#028 - Ricordi che riemergono in un vivido rosa
Il soldato, in tentativi disperati di fermare ad ogni costo Yuri, che aveva tutta l'intenzione di affrontare da solo i tre draghi, allargò gli occhi al suo atteggiamento: aveva sempre mostrato quanto coraggio avesse da vendere, così come per la sua determinazione e le sue abili capacità da duellante provetto. Tutti fattori positivi ottenuti col sudore e un'incredibile forza di volontà incrementatasi in lui col passare degli anni. Gli sembrava ieri da quando lo aveva visto crescere, allenandosi per diventare un degno soldato ad un'altezza superiore all'intera accademia: fin da bambino ardeva in sé quel desiderio, come un fuoco che non faceva che ingigantirsi senza spegnersi mai. Quella sua rara forza interiore lo aveva fin da subito reso orgoglioso di lui, sin dalla sua tenera età. «E adesso che è cresciuto... è perfino riuscito ad attirare l'attenzione di quell'uomo, divenendo il ragazzo valoroso che è adesso. Heh... è un onore combattere al fianco di qualcuno di così importante come lei... G-gh!»
«Basta fare i mielosi...» ribatté il viola-rosa, seccato e disgustato al tempo stesso, non degnando l'unico suo uomo attualmente in grado di parlare — ancora per poco, poiché non passarono troppi minuti da quando le forze lo abbandonarono del tutto, cadendo stremato con la testa di lato —. «O scordatevi che verrete in missione con me una volta di più.»
Dei brividi giunsero all'istante lungo la spina dorsale dell'individuo, una volta che il suo udito assimilò per bene le parole del suo superiore e la sua mente le analizzò veloce come un fulmine, nonostante lo stato in cui si era ritrovato conciato dopo l'estenuante battaglia persa miseramente. «M-mi d-d-dispiace, n-non succederà più, gli-glielo assicuro...!» esclamò in panico, scusandosi agitando ripetutamente la testa su e giù stando attento a non schiantarsi col mento sulla terra bruciata. «La prego, però... n-non stia solo attento, ma faccia anche giustizia al nostro compagno... Il loro crimine non... non può restare impunito...!»
«Voi avete commesso crimini molto più gravi di questo...» sussurrò con voce roca e rabbiosa uno del trio, precisamente il ragazzo a sinistra, quello dell'esatto drago che aveva ridotto in cenere il loro sventurato alleato, riducendolo in fin di vita senza la minima pietà.
«Non meritate di esistere, voi, luridi ed infimi vermi striscianti...» seguì a ruota il duellante affiancato dal drago dalle possenti ali cristalline, battendo un tallone sul terreno deserto con una potenza tale da formare su esso un'impronta abbastanza profonda della sua scarpa.
«Pagherete per la vostra vigliaccheria, per la vostra spietatezza... Il vostro non avere un briciolo di cuore vi rende degli esseri che non hanno il diritto né di possedere il prezioso dono della vita né sottrarlo tanto meno ad altri innocenti!!!» e infine, quello al centro, forse il più furioso degli altri due messi assieme, allungò un braccio alla sua destra e digrignò i denti in preda alla rabbia totale, come se al momento ne fosse completamente accecato rendendolo inconsapevole delle sue azioni e non soltanto sue. Tutti e tre non avevano il controllo di sé... Che avessero a che fare coi loro occhi luminosi?
Gli intensi boati delle bestie giunsero di nuovo assordanti nelle orecchie dei presenti, così tanto che la terra cominciò a tremare sotto i loro piedi. I capelli dei quattro ragazzi si scompigliarono e mossero al vento alo stesso ritmo della corrente d'aria generata dai loro versi, specie quelli del viola-rosa, data la sua postazione proprio dirimpetto alle creature. Finalmente, l'ora decisiva era arrivata: volevano sfidarlo a una battle royale, tre contro uno? Più che accontentati. Di certo non si sarebbe tirato indietro sopratutto per lo stupido motivo della maggioranza, o non sarebbe stato affatto da Yuri, uno dei duellanti se non il migliore di una postazione di degna nota come la loro. Sì. Academia, governata... governata da chi?
