#009 - Intrusione nella Leo Corporation
Con quell'ultima frase, il presidente guardò dritto verso la mia figura. Questo poteva significare soltanto una cosa, e cioè che con "causa della loro sparizione" si stava riferendo a me.
Ciononostante, mi chiedevo: come? Insomma, mi aveva raccontato del passato che si celava dietro a quelle carte: un tempo avevano creato morte, distruzione, e dopodiché erano svaniti dopo che una strana luce era comparsa sul luogo... quasi come se questa se li fosse portati via. Non avevo la minima idea di come io potessi essere coinvolta in tutto questo, ma d'altro canto ero convinta che stesse dicendo la verità: dopotutto, il suo racconto corrispondeva a quello che avevo visto attraverso le raffigurazioni della coppia di draghi.
«A quanto pare non avrò bisogno di dirti quale sia questa causa. Dal tuo sguardo deduco che lo abbia già capito.» osservò Reiji. «E questo fenomeno di cui ti ho parlato adesso ha proprio a che fare col motivo per cui solo tu sei in grado di tenere a bada Yuri e gli altri ragazzi.»
«F-fermo un attimo...» interruppi all'improvviso. «Come... fai a sapere tutte queste cose? E perché io non ne so niente?»
Il silenzio tornò a regnare nella stanza, creando un'atmosfera di tensione intorno a noi. A giudicare dalla sua aria di compostezza, sembrava che l'uomo si aspettasse una simile domanda, e probabilmente era così.
«Ottima domanda, devo dire.» commentò, chiudendo le palpebre. «Ma avremo tutto il tempo per parlare di questo. È probabile, però, che dopo questi avvenimenti tu abbia dimenticato ogni cosa, non proprio tutto aggiungerei. Inoltre sono certo che avremo presto delle visite, per cui ritengo sarebbe opportuno mettere da parte i quesiti per dipoi. È solamente questioni di minuti...»
Allargai gli occhi: mi ero totalmente scordata che Yuri sarebbe potuto venire qui in qualsiasi occasione, e quest'uomo aveva previsto anche questo. Qualcosa, quindi, mi puzzò. «Cos'hai in mente di fare?»
Ma non ricevetti alcuna risposta. Solo silenzio. Questo mi dava un brutto presentimento: forse aveva addirittura pianificato qualcosa contro Yuri e adesso stava aspettando il momento giusto per agire, proprio come avevano fatto prima con me. Non potevo esserne certa al cento per certo, non aveva risposto alla mia domanda e di sicuro non l'avrebbe fatto.
[...]
Yuri continuava senza sosta a spostarsi da un tetto e l'altro, notando che la vista della Leo Corporation stava diventando sempre più grande: ormai era giunto alla destinazione. Questo era quello che realizzò fermandosi sull'edificio meno distante.
Un venticello si sollevò proprio in quell'istante, dolcemente accarezzandogli il viso. La corrente d'aria causò il movimento dei suoi capelli bicolori, esattamente come per il mantello rosso e la lunga veste viola. Il suo freddo sguardo, al contrario di ogni cosa, era sempre impresso sul suo volto.
Oltretutto, ora che era vicino, sentiva il ruggito crescere ancora: non c'era ombra di dubbio. «Dunque è proprio da lì che proviene...» mormorò, assorto per un attimo nei suoi pensieri.
Inclinando la testa al basso ebbe la possibilità di capire dove stava per atterrare, avendo l'intenzione di gettarsi da un'altezza decisamente alta. Stavolta non indugiò oltre, e fece per saltare agilmente: gli stivali toccarono la terra senza problemi, atterrando proprio davanti alla costruzione.
Yuri cominciò ad osservare la Leo Corporation da capo a coda. Era arrivato al prossimo passo, e cioè quello di infiltrarsi al suo interno. In che modo? Le opzioni erano tante: un travestimento, ad esempio, ma di certo non era da lui, anche perché banale. Oppure avrebbe potuto trovare una qualche via d'entrata al di fuori di quella principale che d'altronde era chiusa, così facendo c'erano meno possibilità di farsi beccare in partenza. Ma questo processo necessitava di fin troppo tempo e in un posto tanto sorvegliato era impossibile che nessuno si accorgesse di lui, quindi era scartata anche quella.
