#032 - Il suo nome è Drago-volpe Fusione
Fissai incerta la volpe bianca e poi Yuri, sul cui volto si estese un'espressione disagiata. Era evidente che, secondo le sue parole, nascondesse davvero qualcosa e ciò avrebbe potuto spiegare qualcosa che mi stavo chiedendo ormai da un po': stavamo parlando del suo atteggiamento. Finora lo avevo trovato fin troppo strano, nel senso che lo Yuri che avevo imparato a conoscere stando con lui praticamente sempre non aveva mai mostrato un lato come quello con cui invece si stava comportando, come se all'improvviso fosse diventato un'altra persona.
Il viola-rosa cominciò a stringere i denti, mostrando sulla sua fronte dei chiari nervi di furore assieme al colorito del suo viso mutato da bianco ad un rosso scarlatto e uno sguardo furioso rivolto diretto verso la piccola creatura di fronte a lui. La cosa però non le faceva né caldo né freddo, una ragione in più per la quale l'ira del maschio si accrebbe col passare dei minuti il cui silenzio era infranto solo dal suo fastidioso ringhio che sembrò poco a poco più quello di un animale che di un essere umano, letteralmente.
«Cosa... Cosa significa?» chiesi smarrita, con un tono basso di voce che rendeva perfettamente l'idea. Ma non ricevetti risposte, poiché il ragazzo e la volpe erano impegnati attualmente in una sfida di sguardi e quest'ultima stava avendo la meglio, grazie al suo freddo temperamento ed impenetrabile come un poderoso iceberg.
«Tch... Ti avevo detto di stare zitta, maledizione.» sussurrò lui tra i denti sperando con tutta l'anima che non lo avessi sentito, ma dalla poca distanza che ci separava come avrei non potuto?
Lagopusmalyi, seppur la sua altezza nettamente minuta rispetto a quella del maschio, lo fronteggiò con aria di superiorità e completo autocontrollo, cosa che non poté non farlo ringhiare ancora dal nervosismo di quel suo modo di fare al di fuori del normale. Per quanto mi riguardava, continuai ad osservare la situazione con occhi spalancati che portava a pensare che prima o poi si sarebbero uccisi arrivati ad un certo limite, ma infondo non mi sentivo in dovere di immischiarmi nella faccenda, anche perché dovevo ammettere che un po' ero intimorita da quelle che avrebbero potuto essere le conseguenze del mio gesto. Ma forse, vista la sua capacità di mantenere la calma in qualunque tipo di occasione, non ce n'era bisogno.
«Te l'ho già detto e non lo ripeterò una volta di più, perciò apri bene le orecchie e ascolta attentamente. Hai scelto il momento sbagliato per questo tuo piccolo piano per prenderti gioco di Rosa. Si legge benissimo dal suo sguardo che non è in vena di giochetti del genere. Dovresti prendere seriamente i suoi problemi da mortale, anche se non li abbiamo e mai li sperimenteremo in prima persona. E non ci vuole un genio per capire che non bisogna andarci alla leggera quando la mente umana è soggetta a fratture e malfunzionamenti da tutti i pori.» rintuzzò la creatura, tornando ad assumere una posa composta e preparata ad affrontare il menzionato che continuò a fissarla male, ma poco a poco la sua espressione ripiena di furia stava cominciando a calmarsi, capendo che in effetti — per quanto gli dolesse — non aveva tutti i torti. Non ci aveva riflettuto poi così tanto, era perlopiù concentrato e divertito sul suo scherzo che a quanto ebbi capito aveva intenzione di tendermi... con una stupida seduzione senza senso.
«Pfui... E io ti ho detto che in questo modo posso tenerla sana dalla sua instabilità, tu stessa hai detto che funziona.» ribadì l'interlocutore, mettendo forzatamente da parte i suoi pensieri con le braccia che s'incrociarono al petto.
