Aprii gli occhi e una luce accecante mi costrinse a socchiuderli per vedere decentemente. Mi guardai intorno e l'entrata di uno scheletro in camice bianco mi diede la conferma di essere in ospedale. Sentii un sospiro di sollievo da parte dello scheletro che subito dopo si avvicinò al letto dov'ero distesa e poggiò un fascicolo sopra al comodino di fianco ad esso. "Finalmente ti sei svegliata, erano tutti in pensiero" poi, vedendomi confusa, si sistemò gli occhiali tondi e rimediò, presentandosi: "Io sono Science, Science Sans." Annuii sorridendo lievemente. "Ti trovi qui perché sei svenuta, hai manifestato improvvisamente un potere e lo sforzo è stato eccessivo. Se aggiungiamo anche lo shock, lo svenimento è più che giustificato.
Probabilmente ce l'hai fatta grazie all'istinto di proteggere i tuoi amici, è un gran pregio, ma rischi grosso se non impari a controllarti." Stavo cominciando a stancarmi di tutte quelle spiegazioni sulla mia vita e le mie condizioni, tra poco non ricordavo neanche come mi chiamo e avrei dovuto ricordarmi tutte le informazioni di cui mi riempivano? Misi la mia testa all'indietro, chiusi gli occhi e sorrisi "Però sto bene" dissi, sotto lo sguardo stupito di Science.
"Mi fa piacere sentirlo..." balbettò lui, ridacchiando e capendo che non fosse il caso di parlare troppo in quel momento. "Verrai dimessa stasera, ora riposati." Aggiunse per poi uscire dalla stanza con un sorriso gentile sul viso. Guardai l'orologio sul muro bianco e vidi che erano le 11:07, distesi nuovamente la testa sul cuscino e chiusi gli occhi, pretendendo di riuscire a prendere sonno. Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che era successo quella mattina. Come stavano mia madre e Dream? Come stava Ink? E cosa intendeva Nightmare con "essere vuoto"?

Il sonno prese il sopravvento sulle mie preoccupazioni pochi minuti dopo e mi risvegliai che erano circa le 17.
Passai qualche minuto a guardare fuori dalla finestra della stanza. Stavo osservando le foglie degli alberi coperti di neve che si spostavano a destra a causa del vento quando Science entrò nella camera, annunciandomi che potevo essere dimessa. Mi infilai le scarpe, ringraziai lo scheletro occhialuto e raggiunsi Dream fuori dall'ospedale che era venuto a prendermi.
"Mi sono preso un colpo, davvero!" Ammise mio fratello ancora terrorizzato, mentre discutevamo di quanto accaduto. Io risi, sia per la comicità della sua faccia mentre lo diceva, sia per sdrammatizzare, sia perché ero contenta che si preoccupasse per me. Continuammo a camminare con un'andatura media parlando di tutto ciò che ci venisse in mente, fino a quando non arrivammo davanti alla casa di Ink. "Ehm... io ti saluto. Devo avvisare la mamma che stai bene e... Ink vorrà parlare con te" sembrava mi stesse nascondendo qualcosa. "Vaaa bene, ciao Dream" dissi
"Ciao T/n" disse, correndo verso UnderFate.
Bussai per poi notare che la porta era già aperta. Entrai. "Sono qui!" Gridai con l'intenzione di farmi sentire e raggiungere da chiunque fosse in casa, ma non venne nessuno. Così iniziai a cercare e, una volta entrata in salotto, alzai lo sguardo e vidi un  foglio appeso con disegnato un artista dal genere non identificabile e con lo sguardo oscurato seduto al tavolo che disegnava. Sopra c'era una frase scritta a mano che citava: "Ero il bozzetto incompleto di un artista, uno scarabocchio d'inchiostro." Andai avanti e il mio sospetto si scoprì giusto: con i fogli qualcuno stava tentando di raccontarmi una storia.
Il foglio dopo mostrava delle ampolle ognuna con un colore dell'arcobaleno, sotto alle quali vi era scritto: "Con i colori che mise su di me, ero capace di provare emozioni."
In un'altro c'era solo una scritta: "Ma... da quando sono scappato da quel luogo bianco e vuoto chiamato 'carta', sono senz'anima"
Il foglio dopo diceva "Mi chiamo" e sotto un foglio piegato in due incollato ad esso. Lo aprii e mostrava l'ombra nera di una figura girata di spalle attorno alla quale giravano scie colorate. Sopra citava "...Sans, Ink Sans"
Avendo realizzato ciò che c'era scritto, avanzai, trovai una tenda e senza esitazione la aprii. C'era Ink, seduto, con un'espressione cupa che su di lui non avevo ancora mai visto. Senza bisogno che mi dicesse niente lo abbracciai, i suoi occhi spenti si chiusero e mi strinse forte sussurrando un lieve "ti voglio bene".
Ora avevo capito ciò che intendeva Nightmare e Ink adesso stava cercando di darmi spiegazioni perché si fidava, riponeva fiducia in me e nel fatto che io non avrei cambiato la mia opinione su di lui se mi avesse raccontato la verità, e così è stato.
Non avrei mai pensato che le fialette riposte nella fascia che teneva al petto potessero servire a fargli provare emozioni in situazioni critiche, anche se forzate.
Quella sera la passammo a parlare di lui e di come gli avesse tolto un peso avermelo detto; della sua famiglia e di quanto gli ricordassi sua madre; di quanto gli mancasse Papyrus e della fortuna di aver incontrato Blue e Dream; di come in poco più di una settimana fosse tutto cambiato nella vita di entrambi.... ma anche di cose semplici, come i nostri gusti e le nostre abitudini.
Quando mancarono pochi minuti alla mezzanotte andammo ognuno nella propria stanza augurandoci la buona notte. Ma io non mi misi subito a dormire. Presi il quaderno che mi aveva dato Ink e la mia matita: chi l'ha mai detto che non si può risolvere tutto?

Angolo MEE :D
Salve gente. Scusate per la lunga assenza, ho iniziato le superiori e in confronto alle medie è MOLTO più impegnativo- a voi invece come va a scuola?
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì, il disegno sopra l'ho fatto due o tre mesi fa apposta per quest'occasione, ho raffigurato la famiglia di Ink come me la sono immaginata e riassunto la sua storia in alcune immagini.
La canzone sopra la condivido anche su questo libro perché la ADORO, è bellissima. ( la mia fissa per la mitologia greca sale👍 )
Vi voglio bene, vi auguro una buona giornata e una buona lettura, ciaoooo!❤