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#026 - Scatenatevi, oh creature degli inferi!

Quel nome continuava ad assillare il ragazzo dai capelli viola-rosa senza sosta, come un''ossessione, ma in quel caso non sapeva esattamente dell'argomento di cui si stava parlando. Andiamo per ordine: Sora aveva iniziato il racconto dal fatto che in passato fosse stato incaricato di scovare una certa ragazza, il motivo ancora non lo si conosceva. E per questo compito era stato accompagnato da delle squadre speciali, finché uno sventurato incidente li ebbe colti di sorpresa. Stiamo parlando del bagliore che aveva separato Yuri sia dai suoi presunti colleghi sia da altri ragazzi con l'intenzione di riprendersi da lui ciò che un tempo fu caro a ognuno di loro. E insieme alla luce, ci fu un tremendo boato. Questa faccenda aveva ancora molti punti oscuri da schiarire.
Ma, in un modo o nell'altro, aveva come l'impressione che poco a poco stesse cominciando a capirci qualcosa. Non ne era certo, ma forse aveva effettivamente messo piede almeno una volta nella vita in un'accademia, o almeno nel suo periodo di preadolescenza, sempre mettendoci quel "forse" nella frase. Non gli era mai capitato di sentirsi insicuro come adesso, mai, e ciò avrebbe potuto avere a che fare con la questione che il marmocchio sapesse davvero tutto quello che lui non conosceva — o meglio, ricordava — di sé stesso, cosa che fu miracolosamente riuscì a far guadagnare la sua fiducia all'azzurro. Anche se tanti dubbi lo turbavano, a partire dal presupposto di come si potesse perdere la memoria con della semplice luce: non aveva senso. Se solo Sora sapesse dirgli di più a riguardo...
«...Academia...»
Sora sgranò gli occhi alla visione di uno Yuri a testa bassa e perciò con sguardo oscurato, che tono serio e pacato, leggermente morbido, dettò quel nome come se si stesse cercando di sforzarsi di rammentare. Era speranzoso più che mai che avesse recuperato perlomeno uno dei suoi tanti ricordi sparsi in modo disordinato nella sua testa, e il prima possibile: sapeva di non poter far pressione al ragazzo, vista la sua gran perplessità, ma le sue speranze non non svanirono tanto facilmente. «Andiamo. Scordare definitivamente casa propria è impossibile. Chissà, magari ho fatto centro... O almeno lo spero.»
Il bambino venne sorpreso da un sussulto improvviso da parte del più grande, che sollevò il capo verso il suo mostrando quel paio di suoi gelide iridi trasformatesi in esterrefatte. A quel punto, il piccolo si lasciò sfuggire un battito: finalmente, qualcosa doveva essere venuto fuori da quella zucca, e si sperava fosse quel che pensava.
«Allora...?»
La tensione tornò a regnare in quei frangenti minuti di silenzio innalzatosi fra i due maschi, immobili a fronteggiare l'un l'altro negli sguardi. Sora continuava a chiedersi se Yuri fosse riuscito a riconoscere un evento nel suo racconto che aveva vissuto, e per assumere una simile espressione poteva esserci il novantanove percento di possibilità che fosse andata per questo verso, trasformandosi pian piano in un discreto cento percento che illuminò i suoi due smeraldi, come se già non fossero luccicoanti di loro. Prima che potesse aprir bocca, però, Yuri lo precedette per un soffio di vento, paralizzandolo in una statica posa nel bel mezzo del suo intento nel proferir parola. «No. Mi spiace, ma questo nome mi dice poco e niente.»
La delusione data da quell'inaspettata risposta arrivò persino a far perdere all'azzurro il controllo del suo bilanciamento da farlo quasi cadere all'indietro, come se un grosso peso lo avesse spinto per quella direzione. Yuri fissò il suo comportamento con le sue pronunciate sopracciglia che si corrucciarono in confunsione, ragione per il quale il bambino tralasciò un sospiro di pazienza: fargli ricordare tutto per filo e per segno, o almeno una piccola parte, non sarebbe stata un'impresa facile.
«Ugh...» borbottò quest'ultimo, rimettendosi in posizione eretta. Ci aveva sperato, e sfortunatamente non c'erano stati dei veri risultati. «Non posso credere che non ricordi un bel niente... A questo punto, non saprei che fare. Devo escogitare qualcosa, e in fretta! Ma cosa? Come posso incitarlo a spremersi quelle meningi?»