«E sono completamente d'accordo con te. Ma continuare per questa strada le farà solo del male, scoprendo più in là chi non sei davvero, anche se i suoi ricordi sono ancora molto offuscati. Suppongo mi ritroverò costretta a prenderti con le pinze e trattarti come un cucciolo.» un bagliore roseo si manifestò nelle iridi della volpina, e subito dopo si presentò al suo fianco una ciotola di tofu caldo e fumante che catturò l'attenzione di Yuri in un'istante. Quest'ultimo, adocchiandolo per bene, mostrò inconsapevole un dente aguzzo che spuntò fuori dalle sue labbra. Fu come ipnotizzato alla visione di esso, a tal punto che non si rese proprio conto che la bava stava colando dalla sua bocca per poi scorrere lungo tutto il suo viso, fino a inumidire e macchiare le sue vesti violacee. Ingoiò la saliva con forza, sentiva di non poter trattenersi a lungo di fronte a quei cubetti bianchi dall'apparenza gustosa e dall'irresistibile palato che adorava percepire sulle papille gustative, e anche il solo pensiero gli faceva venire l'acquolina in bocca. «Mhm...»
«Forza, scegli tu. Rosa... o tofu?» domandò senza emozioni la scaltra malyi, lanciando un'occhiata al tofu e poi a me, per poi tornare a rivolgere la sua vista sul diretto interessato che stava provando di tutto pur di non dare a vedere che era rimasto abbindolato dalla paradisiaca presentazione di quel piatto, ma ancor più dal suo fragrante profumino che gli attraversava le narici. «Vedi di decidere in fretta, però, o si raffredderà.»
Anche il mio naso fu attratto da quell'odore. In una maniera o nell'altra, aveva suscitato in me dei ricordi... Era da parecchio tempo, pensandoci, che non mettevo sui denti un piatto come quello e il mio stomaco emise un leggero brontolio al sol scrutarlo con curiosità, giusto per vederne la forma e consistenza per rammentare meglio come fosse fatto. Proprio come lo immaginavo: ricordavano molto dei pezzetti di formaggi, ed essendo derivati della soia dovevano avere un gusto delicato.
Yuri era arrivato all'apice dell'attesa, oramai. Non aveva ben deciso ancora cosa scegliere, ragion per cui voltò la testa verso di me ed io, notando che aveva iniziato a fissarmi, feci altrettanto: aveva un pasticcio sulle labbra, quali erano bagnate dalla bava che gocciolava dal suo mento, impasticciando pure quel che avrebbe dovuto essere il pavimento tenebroso come il resto del luogo che ci circondava. Cercai quindi di allontanarmi col volto che mostrava disgusto e fastidio da quegli occhi incollati sulla mia figura, fino a quando però non fecero per spostarsi costantemente sul tofu e poi di nuovo su di me, nel disperato tentativo di fare una scelta di cui non si sarebbe pentito il prima possibile.
«Dunque?»
«Hmpfh... E va bene!» sbuffando, il ragazzo si alzò in piedi in fretta e furia e prima che potesse dire o fare qualcos'altro mi guardò dritta negli occhi, ancora una volta. Sollevai la testa incuriosita dal suo arresto improvviso, e fu lì che mi accorsi che mi stava scrutando taciturno con una faccia molto seria che mi lasciò senza parole. Perché mi stava fissando in quel modo?
Non ebbi niente da dover fare, e decisi di provare a indovinare quale fosse stata la sua scelta. Ma proprio allora, le sue palpebre si chiusero pian piano ed un sospiro fuoriuscì dalla sua bocca, prima di portare in avanti i propri passi verso la ciotola di tofu ancora calda. Non sapevo come, ma quell'azione lasciò in me uno strano segno molto simile al nervosismo, e come non esserlo dopotutto in una situazione come quella. «Pff. Doveva metterci così tanto per dello stupido tofu?»
Presto mi pentii di aver insultato il mio piatto preferito, non era affatto da me. Ma la cosa che ancor più mi scioccò era che da sotto la veste violacea del duellante fusione, quale si era calato per prendere la ciotola, era spuntato qualcosa di folto e rossastro. Si muoveva in lentamente in entrambi i lati, come la coda di un cane che scodinzolava. In quel caso non era di un cane, bensì di un canide e senza dubbio si trattava di una volpe rossa. La osservai esterrefatta, tant'è che Lagopusmalyi poté facilmente notarlo col semplice spostamento delle sue pupille alla sua destra. «Come al solito, dimentichi sempre di tenere nascosta la coda non appena adocchi il cibo.»
