#018 - Neo Sawatari
Il gruppo di Forze Speciali ancora in fuga continuava a correre con ogni singola briciola di energia a loro rimasta nel tentativo disperato di seminare il ragazzo fusione che aveva come al solito pestato di brutto i compagni che stavano caricando sulle spalle in tutta la loro pesantezza: per questo motivo decisero di fermarsi, naturalmente dandosi prima un'occhiata rassicurante dietro per controllare se non fossero seguiti da Yuri stesso. Fortunatamente, né lui né la sua terrificante Chimerafflesia sembrò essere in vista, ciò significava che erano riusciti a seminarli. E dire che questa volta si eranoy preparati per davvero a contrastare la sete di prede di quella mostruosa pianta, ad avere la meglio su quel ragazzo pestifero che non erano mai in grado di acciuffare, nemmeno lontanamente e a questo punto inventare una nuova contromossa si stava rivelando assai complicato quanto impossibile.
Ormai pensavano tutti di essere finalmente scampati dai guai in cui loro si erano auto cacciati, e dei sospiri di puro sollievo fuoriuscirono dalle loro bocche. Ma per qualcuno non fu esattamente l'identica cosa: l'uomo a cui Yuri aveva lacerato il tessuto che gli copriva il viso con la sua frusta spinata insieme anche alla superficie della pelle da cui continuava a gocciolare del sangue non la smetteva affatto di lamentarsi sulla netta ferita che gli aveva procurato.
«Accidenti a quel marmocchio... Ora per colpa sua c'è bisogno di farmi ricucire questa zona della divisa, ma cosa più importante, la mia faccia! Avete visto o no cos'ha mi ha fatto quel miserabile?!» urlò questo con dentro una quantità intensiva di rabbia da liberare, premendo un fazzoletto che aveva trovato tra le sue tasche dopo averci rovistato senza sosta come un forsennato sul taglio sanguinante, nella speranza che il liquido rosso che non la piantava di scorrere e macchiare il marciapiede sottostante fosse cessato.
«Calma amico, tanto eri già inguardabile di tuo.» ribatté seccato un collega, lasciandolo incredulo davanti a sé da quella sua fredda e antipatica risposta che altro non fece che innervosirlo, accrescendo la sua furia ancora tutta da sfogare su qualcuno e aveva già trovato una vittima. Anzi, per essere specifici era stata la vittima a trovare lui.
«Sei un uomo morto!!!», «Ehi ehi diamoci un contegno ragazzi, state facendo la figura dei bambini dell'asilo!»
Gli altri cercavano di calmare le acque dei due prossimi a confrontarsi in un conflitto litigioso, bloccando in molti le braccia del compagno furioso intento a massacrare di colpi quello che lo aveva appena insultato, pronto a difendersi ed attaccare l'altro per difesa personale ma non per questo non fu fermato nelle sue intenzioni. Ci fu un enorme caos tra le vicinanze tanto da attrarre l'attenzione dei passanti per quelle strade che pur di non venir coinvolti in un modo o nell'altro cercarono di mantenere le distanze quanto possibile e far finta di niente, accelerando il passo per allontanarsi più in fretta possibile.
«Vieni qui, razza di rimbambito dei miei stivali! Fammi vedere che sai fare!!», «ADESSO BASTA!!!»
A seguito del grido isterico di uno dei compagni che stavano tentando di tranquillizzare i litiganti, ci fu un'insolita quiete intorno ai presenti che arrestò improvvisamente tutti quanti. Speranzosi quindi che le fiamme si fossero spente una volta e per sempre, indebolirono ognuno la presa tenuta ben salda e pian piano stavano iniziando finalmente a darsi un contegno: come per miracolo, sembrarono averci dato realmente un taglio con quella ridicola sceneggiata in cui due ragazzini indisciplinati stavano iniziando uno scontro di violenza per risolvere i loro problemi. E non scordiamoci che avevano perfino il ruolo all'interno della squadra delle Forze Speciali della città oltre ad essere teoricamente adulti, ragion per cui dovevano mantenere un comportamento serio e responsabile specialmente durante lo svolgimento del proprio lavoro.