Fissando il suo riflesso rispecchiatosi sul vetro dell'ingresso, un'idea gli balenò in testa. Forse sarebbe stata una pazzia, forse no, non gli importava. A dire il vero, inoltre, questa era la prima e unica scelta che aveva considerato sin dall'inizio.
Ad un tratto, però, il giovane udì rumori di passi in avvicinamento: non gli fu difficile capire chi fossero. Voltandosi, infatti, vide Francesco e Veve con entrambi un'espressione decisa sui loro volti. «Aspetta.» cominciò Francesco, avanzando un po' in avanti.
Yuri sospirò al loro comportamento: determinati quanto testardi, pensò. Tutto sommato, lo erano per una ragione più che giusta: chi, infondo, lascerebbe andare qualcuno incontro ad un pericolo certo? Non importa se si tratta di uno sconosciuto o meno.
«Ti chiedo di ragionare un momento. Hai detto che la ragazza è stata portata via da delle persone, ebbene, queste potrebbero tenderti di sicuro una trappola. A quel punto la situazione potrebbe aggravarsi.» avvertì il quindicenne. «E come ben si sa, la prudenza non è mai troppa.»
«Certamente, devo essermi dimenticato di dirti che queste persone sono le Forze Speciali che lavorano al servizio del presidente di cui tanto si parla in giro.» affermò Yuri con un sorrisetto di suo, girandosi completamente verso i due ignorando l'ultima frase.
«Forze Speciali?» si domandò Veve, confusa.
«Mh?» Francesco sollevò il capo scrutando l'alto edificio alle spalle di Yuri. «Stiamo parlando delle stesse Forze Speciali? Perché mai avrebbero preso in ostaggio una ragazza molto probabilmente innocente?»
Yuri attivò improvvisamente il suo duel disk. I giovani allora indietreggiarono, tenendo alta la guardia cercando di capire cosa avesse intenzione di fare per l'esattezza. «Al momento non ho tempo per le spiegazioni, e tra l'altro non mi va neanche. Per cui, se non vi dispiace...» Yuri prese nuovamente dall'extra deck la carta del suo mostro fusione; Predapianta Chimerafflesia. Era pronto per attuare ciò che stava per fare.
Collocata la carta sul disco, automaticamente comparve dal nulla la gigantesca e possente pianta mostrandosi in tutta la sua eleganza, pronta a divorare letteralmente i suoi nemici con la sua bocca che mai pareva essere sazia.
La creatura emise un verso a dir poco assordante, facendo innalzare una potente folata che sollevò i detriti da terra scaraventandoli via, costringendo Veve e Francesco a mettersi un braccio davanti alla faccia in modo da evitare che qualcosa potesse andare a finire dritto agli occhi. Yuri, invece, si trovava dietro la chimera e da quella direzione non volava niente, per cui non aveva benché da preoccuparsi a riguardo.
Una volta che il ruggito si arrestò, i due fissarono il duel monster di fronte a loro: del timore ne incupiva eccome, ma nonostante questo si trattava solo di un ologramma che non avrebbe potuto arrecare danni reali... giusto?
Il sorriso malizioso ritornò sul viso di Yuri mentre rivolgeva la sua attenzione sulla Predapianta, la quale avendo notato che aveva qualcosa da dirle, spostò il fiore che doveva teoricamente essere la testa verso il ragazzo. La sue liane dalle zanne fameliche vagarono lente intorno a lui, come per fargli sapere che era pronta ad ascoltarlo.
Yuri indicò con l'indice l'ingresso fatto in vetro della Leo alla pianta, le cui liane si innalzarono girandosi verso quello che il duellante voleva mostrarle. «Ho bisogno che tu distrugga tutta questa zona. Puoi farlo per me, per favore?» chiese tranquillo.
«Uh?» la ragazza spalancò i suoi occhi, stupita da cosa aveva appena detto Yuri: il suo piano era davvero questo? Fare irruzione distruggendo qualunque cosa e facendosi subito beccare senza nemmeno un piano?
«Spero vivamente che si tratti di uno scherzo...» seguì Francesco, prendendo le distanze assieme con ella dal mostro, quale avrebbe potuto seriamente combinare un disastro. Yuri questo lo sapeva, ma come già detto, non gli importava un fico secco.