E fu allora che il suo sguardo fece per spostarsi sulle carte che aveva in mano, e il duel disk attivato: aveva totalmente dimenticato che c'era ancora in corso un duello tra lui ed il viola-rosa. Ma non avevano tempo per proseguire con questo incontro, la cosa fondamentale adesso era che Yuri fosse riuscito a recuperare le sue memorie sperdute, anche una singola circostanza qualsiasi, ma che fosse sufficiente da collegarsi ad altre vicende passate che potessero aiutarlo, altrimenti era certo che non si sarebbe mosso di lì. «Certo, come ho fatto a non pensarci! È attraverso il nostro scontro che potrei avere l'opportunità di far breccia in un qualche angolo della sua mente. Anche se questo varrebbe a dire che dovrò ricorrere ai mezzi pesanti...» pensò serio, incrociando la vista con quella agghiacciante dell'altro maschio, messosi con le mani sui fianchi con aria sempre più stordita di quanto non lo fosse già. «Non importa. Se questo basta per far sì che le sue idee si schiariscano una volta per tutte, non ho scelta. Devo farlo per il suo bene e quello della nostra accademia. Dopotutto, lui mi ha ordinato di portare Yuri al suo cospetto il prima possibile. Ed è quello che farò!»
«Uh?» il quattordicenne, notata la fin troppa seria espressione del ragazzino manifestatasi tempestivamente, lo fissò nello sguardo cercando di nascondere in ogni caso il suo stupore nel suo atteggiamento: lo vide mettere davanti a sé il suo disco, e questo bastò per fargli capire che volesse tornare a combattere. «E adesso? Ti sei stancato di parlare, moccioso?»
«Fai poco lo spiritoso, in una situazione come questa! Se allora proprio non vuoi ricordare un bel niente, allora dovrò incoraggiarti con la forza... Pesco dal deck!» subito le pupille del bambino si concentrarono nell'osservare la nuova carta estratta dal suo deck dal contrasto tra tipo fata e demone: non stava pensando a una in particolare da prendere, ma quella pescata non era affatto male per la riuscita dei suoi piani. Si poteva dire che quello fosse un buon inizio, o per essere più precisi, un proseguimento. «Ottimo... Attivo l'effetto di Venditore di Giocattoli! Scartando Pecora Fluffal, posso pescare una carta sperando sia un mostro Fluffal...!»
L'azzurro ripeté la stessa azione di poco fa, estraendo un'altra carta nuova per merito dell'effetto del suo Venditore di Giocattoli, da cui soltanto allora Yuri si accorse che dalla grossa sfera in plastica — dopo che una monetina olografica venne inserita in automatico in una fessura apposita — ne fuoriuscì una di dimensioni minori e colorata ad un lato, la quale scivolò su quella sottospecie di lingua conferendole uno slancio che la fece volare in l'alto, e a mezz'aria si spalancò in un battito di ciglia: da quello, si poteva liberamente supporre che ne fosse spuntato un mostro... E invece, ecco che l'oggetto dalla forma sferica precipitò a terra a tutta velocità, schiantandosi così violentemente sulla superficie del terreno che la divise in due. Se si voleva discutere su cosa conteneva, beh era impossibile.
Ci furono diversi minuti di quietudine fra le circostanze. Yuri non aveva ben capito cosa stesse accadendo, eppure quella sfera aveva tutta l'aria di dare spazio ad uno dei mostriciattoli fatati di Sora, e invece non ne era spuntato neanche uno. Lo si poteva benissimo constatare dalla sua espressione: il suo viso era diventato così pallido da sembrare che avesse visto chissà cosa. Ma invece, eccolo che cominciò a parlare ad alta voce con gli occhi incollati su quella carta datale dal suo Venditore.
«Oh, andiamo! Spero vivamente che si tratti di uno scherzo!» urlò disperato, ripetendo svariati e monotoni "no" in modo strascicato da iniziare a smuovere la pazienza dell'avversario, stufo di tutti quei misteri che gli ronzavano attorno come zanzare fastidiose.
«Insomma. Qual è il tuo problema, stavolta?», «Ho pescato Imp Filo di Catena!»
La voce delusa del ragazzino, che aveva girato il retro di codesta carta per mostrarne l'immagine con tanto di effetto e punti offensivi e difensivi, fece allargare i suoi freddi occhi rosei. Ripensandoci meglio, in effetti il potere di quel Venditore di Giocattoli gli consentiva di evocare tramite evocazione speciale i suoi mostri Fluffal, ma non a quanto pare gli Imp Filo che costituivano parte integrante della mutazione dell'aspetto di questi animali in Pellicciaspavento, come per lo appunto Orso Pellicciaspavento. Molto meglio per lui, almeno così avrebbe avuto un fastidio in meno. Ma altrettanto non lo si poteva dire per Sora.