«Ci stanno guardando tutti, volete forse farci mettere in cattiva luce?? Smettetela di fare i mocciosi e pensiamo piuttosto alla situazione in cui ci siamo cacciati. Sapete di cosa sto parlando.»
Ciascuno tacque insolitamente a quelle parole, in particolare le ultime dettate da colui che era miracolosamente riuscito a placare gli animi con un semplice urlo, e chissà cosa avrebbero pensato le persone nell'udire un componente delle Forze Speciali sbraitare da solo come un pazzo. Tralasciando ciò, si erano in effetti messi in una circostanza pressoché ardua: l'ira che suscitavano nei confronti di Yuri, quale causava loro una marea di difficoltà (e nei loro numerosi anni di carriera non era capitato mai a nessuno di imbattersi in un obbiettivo così tosto finché avevano ricevuto per la prima volta l'ordine di catturarlo), era talmente accesa che li avevano spronati a eseguire azioni non per niente calcolatrici e se il presidente della Leo lo avesse scoperto non osavano neanche immaginare quale sorta fosse toccata a ognuno... Un po' erano spaventati all'idea, anche perché per quanto sapevano era in grado di osservare l'intera Maiami City dalle innumerevoli risorse di cui disponeva permettendogli di avere un occhio in ogni angolo delle strade e poteva aver tenuto sotto osservazione tutti i movimenti dei suoi soldati eseguiti fino ad ora. Come avrebbe reagito se avesse intravisto le ingenue mosse della sua squadra scelta?
«Ha-hai ragione... Che facciamo? Ce la siamo proprio cercata... E come se non bastasse, il ragazzo ci è sfuggito per l'ennesima volta! Ci sarà un modo per acchiapparlo!!» quello che esclamò in preda all'impazienza strinse un pugno con forza arrivando quasi a farsi male, ma non ci fece poi tanto caso perché tornò a lagnarsi in un battibaleno come un moccioso. «Ma poi, si può sapere da dove diavolo ha preso quella dannata frusta? Cosa se ne fa di una roba del genere?!»
«...», «Ehm... È quello che vorrei sapere anche io...»
«Siete proprio un branco di smidollati, cosa vi importa di che ci faccia con quell'affare!! In ogni caso, ricordate che il nostro problema non è soltanto lui.»
Esatto, la loro avversità non era solamente Yuri: infatti, avevano un conto in sospeso pure con Francesco e Veve contro cui erano stati miseramente sconfitti in un modo inaccettabile e non cercavano altro che la rivincita. Non si trattava solo di questioni personali, perché da quello che avevano supposto dovevano entrambi essere complici del fusionista e se lo erano per davvero avrebbero avuto un motivo in più per batterli e portarli da Akaba per trovare delle risposte della ragione del per cui lo avevano aiutato nel suo intento di opporre resistenza e trarmi via dal nemico. Ciò che restava da fare era scovarli, il che era facile a dirlo.
«Alla fine nessuno ha saputo nulla dei duellanti di ieri?» al quesito, ognuno scosse la testa in segno di negazione che tolse quelle poche aspettative che alcuni del gruppo avevano. E nel frattempo decisero di continuare ad incamminarsi verso la Leo Corporation, sforzandosi di trasportare i loro alleati incoscienti mentre altri si offrivano per passare il turno in maniera tale da concedere attimi di tregua per le loro schiene esauste.
«No, sfortunatamente non ancora. Ma prima o poi riusciremo a trova...» senza che avesse terminato la sua frase, il soldato che stava camminando dinanzi alla squadra raggruppata insieme si ritrovò costretto ad arrestare i suoi passi a causa dello shock proveniente direttamente dalla visione di quello che meno si sarebbe aspettato, a tal punto da far scontrare i suoi compari l'uno contro l'altro. Poteva dire proprio che avevano avuto un gran colpo di fortuna, ma anche no visto la mezza squadra in pessime condizioni: si erano ritrovati proprio di fronte ai ragazzi che stavano cercando, che non si erano per niente accorti delle loro presenze lì tra le vicinanze poiché erano nel bel mezzo di una conversazione e da quella distanza era impossibile udire tutto se non un accidente.