Un altro ruggito accompagnò l'assalto immediato della Predapianta, le cui bocche, sebbene di piccole dimensioni, mandarono in frantumi una grossa parte di vetrata cominciando a formare un accesso per entrare.
Per quanto riguardava Yuri, non si era premurato di farsi perlomeno un pochino più lontano dalle schegge che volavano qua e là, le quali fortunatamente non lo presero affatto.
Con un ultimo colpo finale, la chimera distrusse l'intera parte che il duellante gli aveva ordinato di mandare giù senza farsi alcuno scrupolo. In questo modo, era finalmente possibile fare irruzione.
«Ehi, ma cosa diavolo...?!» gridò una voce proveniente dall'interno rivelando un uomo delle Forze Speciali, seguito ben presto da molti altri soldati scioccati come lui.
La pianta, ormai portato a termine il proprio compito, scomparve come un semplice ologramma alle spalle del ragazzo. Con un ghigno tornato a farsi strada sul suo viso, Yuri avanzò agghiacciante con la vista fissa sui nemici, rimasti sul posto ad osservare le conseguenze dell'accaduto stupefatti. Una gran parte di loro cominciò subito ad indietreggiare preparando i loro duel disk, altri furono talmente distratti che si accorsero della sua presenza solo poco dopo.
«N-non ci voleva... Ma lo sai cosa significa "bussare alla porta"??» urlò uno di loro al quattordicenne che continuava ad avvicinarsi senza nessun segno di timore, nemmeno il più piccolo ed insignificante.
«Adesso non preoccupiamoci del danno fatto, ma del ragazzo! Il presidente ci ha ordinato di tenerlo occupato, ed è quello che faremo!»
Frattanto, Francesco e Veve si trovavano parecchio discosti dalla situazione, per cui non potevano capire nulla di quello che stava succedendo, né tanto meno udire le parole dei presenti che riuscirono a scorgere: una marea di uomini schierati tutti in fila davanti a Yuri che veniva verso di loro come se niente fosse. «...»
«Anziché parlare a vanvera, fareste meglio a dirmi immediatamente dove si trova la ragazza.» disse egli con tono aggressivo, fermandosi battendo bruscamente i piedi sul pavimento, facendo rabbrividire qualcun altro che si apprestava a retrocedere.
«Ma sentilo!» esclamò un soldato diverso, anche se dalle vesti sembravano uguali. «E ti aspetti che te lo diremo? Beh mi dispiace, ma non hai capito proprio un bel niente!»
Yuri, vista la risposta, sollevò il braccio a mezz'aria, riattivando il suo disco. «In questo caso, peggio per voi. E dire che credevo avessimo potuto giungere ad un accordo, ma tutto sommato è un piacere battervi tutti in duello nel modo più doloroso.»
Il commento sadico del ragazzo spinse i soldati intimoriti a nascondersi completamente dietro ai compagni sull'attenti, che non si apprestavano proprio a farsi avanti. «F-forza, razza di citrulli che non siete altro! Dobbiamo compiere il nostro dovere qualunque siano le circostanze, perciò non fate le femminucce e affrontate il nemico!»
«Allora affrontalo tu, se ne sei così capace!», «Già, così vediamo chi è la femminuccia!»
«S-siete proprio un branco di...»
«Oh? E adesso? Cosa vi prende?» chiese Yuri con sarcasmo, mettendo una mano su un fianco in attesa che i soldati si sbrigassero ad attivare i loro duel disk.
Subito la loro concentrazione si rivolse sul giovane, molti persino sudando freddo. «Tsé, figuriamoci...! Non hai speranze di batterci, in gruppo sappiamo essere più tosti di quanto tu possa pensare!»
«Hmm, bene. Allora cosa aspettate, dimostratelo. Vediamo cosa siete in grado di fare.»
Ma proprio quando il duello stava per avere inizio, tornarono in scena Veve e Francesco, presentandosi con i dischi pronti posizionandosi di fianco a Yuri, che corrugò la fronte al loro gesto. «Da quel che abbiamo inteso, allora, sembra realmente che il nemico siano queste Forze Speciali. O dovrei dire il loro superiore, visto che avrà ordinato loro di prendere in ostaggio la tua amica. È la spiegazione più plausibile. Ma ancora non capisco una cosa, e cioè perché abbia fatto una cosa del genere...» Francesco fu il primo a parlare.
