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#027 - L'essenziale caduta di un soldato in battaglia

Quella situazione lo stava mandando in bestia. Adesso non aveva da recuperare solo la sua precedente identità, bensì anche quella della misteriosa bambina la cui figura si era mostrata a lui come un'ombra funesta, rendendogli impossibile poterla vedere in volto e magari riconoscerla, semmai nella vita aveva mai avuto qualcuno che lo avesse incoraggiato e supportato in quel modo. Non sapeva da dove partire, ma sopratutto cosa pensare di tutto ciò. Desiderava al momento scoprire di essere nel frutto di un puro e semplice sogno, che la sua mente avesse trovato un po' di pace da quei mille pensieri: ma sapeva benissimo che in realtà le cose non stavano per il verso che voleva sperare, e lo poteva constatare dalla propria stanchezza fisica. Ma allora, se non poteva ricordare niente di niente, cosa poteva fare?
«...» ripensando meglio sulla precedente visione, aveva notato che fu menzionato un altro importante fattore e giurava di averlo sentito chiaro e tondo: un tempo, a quanto pare, era reputato il miglior duellante della scuola, presumibilmente la stessa Academia di cui Sora gli aveva parlato poco fa. Non poteva essere un caso, no. Qualcosa voleva aiutarlo a qualunque costo a recuperare i suoi ricordi passati, disponendo di ogni mezzo possibile pur di riuscire nel suo obbiettivo. Forse non era vero che non aveva rammentato praticamente nulla. In un modo o nell'altro, sentiva del familiare nell'aria, più vicino di quanto potesse immaginare.
La storia dei duellanti che in passato lo avevano sfidato a duello con cui alla fine erano stati teletrasportati altrove da un bagliore, accompagnato da un quinto ruggito che susseguì quello dei loro quattro mostri, tornò all'apice dei suoi pensieri. Era certo che fosse quello il punto a cui mirare principalmente, che poteva magari connettersi a tutti gli altri punti a cui purtroppo non aveva ancora trovato una risposta con cui porre fine poco a poco alle sue perplessità. Fino a quando però non tornò a focalizzarsi in uno in particolare, ossia dove avesse vissuto davvero prima di essersi ritrovato misteriosamente in questa città. Considerando il fatto che era molto improbabile che fosse cresciuto senza un'istruzione, un riferimento da cui prendere esempio che avrebbe dovuto essere un docente, che un tempo frequentasse veramente una scuola poteva avere un senso: dopotutto, lui stesso si rendeva perfettamente conto che da bambino senza questi elementi non sarebbe mai divenuto il ragazzo che era nel presente.
Cosa insegnavano in quest'accademia, a proposito? Solo... lingua, matematica, o roba simile? Questa domanda gli era venuta spontanea per il semplice motivo che quel che avesse più in testa per rispondersi a questo quesito erano... i duelli. Era vero che nutrisse una forte ossessione per il duel monsters, ma così tanto che addirittura la sensazione che l'unico, o perlomeno principale, argomento che si potesse apprendere in quel posto fossero i duelli? Ci doveva essere dell'altro. Qualcosa nel profondo di sé continuava a mandargli indizi al centro della sua testa, cosicché una via colma di abbagliante luce potesse portarlo sulla giusta strada da prendere in mezzo a tutto quel cumulo di domande lasciate in sospeso e non perché non volesse replicar loro, non poteva. Al momento, e forse, non troppo in ritardo seppur neanche così presto: la luce che intravedeva dinanzi ai suoi occhi stava diventando man mano sempre più forte e accecante, ma siccome si trattava di semplice immaginazione, non aveva necessità di chiudere le palpebre anche se dall'apparenza poteva sembrare decisamente una cosa assai realistica. Un qualche sorta di varco si stava aprendo per lui, per fornirgli le risposte che cercava ansioso da tempo, per aiutarlo a capire chi fosse e i segreti che si celavano alle sue spalle che aveva dimenticato attraverso un'altra e probabilmente ultima visione di come quelle che aveva avuto delle volte anche in passato. Un esempio? Quando la scorsa notte le Forze Speciali erano riusciti miracolosamente per loro a sequestrarmi, una visione diversa ma di sé stesso e dell'identica bambina oscura che aveva visto poco fa lo aveva allontanato completamente dalla realtà, ritrovando in egli un forte senso di vuoto, rabbia, un atroce dolore che non ricordava di aver mai percepito fino ad allora e non che la situazione che ci aveva colto di sorpresa lo avesse disperato a tal punto. Ma se non era per quello, a cos'erano dovute allora quelle emozioni tanto negative?
