Dolore incessante, l'orgoglio ferito di Reijiro
Il tragitto verso casa per Reijiro e sua sorella Emi era stato parecchio lungo e sfiancante.
Appena arrivarono, Emi si stava già preparando per andare a dormire, era talmente stanca che non appena si appoggiò nel letto, si addormentò.
Invece Reijiro si stava dirigendo verso il bagno, volva farsi una doccia in modo da poter sciacquar via l'immenso dolore.
Giunto in bagno si spogliò e si mise in doccia, e avviò l'acqua ruotando in senso orario la manopola e cosparse l'acqua su tutto il suo corpo per qualche minuto, poi passò al bagnoschiuma all'aroma di cocco.
Prese il flacone, lo aprì e ne mise un po' sulla mano destra, per poi riporlo nell'apposito scaffale.
E in seguito strofinò il bagnoschiuma su tutto il suo corpo per circa sei minuti.
Appena arrivò il momento di strofinarselo sul viso, Reijiro cambiò espressione stava di nuovo male, la violenza subita da Misaki non faceva altro che tormentarlo.
Il ragazzo colto dalla disperazione si chinò in posizione fetale, mettendosi a piangere.
Le stesse lacrime unite al bagnoschiuma sul viso gli causarono bruciore e il dolore che stava provando dentro non gli stava affatto scivolando via.
La sua ferita era troppo grande, sopratutto quando ad essere ferito era stato il suo origlio.
Sebbene fosse grato ad aver conosciuto una ragazza come Eléonore, non era una fidanzata a poterlo salvare da quest'immenso strazio... Passati un po' di minuti, Reijiro iniziò a calmarsi e si rialzò, era un po' traballante, stava addirittura per cadere e nel momento in cui riacquisì l'equilibrio prese il getto della doccia ed iniziò a sciacquarsi velocemente per poi passare ai capelli.
Per prima cosa li bagnò rapidamente d'acqua, poi prese lo shampoo e lo cosparse delicatamente sui capelli, aggiunse un altro poco di acqua e iniziò a strofinare per circa una decina di minuti facendo molta schiuma.
Poi dopo aver finito, sciacquò e per completare il tutto passò nuovamente il getto per effettuare un risciacquo totale.
Finita la doccia, uscì dalla vasca si mise l'accappatoio e si incamminò verso lo specchio del bagno per poi usare il phon con ventilazione bassa per non svegliare la sorellina, poi avendoli corti ci avrebbe messo una ventina di minuti, anche meno ad asciugarli.
Appena finì, il ragazzo spense il phon e lo appoggiò al suo posto uscendo dal bagno dirigendosi verso la sua stanza, appena entrò, aprì l'armadio, si prese il necessario e si rivestì, pronto per andare a dormire.
Nel frattempo Reijiro voleva dare un bacio sulla guancia alla sua sorellina "Buona notte Emi" disse lui silenziosamente.
Nel mentre vide la bambina dormire beatamente accennò ad un sorriso.
Per fortuna assieme a lui, c'era la sua sorellina, non era solo.
La sua compagnia gli aveva fatto più o meno dimenticare ciò che era successo verso pomeriggio, quello schiaffo l'aveva ferito anche nell'orgoglio e difficile da ricucire.
Ma c'era un'altra cosa ben più seria che lo preoccupava fin da quando avevano perso i genitori.
Ciò che temeva di più al mondo era quello di non essere idoneo, nel prendersi cura di sua sorella minore e non si trattava di una questione economica, grazie alla sua pensione di invalidità civile potranno cavarsela per un paio di anni.
Quello che lo tormentava maggiormente ere la sua questione fisica, il ragazzo fin da quando era nato soffriva di una grave malattia cardiaca, che nessuno a parte Bassam sapeva, nemmeno Yumi ne era a conoscenza.
In pratica aveva fortemente paura che in futuro con l'aggravare della malattia, sarebbero intervenuti gli assistenti sociali, che sicuramente li avrebbero portato via sua sorella.
Rimanendo da solo... e nel mentre era rinchiuso nei suoi pensieri più oscuri, Reijiro non si era affatto accorto che stava piangendo, le lacrime bagnarono il viso delicato della bambina svegliandola.
«Fratellone... perché piangi? E perché non sei a dormire?»
«Eh?... niente di preoccupante, scusami se ti ho svegliato...»