«Si può sapere perché cavolo ti sei fermato all'improvvi-» e sorprendentemente per il resto degli uomini, anch'essi scorsero esattamente quelli di stavano parlando e non potettero far altro che fissare le figure dei due da lontano con occhi e bocche spalancate. Ora fu chiaro a tutti come la luce il motivo di quell'arresto tempestivo, non credevano tuttavia di ritrovarli in quello stesso attimo in cui avevano cominciato una discussione incentrata su entrambi per decidere come comportarsi con loro dopo quella notte che avrebbero scordato. Volevano ripagarli con la stessa moneta, volevano essere loro stavolta a sconfiggerli ma ripensandoci meglio quello non era assolutamente l'occasione giusta, i loro compagni bisognosi di cure e riposo sarebbero stati solo d'intralcio se avessero ingaggiato un duello contro quei duellanti con cui c'era necessito eccome di analizzare e studiare le loro mosse per farne uscire fuori un'ottima strategia efficace abbastanza per stenderli e non sarebbe stata un'impresa semplice. D'altronde, però, non potevano lasciarseli sfuggire di nuovo, e se li avessero persi di vista ancora? Avrebbero forse dovuto approfittare della situazione e giocarsi il tutto per tutto con una sfida, nella vaga speranza di riuscire a sopraffarli e di evitare di commettere altre brutte figure. A questo punto non sapevano che fare, non avevano in mente un misero filo d'idea che potesse salvarli da quella circostanza e si stavano ritrovando dinanzi ad un'ardua scelta, e il minimo errore commesso poteva rivelarsi fatale.
«Si può sapere cosa ci fate lì impalati come degli idioti?»
Curiosi e confusi al tempo stesso, gli uomini si voltarono in contemporanea verso la direzione da cui avevano sentito quella voce. Svariate lampadine si illuminarono sopra le loro teste, avendo avuto l'identica idea alla sola occhiata della persona che si era presentata di colpo, in compagnia.
[...]
«Beh, si è fatto tardi. Ho molto da fare anche quest'oggi.» comunicò Francesco con aria un tantino stufa, il pensiero delle commissioni da fare che lo aspettavano dietro la porta lo facevano già sentir stanco in partenza.
La ragazza dai neri capelli non aggiunse parola a riguardo, se non un semplicissimo cenno affermativo e poi una frase per chiudere il discorso. «Ho da fare anch'io. Per cui...»
«Non così in fretta!» una voce sconosciuta non le consentì di finire completamente quel poco che aveva da dire. Colti di sorpresa, allora, i due volsero il capo verso colui che aveva esclamato in replica ad una conversazione che nemmeno aveva a che fare con lui, e i loro impassibili sguardi finirono col posarsi sull'immagine di un ragazzo alto e magro dall'espressione fin troppo sicura di sé. I suoi capelli erano corti e castani accompagnati da bionde ciocche, occhi azzurri; Indossava una probabile uniforme, nonché una compagnia di colori bianco, giallo e rosso con tanto di polsini colorati di quest'ultimo con delle sottili striscette in mezzo, e al di sotto di questa divisa portava una camicia grigia con colletto (su cui uno di essi vi era attaccato una sorta di distintivo), un po' scollata che lasciava mostrare una piccola collana al collo a cui era attaccato un oggetto verde chiaro. Anche i pantaloni erano rossi, lunghi, preceduti da un paio di scarpe marroni. E per giunta alle spalle di questo ragazzo vi era l'intero gruppo di Forze Speciali da cui prima erano stati ignorati perché impegnati all'inseguimento di me e Yuri ripresentatosi con dei sorrisi beffardi che si facero strada sui loro volti, come per dire che a breve per i giovani duellanti sarebbe arrivata la fine da dove non avrebbero mai impugnato un duel disk per il resto della loro vita. E ancora, al fianco di questo misterioso individuo vi era un trio di ragazzi con la loro stessa espressione, probabilmente degli amici. Quello che restava da capire era chi fossero quei quattro e sopratutto cosa volessero da loro, ma potevano subito supporre che stessero dalla stessa parte di quei soldati e ordunque la ragione per cui erano lì poteva essere soltanto una...