«Hmpfh. Beh, si sa che la fortuna non può sempre stare dalla tua parte dopotutto, mi sbaglio?» chiese apparentemente in tono provocatorio, toccandosi distrattamente il mento con un paio di dita, evidenziando alla vista del piccoletto che uno dei suoi sorrisetti si era formato lentamente sulle sue labbra.
«Oww, questa non ci voleva proprio! Pff... Non ho altra scelta se non scartare anche lui.» ammise a malincuore, mettendo l'Imp Filo all'interno della zona del cimitero posta sul suo disco. Non aveva avuto un'esperienza poi così lunga, ma ciò non bastò per fermare la sua determinazione, era convinto persino di fargli rimangiare la parola. Doveva farlo, se voleva raggiungere il suo scopo. «Non importa, però, perché ho ancora da usufruire di una chance con l'effetto di Ali Fluffal che attivo subito dal mio cimitero! Rimuovendolo dal gioco mentre sul mio terreno vi è Venditore di Giocattoli, queste ali mi consentono di volare in alto e, bandendo insieme a loro Cane Fluffal, mi permettono di pescare una carta tutta nuova! Questa è la mia possibilità!»
Preparatosi a rieseguire quest'azione per la terza volta, l'azzurro ripescò con tutta l'energia e la grinta che aveva in corpo, speranzosissimo stavolta che quella pescata non lo avrebbe deluso. Quando la sua visuale si concentrò su di essa, un bagliore illuminò i suoi smeraldoni. «Evvai! Questa carta mi sarà di grande aiuto! Va bene, Yuri, ora 'sta pronto perché non ho finito con l'effetto di Ali Fluffal: infatti, grazie ad esso posso spedire il mio Venditore dal terreno al cimitero per pescare ancora una volta!» a sorpresa del quattordicenne, il ragazzino eseguì la stessa mossa una quarta volta e anche da quel tentativo sembrò fosse uscitone soddisfatto, visto il suo vasto sorriso, sopratutto scoprendo che la catena non fosse terminata per niente. «E di conseguenza, si attiva l'effetto di Venditore di Giocattoli. Quando lascia il terreno, posso aggiungere una seconda Pecora Fluffal dal mio deck alla mia mano!»
A seguito della sparizione totale del venditore, in mezzo alla pila delle carte Fluffal smiste a Imp Filo e indispensabili supporti per l'Evocazione per Fusione, quella della pecora venne spinta all'infuori dal sistema automatico dei tecnologici duel disk di oggi e senza esitare, Sora la mescolò tra le altre che aveva accumulato con le sue abili combinazioni di mosse. Yuri di certo non si aspettava di fronteggiare un avversario capace di riempire più del dovuto una mano quasi completamente a secco. Senz'ombra di dubbio, questo incontro si stava rivelando intrigante, motivo per il quale un nuovo sorriso malizioso si fece strada sul suo volto.
«E il bello deve ancora arrivare... Nel mentre, mi appresto ad attivare la magia: Pacthwork Pellicciaspavento! Grazie ad essa, posso aggiungere una seconda Polimerizzazione ed Imp Filo di Sega alla mia mano direttamente dal deck! E senza perdere tempo, evoco Leone Fluffal!» LEONE FLUFFAL Lv.✪✪✪✪ ATK/1600
Un leoncino giallo con delle fasciature alle sue quattro zampe e le solite ali angeliche dei mostri Fluffal si fece spazio sul campo, saltellando qua e là troppo insolitamente per il normale comportamento di un leone. Infatti, dalle sue innocue apparenze si poté pensare che non potesse nuocere neanche ad una mosca: era la verità, in un certo senso, ma Yuri era subito diventato consapevole che quando lavoravano insieme si dimostravano di essere il contrario. Non c'erano dubbi, quindi, che stesse puntando a nuovi Pellicciaspavento da richiamare in soccorso.
«Adesso che i preparativi sono pronti, possiamo cominciare a fare sul serio! Tieniti pronto, perché proprio come volevi, non ci andrò affatto leggero. E la mia carta magia: Polimerizzazione ti darà più che un semplice assaggio, fondendo insieme Leone Fluffal con Imp Filo di Sega!»