Reijiro dopo essersi scusato, iniziò a dirigersi verso il suo letto e nel mentre camminava avvertì una fitta al cuore, il ragazzo appoggiò la mano sul torace e cadde a terra, il suo sguardo era completamente assente...
Emi appena vide suo fratello cadere, scese velocemente dal letto e corse verso di lui urlando disperatamente "FRATELLONE, FRATELLONE..." la bambina presa da una crisi di pianto prese il cellulare di Reijiro e chiamò immediatamente il pronto soccorso.
Il numero emergenze di Lumino-City era 864.
Appena compose il numero, attese qualche secondo e gli risposero, Emi con lacrime, riferì all'addetto alle chiamate l'indirizzo di casa e cosa più importante che suo fratello Reijiro era svenuto e che gli serviva al più presto un'ambulanza.
L'addetto rassicurò la bambina dicendogli che sarebbe al più presto arrivata una squadra di pronto intervento.
Appena la chiamata al pronto soccorso fu chiusa, Emi chiamò immediatamente Bassam, essendo l'unico tra gli amici di Reijiro a sapere della sua malattia, era l'unico che poteva contattare, e sicuramente suo fratello aveva bisogno di lui, del suo migliore amico.
Intanto Bassam era già nel mondo dei sogni, ma grazie alla suoneria del cellulare si svegliò "Reijiro-San, cosa vorrà a quest'ora?" Domandò, preoccupato.
«Pronto Reji...»
«PRONTO SONO EMI, MIO FRATELLO STA MALE!!»
«Cosa??????»
«TRA POCO VERRÀ L'AMBULANZA A PRENDERLO, HO BISOGNO DI UN MAGGIORENNE, CHE SI PRENDA CURA DI ME E CHE POI VADA A TROVARLO, TU SEI L'UNICO!»
«D'Accordo arrivo»
Bassam si alzò dal letto e iniziò a prepararsi anche piuttosto in fretta e appena finì salutò Bolton e uscì di casa, dirigendosi di corsa verso l'abitazione del suo amico.
"Resisti Reijiro, sto venendo da te" pensò nel mentre correva.
Appena arrivò alla residenza del suo amico, vide parcheggiata un'ambulanza e dalla porta della casa uscirono i soccorritori che tenevano una barella, Bassam corse verso di loro "REIJIRO-SAN!" Esclamò urlando con preoccupazione.
Reijiro intanto riuscì a sentire la sua voce e grazie ad essa riaprì gli occhi, precedentemente i soccorritori erano riusciti a stabilizzarlo.
Non appena Bassam si avvicinò a lui, Reijiro si tolse la maschera d'ossigeno e con voce fioca disse all'amico queste parole: "finché... sarò in ospedale, occupati tu di mia sorella Emi".
Emi appena si sentì chiamare uscì dall'abitazione correndo verso Bassam stringendolo forte, lui abbracciò forte la piccola che era totalmente spaventata e cercò di tranquillizzarla, Reijiro nel vedere come il suo amico si occupava di sua sorella accennò ad un sorriso, rimettendosi poi la maschera dell'ossigeno ed in seguito fu portato via in ambulanza.
Nel mentre videro l'ambulanza partire i due iniziarono a piangere, Emi strinse fortemente il ragazzo...
«Ti prego, quando potrai vallo a trovare, lui ha bisogno di te...»
«Si, ma in questo momento anche tu hai bisogno di me... e sai benissimo che in ospedale non ti farebbero entrare, non posso lasciarti da sola, tuo fratello non me lo perdonerebbe mai...»
«Fallo mentre io sarò a scuola, ti prego»
«Va bene Emi, farò quello che desideri!»
Bassam abbracciò la bambina, l'abbraccio durò per sei secondi, dopo essersi staccati, il ragazzo la prese per mano ed iniziarono a dirigersi verso l'ingresso di casa.
Appena i due entrarono all'ingresso e con le indicazioni date dalla bambina, Bassam accompagnò Emi nella sua stanza.
La prese in braccio e la rimase dentro le coperte rimboccandola per bene.
"So che è un momento difficile per entrambi, e non ti biasimerò se non riuscirai a dormire, ma ti auguro di fare sogni bellissimi." Disse lui, per poi spegnere le luci e incamminarsi verso l'uscita dalla stanza, Emi si mise su un fianco vedendolo andar via si spaventò e lo fermò: "Aspetta!" Esclamò lei, Bassam si voltò verso di lei. "Per favore raccontami una favola, senza mio fratello mi sento sola..." aggiunse Emi, con le lacrime agli occhi, Bassam capendo pienamente cosa significasse la solitudine l'accontentò prese un libro e si sedette affianco a lei ed iniziò a leggere.
