Oltre a questo, la duchessa si proponeva senza alcun invito, vendendo la figlia a un uomo che non aveva nemmeno visto in ritratto.
"Questa donna è una ciarlatana!" Proruppe, perdendo la pazienza. Florence lo guardò attento prima di proferire parola, sapeva che quando il signore era adirato si accaniva su chiunque avesse a tiro.
"Marcus, lei è il signore del castello, possibile che abbiate dimenticato l'etichetta che vostro padre Enrique vi ha insegnato con tanta dovizia?" Era una domanda genuina, credeva che tutti gli anni di viaggio avessero cancellato i ricordi in merito alla sua posizione.
"Non ho dimenticato, ma la maleducazione di questa donna è immensa. Mio padre era un brav'uomo, ma troppo ingenuo" Cominciarono a camminare fianco a fianco, intanto che Marcus riponeva la lettera nella tasca dei calzoni. Probabilmente l'avrebbe usata per alimentare il fuoco del camino quella sera stessa.
"L'ho conosciuto, sapete? Ogni volta che arrivava una vostra lettera dalle terre del nord, dall'ovest o dai villaggi dei mercanti lui la leggeva davanti a tutto il paese. Si portava una piccola sedia intagliata nel legno, posizionandola di fronte alla fontana al centro del villaggio e leggeva per tutti noi. Quando morì nessuno era in grado di leggere e quando cessarono di arrivare pensammo che anche voi foste morto" Era così grato a Florence per quei ricordi. Lo abbracciò stretto, trasmettendogli tutte le emozioni di quel momento. Enrique era stato l'unico padre che avesse conosciuto e l'aveva abbandonato per seguire un sogno che non era nemmeno il proprio. Era morto mentre lui e Adélaïde si trovavano nei villaggi più poveri della Grecia. Una morte veloce, colpa di un cuore troppo stanco.
"È stato il miglior padre che questa vita potesse donarmi" Florence concordò con lui, annuendo. Benché Alexander di Zanon fosse cambiato nel corso del tempo, grazie anche all'amore di sua moglie, Enrique era di sicuro un uomo buono che aveva cresciuto Marcus con giudizio e molto amore. Era a conoscenza di non essere il suo padre di sangue, eppure l'aveva amato dal primo secondo fino all'ultimo giorno che gli Dei gli avevano concesso sulla terra.
"Cosa farete con la duchessa?" Chiese il suo amico, per stemperare la tensione dei ricordi che si stavano accumulando.
"Credo che ne discuterò con chi ha vissuto in prima persona l'esperienza" Concluse il discorso, sorridendo a Florence furbamente, mentre quest'ultimo chinava il capo di lato, come un bambino che non comprende parole complicate.
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