La coppia di mostri si prepararono ad unirsi e diventare un unico essere grazie a una forza impossibile da contrastare che li attrasse l'un l'altro come una calamita, rendendo possibile la nascita di un grosso essere poderoso. Il corpo del leoncino cominciò a crescere, tagliuzzato dall'Imp Filo in punti specifici del suo corpo come il viso, le zampe, la schiena, lo stomaco, lasciando ben visibili gigantesche seghe circolari che oltrepassarono la creatura conferendogli il terrificante aspetto di un peluche senza vita, ma in questo caso ne aveva una propria. «Lame d'acciaio possedute da demoni! Diventate una cosa sola con la bestia dotata di zanne e rivelateci la vostra nuova forma! Evocazione per Fusione! Appari, re delle bestie che fa tutto a brandelli! Leone Pellicciaspavento!» LEONE PELLICCIASPAVENTO Lv.✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2400
Ecco che fece la sua comparsa un gigantesco mostro dalla pelliccia spaventosamente fatta a pezzetti qua e là con un paio di seghe circolari poste dietro la nuca e nello stomaco, separandone il corpo a metà, comprese lame minori sempre della stessa arma da taglio che fuoriuscivano dalla bocca e terminavano al centro della testa; Lunghe fasce legate attorno ai suoi arti superiori, su cui vi erano posti affilati artigli rossastri, e dei resti di pelliccia poste su quello che avrebbe dovuto essere il suo petto. Un altro della macabra combriccola dei mostri fusione di Sora, che al suo arrivo si lasciò andare in una grassa e perfida risata, ottenendo la completa attenzione di Yuri e delle sue Predapiante, non per niente spaventati naturalmente dall'aspetto della belva. «Hmpfh. Puoi anche sfoderare contro di me i tuoi peluche più terrificanti, prego, nessuno te lo vieta! Ma sfortunatamente per te, Sora o come ti chiami... quel mostro non ha la minima chance di poter sfidare le mie piante ad armi pari. Anzi, non può superarle neanche lontanamente.»
«Questo lo dici tu!», «Eh?»
Anziché vederlo preoccupato, come voleva aspettarsi, il ragazzino sfoggiò un sorriso deciso sul suo volto, come se avesse già a disposizione un piano programmato per contrastare la potenza inarrestabile della coppia di predatrici. Si chiedeva quindi cos'è che avesse in mente, e non doveva essere una gradevole sorpresa. Come se non bastasse il fatto che le sorprese non gli andavano a genio.
«Vedi, ai miei felini non piace cacciare da soli! Per questo ho intenzione di trovare un po' di compagnia per il mio leone. E la magia: Fusione Istantanea è proprio quel che ci vuole per vivacizzare l'atmosfera! Infatti, come ben saprai, questa preziosa carta mi consente di eseguire un'Evocazione per Fusione al costo di mille Life Points, pur sempre a condizione che il mostro Fusione che voglio evocare sia uno di livello cinque o inferiore, senza dover però utilizzare alcun mostro per evocarlo!» (YURI LP 3900; SORA LP 400). «Ma era ovvio che questo già lo sapessi. Sai, all'accademia eri molto conosciuto per la tua bravura e le tue innate capacità. Senza contare che nessun tipo alternativo alla Polimerizzazione aveva segreti, per te. Ho ragione?»
Semplicemente Yuri non proferì parola in riposta dell'azzurro, concentrato peraltro sulla sua prossima Evocazione per Fusione: quale altro brutto muso avrebbe chiamato ad aiutarlo, tra poco? «Ci siamo!» al suo acconsentimento, la carta fusione cominciò a far effetto. Pur non utilizzando Pecora Fluffal ed Imp Filo di Catena dal cimitero, fu come se il corpicino della bestiola stesse iniziando a subire radicali cambiamenti: partendo dalla sua immediata crescita al venir reciso da due armi taglienti arancioni che fuoriuscirono dalla sua schiena retti da resistenti bastoni in acciaio, venendo subito dopo stretta da delle catene del demone. «Evocazione per Fusione! Vieni, bestia di catene che legano tutto! Pecora Pellicciaspavento!» PECORA PELLICCIASPAVENTO Lv.✪✪✪✪✪ ATK/2000
E a far compagnia al leone arrivò una versione inquietante di Pecora Fluffal, nonché un essere legato come un salame da catene su catene e i soliti strumenti da taglio poste vicino alla testa, al di là del capo e ai fianchi. La cosa ancor più strana di questo mostro era che non possedeva zampe inferiori, e le uniche che aveva erano una più lunga dell'altra, e proprio come il suo alleato, permise una terrificante risatina fuoriuscire dalla sua bocca piena zeppa di catene che si mossero ad una rapidità sorprendente, scontrandosi fra loro e creando così un fastidioso rumore di frizione.