Intanto Reijiro, era arrivato in ospedale con l'ambulanza, i soccorritori diedero le informazioni base ai medici addetti al reparto emergenze, dalle informazioni ottenute
scoprirono che il paziente era cardiopatico, per prima cosa gli diedero della nitroglicerina, poi dopo essersi stabilizzato per riavere sensibilità motoria lo mandarono a fare un ECG, TC e per finire un test da sforzo.
Dopo che ebbero i risultati, notarono che il problema era piuttosto grave, e decisero di trasferirlo in cardiologia.
Il cardiologo che prese in carico il caso di Reijiro era il primario, si chiamava Jonathan Patel.
Appena Reijiro arrivò al reparto di cardiologia, i medici del reparto emergenza, erano preoccupati, temevano che morisse, aveva solo 18 anni, tra un mese 19.
Reijiro era nato il 13/06, troppo giovane per poter morire.
Appena il paziente raggiunse il reparto, il cardiologo ricevette i risultati ottenuti dalle analisi svolte nel reparto emergenze, Reijiro soffriva di Angina Pectoris: un dolore che si irradia dal petto alle braccia e spalle. È causato dallo scarso afflusso del sangue, temporaneo, che provoca la mancanza di ossigeno al cuore.
Avviene l'effetto dello stenosi cioè il restringimento delle arterie coronariche che irrorano il tessuto cardiaco. Vi sono tre tipi quella stabile/da sforzo, quella instabile e quella secondaria, per fortuna del ragazzo lui soffriva della forma più lieve, L'Angina Pectoris stabile o da Sforzo, ne soffriva da quando era nato, quello però che gli causò l'attacco era dovuto alla sua instabilità mentale.
L'Angina Pectoris stabile o da sforzo si manifesta anche a riposo e peggiora col passare del tempo.
Il Dottor Patel entrò nella stanza di Reijiro, il ragazzo lo vide entrare "Dottore" disse lui in segno di saluto, era vigile ed era anche in grado di pararle.
«Allora signor Inoue, ho intenzione di farle fare un'angioplastica coronarica percutanea, ma per farlo devo farle fare una coronografia, detta anche angiografia coronarica!»
«D'accordo, se questo mi farà vivere ancora qualche annetto, sono pronto!»
«Comunque, visto che lei soffre di Angina Pectoris da sforzo, lascia che mi consulta con lo psichiatria»
«Mi vuole far analizzare da uno strizza cervelli, perché?»
«Come ben saprà signor Inoue, nel suo caso ciò che può causare un attacco di Angina Pectoris, non è soltanto sforzi eccessivi, ma anche derivati dal fattore di stress, quindi lasci che l'aiuterà anche uno dei miei colleghi della psichiatria.»
«Ok, d'accordo ma gradirei parlare con lo psichiatra qualche ora dopo l'intervento, prima la mia salute fisica e poi quella mentale!»
«D'accordo signor Inoue, ora contatterò il cardiochirurgo, e appena mi darà la disponibilità i miei subordinati la trasferiranno in sala operatoria del reparto di Cardiochirurgia, e nel mentre farà l'intervento mi consulterò con lo psichiatria, d'accordo?»
«Si Dottore.»
Il Dottor Patel, uscì dalla stanza e contattò immediatamente il cardiochirurgo, che era sua moglie, la dottoressa Alanis Hall Patel, o conosciuta come dottoressa Patel.
Il marito gli riferì che se la sala operatoria era libera, gli avrebbe portato un nuovo paziente, affetto da Angina Pectoris stabile da sforzo, doveva fargli fare un'angiografia coronarica e nel mentre fargli fare anche un'angioplastica.
La moglie disse al marito che non c'era nessun problema, poteva portargli tranquillamente il paziente, non c'erano altri pazienti nella sala operatoria, non vedeva l'ora di fare quest'intervento.
Dopo essersi accordati, Jonathan chiamò i suoi colleghi, avrebbero trasferito loro Reijiro in cardiochirurgia, nella sala operatoria.