Senza indugiare oltre, il quattordicenne gettò un braccio a lato spostando parte del mantello che copriva il suo corpo, precisamente quello su cui indossava il suo duel disk e, senza la minima esitazione, se lo portò sotto il naso e lo attivò con il suo fare serio e deciso senza mostrare alcun briciolo di terrore nei confronti dell'assaggio di ciò che aveva visto di cosa fossero in grado di fare queste persone, perché infondo non ne possedeva.
I nemici tralasciarono dei ringhii dalle loro bocche che mettevano in bella vista i loro denti mentre seguirono le azioni del ragazzo, agguerriti, cercando di esprimere e manifestare in qualsiasi modo la loro rabbia nei confronti di Yuri. Ma perché ce l'avessero con lui era ancora un oscuro mistero da dover svelare il prima possibile.
«DUELLO!» (YURI LP 4000; ??? LP 4000; ??? LP 4000; ??? LP 4000)
[...]
GROOOOOOOOOOOOOOAAAAAAAAAAAAH!
«Ngh-ah...!» Yuri non riusciva a tenere stabile il pieno controllo del suo corpo sottoposto improvvisamente a intensi scoppi di dolore, specie al petto. Le sue gambe finirono miseramente per crollare a terra, del sudore cominciò a grondare sulla sua fronte dall'immane sforzo che stava facendo per rimanere composto ma nulla di più impossibile. Svelto mosse una mano e la portò all'altezza del suo cuore che sentiva pulsare a tutta velocità da quel solo lieve contatto che finì presto per diventare una stretta presa, cercando disperatamente di sopprimere quella dolenza così forte da non permettergli di eseguire alcun tipo di movimento. Stava vivendo una delle peggiori esperienze fisiche della sua vita, da quando aveva capito di non avere scelta contro degli ossi duri come quei tre si era ritrovato costretto a ricorrere al suo asso nella manica, ossia il suo mostro migliore, il più fidato che aveva al suo fianco. Ma non gli era mai capitato di percepire degli improvvisi scoppi al torace dopo averlo evocato proprio come allora, inoltre non lo aveva mai visto ruggire in quel modo prima d'ora... Era come se volesse richiamare a sé gli altri draghi, come se avesse bisogno di radunarsi con loro. Quindi, questo stava a dire che le quattro creature avessero un qualche collegamento che li accomunava? Non poteva essere una coincidenza, questo era poco ma sicuro. «D-diamine... Che cos'è... questa sensazione...?»
Non era l'unico, però, ad essersi ritrovato nelle stesse condizioni. Il trio avversario ripeté le azioni di Yuri come se fossero in perfetta sincronia, gemendo di dolore e sudando a più non posso, stringendosi con potenza fra le dita la zona dei loro petti che racchiudeva i loro sensibili organi cardiaci. Il battito accelerato a picco fu la causa principale del loro affanno, l'aria che accumulavano all'interno dei loro polmoni non era mai sufficiente per respirare decentemente, sentendosi come se fossero sul punto di soffocare. L'esperienza più sgradevole, lenta e dolorosa che mai si potesse sperimentare in prima persona.
«AAAAAHHH!!!»
Le grida all'unisono dei quattro che imprecavano e si lamentavano fecero sì che gran parte dei soldati precedentemente svenuti di stanchezza spalancassero gli occhi, venendo a conoscenza dell'attuale e disastrosa situazione. Furono stupiti nel vedere quel mostro, in tanti anni al fianco del loro capo sapevano perfettamente quanto fosse implacabile la sua sete di prede e al sol guardarlo c'erano sempre dei brividi che percorrevano le loro schiene. Ci fu una cosa, tuttavia, che li sorprese maggiormente ed era appunto lo strano atteggiamento che aveva assunto il duellante fusione: non aveva riportato ferite considerevoli, ma allora... perché era chinato in quel modo, come se fosse stato pugnalato in pieno da un micidiale colpo che lo stava facendo piegare così disumanamente? «Yuri-sama, ma cosa...»