«E voi sareste...?» chiese Francesco con un pizzico di perplessità nei confronti del quartetto, il cui il ragazzo al centro non indugiò oltre e si apprestò a rispondere con un insolito modo di presentarsi mai visto finora: inserì una mano tra le ciocche dei suoi capelli per poi darsi un sacco di arie, atteggiandosi come se fosse la persona più importante lì e fu pienamente a suo agio malgrado la stranezza di quella scena.
«Avete l'onore di trovarvi di fronte al duellante più in gamba di tutta la città, perciò fareste meglio a non opporre resistenza. Sono Sawatari Shingo, o Neo Sawatari così come sono solito a definirmi, il piacere è tutto vostro immagino! Ora sentite, chi è il miglior duellante?»
I suoi compagni quasi si chinarono con le ginocchia a terra tutt'intorno a questo Shingo e sollevarono le mani che puntavano unicamente lui, mettendolo al pieno centro della concentrazione dei presenti specialmente a seguito della loro esclamazione dettata all'unisono come se sapessero già cosa dover dire in un'occasione simile: «Sawatari-san!!»
«Oh yes!»
Semplicemente la scena più bizzarra e ridicola che avessero mai visto. Ci furono pertanto diversi minuti di silenzio in cui tutti rimasero immobili come statue di pietra, senza muovere un singolo muscolo del corpo: una situazione che prese il biondo alla sprovvista che, perdendo lentamente la pazienza in un tempo così lungo per lui di silenzio assoluto, decise di irrompere in esso.
«Beh, allora?!»
Nessuno aveva parole per descrivere ciò a cui avevano appena assistito. Purtroppo per egli, Shingo realizzò questo particolare e offeso da quelle reazioni stava per tornare a gridare come un pazzo assieme ai suoi compagni, anch'essi sorpresi: ma prima che questo accadesse, vennero interrotti giusto giusto dai soldati impazienti che in quegli attimi ebbero la parola.
«Forza, non c'è bisogno di doversi presentare di fronte ai nemici! Sconfiggili e basta!» urlò uno di loro, circondato in mezzo ai suoi alleati, stanco di aspettare di assistere alla sconfitta della coppia di duellanti ora in guardia. Quindi per merito loro sapevano adesso delle intenzioni di questi tipi: sfidarli in duello.
«Tu taci, sei solo uno stupido soldatino da quattro soldi che non è in grado di combinare un bel niente e va piuttosto a scomodare Sawatari-san!», «Ha ragione, quindi tappati quella boccaccia e non impartire ordini perché non sei autorizzato a farlo!», «E sarà meglio per te che questo non si ripeta più!»
«Sentito?» un sorriso astuto si formò sulle labbra di Sawatari, difeso all'istante dai tre fedeli ragazzi che lo accompagnavano.
L'uomo ringhiò ai dibattiti, era vero che non poteva dare ordini da soldato semplice e gli doleva ammetterlo. Anche il resto del team decise di zittire dopo la scena contemplata, continuavano pur sempre a chiedersi quando si sarebbero dati una mossa ad armeggiare i duel disk e scontrarsi in un serio match.
Ma quel momento non arrivò nemmeno troppo tardi: il castano-biondo tornò a volgere la propria attenzione sui suoi bersagli, consapevoli cosa fosse stato prossimo a verificarsi ma anziché mettere in funzione i loro dischi preferirono attendere la prossima azione del maschio di fronte a loro, il quale con espressione convinta di impugnare la vittoria sul suo volto sollevò il braccio sinistro a mezz'aria, su cui portava un duel disk dai colori verde scuro. «Veniamo al dunque. Se siete davvero dei nemici, allora questo significa siete degli intralci e gli intralci vanno eliminati. Avanti, chi di vuoi due vuol cominciare a farsi avanti e avere l'onore di essere sconfitto per primo dal grande Shingo?»