I suoi colleghi ubbidirono all'ordine del primario, e portarono il ragazzo nell'apposito reparto mentre il dottore invece, andò in psichiatria, preferiva consultarlo della faccenda di persona.
Il Dottor Jonathan appena entrò nel reparto, il cardiologo notò che il primario stava parlando con una sua specializzanda, per farsi notare, fece il suo nome: "Dottor Feng Li, ho bisogno di lei."
Feng sentì di essere chiamato, si voltò dietro di se e lo vide "ok, solo un secondo!" Esclamò il medico, per poi finire di fare le direttive alla sua collega.
Appena finì si avvicinò a Jonathan, per poter finalmente parlare.
«Eccomi Dottore, sono tutto tuo»
«Sono qui per aver una consultazione psichiatria su un mio paziente, soffre di Angina Pectoris stabile o da sforzo, di questo tipo di Angina, si può verificare un attacco anche con instabilità mentale, uno stress, traumi robe del genere e vorrei che lei Dottore per la sua salute fisica lo aiuti a superarlo!»
«Va bene, fammi vedere il paziente.»
«Adesso, sta facendo un intervento, quando sarà in grado di riceverti glielo farò sapere»
«D'accordo Dottore.»
Il Dottor Jonathan salutò il suo collega e uscì dal reparto, l'intervento durò per circa due ore e mezza.
Reijiro aveva pienamente superato l'operazione e fu riportato alla sua stanza nel reparto di cardiologia.
Intanto alla casa di Reijiro, Emi si era addormentata grazie alle favole raccontate dall'amico Bassam.
Intanto all'ospedale, il Dottor Patel era nella stanza del suo paziente, attendeva il suo risveglio.
Voleva raccontargli i dettagli avvenuti durante l'operazione.
Appena lo vide riaprire gli occhi, il medico annuì.
«Finalmente sei sveglio, l'operazione è andata benissimo, fisicamente ora stai meglio, ma preferiamo tenerti ricoverato per almeno due settimane»
«Va bene Dottore, in quanto allo strizza cervelli?»
«In quanto allo psichiatra, lo incontrerà domani mattina se non le dispiace, ora quello che deve fare è riposarsi, in corridoio girano molte infermiere, se avrà bisogno può chiedere anche a loro»
«Va bene»
Dopo averlo informato il Dottor Patel, uscì dalla stanza. "Dottore..." disse Reijiro, Patel lo sentì e si voltò verso di lui.
Reijiro aggiunse: "Dottore, grazie per avermi dato due o tre anni in più di vita..." Petel sorrise nel sentirselo dire e se ne andò dalla stanza contento di aver salvato la vita al suo pazziante.
Il giorno dopo Bassam portò a scuola Emi, mentre all'ospedale Reijiro, conobbe il Dottor Feng Li primario del reparto di psichiatria e la sua specializzanda Xian Sun.
Il loro obbiettivo era di far una semplice chiacchierata con Reijiro.
Anche se il paziente non sembrava essere propenso nel parlare, non desiderava affatto mostrare le sue insicurezze.
La Dottoressa Sun, desiderava con tutto il cuore che il ragazzo si aprisse ed iniziò ad instatuare un discorso ponendogli delle domande.
«Quanti anni hai?»
«18... quasi 19...»
«Dove vai a scuola?»
«Alla Lumino-City High School.»
«Ciò che la fatta ricoverare qui è un fatto dovuto a scuola?»
«Si e No...»
«Le andrebbe di spiegarsi meglio?»
«Una ragazza si stava comportando male con un mio amico... io ho cercato di difenderlo e lei in risposta mi ha picchiato sul viso... e mi ha tolto il mio orgoglio...»
«Mi dispiace, una ferita all'orgoglio ci impiegherà molto a ricucirsi, ma ora andiamo al dunque, di cosa ha veramente paura?»
Reijiro sentendo quella domanda, gli venne il magone, ma cercò di trattenersi e di rispondere a quest'ultima domanda. "Ho... paura di perdere mia sorella a causa della mia malattia..." il ragazzo non c'è la faceva e scoppiò a piangere, la dottoressa Shun gli diede dei fazzoletti, e gli massaggiò la spalla, in modo da consolarlo, lui singhiozzando continuò la frase: "I nostri genitori non ci sono più per problemi che non posso dire e se un ente pubblico me l'ha portasse via perché non sono fisicamente idoneo a prendermi cura di lei, sarei solo e non vivrò più..."