Il viola-rosa, sorpreso dalle parole della bestiola, girò subito il capo verso la coda che si estendeva dalla sua schiena e la contemplò per qualche secondo. «Ops.» una risatina nervosa fuoriuscì poi dalle sue labbra, e senza perdere tempo, afferrò il tessuto della lunga camicia che copriva la parte posteriore delle gambe, celando a stento quella parte del suo corpo che più gli dava problemi. «B-beh... Suppongo l'abbia già vista. Davvero un gran peccato, in fin dei conti avevo deciso che mi sarebbe piaciuto divertirmi ancora un po' con te... Ma a causa di ciò che mia sorella ha sostenuto, credo non sia possibile.»
Come per magia, un "poof" echeggiò in tutta la zona circostante e un polverone coprì totalmente la figura di uno Yuri quasi soddisfatto, oscurandolo da capo a piedi. Con un mix di curiosità e stupore, non staccai minimamente le iridi da quella scena, cercando di capire cosa gli stesse succedendo tutt'un tratto: attendemmo pazientemente qualche breve minuto ma che per me sembrava infinito, e finalmente il cumulo biancastro cominciò a dissolversi e alla sagoma di Yuri ne aveva preso posto una molto più piccola e dalle sembianze animali. Quando di quell'essenza gassosa ne restarono soltanto qualche nuvoletta, fu visibile l'immagine di una tenue volpe rossastra dagli occhi color smeraldo che, per quanto fosse strampalato, brillavano attraverso l'oscurità di quel posto. E la sua lunga coda, quella che avevo visto prima, era una caratteristica di sua degna nota.
«Vu-Vulpesericea...!?» esclamai sorpresa, il che fece stampare un grosso ghigno sul musetto della bestia. «Cosa diavolo fai...?»
«Hihihi! Avresti dovuto vedere la tua faccia mentre ti consolavo sotto le spoglie di quell'umano, nemmeno io stesso so spiegarmi come sia riuscito a trattenermi dal ridere!» la creatura cominciò a ridersela di buon gusto, mettendosi in posizione bipede solo per premersi la milza con un arto, persino battendo ripetutamente una zampa posteriore sul pavimento implorando pietà per i suoi poveri organi interni che ne stavano risentendo di brutto. Neppure le lacrime riuscirono a bloccarsi agli angoli degli occhi, e iniziarono a schizzar fuori come se fosse una fontana.
«Grr... Dannato piccoletto insolente...!»
«...Ti conviene darci un taglio, fratello. Ti ricordo che questo non è un gioco.» intervenne Lagopusmalyi, giusto in tempo prima che potessi afferrare suo fratello per la coda e lanciarlo lontano a chilometri di distanza.
«Andiamo 'malyi, quanto sei noiosa! Peggio di quella che chiamano morte, non ci si può divertire nemmeno un po' in tua compagnia! Sicuri che io e te siamo gemelli dello stesso sangue-!?» da sotto il naso del predatore, la ciotola di tofu cominciò a levitare sempre più in alto, tanto che gli fu impossibile raggiungerla anche allungando il suo corpo fino al proprio limite, scuotendo le zampette all'aria disperato nel tentativo di recuperarla. «Hey, ridammela, è mia!!»
«Acconsentirò solo se la pianterai una volta per tutte di fare lo sciocco. Mi sono spiegata?»
La bestiola rizzò la coda e ringhiò all'atteggiamento della sorella, infastidito dal fatto che stesse allontanando il suo adorato tofu da sé. Ma per fare in modo di riaverlo a sua portata non aveva scelta neanche stavolta, se non tacere e attenersi al suo volere se voleva rifocillare la sua pancia che stava cominciando a protestare come una matta. «D'accordo, affare fatto... Ora, però, mi restituisci il mio tofu?»
Stabilito quel patto tra fratelli, la volpe artica riutilizzò i suoi straordinari poteri per far sì che il cibo potesse toccar di nuovo la terraferma, poggiandola con delicatezza sul pavimento oscuro per poi ritirare le sue doti psichiche per mollarlo all'altro, i cui smeraldi brillarono come oro alla vista di quei pezzetti bianchi e succulenti disposti in modo impasticciato ma artistico, uno dei punti principali che caratterizzava la bellezza del suo aspetto esteriore che invogliava a divorarli in un sol boccone. Qualcosa, tuttavia, la fece paralizzare come una statua di pietra per concentrarsi su una sensazione che si era manifestata in lei proprio quando si stava apprestando a parlarmi. «Come dici?»