Ma tornando alla luminosità che abbagliava le sue memorie che si ostinavano a tener nascosti negli abissi tenebrosi i frammenti passati della sua vita, il varco cominciò ad estendersi ampiamente con lo scorrere dei minuti pervasi da una spiacevole sensazione di tensione ed impazienza, impazienza di voler sapere ogni cosa al più presto, nei minimi dettagli. Fu proprio il maschio a far quindi la sua mossa, toccando le immagini sfocate dinanzi a sé con un tocco del palmo di una sua gelida mano che le attraversò senza problemi, facendogli tenere presente che fossero soltanto astratte; Ma, grazie a quel contatto, tutto gli si ripresentò più chiaramente agli occhi suoi, illuminati dall'enorme e preziosa fonte di luce che lo circondava e lo rivestiva di una sensazione tutta nuova non per niente spiacevole nemmeno per un ghiaccio impenetrabile come lui, mentre la sua testa era ormai assorta in un mondo immaginario che vedeva attraverso le sue fredde e confuse iridi, lui e lui soltanto, come se fosse il suo piccolo spazio personale a cui nessun altro vi potesse mettere piede.
[...]
I lenti e agghiaccianti passi dell'adolescente che calpestavano con forza i resti di ciò che ne era rimasto di quella che si era oramai rivoluzionata in una vera e propria landa desolata, priva di qualsiasi forma di vita se non la sua e quelle del gruppo di uomini che lo seguirono a ruota, intenti a setacciare la zona circostante alla ricerca di qualcosa o qualcuno, risuonarono nelle vicinanze accompagnando il gelido vento passeggero che vegliava su quell'ex campo di battaglia che ancor prima era una città vivace e piena di colori, lasciando forti carezze sui loro volti semi coperti: infatti, ogni membro che componeva la numerosa squadra alle spalle del ragazzo sembravano apparentemente gemelli date le loro uniformi identiche, senza la minima distinzione fra loro se non i cambiamenti colori tra rosso e verde nelle iridi delle loro maschere, ad eccezione di quest'ultimo che si portava in avanti con un lungo e tetro mantello che si spostava al ritmo della corrente d'aria, insieme a piccoli polveroni di terra e detriti sollevatisi da terra con la sua lieve ma sufficiente potenza.
Il giovane cercò in continuazione con lo sguardo quel che avrebbe dovuto essere l'obbiettivo principale per cui lui e il suo team di soldati erano stati mandati in quel luogo sott'ordini impartiti dall'alto. Precisamente, si trattava di una ragazza a quanto pare indispensabile da rintracciare e condurre presso la loro sede per un motivo ancora avvolto nel silenzio del mistero. Ma finora, neanche l'ombra di un capello si era fatta viva. Forse sarebbe dovuto essere il caso di cambiare locazione?
«Niente. Non è nemmeno qui...» sospirò uno degli uomini, senza spostare la vista che attraverso la maschera era in grado eppure di vederci benissimo come del resto tutti i suoi compari. Ma sopratutto, prima di rivolgersi a colui autorizzato a dare ordini e sopratutto del rango più alto dell'intera accademia, schiarì la gola come meglio poteva e, deglutendo per un attimo, prese pian piano il coraggio di porre lui un quesito con le dovute moderazioni, sia nei toni che nelle parole, cercando di mostrarsi il più formale possibile nei confronti del suo superiore: «C-come ha intenzione di procedere, se non sono t-troppo indiscreto, Yuri-sama?»