Al cospetto di Yuri adesso vi erano non uno, bensì due Pellicciaspavento pronti a sfoderare l'artiglieria pesante alla volta di Chimerafflesia e Drosophyllum Idra, che invece di essere preoccupate dalle loro presenze, parve che i loro stomachi stessero brontolando per quelle creature, tant'è che la fame le incitò a mettersi sulla posiziona di guardia in attesa che il loro padrone potesse dar loro il consenso per divorarsele in un sol boccone. Quest'ultimo, però, non era convinto di una cosa: mettere un paio di mostri coi valori d'attacco inferiori ai suoi era decisamente strampalato, per aver affermato di essere tanto deciso da avergli promesso di fare sul serio una volta in più. Certo, il leone superava per un pelo il drosophyllum, ma non sarebbe stato un problema se avesse deciso di attaccarlo poiché il suo effetto avrebbe potuto diminuire la sua forza d'attacco, ribaltando la situazione a proprio favore. Magari stava soltanto cercando di confonderlo... Questa faccenda gli puzzava, e tanto.
«Il momento è arrivato. Attivo l'effetto di Leone Pellicciaspavento! Una volta per turno, posso distruggere un tuo mostro e infliggerti un danno pari ai suoi punti d'attacco! Vai, mio prode leone, fai a pezzi Predapianta Chimerafflesia!»
«Cosa...?!» protestò Yuri a denti stretti, ma senza che potesse fare qualcosa per evitare la distruzione della sua pianta, il leone era già partito all'assalto: facendo roteare velocemente le seghe circolari nel suo corpo, caricato da un forte verso incoraggiante, creò dallo sfregamento degli utensili delle lame color arancio tutte attorno a sé, e fermatesi la forza della bestia, le scagliò in rapida successione in direzione dell'impreparata Predapianta, la quale non poté fare niente per riuscire a cavarsela da quel duro colpo che causò seri danni sia a lei che al suo possessore, colto di sprovvista con una miriade di lame che potarono le sue fruste e le punte del suo grosso fiore, e per quanto riguardava il ragazzo, non fece in tempo a coprirsi il volto con le braccia che la sua guancia fu subito travolta da un taglio netto e preciso, dandogli al contatto una sensazione diversa dal solito. Tutto sembrava essere finito, e invece, altre lame gli sbarrarono ogni possibile via di fuga e approfittando di ciò, lo attaccarono senza la minima tregua. «...!!» (YURI LP 1400; SORA LP 400)
I colpi che stava subendo... li stava percependo sulla sua stessa pelle, per via della Visione Solida che permetteva di rendere reali e concreti gli ologrammi dei mostri in duello, quindi anche gli attacchi lo erano. A tali pensieri, un'estrema forza di volontà spronò Yuri ad allontanarsi immediatamente prima che potesse ritrovarsi pieno di tagli e ferite ovunque: facendo forza in un piede, fece un agile scatto rocambolesco all'indietro per poi ritrovarsi al di fuori del cumulo di polvere innalzatosi da poco attorno a sé. Con l'affanno nel suo respiro, tutta la focalizzazione del ragazzo fu concentrata sull'oscuro polverone, da cui purtroppo si potevano intravedere e sentire al tempo stesso le lame che non si erano fermate neanche per scherzo. Un ringhio aggressivo fuoriuscì dai suoi denti uniti ancora fra loro, e fu allora che quelle importunanti armi si scagliarono di nuovo sullo sventurato, mirando stavolta alle mani: da come era attento per intercettare le loro azioni, il viola-rosa seppe già cosa fare ma la loro eccessiva rapidità lo colsero ancora una volta di sorpresa, circondandolo nuovamente come poco fa. Sora stava assistendo con tranquillità a quella scena, gustandosi appieno il suo bombolone con una mano su un fianco, apparentemente non preoccupato da quello che stava facendo. «Non era nelle mie intenzioni ferirti, ma... per quanto tu sia testardo, mi ci sono ritrovato costretto. Spero possa perdonarmi.»
E allo schiocco delle sue piccole dita, le lame incandescenti, dopo aver scaturito luminosi bagliori arancioni sotto lo sguardo stupefatto di Yuri, rilasciarono andare tutte insieme degli sprazzi luce addosso al ragazzo che si unirono in un unico e doloroso colpo da fargli sfuggire uno straziante gemito di dolore come mai gli fu capitato finora: fu come una fulminata che non gli lasciava scampo, e non riuscendo a muoversi come avrebbe voluto, decise piuttosto di sopportare il colpo rimanendo più composto che poteva, seppure fosse un'impresa quasi del tutto impossibile specie per i grossi danni a cui il suo tonico corpo toccava desistere in tutti i modi.