Shun diede una pacca a Reijiro per tirarlo su di morale, ieri era stato operato e non doveva essere soggetto a sforzi o a stress.
Dopo che era riuscito a calmarlo, il Dottor Li chiamò la sua specializzanda e uscirono dalla stanza, dovevano far il punto della situazione, avevano raccolto ciò che serviva, il ragazzo, a parte dell'Angina Pectoris, non soffriva di nessun disturbo dal punto di vista psichiatrico, era semplicemente stressato e impaurito.
Di conseguenza non potevano imporgli una terapia da seguire, ma avrebbero comunque cercato di aiutarlo nel controllare i fattori di stress.
Dopo un'accurata valutazione, il Dottor Li rientrò nella stanza del paziente, riferendo al collega che avrebbe dovuto parlare con lui fuori dalla stanza, non ci avrebbero messo molto, voleva soltanto renderlo al corrente di ciò che avevano deciso lui e la sua specializzanda.
Il Dottor Patel salutò Reijiro e uscì dalla stanza, i due psichiatri gli riferirono, che secondo il loro parere era arrivato il momento di fargli ricevere visite, vedere le persone che gli stava più a cuore, avrebbe potuto alleviare i suoi livelli di stress.
"Comprendo il vostro punto di vista e sono d'accordo con voi, fargli vedere gente diminuirebbe il fattore di stress e di conseguenza eviterebbe altri attacchi di Angina Pectoris!"Esclamò Patel, i due psichiatri annuirono, e decisero tutti insieme di parlarne anche con Reijiro.
Appena entrarono, Reijiro si voltò verso di loro.
"Eccoci signor Inoue, abbiamo preso una decisione per alleviare i suoi livelli di stress" disse il Dottor Li.
Reijiro rispose: "sono curioso di sapere cosa avete deciso."
A riferire la situazione al pazziante, fu il Dottor Li, spiegò a Reijiro che se desiderava vedere qualcuno bastava semplicemente una telefonata.
Il ragazzo era sorpreso, credeva che a causa dell'intervento subito poteva ricevere visite dal secondo giorno di ricovero.
Li aggiunse anche che sia lui che i suoi colleghi presero questa decisione in modo da stabilizzare il suo sistema emotivo.
Vedere una persona a lui cara, avrebbe alleviato il livello di stress.
"Sono molto lusingato, vorrei tanto vedere mia sorella Emi... lo so è minorenne, ma io voglio vederla per favore." Disse Reijiro stringendo le lenzuola con le mani.
«Ok, faremo il possibile, la faccia accompagnare da un maggiorenne»
«Si, potete contattare il mio amico Bassam, vi do il suo numero.»
«Perfetto.»
Reijiro diede il numero della scuola di Emi e quello del suo migliore amico, i medici ringraziarono Reijiro per la sua collaborazione, e si dirissero verso la porta della stanza, Reijiro prima che loro uscissero li ringraziò, si sentiva in dovere di farlo.
I medici riferirono che non c'era bisogno di ringraziarli era il loro lavoro.
Appena usciti andarono all'accettazione, per chiamare la scuola di Emi, raccontando che suo fratello era in ospedale e aveva richiesto di lei, desiderava che lo andasse a trovare, e sarebbe andata a prenderla l'amico di Reijiro, Bassam Sasaki.
L'insegnate che aveva risposto, chiamò la bambina dicendo che doveva prepararsi per andare a casa, sarebbe uscita prima, così da accettare il desiderio del fratello della sua allieva.
Poi inseguito chiamarono Bassam.
«Pronto?»
«Salve sono il dottor Patel, un cardiologo, abbiamo contatto la scuola della sorella del mio paziente, desidera che lei la vada a prendere e la porti qui!»
«Oh... va bene farò ciò che mi avete chiesto, ma prima voglio sapere una cosa, come sta Reijiro?»
«Il signor Inoue ora sta bene, abbiamo fatto degli interventi, per il restante gradiremo parlarne di persona.»
«D'accordo Dottore, arrivo!»
Il Dottor Patel chiuse la chiamata, Bassam invece non era andato a scuola, aveva previsto una situazione del genere, per cui iniziò a prepararsi per andar a prendere Emi.
Appena finì uscì di casa chiuse a chiave la porta e si incamminò verso la scuola di Emi, non vedeva l'ora di andarla a prendere.
Entrambi erano impazienti nel vedere come stava Reijiro.