Il giovane rimase taciturno. Piuttosto, era perlopiù concentrato nel perlustrare l'ambiente circostante, anche se non avevano ancora intravisto un minimo di vita tra i paraggi: del resto era più che normale, ed era per questo che erano approdati in una città abbandonata, perché senza una mischia di persone sarebbe stato più semplice scovare l'interessata. E se ci fossero stati dei sopravvissuti all'attacco che avevano causato a quella città, dovevano sapere che la prudenza non era mai troppa, bisognava saperlo in una questione che si affacciava tra la vita e la morte se davvero si voleva sperare di sopravvivere, nonostante tutti i dolori e le sofferenze patite per i propri cari che non avevano avuto modo di trovare la via della salvezza da quelle spietate macchine da guerra dalla potenza inarrestabile.
Non passò troppo tempo da quella domanda, però, da quando il ragazzo si fermò nel bel mezzo di un grosso e profondo spazio di terreno carbonizzato dalla forma circolare, simile a un ring ma nato dalla distruzione. Anche i suoi soldati fecero lo stesso, orgogliosi del lavoro svolto: senza dubbio erano loro i responsabili di un'impronta tanto incisiva, perché segnava una delle tante battaglie affrontate lì e come scordare i volti disperati di chi oramai aveva perso la speranza. Una scena così divertente e appassionante che avrebbero voluto assistere ancora una volta in prima fila.
La ragazza, sfortunatamente, non era neppure da quelle parti, ma almeno potevano dire di averci provato. Il ragazzo nascosto sotto il suo mantello incrociò le sue iridi rosa verso i soldati, che subito si misero sull'attenti coi loro corpi che tremavano come foglie alla sola vista di quello sguardo pungente che trapassava le loro figure come una spada tagliente che si sentivano trafiggere al loro interno. Per non parlare poi del sudore freddo che gocciolava dalle loro fronti come se non esistesse un domani, il loro respiro si fece assai irregolare come se avessero visto il demonio in persona.
«Avvisate gli altri soldati che siamo in vista della prossima destinazione. È un inutile spreco di tempo restare ancora in questo deserto.» ordinò con freddezza vera e propria agli uomini passivi, che sobbalzarono uno dopo l'altro al suo tono duro come il marmo e non potevano far altro che non tacere e ubbidire.
«S-subito!»
Ma proprio quando il gruppetto stava per allontanarsi di corsa a chiamare i colleghi, degli assordanti ruggiti li paralizzarono all'istante, sorprendendo i presenti del fatto che fossero ad una distanza più ravvicinata di quanto potessero pensare. Persino lo stesso Yuri, il quale riusciva sempre e comunque a mantenere un temperamento freddo e autoritario in qualunque occasione, manifestò in viso un'espressione che proprio non aiutava nel sopprimere le sue perplessità e i suoi stupori.

GWAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

WRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!

GRAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!


«M-ma che... Duel monsters...?» fece stupefatto uno degli uomini, stranito che ci fosse ancora uno di quei sopravvissuti dell'ex città che avevano avuto il coraggio di confrontarsi col loro schieramento e per questo grave errore erano stati tutti destinati alla stessa triste sorte. Era impensabile, quindi, che ce ne fossero altri. Ma, se le cose stavano veramente così, come si poteva spiegare effettivamente la presenza di ben tre mostri tra le vicinanze? E a giudicare dai loro versi, si poteva supporre che fossero... draghi. Dei draghi furiosi, alla ricerca di sangue e vendetta. Queste furono le sensazioni che quei boati stavano trasmettendo ad ognuno di loro, in quegli attimi di fastidiosa ansia.
