Capitolo 1 - L'Inizio di Tutto
:" Stramaledetto fottutissimo caldo...". Erano le ore 12:55 del giorno 17 giugno e faceva un caldo di pazzi nella città di Napoli. Come si fa ad arrivare a quasi 40 gradi a metà giugno?! Fanculo al surriscaldamento globale!
Questi erano alcuni dei tantissimi pensieri che affollavano la mente incandescente di Serena mentre camminava insieme alla sua amica giapponese Mitsuki Okashiro sul lungomare. Stavano sudando entrambe l'anima e non sarebbe servito a nulla ripararsi sotto i tendoni di tutti i negozi e ristoranti che affollavano la loro sinistra:" Mitsukiiii... Puoi prendermi la bottiglia d'acqua che sta nel mio zainetto...?" biascicò Serena barcollando di qua e di là. Si passò una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore e scostarsi dagli occhi i ciuffi castani ormai diventati una poltiglia informe ed appiccicaticcia. Nella sua testa cominciò a lanciarsi maledizioni di ogni tipo per aver sempre portato i capelli lunghi nei suoi 17 anni di vita. Li teneva legati in una treccia che le arrivava al fondoschiena e la punta era colorata di un viola acceso e luccicante. Il suo colore preferito. Ne andava molto fiera di solito perché con quella capigliatura assomigliava parecchio al capitano Pip Bernadotte dentro Hellsing ma da quando faceva quel caldo inimmaginabile stava iniziando ad odiarli. Mitsuki aprì lo zaino ricoperto di spille e portachiavi dei loro anime preferiti che avevano comprato durante l'ultimo viaggio in Giappone e prese l'unica bottiglia d'acqua ancora piena in mezzo a tutte le altre totalmente prosciugate.
:" Cacchio ne abbiamo portate cinque per ognuna da casa..." disse stizzita. Si portò il beccuccio alla bocca e la tanto amata sensazione di freschezza lungo la gola la fece calmare un istante.
:" Di questi tempi c'è parecchia gente che usa la pista ciclabile qui vero?" notò Mitsuki guardando passare le persone che in sella alle loro due ruote passeggiavano come loro. Serena emise un "tsk" secco:" Sono solo i soliti bimbiminkia che vengono a rompere le palle perché non hanno niente da fare ora che la scuola è finita. Si divertono a mettere sotto i pedoni quegli stronzetti" esclamò infilandosi le mani in tasca. D'un tratto le sue orecchie si tesero in ascolto di un ronzio più che familiare:" Ehi Mitsuki... Lo senti anche tu?" domandò all'amica che aveva assunto un'espressione alquanto seria. Lei annuì decisa:" Bici da corsa. È sempre bello vederne una che sfreccia davanti a te" disse. Ripresero la loro camminata quando udirono sollevarsi in aria un "oooooh" di stupore.
:" Ma che sta succedendo lì?" si chiesero incuriosite.
:" Guarda quel quattrocchi com'è piccolo! Che ci fa in sella ad una bici che è più grande di lui?!" gridò un ragazzo sghignazzando dalle risate. Quattrocchi in sella ad una bici più grande di lui? Gli occhi di Serena e Mitsuki s'illuminarono. Naaah! Ma che diavolo andavano a pensare?! Ce ne sono tanti di ragazzi occhialuti che vanno in bicicletta...
:" Perché quello con i capelli verdi e le strisce rosse?! Ha un modo di correre inquietante!".
I cuori delle due si bloccarono di colpo. Al giorno d'oggi tanti giovani si tingono i capelli di strani colori, dovevano smetterla di sobbalzare per ogni cosa...!
:" Oddio il nanetto con la testa rossa fa sbellicare!". No... Era troppo anche per il loro buonsenso. Corsero nella direzione da dove provenivano le grida delle persone.
:" Serena lo pensi anche tu...?" mormorò Mitsuki col fiato corto:" Forse il caldo ci ha dato alla testa ma se quello che pensiamo tutte e due sia vero allora possiamo definirci le ragazze più felici del mondo..." rispose lei. Le venne in mente un'idea. Sperava solo avesse ragione, altrimenti si sarebbe ritrovata spalmata sulla strada come una sottiletta. Si mise al centro della pista ciclabile spalancando le braccia e iniziando ad agitarle un po' come si fa quando gli aerei devono atterrare. Mitsuki rimase sul marciapiede e strinse i pugni:" Fa che ci sia lui a guidare il gruppo..." implorò.