«Peeerfetto! Pancia mia, fatti capanna!» detto questo, sericea iniziò ad addentare i cubetti con foga, non potendo non ripetere e ripetere quanto fossero gustosi per il proprio palato. A osservarlo semplicemente, la rabbia che nutrii nei suoi confronti per la presa in giro di poco fa si trasformò in un'espressione allettata da quello che stavo guardando: chissà, magari avrei potuto prenderne uno...
Deglutii per un attimo, ma poi, scossi immediatamente la testa. Non era l'ora di mettersi a mangiare, dovevo riordinare le mie idee e in fretta, non ne potevo più di tutta quella confusione che mi si aggirava intorno.
«...A noi due, ora.» ma la trepida voce di malyi mi portò lontana da quell'idea. Perplessa dal suo richiamo, fissai quest'ultima con occhi mezzi spalancati: a giudicare dalla serietà con cui parlava, doveva trattarsi di una questione importante o forse era semplicemente il suo tono abituale. «Tralasciando le idiozie di mio fratello... Non ti sei ancora chiesta come mai al tuo risveglio ti sei ritrovata qui?»
«Mh?» effettivamente non ci avevo pensato. Mi guardai attorno innumerevoli volte: sapevo dove mi trovavo, certo, ma la motivazione? Questo era un bel mistero, ed ero troppo smarrita per arrivarci.
«Facciamo che per stavolta ti aiuterò. So che sei confusa perché non sei stata tu a metterti in contatto con noi e in effetti senza le energie necessarie o la percezione dei sensi, per la precisione lo stato in cui ti sei conciata a seguito dell'incontro con quel duellante Xyz che voleva distruggerti, non potresti. Siamo stati noi, infatti, a cercare di comunicare con te e per qualche strana ragione siamo riusciti nell'impresa: da questo mondo è molto più complesso riuscire a contattare qualcuno da quello reale, ma non viceversa. Non se le tue capacità hanno raggiunto un certo livello di sviluppo che tu possiedi, e molto più elevato di quanto si potrebbe immaginare. Possiamo dire che tale rarità sia un tuo dono naturale... o anche, ereditario.» da quello, ogni cosa mi fu chiara come la luce. Prima di essermi ritrovata in questo mondo parallelo creato dalla mia immaginazione, nonché dal mio dono di poter comunicare coi duel monsters, ero svenuta dall'eccessiva forza usata per neutralizzare il nemico, Kurosaki, completamente accecato dall'ira per ciò che gli avevo fatto in passato. E anche quello ricordai: sì, avevo davvero fatto del male a lui e alla sua famiglia ma non me ne pentii affatto. Non dopo tutti gli insulti e il suo voler cercare di ferirmi durante il nostro scontro. Una buona ragione l'aveva, ma si sa che dal presente non è possibile tornare indietro, né tanto meno modificare gli eventi della storia. Tuttavia, ad un certo punto... ricordai di aver perso il controllo di me, e la sola cosa che desideravo allora era distruggerlo con le mie stesse mani nel modo più violento e spietato. Una sensazione non per niente male perché mi aveva dato la giusta spinta per scalare la vittoria, ma molto difficile da tenere a bada, un particolare dannoso sopratutto per me stessa. «Avevo programmato di regolare un conto in sospeso che aveva a che fare con te, ma proprio mentre ero intenzionata a farlo, Duslyell mi ha avvertita di qualcosa di ben oltre più importante. Sostiene di aver avvertito di recente una potente energia Fusione tra le vicinanze e lui, appartenendo alla categoria dei mostri Fusione, questa potenza ha attirato notevolmente la sua attenzione. E c'è dell'altro... Questa forza sembra essere cento volte più grande di quella di un esercito di mostri di quel tipo messi assieme, quasi come se fosse... divina.»
«Eh? Divina?», «Proprio così. E senza dubbio, sappiamo a chi appartenga questa energia. Solamente qualcuno possiede tutto quel potere... E il suo nome è Drago-volpe Fusione.»
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