Dopo minuti che sembravano infiniti, miracolosamente quelle dannate armi lo lasciarono andare. Il suo corpo era fumante dalla testa ai piedi, aveva graffi dovunque e persino dei tagli sulle guance e sulle mani. Malgrado le svariate sopportazioni, forse fin troppe, il fusionista cercò di reggersi in piedi ma a malapena ci riuscì: finì infatti per lasciarsi cadere sulle ginocchia, tenendo comunque le piante dei piedi incollate sul terreno sottostante, concedendosi dei minuti per respirare ma sopratutto per tossire, nonostante non volesse darlo a notare.
Un liquido caldo cominciò a farsi sentire sulla sua guancia colpita. Sospettando dal principio che cosa fosse mentre passò lentamente le sue robuste dita lungo il taglio, le portò al volto e incrociò con le sue iridi rosa quel che si aspettava che fosse: sangue.
«Tch...» fece seccato il maschio, agitando la mano all'indietro per poter sbarazzarsi della fresca sostanza che ricopriva il suo pollice, macchiando di rosso il pavimento sottostante. «Questa non te la perdono affatto, moccioso...»
«Ottimo, così mi piaci! Agguerrito... e sopratutto determinato.» quelle parole scossero il ragazzo, lasciandolo a occhi sbarrati più di quanto non li avesse allargati finora dalle astute mosse avversarie. E non soltanto, perché per essere irritato fino ad un momento fa, qualcosa era sorprendentemente riuscito a placare il suo animo ardente e quel qualcosa sembrava essere proprio la sua voce. Forse non esattamente la sua, in tutta sincerità, bensì i termini che aveva utilizzato: poteva sembrare banale, ma era come se li avesse già uditi in precedenza da un'altra persona, dato che la voce che stava udendo era invece tutt'altra cosa. Sì... più giovane, femminile. Ed il perché stesse sentendo una voce differente dalla realtà proprio non poteva spiegarselo, forse il colpo di prima lo aveva fatto impazzire. Oppure al contrario, quel colpo doveva semplicemente aver smosso qualche ricordo celato in sé che si rifiutava di venire a galla. Poteva trattarsi di una possibilità. Anzi, non aveva alcun dubbio. Sopratutto quando delle strane immagini provenienti dal nulla giunsero all'apice dei suoi pensieri.
[...]
«Gh! Lasciatemi, schifosi scarafaggi che non siete altro!» la bambina tentò di divincolarsi dall'arresto forzato dei bulli, imprecando e dando calci all'aria in quei disperati tentativi di liberarsi prima che il suo amico ci fosse andato di mezzo, non voleva che fosse stato ferito in un duello con il capogruppo della banda o altro di peggiore, anche se era il più forte della scuola. Ma d'altro canto, sentiva di non poter fare niente per evitare l'inevitabile: quando il suo compagno si metteva in testa una cosa, specie se si trattava di combattere, non lo fermava nessuno.
«Ha ha ha! Inutile che provi a scappare, dolcezza, devi pagare a caro prezzo quel che ci hai causato l'ultima volta!» ghignò uno di loro, stringendo la presa del braccio che stava tenendo, l'altro invece era affidato al suo compagno.
La fanciulla fece uno sbuffo che sembrava quasi un voler sputare, ringhiando a denti pericolosamente stretti ma anche in pensiero per come avrebbero voluto fargliela pagare dopo averli sconfitti ed umiliati in duello l'ultima volta. Finita la sua inutile lotta, gettò lo sguardo sulla situazione dello scontro, preoccupata da quali potessero essere le conseguenze, mentre uno sgradevole brivido attraversò la sua spina dorsale. Questa presentimento non le piaceva per niente.
Il bambino mostrò un furbesco sorriso intimidatorio. La sua sicurezza che mostrava in volto non riusciva tuttavia a far svanire quella spiacevole sensazione da lei, che deglutì al pensiero di quel che sarebbe potuto presto accadere. Sperava soltanto che avesse vinto anche questa volta. E per cosa poi si era intromesso in una questione che non lo riguardava?
«YURI!» urlò con tutta l'aria che aveva nei polmoni, facendo balzare tutti i ragazzacci in una volta sola. Il ragazzino di nome Yuri si voltò verso di lei, pensando per un momento che lo stesse pregando di farla uscire da quel brutto pasticcio in cui inconsapevolmente si era cacciata. «Lascia perdere questi animali... piuttosto, vattene via! Questa faccenda riguarda me, non te, non voglio che ti metta nei guai per colpa mia!»