:" Ehi tu! Che stai facendo?! È pericoloso!" inveì la gente contro Serena ma lei non si mosse di un millimetro. I suoi sottili occhi grigi scrutarono in lontananza una scia di ciclisti che arrivava a grande velocità nella sua direzione. Il cuore le batteva furiosamente nel petto e le faceva un male cane ma doveva fidarsi del suo istinto, che più di una volta l'aveva giudata verso la giusta strada. Fu così anche quel giorno. Davanti a tutti c'era un ragazzino magro che portava una gigantesca montatura di occhiali tondi. Aveva gli occhi blu come il cielo e i capelli corti neri ed indossava una giacchetta da ciclista bianca e gialla con delle strisce rosse sulle spalle. Da quella distanza riuscì comunque a leggere cosa c'era scritto su quelle scrisce: Sohoku. Lei sorrise e prese un enorme quantitativo di aria nei polmoni:" SAKAMICHI ONODA E TUTTO IL TEAM DELLA SOHOKU VI PREGO DI FERMARVI!!!!!" urlò più forte che poteva. Erano veloci. Molto veloci, ma sperava che avessero ricevuto il messaggio. Chiuse gli occhi in un'attesa carica di ansia ed eccitazione. Non ci potevano credere tutte e due. I ragazzi del club di ciclismo della Sohoku di Chiba erano lì in Italia! Ma come era possibile?! Quale magia li aveva portati nel mondo reale?!
Come sperato Onoda si fermò guardando stupito Serena:" Ehm... S-Scusami ma come fai a conoscerci?" chiese scendendo dalla bici sotto gli sguardi increduli della gente e dei suoi compagni di team. Serena aprì gli occhi, non ci pensò su due volte e stritolò in un abbraccio il piccolo Onoda:" ODDIO È MERAVIGLIOSOOOOO!!!!!" gridarono lei e Mitsuki in preda alla gioia più grande. Il ragazzino arrossì fino alla punta dei capelli a causa della terza abbondante di Serena che premeva contro la sua faccia:" S-Signorina mi sta uccidendo...!" esclamò imbarazzatissimo. Lei lo lasciò andare e guardò gli altri con gli occhi che luccicavano dall'emozione. Ringraziò in mentre propria Mitsuki che le aveva insegnato il giapponese:" Voi siete la Sohoku! Ma come cavolo avete fatto ad arrivare qui a Napoli?! E perché poi?!" chiese. Il capitano della squadra, Shingo Kinjou si fece avanti. Cavoli... dal vivo il suo carisma e l'aura combattiva facevano venire la pelle d'oca!
:" A-Ah... Un momento non ci siamo ancora presentate..." balbettò Serena. La ragazza s'inchinò leggermente:" Mi chiamo Serena Baldini e lei è Mitsuki Okashiro" disse e in risposta anche l'altra s'inchinò:" Vi conosciamo perché ecco... Abbiamo visto molte vostre gare e siamo fan della Sohoku!" spiegarono. Di certo non potevano dirgli che erano i protagonisti del loro anime preferito!
Sul viso di Onoda apparve un sorriso gigantesco da far scaldare il cuore:" Capitano! Ci conoscono anche qui in Italia! È fantastico!" esclamò felice. Serena e Mitsuki per poco non svennero a causa della pucciosità assurda che trasudava da tutti i pori.
:" Siamo qui in vacanza Baldini-san e Okashiro-san. Volevamo vedere quella città chiamata Napoli che è tanto famosa anche da noi" spiegò il piccoletto. Figurati se non si portavano pure le loro biciclette pensarono le due.
:" Avete un posto dove alloggiare???" chiesero in coro piene di speranze. Onoda arrossì e si grattò il collo nervosamente:" Beh... Siamo arrivati stamattina e stavamo cercando qualcosa di economico..." iniziò ma il trillo che emisero le ragazze lo fece fermare:" Potete stare da noi! Non c'è alcun problema!!!!" gridarono. I ragazzi apparvero parecchio spiazzati:" In verità non siamo solo noi... Ci sarebbero anche quelli della Hakone" aggiunse Kinjou. Serena e Mitsuki sgranarono gli occhi. QUELLI DELLA HAKONE?!?!?!?!
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