Veve fu sul punto di prepararsi a confrontare il nuovo oppositore, quando però fu fermata tempestivamente da un braccio che ostacolò la sua via, nonché quello di Francesco, il che la lasciò un po' confusa. Ma una volta che quest'ultimo aggiunse una frase chiara e tonda, riuscì a comprendere il perché di quel suo gesto: «Lascia, me ne occupo io. Dall'aria mi sembra un avversario interessante, vorrei affrontarlo personalmente se non ti spiace.»
Riflettendoci un attimo, la ragazza provò a trovare le parole corrette da utilizzare per fornirgli una risposta. Se però ci teneva realmente a sfidarlo lui stesso, avrebbe potuto mollarglielo dopotutto, sebbene per com'era lei non si faceva sfuggire nessun sfidante e questo la mise un pochino in dubbio: alla fine, constatò comunque di poter dare un leggero strappo alla regola. «D'accordo, ma soltanto per questa volta.»
Il castano fece un semplice cenno d'affermazione, mentre la nera calò lentamente l'avambraccio con indosso il suo disco decidendo di studiare il comportamento avversario in caso di sconfitta da parte di questo: così facendo, avrebbero avuto una chance maggiore di conoscere le sue tattiche per non rischiare la perdita del duello di entrambi se era davvero il duellante migliore della città come lui stesso si definiva. Frattanto, i contendenti attivarono in contemporanea i loro dischi, segno che l'incontro stava per aprire finalmente i battenti e da questo punto in poi l'evocatrice di Pendulum doveva prestare molta attenzione e non farsi sfuggire alcun dettaglio, nemmeno il più insignificante, di come avrebbe giocato l'avversario.
«Oh, vuoi essere tu il primo a quanto pare. Va bene, ti accontento subito se perdere è ciò che vuoi!»
Francesco restò impassibile di fronte all'impertinente atteggiamento fin troppo convinto delle proprie capacità di questo strano individuo di cui tra poco avrebbe assistito il modo di giocare, e sopratutto doveva prestare attenzione e così avrebbe fatto. Costi quel che costi, doveva assolutamente uscirne vincitore o sia lui che Veve sarebbero state vittime di un guai belli e buoni, di quelli grossi.
«Non riuscirai mai a sconfiggere Shingo, pivello! Fagli vedere chi sei!!»
«Il nostro pubblico è impaziente di assistere all'incontro. Allora, te la senti o no di affrontarmi ragazzino?» domandò quest'ultimo con un altro furbesco e sicuro sorrisetto in volto, ancor più fiducioso quando udì dire che il suo nemico non aveva speranze già in partenza contro di lui. Per sua sorpresa, tuttavia, il quindicenne non fu affatto intimorito dalle continue e tifose esclamazioni solo ed esclusivamente verso Sawatari e l'unica cosa che si manifestava sul suo sguardo fu il suo fare freddo e composto.
«Puoi contarci.»
L'affermazione del castano spronò miracolosamente l'avversario a dare il via alle danze: dischi, deck, terreno e spettatori, tutto pronto, la sfida poteva avere inizio con la classica espressione che qualunque duellante che si rispetti utilizzava poco prima di battersi seriamente, segnando l'inizio di una sfida da cui solamente uno di loro ne sarebbe potuto uscire trionfante, mentre al perdente sarebbe toccata l'umiliazione della sconfitta ed ciò fu accompagnato da uno schiocco di dita da parte del biondo. «Duello!» (FRANCESCO LP 4000: SAWATARI LP 4000)
«Prego, i migliori arrivano per ultimi.»