«Taci!» proprio quando uno dei marmocchi che tenevano prigionieri la piccola fu sul punto di zittirla, una possente frusta spinata colpì in pieno la sua mano che aveva intenzione di usare, formando una netta lacerazione sulla pelle che lo fece tremare come una fogliolina. Tremolante come non mai, osservò lo stato in cui il suo arto si era ritrovato in pochissimi secondi e, girandosi timorosamente verso il responsabile, quella paura aumentò a dismisura: il freddo e minaccioso sguardo del piccolo duellante fusione lo aveva come pietrificato all'istante, e lo stesso effetto aveva avuto efficacia sui suoi amici che cercarono di non lasciarsi sfuggire la vittima, incoraggiati dal loro "capo", impressionato anch'egli dal modo in cui lo aveva ferito. «C-c-cos-sa...»
«Prova a farlo di nuovo e ti assicuro che perderai senz'altro quella viscida mano.» minacciò aggressivamente, portando indietro la sua frusta una volta assistito con compiacimento ai volti spaventati a morte della combriccola. Cercando di nascondere il suo aspetto parzialmente impaurito all'idea di cos'altro fosse veramente capace, il capogruppo deglutì un secondo prima di dettare a bassa voce un lieve "tsk", manifestando poi la sua nuova smorfia beffarda per supportarsi nell'impresa.
«Non credere di poterci spaventare tanto facilmente! Come ti ho già detto, se rivuoi indietro la tua amichetta devi prima sconfiggere il sottoscritto e cosa più importante, non sei tenuto ad impartirci degli ordini! Ma per tua gran sfortuna, dubito fortemente che riuscirai a battermi. Ho giurato di non collezionare mai più sconfitte, neanche una, dopo che questa mocciosa ha osato mettermi i piedi in testa umiliandomi come mai mi era accaduto... E una volta tolto di mezzo te, avrò la mia vendetta, vedrai!»
Senza ribattere a parole, poiché il ragazzino di nome Yuri riteneva inutile sprecare tempo con un tipo del genere e riteneva opportuno passare piuttosto ai fatti, attivò il suo duel disk, seguito a ruota dall'avversario. Presto si sarebbe pentito amaramente di averlo sfidato.
«Duello!» (YURI LP 4000; STUDENTE 4000)
[...]
A sua enorme stupore, il viola-rosa fu preso in pieno dal contatto di un attacco diretto che generò un potente impatto da scaraventarlo via a terra e da non riuscire trattenere un gemito di dolore smisto alla sorpresa del fatto che quello stesso presuntuoso che non faceva altro che darsi arie per tutto il tempo fosse riuscito a far piazza pulita dei suoi mostri pianta in campo e quasi addirittura di ogni suo singolo Life Point nel giro di qualche turno. (YURI LP 100; STUDENTE LP 2000)
«Pfffff! Davvero speravi di poter battere ME? Solo perché vieni reputato il duellante migliore della scuola, questo non significa che tu sia alla mia altezza. Perciò, voglio darti un consiglio di cui sono abbastanza sicuro che in futuro mi ringrazierai... Faresti meglio a porre giù il tuo duel disk e arrenderti. Lo dico per il tuo bene. Eviterai in questo modo di fare brutte figure di fronte alla tua fidanzatina, che starà già pensando che in realtà non sei che un perdente bello e buono!»
La bambina osservò esterrefatta quella scena, in cui inaspettatamente stava assistendo al suo amico, nonché lo studente più abile dell'intera scuola, messo alle strette dall'avversario sul cui volto vi era posto sempre il suo solito sorrisetto beffardo, oltre che altamente snervante da farlo cominciare a far ringhiare a denti digrignati. Sopratutto quando si accorse di come stesse lottando disperatamente per rimettersi in piedi pur di non farla preoccupare, ma in particolar modo, darla vinta a un moccioso del suo calibro era impensabile. Questo fu il proprio stimolo per riuscire nell'arduo intento, ma purtroppo, era così complesso che le braccia e le gambe finirono per cedere e crollare miseramente sulla terra dell'immenso giardino. Era troppo esausto per compiere un'azione simile, non era assolutamente in forze: lo scontro, rivelatosi più complicato di quanto previsto, aveva prosciugato quasi tutte le energie che vi erano nel suo piccolo e giovane corpo, a tal punto che dovette concedersi una pausa per recuperare il fiato necessario per i suoi polmoni, bisognosi di molta aria affinché potesse reagire seriamente. Solo che le forze che lo stavano lentamente abbandonando non lo aiutavano affatto. Se era così malconcio, e il nemico aveva ancora a disposizione tanti Life Points rispetto ai suoi miseri... avrebbe avuto in qualunque caso qualche chance di batterlo?