Nel mentre camminava il ragazzo era veramente pensieroso: "sono abbastanza sicuro che Reijiro è andato all'ospedale per ciò che era successo con Misaki, se invece così non fosse almeno una parte è responsabile dell'accaduto, ciò significa che è colpa mia?" Domandò tra se e se, ad ogni passo che avanzava continuava a tormentarsi e darsi delle colpe.
I passi di Bassam rallentavano... era sempre più triste, ma una cosa non lo fece smettere di camminare, doveva andare a prendere Emi, Reijiro contava molto su di lui, se non ne fosse stato in grado non l'avrebbe mai perdonato.
Appena arrivò, l'insegnate diede il permesso alla bambina di andare con lui.
Emi, uscì dal cancello e abbracciò felicemente Basaam, lui ricambiò a rilento, era ancora nel suo mondo, un mondo pieno di colpe e tristezze.
Emi notò che il suo amico aveva qualcosa che non andava e si preoccupò "tutto ok?" Domandò preoccupata.
"Ah? Si tutto ok, non preoccuparti Emi" rispose Bassam e aggiunse: "dai forza andiamo all'ospedale che Reijiro ci aspetta".
Emi annuì sorridendo "si, rivedrò mio fratello!" Esclamò con entusiasmo, ma senza dimenticarsi della sua preoccupazione nei confronti del suo amico Bassam.
Il ragazzo dopo averla vista sorridere, fece un piccolissimo sorriso, Emi annuì, vedere quel piccolo sorriso era già qualcosa e finalmente erano pronti per dirigersi verso l'ospedale, ma da loro era parecchio distante, perciò decisero di prendere l'autobus che fermava proprio davanti all'ingresso della struttura.
La fermata da loro distanziava di due metri.
Durante il tragitto verso la fermata Emi, cercava di tirar su di morale il suo amico facendo qualche gioco, come ad esempio: Io Vedo, ma purtroppo fu vano, Bassam sembrava non aver interesse nel giocarci, anzi nel mentre camminarono, lui continuava a fissare il terreno.
Emi notando che i giochi non stavano funzionando provò a coinvolgerlo con la conversazione, pertanto decise di porgli una semplice domanda: "Bassam, qual'é il tuo colore preferito?" Il ragazzo recepì la domanda della bambina, egli volse il viso verso di lei è rispose: "il mio colore preferito è il Viola" nonostante il tono della sua voce fosse piuttosto basso la piccola Emi era riuscita a sentirlo, poi nonostante fosse preoccupata per la tristezza del ragazzo, si sentì un po' sollevata nel vederlo rispondere alla sua domanda, e fu anche piuttosto sorpresa, non credeva che a Bassam gli piacesse il colore Viola. E malinconia a parte pure Bassam sembrava essere interessato, nel sapere quale fosse il colore preferito della piccola, perciò gli pose la stessa domanda.
«Invece Emi qual'é il tuo colore preferito?»
«Il mio colore preferito è l'arancione.»
«Però... Bel colore.»
Emi fu veramente contenta, Bassam si stava finalmente sbloccando.
E il loro discorso continuò fino all'arrivo della fermata del bus, inoltre erano anche fortunati, il pullman era appena arrivato, i due salirono e fecero i biglietti direttamente all'interno del veicolo.
Dopo averli comprati sia Emi che Bassam andarono a sedersi.
La partenza del pullman era programmata entro due minuti e appena partì, Bassam prese un libro, di cui narrava la storia e l'evoluzione dell'informatica.
Emi invece, aprì il suo zaino, prese il libro di matematica e il quaderno ed iniziò a fare gli esercizi richiesti per domani.
Il viaggio durò un'ora e trentacinque minuti, qualche minuto prima che il bus si fermò la bambina aveva riposto i suoi quaderni e libri all'interno dello zaino.
Poi i due si diressero verso la prima uscita dell'autobus, ringraziando l'autista
per la disponibilità, scesero dal pullman e si incamminarono verso l'ingresso dell'ospedale.
Appena entrarono si diressero verso la reception dell'ospedale.
Giunti alla Reception, il ragazzo chiese informazioni: "Scusi, mi sa dire in che stanza si trova Reijiro Inoue? Il Dottor Patel aveva detto che potevamo andarlo a trovare".