«La risposta arriverà presto.» Veve replicò, sicurezza nelle sue parole. «Ma per il momento dobbiamo occuparci di questi duellanti.»
«Gh... U-uomini, all'attacco!» impartì uno dei tanti, che insieme ai suoi alleati si fiondarono sui tre pronti a combattere. Sebbene fossero in minoranza, sembravano cavarsela abbastanza bene per proseguire. E mentre Yuri era intento a far fuori altri soldati, scorse qualcosa in lontananza...
Tuttavia non gli fu possibile contemplare affondo quello che aveva intravisto, poiché un mostro avversario gli si parò davanti oscurandone la visione. Forse, però, aveva intuito cosa avesse visto: una via che avrebbe sicuramente condotto alla stanza del presidente. Non per darsi false speranze, ma non era da escludere.
La sua frusta ricoperta di spine si manifestò nel suo palmo, e impugnandola scansò coloro che ostacolavano la sua strada che per un soffio riuscirono ad evitare il contatto con le spine: questo trasse vantaggio al ragazzo, che adesso aveva via libera. Senza indugiare ancora, si recò in quella direzione mentre la frusta pian piano svanì.
«E-ehi, dove pensa di scappare?!», «Re del Fuoco Alto Avatar Garunix, esegui un attacco diretto!»
Una possente fiammata incenerì gli ultimi Life Points rimasti di colui che era intento a intralciare Yuri, lasciando l'avversario steso a terra come assai sparsi ovunque in giro per non essere stati all'altezza di Veve e Francesco, che inarrestabilmente ne stavano levando di mezzo un bel numero. Entrambi lanciarono un'occhiata veloce al quattordicenne che lentamente scompariva tra le tenebre, prima di tornare a fare piazza pulita dei loro avversari che parevano essere un'infinità.
[...]
Udii di colpo delle urla provenire dal piano inferiore: era un vero e proprio caos lì sotto, tanto da lasciarmi il presentimento che fosse arrivato.
Anche Reiji sembrava essersene accorto, data la sua focalizzazione rivolta verso la direzione da cui proveniva quel baccano. Poi il suo sguardo si volse di nuovo su di me, intento ad aprire bocca.
«Cavolo, se quell'idiota cade dritto nella trappola di questo qui siamo messi proprio bene... Perché sì, ha appena dichiarato di avere un piano.» dissi tra me e me. «A dire il vero... non so da che parte stare... Voglio dire, quest'uomo non sembra avere cattive intenzioni. O almeno, non nei miei confronti. Da una parte penso che voglio fidarmi, ma dall'altra ho il timore di fare la scelta sbagliata. Yuri, invece... Sebbene sia considerato pericoloso, lui...»
«È stato più rapido di quanto pensassi. Ma in un certo senso, è meglio così.» le sue parole interferirono nelle mie riflessioni. «Ciononostante, avrei da dirti ancora molte cose. Siccome non c'è ormai tempo, però, non credo di poterlo fare. Pertanto...»
Prima che il sedicenne potesse terminare la sua frase, un forte impatto lo interruppe. Voltandosi, vide un grosso cumulo di polvere innalzatosi poco più avanti: e a quanto pare, la parete era stata in parte abbattuta formando un buco circolare.
Il cuore batteva intensamente dallo spavento e dalla sorpresa al tempo stesso, quasi mi dava l'impressione che potesse uscire dal petto. Sapevo già chi fosse stato a provocare un simile danno, l'unico che era in grado di farlo vorrei aggiungere.
Intravidi, difatti, una piccola luce che col passare dei secondi divenne di dimensioni maggiori. Quei passi da brividi lungo la schiena erano inconfondibili. Il polverone cominciò a dissolversi a rilento, rivelando alla fine il responsabile. «T-tu...»
Una risatina sotto i baffi fuoriuscì da quelle labbra curvate in un sorriso malevolo, mentre il ragazzo dalle rosee iridi continuava a procedere verso di noi. «Finalmente ti ho trovata.»
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