«Non stare ad ascoltare questo rimbambito, mi hai sentito!?» esclamò la fanciulla energicamente, dimenandosi dalla presa del resto del gruppetto che riuscì per un pelo a tenerla ferma tra le loro grinfie, prima che potesse sfuggir loro. Ma non ne stava dando pressoché importanza. «Alzati e combatti! Lo Yuri che conosco non si arrenderebbe mai di fronte a una sfida, né tanto meno lascerebbe che qualcuno riesca ad avere la meglio su di lui, mai! È inammissibile! Dimostragli chi sei veramente, e dagli una lezione che non dimenticherà! So che puoi farlo. Sì, perché... io credo in te!»
Quelle parole scossero il bambino in difficoltà, talmente tanto che i suoi occhi si allargarono a dismisura. E come se questo non potesse bastare, un'intensa sensazione si manifestò in esso, come se una luce spenta in sé si fosse appena riaccesa con l'aiuto del suo prezioso incoraggiamento. In un modo o nell'altro, era come se improvvisamente si sentisse più... motivato, spronato a scalare la vetta della vittoria quando solo pochi minuti fa era convinto persino di non potercela fare. Le sue frasi, il tono sicuro e deciso con cui gli parlò, gli trasmisero quella stessa determinazione di cui aveva bisogno e che provava anche lei in quel preciso momento. Se davvero riponeva fiducia nelle sue azioni, allora non esisteva affatto che l'avrebbe delusa. Ecco la ragione per cui infatti il maschio fece un immane sforzo per rimettersi sui suoi piedi, barcollando un po' ogni tanto, ma alla fine ci prese la mano e riottenne il pieno controllo del suo bilanciamento, nonostante il suo respiro fosse ancora irregolare dall'eccessiva fatica.
Tutti osservarono scioccati come i tentativi disperati della bambina di incitare l'amico a rispondere a dovere avessero funzionato nel giro di poco tempo e per giunta con buoni risultati, da quel che si poteva ben vedere dal sorriso malizioso posto sulle labbra del piccolo Yuri, che aveva smesso di affannare. La ragazzina, con le iridi che luccicavano alla visione del suo coraggioso compagno che non aveva smesso di lottare, rivolse lui un'espressione speranzosa che facilmente notò, ma fu perlopiù concentrato su quelle terrificate del gruppetto, il che gli fece sfuggire una sarcastica risatina sotto i baffi. «Non avrete mica immaginato che avreste davvero potuto farla franca in questo modo. Hehe... Poveri sciocchi ed illusi.»
«Bravo, così mi piaci!» questo fu ciò che però convinse il ragazzino a volgere la sua completa attenzione sulla sua compagna. I suoi occhi che brillavano intensamente ai timidi raggi del sole che vegliava sulla loro accademia, gli angoli delle sue labbra curvati in un smagliante e solare sorriso difficile da poter descrivere più dettagliatamente: questa fu la sua attuale e sopratutto totale vista. Una vista in qualche modo... piacevole. Certo, piacevole nel sapere che neanche quella volta non aveva deluso le sue aspettative. «Agguerrito... ma sopratutto determinato! Fagli vedere chi è che comanda! Mostragli quello che lo studente più potente di Academia è davvero in grado di fare!»
«...R...Ro...»
[...]

Al termine della visione, era come se il disco nella testa di Yuri si fosse inceppato senza preavviso. Non riusciva ad assimilare quell'ultima parola, nome o qualsiasi altra cosa potesse essere, e a dettarla specialmente per una motivazione particolare e sconosciuta. Una conferma lampante che tra i suoi ricordi dispersi nel vuoto, ce ne fosse uno di una persona che non voleva proprio saperne di uscire allo scoperto. E anche se continuava a spremersi le meningi pur di riuscirci, era un compito troppo difficile per una mente confusa come la sua.
Ma, se realmente si stava parlando di una persona... perché mai, sembrava avere una relazione in un intreccio così legato con lei? Che cosa aveva di tanto speciale da essersi addirittura fatto in quattro pur di non deluderla? Non era affatto dal sadico e spietato Yuri di oggi, che non era neppure cambiato da quello precedente. Perché era sempre lui, Yuri, lo stesso duellante dal freddo atteggiamento quanto crudele. Quel che quindi rimaneva da mettere in chiaro, era appunto ragionare su quale fosse l'identità di quella bambina che addirittura era riuscita ad occupare un angolo della sua testa che non dava la minima importanza per nessuno, o perlomeno, solamente per fare di loro le proprie prede, cosa che non coincideva per niente con quelle immagini.
Perché era così difficile?!

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