Senza curare nuovamente le sue chiacchiere, a Francesco bastò una semplicissima occhiata alle sue carte per sapere che cosa fare nel suo primo turno: afferrò tra le dita la carta che aveva intenzione di giocare come mossa iniziale e la posizionò sul suo disco con un movimento rapido della mano, e dal nulla comparve sul suo lato del terreno una carta particolare che in passato aveva usato nel duello con Veve contro me e Yuri. «Comincio attivando una magia terreno: Isola del Re del Fuoco.» il campo attorno ai presenti, infatti, mutò man mano da una strada moderna con auto che andavano e venivano ad un'enorme isola vulcanica che sorprese tutti quanti ad eccezione della sedicenne e dell'oppositore, con la sua solita aria vanitosa che non svaniva per un misero istante. E l'utilizzatore di mostri fuoco non si fermò qui, poiché fu subito pronto a sfoderare l'artiglieria pesante. «E il suo effetto mi permette di evocare un mostro se attualmente non ne ho in gioco. Date perciò il benvenuto a Re del Fuoco Alto Avatar Garunix!» RE DEL FUOCO ALTO AVATAR GARUNIX Lv.✪✪✪✪✪✪✪✪ ATK/2700
La possente fenice dagli sgargianti colori e dalla affascinante maestosità fece ancora una volta il proprio debutto più fiera che mai. Le sue gigantesche dimensioni arrivarono perfino a far sudare freddo molti uomini delle Forze Speciali, rimasti sul posto ad osservare il match, e una parte di loro a malapena si era accorta di star abbracciando i compari; Anche i tre amici di Shingo, rimasti a bocca mezza spalancata, osservarono stupefatti la bellezza di tale creatura, non abbastanza da incantare pure questo però.
«Dopodiché, evoco normalmente Re del Fuoco Avatar Garunix.» RE DEL FUOCO AVATAR GARUNIX Lv.✪✪✪ ATK/700. «Posiziono infine due carte coperte e ti passo la mano. A te. Vediamo di cosa sei capace.» incitò poi, posizionando una mano sul fianco mentre Alto Avatar Garunix si schierò di fianco al padrone insieme alla sua mini versione e quindi faccia a faccia coi nemici, scaturendo dalle ali un'accesa ondata di calore.
«Come siamo impazienti. Adesso ti mostrerò chi di noi due possiede i mostri migliori... Pesco dal deck! E do il via alla festa attivando la magia continua: Campo di Addestramento Yosen! Speravi che mi fermassi qui? Niente affatto, perché mi appresto ad evocare Yosenju Kama 1!» YOSENJU KAMA 1 Lv.✪✪✪✪ ATK/1600. «E visto che il mio kama ama la compagnia, il suo potere mi consente di richiamare nello stesso turno Yosenju Kama 2!» YOSENJU KAMA 2 Lv.✪✪✪✪ ATK/1800. «Ma perché fermarsi a due quando posso evocarne tre. Kama 2, infatti, fa sì che un altro Yosenju faccia la sua entrata in scena ricongiungendosi con i suoi due fratelli! E per mettere il trio al completo, ecco che arriva Yosenju Kama 3!» YOSENJU KAMA 3 Lv.✪✪✪✪ ATK/1500
Tre mostri evocati con evocazione normale in un unico turno... Questo duellante non doveva essere andato affatto sottovalutato allora, anzi: seppur tuttavia fossero in numero maggiore rispetto ai Garunix, i tre kama non erano abbastanza forti da abbattere il più grosso con le loro sole forze. O forse no...?
«A questo punto, si attiva l'effetto di Campo di Addestramento Yosen. Ogni volta che evoco un mostro Yosenju, si accende sul santuario una candelina e siccome ne ho richiamati ben tre le candeline da accendere ne sono altrattente!» sul piccolo santuario comparso sotto forma di ologramma su cui vi erano poggiate svariate candele, difatti, si accesero delle fiammette su alcune pari al numero dettato. Quello che Francesco e Veve non riuscivano a spiegarsi, però, era quale utilità avessero. «Si attiva poi l'effetto di Kama 1. Quando ci sono altre presenze al suo fianco, ha il privilegio di spedire un tuo mostro nella tua mano dritto da dov'è sbucato!»
Il guerriero-bestia partì all'assalto della bestia alata doppiamente più grossa, ma la sua grandezza non bastò per arrestarlo: bensì, si preparò a sfoggiare la propria arma che teneva ben salda tra gli arti e la scagliò dritto verso agli occhi della creatura di fuoco che, in preda al dolore dal colpo accusato nelle parti delicate del muso, abbandonò il terreno dopo un tremendo boato sotto lo sguardo incredulo del possessore, immobile a contemplare i luccichii che si erano formati dallo sparizione dell'ologramma. Nemmeno la ragazza poteva nascondere che fosse stata colta di sorpresa, o almeno in parte: un potere come quello di Kama 1 non poteva che causargli seri problemi, sopratutto che attualmente era esposto a svariati attacchi con a proteggerlo soltanto un mostro di bassa forza d'attacco che purtroppo non sarebbe bastato, cosa che fece accrescere i beffardi sorrisi dei contendenti.