Ecco, però, che accadde qualcosa. Alla cima di quel buco profondo, quei ruggiti furono spodestati da dei passi letteralmente da gigante in grado perfino di far tremare la terra ad ogni arto che portavano in avanti, sempre meno distanti dal gruppo, fino a quando i loro occhi spalancati dallo shock non incrociarono le gigantesche figure oscurate ma dalle caratteristiche draconiche parecchio distinguibili come le squame appuntite, le zanne poderose, le ali cristalline... Esse lanciarono mortali sguardi famelici ai soldati in preda al panico, compreso il giovane a capo della divisione che sfidò valorosamente le bestie a scambi di occhiate pungenti come aguzze lame. E fu allora che, a loro grande inaspettatezza, le tre creature vennero ben presto affiancate da degli umani i cui talloni si schiantarono pesantemente sul terreno raso al suolo: le loro espressioni, che solo Yuri sembrò notare perfettamente da lontano, erano ripiene di odio, rancore, così come per i loro mostri che si rivelarono di appartenere rispettivamente a ciascuno di loro e condividevano le emozioni che provavano, come se fossero lo stesso essere. E qualcosa di particolare, non per niente da escludere, si manifestava nelle loro iridi: dei vivi colori che offuscavano esternamente le loro pupille, colori che brillavano intensamente di continuo, illuminando i loro volti e parte dei possenti corpi bestie che li accompagnavano, che tornarono poi a ruggire in maniera assordante. La lontananza considerevolmente accorciata tra i presenti rese quei boati ancor più assordanti di quanto si potesse immaginare, costringendo molti dei soldati a tapparsi i timpani per il timore che avrebbero potuto perdere la percezione dell'udito da un momento all'altro. Il mantello del quattordicenne si innalzò per 'aria, muovendosi alla stessa velocità della forte corrente d'aria generata dagli intensi rumori provenienti dalle bocche dentate dei draghi, dandogli un'intensa sensazione che il loro bersaglio fosse proprio lui ed i suoi uomini, quando invece non ricordava che li avessero mai incontrati finora.
«Ma chi sono questi duellanti...?!», «N-non hanno un'aria molto...»
Senza nemmeno che un componente potesse portare a termine il suo commento, uno del trio di mostri scaturì dal suo corpo incandescente una focosa essenza che cresceva costantemente grazie alle fiammelle che gli ruotavano attorno come un tornado, consentendo alla fiammata di prendere forma e volume sufficiente per riscaldare a dovere il gelido ambiente. Ed ecco che il tutto accadde in un nanosecondo: il drago sfoderò appieno tutta la propria potenza nel suo raggio d'azione che fu uno Yuri stordito più che mai, così tanto da non riuscire a distinguere la realtà dal fasullo ed una pericolosa fiammata scagliata a mo' di lanciafiamme stava per mettere in grave pericolo la sua incolumità. Un altro problema era che le sue gambe paralizzate — e non dalla paura, ma dalla confusione — non gli consentivano di muoversi a suo piacimento e ripararsi dal colpo incontrollato lanciatogli contro a piena potenza prima che fosse troppo tardi.
«YURI-SAMA, NOO!!!»
La fiammata continuò procedere infrenabile verso il suo bersaglio, precipitandosi sempre più velocemente verso lo sventurato Yuri, colto impreparato dal tempestivo attacco e talmente perplesso su come reagire che non aveva ormai tempo per eseguire la minima azione per evitare l'inevitabile. Ma, quando si pensò che fosse giunta la fine per il giovane, qualcosa colpì a tutta forza il suo fianco, gettandolo da un lato da cui potesse trovarsi fuori pericolo. Il viola-rosa gemette lievemente dallo stupore, ponendosi subito una domanda: chi o cosa lo aveva spinto? «AAAAARGH...!!»
I suoi gelidi occhi si spalancarono ancora una volta all'ascolto di quell'atroce grido che gli si ripresentò davanti in men che non si dica: proveniva dal suo salvatore, nonché uno dei membri della sua squadra speciale. Aveva messo in repentaglio la sua sicurezza con umiltà per proteggerlo a qualunque costo, lasciando che la spaventosa fiamma ustionasse la sua uniforme per poi arrivare a procurargli svariate ferite di ogni tipo di grado, dal primo e perfino al terzo. Una scena orribile a cui assistere, tutti stavano osservando con le mani in mano a una fine quasi certa del loro compare e non potevano fare niente per trarlo in salvo, niente. L'unica cosa che potevano fare era solamente guardare, e sperare che se la sarebbe cavata dopo il suo eroico gesto che mai avrebbero potuto scordare. «Oh no... No!!!»