«Noi... noi dobbiamo... ricongiungerci...» quest'ultimo dettò codeste parole, con ancora il palmo poggiato sull'addome coperto dal suo mantello ed i suoi vestiti. Le sue iridi rosee, proprio come era capitato anche agli altri, si illuminarono dello stesso colore emettendo un'abbagliante luce che illuminò il suo intero viso e di conseguenza le sue pupille furono come svanite, solo tornando a tratti in un breve momento in cui Yuri si rese conto della sua frase non voluta. «C-che mi prende? Cosa sto-ah...»
Fu come in procinto di svenire, ma allora, una misteriosa forza si manifestò in lui, conferendogli l'energia necessaria per non cedere e rimanere sui suoi talloni ma il dolore non si era ancora alleviato. La cosa scioccante, però, era che gli altri ragazzi iniziarono a portare in avanti le gambe verso lo studente del mondo accademico, senza mostrare alcuna emozione sulle loro facce dettando frasi ripetute come se fossero delle marionette viventi.
«Sì... Noi dobbiamo ricongiungerci.», «Dobbiamo ricongiungerci... e aspirare a ciò che abbiamo sempre desiderato.», «Il nostro desiderio... Diventare l'essere supremo!»
La squadra speciale non aveva le parole in bocca per descrivere ciò a cui stavano assistendo in prima fila, un fenomeno che non era solito ad essere visto in un giorno qualsiasi. E quando decisero di sfamare la loro curiosità smista alla preoccupazione con una domanda per il loro capo, quest'ultimo accumulò tutta l'aria bisognosa per i suoi polmoni e urlò qualcosa che fece fare loro un bel balzo di spavento, un'esclamazione gridata con un tono decisamente più aggressivo di quello che il solito Yuri tendeva a rivolgersi al mondo esterno. «L'essere supremo che distruggerà tutto quanto!!!»
«Si può sapere che sta succedendo?! Yuri-sama non sembra essere in sé!», «Hai ragione... Yuri-sama, può sentirci?! Yuri-sama!!»
Niente. Non dava la minima retta a nessuno, come se non potesse sentirli. Gli uomini formarono una sottospecie di cerchio circolare attorno al corpo privo di vita del loro ex socio, alcuni che erano alle spalle dei compagni e quindi più distanti dai quattro ragazzi volsero per un attimo la loro concentrazione su di lui, ancora tristi per la sua inaspettata perdita. Uno di loro si fece avanti, e scompigliò con delicatezza alcune ciocche di capelli dal suo viso impallidito, trattenendo di prepotenza le lacrime pur di esaudire il suo ultimo desiderio, ossia quello di non lasciarsi sopraffare emotivamente sopratutto per la sua morte. «Tranquillo. Riusciremo ad uscire sani e salvi da questo pasticcio, prima che sia troppo tardi.»
Di colpo, il quattordicenne fece per alzarsi lentamente in piedi con le braccia che penzolarono un po' all'aria prima di mettere la spina dorsale nella giusta postura, confrontandosi faccia a faccia coi nemici che continuavano ad avanzare verso di lui e le distanze si accorciarono sempre più, lentamente, in un lungo periodo di infiniti e frangenti minuti che misero sotto pressione i soldati, spaventatati su quelle che avrebbero potuto essere le prossime azioni dei tre. E, inaspettatamente, ecco che anche Yuri si unì alla festa e iniziò come loro a portare i suoi passi in avanti, accecato da un'essenza a cui proprio non poteva opporre resistenza. «Y-Yuri-sama, dove sta andando...? La supplico, torni qui, è pericoloso avvicinarsi!»
Non fu preso in considerazione neppure stavolta. Non sapevano proprio come rispondere a una situazione del genere, di certo Yuri li avrebbe ammazzati se solo avessero provato a strattonargli il polso pur di fermarlo: del resto, però, era per il suo bene. Per questo un uomo della divisione di fece coraggio, e allungò una mano verso il ragazzo portando le gambe in avanti per far sì che potesse raggiungerlo, cosa che tuttavia non riuscì a portare a termine a causa di una sorpresa da parte del tempo: il cielo era diventato scuro al'improvviso, le nuvole nascondevano totalmente quei pochi raggi di sole che illuminavano parte dell'ex città e, come se ciò non bastasse, sopra le teste di tutti era comparso uno strano vortice tetro da cui fuoriuscirono delle scintille in continua costanza, come un segno che a breve stesse arrivando un intenso temporale. Ma la sensazione che ci fosse di più su questo fenomeno comparso di scatto sfiorò il gruppo, un pessimo presentimento stava venendo a bussare alla loro porta.