«E quindi, che te ne pare?! Ora subirai in pieno la grinta del mio trio di Kama! Ma prima, voglio attivare l'effetto di Campo di Addestramento Yosen: spegnendo una candela, i miei mostri accuisiscono un bonus di trecento punti d'attacco fino alla fine del turno.» YOSENJU KAMA 1 Lv.✪✪✪✪ ATK/1600 (→ 1900), YOSENJU KAMA 2 Lv.✪✪✪✪ ATK/1800 (→ 2100), YOSENJU KAMA 3 Lv.✪✪✪✪ ATK/1500 (→ 1800). «Andate miei prodi guerrieri, e arrecate danno ai Life Points del moscerino!»
Il primo ad attaccare fu quello con meno forza d'attacco di tutti, Kama 3, che si spedì a massima velocità verso il Garunix formato mini in difficoltà, danneggiandolo senza pietà ad un'ala con la sua arma provocandogli in questo modo una dolenza atroce in quel punto tanto da farlo urlare fino allo sfinimento, prima di lasciare il campo: ma il sacrificio del piccolo volatile non sarebbe stato vano.
«Se Avatar Garunix viene distrutto, sia da una battaglia che dall'effetto di una tua carta, posso evocare con evocazione speciale Re del Fuoco Avatar Yaksha.» RE DEL FUOCO AVATAR YAKSHA Lv.✪✪✪✪ ATK/1800
Fu poi la volta di Kama 1, che con la sua arma assalì una gamba dello sventurato Yaksha causando su di essa un perfetto taglio netto e preciso. Questo, dolorante, si accasciò a terra e il suo organismo tramutò man mano in trasparente fino a quando non fece per volatilizzarsi completamente, regalando una faccia soddisfatta all'energico e astuto guerriero dalle sembianze feline. E ultimo, ma non meno importante, Kama 2 arrivò a grande sorpresa dirimpetto al ragazzo come se si fosse teletrasportato e per un soffio non conficcò la sua katana all'interno del fianco ma lo sfiorò appena lacerando il tessuto della maglia. Una scena che sbalordì il pubblico e che lo lasciò a bocca aperta, ma fortunatamente Francesco non aveva nessuna ferita. I tre guerrieri, avendo sottratto quasi tutti i Life Points del loro bersaglio, tornarono da Shingo con un agile balzo all'indietro. (FRANCESCO LP 800; SAWATARI LP 4000)
«Dato che un altro mostro Yosenju che non sia Kama 3 ti ha inflitto un danno, il suo effetto mi consente di aggiungere alla mia mano Yosenju Kodam.» quindi, estrasse dal mazzo codesta carta e la aggiunse tra quelle che aveva ancora a disposizione. «Sei riuscito per un pelo a salvarti la pelle ma sfortunatamente per te hai quasi già perso, ti conviene arrenderti e mettere giù il tuo duel disk! O vuoi forse continuare a sprecare il tuo tempo?»
Veve pensò a come effettivamente Shingo si stava avvicinando a battere Francesco con rapidi e semplici mosse: avevano sbagliato a immaginarlo come uno strambo personaggio dai ridicoli modi di presentarsi, era un duellante di categoria e niente affatto da sottovalutare. La cosa importante era però che il quindicenne si fosse sbrigato a trovare una soluzione per uscire fuori da questo pasticcio.
Questo ritornò ad assumere una seria espressione quando fece incontrare il suo sguardo con quello di Sawatari, affiancato dai suoi grintosi mostri. Certo, aveva perso un grosso quantitativo di punti e si stava giocando il tutto per tutto, ciò nonostante non aveva ancora perso e poteva avere qualche chance di vittoria. Ma come?
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