I soldati erano nel panico assoluto. Il fuoco, assicuratosi di aver arrostito per bene colui che aveva osato ostacolarlo, lasciò andare la povera vittima che si accasciò miseramente a terra, con il fumo che fumava dal suo corpo pieno zeppo di gravi ferite. La disperazione prese il sopravvento dei suoi compagni, che preoccupati si precipitarono immediatamente a soccorrerlo, raccogliendo la sua figura inerme e completamente priva di energie, troppo dolorante per eseguire qualsiasi azione. «Perché... Perché stai rischiando la tua vita per salvare Yuri-sama? Noi non saremmo mai stati capaci di compiere un gesto eroico come il tuo. Ti meriti tutto il nostro rispetto, socio. Per favore, però... non esiste che ti portiamo a casa... deceduto...», «Ha-ha ragione... Ora ti riportiamo indietro ad Academia, per cui vedi di resistere mi hai sentito?!»
Yuri, col bacino e i palmi delle mani schiantatisi con violenza contro il duro terreno, stava assistendo all'ardua situazione che si stava svolgendo sotto il suo naso. Gli mancavano le parole in bocca per descrivere l'accaduto, ma sopratutto, il grande e prezioso sacrificio di un suo soldato quando si stava giocando l'esistenza per colpa di una stupida distrazione. Uno dei suoi uomini stava per cadere sotto il suo sguardo, per sempre. Se però lo avessero condotto alle infermerie della loro accademia forse, e disse forse, avrebbe avuto qualche possibilità di sopravvivere quel giorno. Doveva sopravvivere. Altrimenti, come avrebbe potuto spiegare la morte di uno dei suoi uomini sul campo di battaglia? La responsabilità, in quel caso, sarebbe stata solo ed esclusivamente sua, come da capo della squadra speciale chiamata "Forza Obelisk".
«È-coff... t-tutto... in-nutile-coff...» mormorò a stento il sodato sacrificatosi per Yuri, tossendo in continuazione. I suoi alleati, che avevano formato un cerchio tutt'intorno al loro povero collega, avevano il cuore a pezzi nel vederlo in fin di vita ed il fatto che non stesse mostrando alcuno sforzo pur di sfuggire a quel che era la morte li faceva stare ancor più male e quelle poche luci di speranza che intravedevano nei loro occhi stavano cominciando a spegnersi con l'incessante scorrere dei secondi.
«No... Non fare lo sciocco! Tu DEVI sopravvivere, è un ordine! Come faremo a proteggere Yuri-sama senza le tue eroiche gesta? Come faremo a combattere ancora sapendo che uno di noi ci avrà lasciati per sempre? Non potremmo sopportarlo, è un fardello troppo pesante da portare sulle spalle... Se non vuoi farlo per te stesso, fallo almeno per noi, i tuoi compagni! O, se preferisci...» un amico del morente, che stava tra l'altro tenendo la sua testa fra le mani, si volse lentamente verso il ragazzo dai capelli viola-rosa, paralizzato a realizzare per filo e per segno il rapido susseguirsi di eventi accaduti tutti in una volta. Yuri poteva visibilmente notare a occhio nudo le lacrime che precipitavano incessanti dai bordi degli occhi nascosti della maschera dell'uomo che lo stava fissando con un grosso peso in meno in sé sapendo che almeno lui stava bene, arrivando alla punta del mento per poi schiantarsi a massima velocità sulla terra inumidita dal liquido creatosi dalla sua tristezza, una tristezza che mai gli era capitata di provare finora in tutta la sua carriera come soldato di Academia. Il resto della divisione lo seguì a ruota, sollevati anche loro nel vedere che il giovane non avesse riportato alcuna ferita dall'assalto del drago ed il merito era solamente del loro caro compagno. «...fallo almeno per lui, per il suo bene. Dobbiamo proteggerlo tutti insieme. Non solo perché riserviamo moltissima stima nei suoi confronti, ma anche perché ci è stato ordinato di salvaguardarlo e trarlo fuori dai pericoli anche a costo della vita, seppur sia nostro superiore. Nessuno, tra noi, sarà mai in grado di farlo bene quanto te. Quindi, ti scongiuro... devi continuare a vivere.»