«È arrivata l'ora...» sussurrò il viola-rosa con tono profondo, stringendo pericolosamente i denti fra loro come se l'aggressività avesse preso il completo sopravvento su di lui. Gli altri ripetevano le sue stesse parole come registratori, ripetendole ancora tutti e quattro insieme all'infinito fino a quando pian piano non giunsero a concludersi.
«È arrivata l'ora... L'ORA DI...!»
«NOOOOOOOOOOOOO!!!!!!!!!!»
I ragazzi lasciarono che dei sussurri abbastanza percettibili alla divisione Obelisk, anch'essa perplessa dal tempestivo urlo di una giovane ragazza, abbandonassero le loro labbra dalla minuscola fessura che ne separava la parte superiore ed inferiore. I soldati si guardarono costantemente attorno, in preda al panico mescolatosi allo shock. «Chi... chi è stato a gridare in quel mod-!?»
Non appena uno di loro ebbe terminato il suo spontaneo quesito, qualcosa sfiorò bruscamente la sua spalla, quasi da fargli perdere l'equilibrio poco stabile del suo corpo: qualcuno, che dalla fretta aveva per sbaglio fatto contatto spalla con spalla nella sua estenuante corsa contro il tempo, si precipitò in fretta e furia in direzione dei giovani in uno stato privo di autocontrollo, per lo appunto una ragazza. E quindi, quale ragazza se non quella che aveva appena sbraitato a squarciagola?
«E-ehi, tu, ragazzina! Cosa credi di fare?!, Levati di torno, è un ordine-»
GWAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!
Il ruggito di una nuova creatura, nove e possenti code che si manifestarono appena a pochi centimetri dalla squadra speciale che sobbalzò dinanzi a quella scena forse più assurda di tutte le altre messe insieme. Yuri, avendo dapprima percepito attraverso il tatto il tocco di una mano più piccola rispetto alla sua, sentì che pian piano quell'arto dall'apparenza innocuo rappresentante come un semplice fastidio di cui sbarazzarsi col singolo uso dei suoi poteri stava mutando presto in un qualcosa di grande, tagliente alle punte delle dita. Voltandosi rapidamente con in volto un'espressione smarrita riuscì ad intravedere soltanto qualcosa di aguzzo e di colore viola, poiché un accecante bagliore roseo offuscò la vista sua e quella degli altri, tant'è che furono costretti a mettere a riparo i loro occhi pur di non uscirne accecati. «...!»«Guah! Ma che...?! Yuri-sama!!!»Una strana essenza cominciò a trascinare quest'ultimo contro la sua volontà verso la parte da cui proveniva il grosso arto dalle punte violacee, da cui cercò invano di staccarsi il prima possibile. Ma il dolore nel suo petto persisteva, costringendolo ad arrendersi momentaneamente alla lotta tra lui e quell'importunante presa che per qualche sconosciuto motivo non voleva proprio saperne di mollarlo. «Lasciami andare, maledetta...!»«AHHHHHH...!!!»Senza dare il minimo ascolto alle urla di proteste del quartetto e dei loro draghi che ruggivano rabbiosi, l'intensa luce brillò in una ancor più accecante di quanto già non lo fosse e la misteriosa forza allontanò i maschi tra loro, iniziando a separarli in strade diverse. Questi continuavano ad urlare senza freno, imprecando ancora per quell'imprevisto a cui non potevano far niente per resistere, specie Yuri: una potente energia rivestì il suo intero corpo, rilassando i suoi muscoli e calmandolo in men che non si dica. In qualche modo fu una sensazione piacevole e confortante, e da allora si sentì decisamente forte rispetto ad un attimo fa che era un totale disastro inginocchiato e contorto dall'atrocità del male fisico che aveva dentro, ormai un semplice incubo. Stranamente per gli altri non fu lo stesso, che continuarono a ringhiare e dimenarsi pur di contrastare l'invincibile potere che incombeva su di loro, fino a quando non accadde questo. La forza