L'addetto gli rispose: "mi dia un secondo che do un'occhiata" è diede un controllo sul database dei pazienti al computer e riferì: "Reparto Cardiologia secondo piano stanza 104" .
Bassam ed Emi lo ringraziarono per le informazioni ottenute, il receptionist disse che non c'era bisogno di ringraziarlo e che faceva parte del suo lavoro.
Poi i due iniziarono a salire al secondo piano, per arrivare al reparto di cardiologia, giunti al piano lessero le indicazioni, il reparto era rivolto a destra del corridoio, mentre a sinistra vi era il reparto di Oncologia.
Emi nel mentre si dirissero verso l'ingresso del reparto era completamente su di giri, non vedeva l'ora di vedere il fratello.
Appena arrivati all'ingresso, i due notarono che il citofono era fuori servizio.
Bassam, nonostante fu irritato, per sua fortuna Reijiro aveva con se il cellulare e gli inviò un messaggio riferendogli che erano appena arrivati e se poteva avvisare il Dottor Patel del loro arrivo.
Intanto a Reijiro gli avevano appena portato la colazione, nel mentre mangiava gli arrivò una notifica, era un messaggio dell'amico Bassam.
«Infermiera mi può chiamare il Dottor Patel per favore?»
«Si, subito.»
L'infermiera andò ad avvisare il Dottor Patel, riferendo che il paziente della 104 aveva bisogno di lui.
"Si ora vado da lui, grazie mille per avermi avvisato infermiera" disse il dottore.
Prese le cose ed andò nella stanza 104.
«Mi voleva signor Inoue?»
«Si, volevo comunicarle che Bassam e mia sorella sono arrivati!»
«Ah perfetto, vado ad aprirli torno subito.»
Patel uscì dalla stanza di Reijiro e si incamminò verso l'ingresso, per poter aprire la porta ai due ospiti.
Giunto all'ingresso premette il tasto e aprì.
"Benvenuti nel mio reparto ragazzi, sono il Dottor Jonathan Patel" disse presentandosi ai due ospiti, Emi e Bassam erano lieti di fare la sua conoscenza.
Inoltre il Dottor Patel riferì anche, che era lui ad aver in cura Reijiro e spiegò anche che li avrebbe portati da lui.
Emi sorrise "EVVIVA RIVEDRÒ MIO FRATELLO!" Esclamò urlando molto contenta.
"Emi, un po' di contegno..." disse Bassam, il medico disse di lasciarla stare, era una reazione del tutto comprensibile, da ieri notte non aveva avuto notizie sul fratello ne se era vivo o morto, ma ora l'attesa fu ripagata perché proprio ora il Dottor Patel portò i due nella stanza 104 quella dove si trovava Reijiro.
Subito dopo essere entrati in camera, Reijiro salutò il suo amico Bassam & sua sorella Emi, quest'ultima con immensa gioia corse verso di lui, buttandosi a capofitto nel letto ospedaliero.
Emi, era veramente contenta di rivederlo, ma era anche molto preoccupata, lo si poteva notare dalle lacrime e dalla tremarella in tutto il suo corpo. "Fratellone! Ti ti prego non stare più male, non voglio che mi abbandonarmi". Disse Emi scoppiando in lacrime, la bambina era in preda al panico, aveva terribilmente paura di perdere suo fratello che solo nel pensarlo le venivano i brividi.
Reijiro nell'intento di calmarla l'abbracciò fortemente "shh, buona, non me ne sono andato sono qui con te" disse lui, nel mentre le strofinava la schiena.
Emi nel mentre percepì il suo calore gli ricambiò l'abbraccio, appicciando le sue piccole braccine sulla schiena del fratello. Dopo un po' di tempo i movimenti agitati della bambina cessarono, Reijiro era riuscito nell'intento e accennò ad un sorriso.
Emi, nel mentre era ancora stretta tra le braccia del fratello ne approfittò per sussurrargli una cosa: "oggi a scuola avevamo arte ho disegnato te fratellone che guarivi"
Reijiro fece una lieve risata, era contento di essere stato il protagonista di un disegno di sua sorella, inoltre era molto felice che sua sorella per le poche ore che aveva frequentato fosse andata bene.
«Brava Emi.»
«Ti ringrazio, però non è finito... perché avevo paura che mi abbandonavi, che morivi...»
«Non devi preoccuparti, sono qui con te e non ti abbandonerò mai.»
«È una promessa?»
«Certo Emi, te lo prometto.»
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