«E hai detto bene, anche a costo della vita. Io so che potete farcela anche senza di me... Coff coff! Do-dovete andare avanti... oramai sappiamo tutti che per me non c'è più speranza, ma non m'importa. Mi basta sapere che Yuri-sama sta bene. E morire portandomi dietro che la mia morte sia avvenuta solo ed esclusivamente per la sua salvezza... non posso chiedere di meglio. Non ho mai conosciuto nessuno tenace come lui: autoritario, calcolatore, che sa sempre come comportarsi a ogni evenienza. Ho sempre desiderato diventare come lui, un giorno. Così giovane, ma con così tanta esperienza... Chi l'avrebbe mai detto che io, che sono addirittura più vecchio, avrei mai aspirato a puntare in alto seguendo l'esempio di qualcuno più giovane. He... heheh-coff! M-ma del resto... si tratta del nostro Yuri-sama. Siete stati davvero degli ottimi compagni. È stato bello lavorare con voi, ma immagino che adesso sia giunta la mia ora. Grazie di tutto. Prima di andare, però, voglio che mi facciate un ultimo favore... non versate lacrime per me. Per mostrarsi forte, un soldato non deve mai lasciarsi sopraffare, sopratutto dalle emozioni.» con estrema fatica ma con buoni risultati, il salvatore di Yuri fece per voltarsi lentamente verso di quest'ultimo, malgrado le ossa del collo gli davano un insopportabile dolore interno. Ma pensare al dolore fisico non era niente a cui dar peso in un momento del genere, un momento in cui ormai niente più contava ora che la sua vita era appesa ad un filo da cui era prossimo a precipitare nel vuoto. Cosa ne sarebbe stato di lui proprio non lo sapeva, ma prima di andarsene via, doveva assolutamente parlare con lui per un'ultima volta. «Y-Yuri-sama... Grazie sopratutto a lei. Con l'esperienza accumulata lavorando al suo fianco, ho finalmente potuto trovare ciò che non potevo mai permettermi: la felicità. È stato davvero un immenso piacere, per me, lavorare al suo servizio. Coff... La prego, però. Sia forte come lo è sempre stato, si metta in salvo da quei mostri... E, anche se non mi vorrà ascoltare, voglio almeno-coff coff!! d-dirle un'ultima cosa, prima di lasciarvi. Siate felice. E continuate a prosperare verso un futuro meraviglioso... Vi auguro inoltre di trovare la ragazza che stiamo cercando da tanto tempo. A-ah...»
Alla visione di una scena che mai aveva visto svolgersi sotto il suo sguardo, il viola-rosa si ritrovò fermo e incredulo nello aver assistito a questo: il suo soldato, il suo primo soldato ridotto allo stremo, lasciò cadere i muscoli delle braccia e delle gambe a terra e la testa quasi non finì per scivolare dalle mani del suo amico dal viso impasticciato dalle lacrime che stava tristemente — e rabbiosamente — versando per lui. Il gruppo entrò nel panico assoluto che arrivò ad urlare di spavento, e sfortunatamente i loro timori furono fondati quando uno di loro si occupò di controllare il suo battito tastando delicatamente la sua vena non più pulsante del collo e né tramite il polso potevano sentirlo, così come notarono che il suo petto aveva smesso di salire e scendere. Era deceduto davanti alle persone più care che aveva, con un sorriso che si era fatto spazio sulle sue labbra prima di abbandonarli definitivamente. Non c'era niente che potessero fare per riportarlo indietro, ora. Niente. «Non respira...! No... NO! PERCHÉ!!! PERCHÉ TU!!»
Ci fu un ritrovo di completa disperazione, lì intorno. Tutti i soldati che piangevano e gridavano disperati per la morte del loro compagno, uno dei maggiormente stimati, che si era fatto valere sopratutto quel giorno in cui aveva dato la propria vita per quella di Yuri. Proprio non sapeva come reagire di fronte a un simile affronto, non si aspettava di certo che sarebbe tornato dalla sua missione con un suo soldato che non ce l'aveva fatta. Non si era mai ritrovato di fronte una circostanza simile, ragion per cui il suo volto era totalmente sconvolto da uno stato di completo shock. Evidentemente... non era stato all'altezza di evitare l'accaduto, di assicurare la sicurezza di un suo uomo. Aveva fallito come leader, come braccio destro della persona più importante della loro accademia che riponeva estrema fiducia in lui. Era certo che se avrebbe fatto ritorno con questa notizia avrebbe finito per perdere tutta la propria credibilità come soldato di alto livello.