inarrestabile continuò a far indietreggiare e distanziare i ragazzi di parecchi chilometri, fino a quando non giunse il momento decisivo: anziché continuare ad allontanarli, il ruggito della belva giunta appena sul posto risuonò assieme a quello di tutte le altre e, col brusco movimento delle sue code che generarono una poderosa onda d'urto da far volare via i soldati che finirono col precipitare nuovamente a terra, causò la lenta scomparsa dei draghi e dei loro padroni, che continuarono a gridare in preda allo stupore. Tutto sembrava stesse per volgersi al termine, e invece, la stessa sorte stava capitando anche a Yuri e al suo mostro, così come la bestia a nove code che a quanto pare era intenzionata a trascinarseli entrambi con sé, intrappolando l'ultimo drago con esse come se fossero delle corde che lo legavano a sé senza lasciarselo sfuggire minimamente. Il bagliore emise un'esplosione finale di luce, che generò un'inarrestabile onda di energia che frantumò gran parte dei resti degli edifici circostanti a malapena intatti e aggravò la situazione del terreno carbonizzato, liberando l'intera zona di qualsiasi persona o mostro che vi era presente a portare il chaos.Da allora, l'atmosfera era passata da disastrosa a tranquilla. La squadra di uomini, distesi inermi sulla terra, provarono a rialzarsi con le mani che grattarono le nuche doloranti. «Uh... Cosa...» la realizzazione del fatto su dove possa trovarsi Yuri colpì uno alla volta molto presto, mettendoli nel panico più totale. «Y-Yuri-sama! Yuri-sama! Yuri-sama, dove si è cacciato?!»Guardandosi innumerevoli volte attorno, non ne vedevano il misero filo d'ombra. Erano preoccupati a morte, proprio non riuscivano a riordinare le idee e analizzare per bene cosa fosse successo allora, anche perché troppo presi dal panico per riflettere ragionevolmente. E come non esserlo, sapendo che il loro caro Yuri era scomparso come per magia e finito chissà dove. «YURI-SAMAA!!»
[...]
«Ehi, che ti prende? Che c'è, ti sei incantato per caso?»
Finalmente Yuri tornò alla realtà, con la voce di Sora che fortunatamente — o bisognerebbe dire, quasi miracolosamente - non aveva interferito con la vera parte importante della visione, o per meglio dire, un frammento del suo passato. Da cui, udite udite, tutto gli sembrò ancor più chiaro di quanto potesse aspettarsi dopo. Innanzitutto perché nuove domande erano traboccate nella sua mente, e non per niente la cosa fu negativa come si penserebbe: al contrario, queste domande lo stavano aiutando a capire effettivamente cosa non riuscisse a ricordare anche spremendosi le meningi in continuazione, come ad esempio della squadra speciale che lo accompagnava. I modi con cui si rivolgevano a lui, come lo nominavano e nel giusto tono rispettoso che si aspettava e meritava, ma sopratutto, il nome generico della loro divisione che era riuscito ad afferrare osservando i loro movimenti e il loro aspetto non completamente oscurato come nelle visioni che aveva avuto in precedenza. Stavolta aveva visto delle maschere dalle iridi differenti a seconda di chi le indossava, alcune ne avevano di colore verde mentre altre rosso; Le loro uniformi, di un bianco ed un blu che si sposavano perfettamente tra loro, guanti neri estivali grigi in gomma. La cosa ben oltre importante, tuttavia, ne fu una in particolare. Ai lati delle braccia, queste loro vesti presentavano degli stemmi gialli che probabilmente aveva già visto da qualche parte. «Quelli erano... i miei soldati.» sussurrò ancora un po' confuso, tant'è che la sua affermazione suonò alla fine più come una domanda abbastanza percettibile per il bambino che spalancò i suoi smeraldi, e ancor di più quando Yuri finalmente dettò quel nome. «...La Forza Obelisk.»