«MISERABILE STRONZOOOO!!» e come se non bastasse, l'Obelisk che teneva il capo del deceduto aveva perso il controllo di sé dopo averlo dolcemente poggiato a terra, prima di salutarlo per sempre, accompagnato dai suoi appoggi. Tutti erano sconvolti e infuriati al tempo stesso per la sua perdita. Chi più debole a stento cercava di trattenere i pianti, e chi invece non fu capace di dare un contegno al proprio dolore interno con l'intenzione di sfogarlo sui nemici, impugnando i loro duel disk allo stesso ritmo con sguardi mortali rivolti sui giganteschi e possenti draghi, famelici ed ansiosi di affondare i loro artigli nelle loro interiora. Ma a nessuno interessava un fico secco. Quel che desideravano allora era solo vendetta... e proteggere Yuri a qualunque costo.
[...]
«Agh...!!» ogni soldato fu però scaraventato via uno dopo l'altro, senza la minima sosta, anche quelli che poco a poco avevano iniziato a riacquistare il fegato necessario per correre in soccorso ai loro colleghi, ma invano. Quei mostri erano dotati di una potenza che superava perfino le leggi naturali, e bisognava ritenersi fortunati che ne fossero usciti interi. «Maledizione... s-sono t-troppo forti per noi... Yuri-sama... ci dispiace, siamo solo un fallimento come soldati... Ngh...»
Esausti. Nessuno aveva le forze per continuare a lottare, e le creature continuavano ad avanzare inarrestabilmente verso il viola-rosa, accompagnati dai tre ragazzi dagli occhi illuminati da quei bagliori che si mostrarono sempre più accecanti man mano che si avvicinavano. «No... non avrete mai Yuri-sama! Stategli lontano, se non volete f-fare... u-una brutta fine...»
Nessuno diede la minima retta agli avvertimenti di uno dei pochi in grado ancora di dettare perlomeno qualche parola, ma non per questo non era stremato quanto gli altri, ridotti nelle più peggiori condizioni. Il male fisico, però, non fu niente in confronto a quello mentale, rendendosi conto di essersi ognuno ritrovato sdraiato tra le vicinanze dove giaceva il deceduto dal viso pallido, il suo sorriso non era mai svanito da allora e questo diede loro la forza di continuare a lottare per il loro leader, sopratutto avendo rammentato le sue ultime parole per filo e per segno: a qualsiasi prezzo dovevano fare lui da custodi, anche utilizzando sé stessi come scudi per far sì che nessuno possa ferirlo o procurargli un singolo graffio. Glielo dovevano, il suo sacrificio non sarebbe stato vano.
«Non lo avrete mai, capito!?», «Fatevi da parte. Adesso.»
Tutti manifestarono sulle loro facce espressioni colme di stupore alla familiare voce che aveva appena dettato quella frase. Yuri, eretto sui suoi piedi, si posizionò dinanzi alla sua impotente squadra affiancata dal suo soldato caduto con in volto un'aria pressoché seria rivolta alle minacce che stavano incombendo su di loro. Non era per niente spaventato dalle terribili azioni che avevano commesso, affatto. Non poteva tollerare un'altra perdita e quindi l'indebolimento della sua divisione, proprio no. E qual modo migliore se non toglierli di mezzo una volta per tutte?
«Co-cosa... No... No, Yuri-sama la scongiuro! Stia al suo posto, abbiamo la priorità assoluta di proteggerla e non possiamo lasciarvi combattere da solo contro degli assassini della loro pasta! Non potremmo sopportare anche questo!»
«Ho detto che dovete farvi da parte, e quando il sottoscritto ha la parola, dovete solamente tacere e attenervi ai miei ordini. Mi sono spiegato?»
  

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