«E-esatto, è giusto, bravo! La Forza Obelisk, i tuoi uomini! I soldati che da sempre hai comandato per combattere insieme le battaglie più ardue, con cui si diceva che rischiaste addirittura voi stessi pur di portare a termine anche la missione più complessa. Tu avevi questo brutto vizio di completare anche la più pericolosa e difficile che ti veniva assegnata, non ti importava un fico secco di niente e di nessuno che avrebbe voluto ostacolare la via che avevi già stabilito. E sono certo che non sei affatto cambiato da allora... Dico bene? Su, fammi vedere lo Yuri che davvero eri un tempo! O forse l'avrò già visto quando ti ho incontrato in questa città?»
Yuri allargò gli occhi, solo questo poté fare in un momento come quello. Pensare al fatto che un tempo avesse dei soldati sotto suo il suo comando gli consentì di riacquistare maggior determinazione in sé stesso, che avrebbe potuto solamente aiutarlo nel recuperare in fretta altri ricordi e da allora non sembrò neppure un'impresa poi così difficile. Ogni cosa stava rapidamente essendo illuminata da un bagliore di chiarezza, rivestendo di luce tutto ciò che aveva precedentemente rivisto di un nero pece nelle sue visioni, a partire dalle brutte facce dei bulli che stavano infastidendo quella bambina ai suoi soldati... ad eccezione però di lei e dei tre ragazzi, così come i loro draghi e addirittura anche il suo. Era come se tutti questi elementi volessero restare invariati, e continuare a celarsi dal freddo ed impenetrabile sguardo del giovane. Un giovane e importante soldato, temuto e rispettato da tutti... presso Academia. « È chiaro... Academia è stata la mia istruzione sin dai tempi di quando ero ragazzino. Col passare degli anni mi sono esercitato duramente affinché io potessi diventare uno dei migliori duellanti della scuola, e poco a poco anche al di fuori di essa. Aspiravo in qualunque modo a diventare il più forte. E finalmente, ho raggiunto questo livello... Questa è la mia identità. Io sono un soldato di Academia, nonché il più reputato e temuto. Nessuno osa opporsi a me! Perché il più potente ed inarrestabile... è il sottoscritto.»
Neanche lo stesso Yuri, in tutta sincerità, si sarebbe mai aspettato che simili parole fossero uscite dalla sua bocca al vento. Ma, nonostante questo, se non fosse stato il suo voler provare a rammentare attraverso le parole dettate a voce, non sarebbe giunto a quella conclusione: adesso sapeva chi era veramente, o perlomeno nel generale, senza essere sceso nei minimi dettagli, per il momento. Aspettava ansioso quest'occasione da troppo ormai, ma era tutto finito. Stupito lo era sopratutto il bambino dai capelli color ciano, che per un soffio non si lasciò sfuggire dalle labbra il suo bombolone quasi scomparso e travolto dalla sua incommensurabile golosità. Non ci poteva credere davvero che avesse ricordato.
Prima, però, che questo potesse parlare in merito, qualcosa di brillante illuminò intensamente le tasche della camicia del viola-rosa, irrompendo sul suo tentativo di dire qualcosa in merito a quel miracolo, se così si poteva definire vista la testarda zucca vuota che si ritrovava. Yuri, sul cui volto si era da poco fatto strada un orgoglioso sorriso smisto alla malizia in persona, osservò esterrefatto lo strampalato fenomeno sotto i suoi occhi il cui colore sembrava essere il medesimo di quello della luce che abbagliava il suo viso: curioso e allo stesso tempo perplesso su quanto stesse accadendo, portò sbrigativo una mano nella tasca e, estratta la coppia di carte conservate al suo interno sin dalla prima e ultima volta in cui aveva messo piede nella Leo Corporation, poté liberamente constatare che la causa fossero proprio loro. Entrambe le carte violacee erano rivestite di una limpida fonte di luce rosea, quasi da mettere in difficoltà il ragazzo nel tenere le palpebre aperte anche solo della metà. «E ora che succede?»
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