Capitolo 43
Scossi la testa senza dire niente.
Caló il silenzio e mi voltai a guardare nervosamente Louis ed Harry, anche loro seduti al tavolo, glacialmente calmi. Liam non era da meno mentre si muoveva su e giù per la cucina, mettendo a posto le ultime cose dopo la cena con le bimbe.
Era incredibile come riuscissero perfettamente a calibrare i loro stati d'animo l'uno con l'altro, rendendomi poi impossibile accordarmi alla stessa nota poiché quasi mai conoscevo lo spartito che decidevano di suonare.
-Vai a salutare le piccole. Tra dieci minuti contati devi essere giù- ripeté, senza spostare di un millimetro le braccia dalle spalliere delle sedie ai suoi fianchi e inclinando appena la testa per chiedermi silenziosamente se avessi capito.
La sua espressione del volto era tranquilla. Erano i singoli tratti che celavano un fremito di rabbia. La mascella dura, il tono tagliente, gli occhi neri come due pozzi, i movimenti calibrati. Era il suo modo per mettermi all'erta. Dovevo sapere che non mancava molto al momento in cui sarei rimasta sola con lui.
Distolsi gli occhi dal suo sguardo magnetico, seguendo Louis che si stava alzando da tavola spostando rumorosamente la sedia all'indietro. Mi fece cenno di uscire.
-Forza, ti accompagno.-
Non mi sembrava il caso di mettermi a discutere e obbedii cauta, lasciando che Louis mi seguisse fuori dalla cucina e su per le scale.
Le parole di Zayn non lo avevano particolarmente turbato. Non che avrebbero dovuto. Zayn e Louis erano praticamente fratelli ed erano interscambiabili nelle loro punizioni. Sapevo che si erano parlati probabilmente a lungo su cosa fare e su come sistemare le cose con me e l'aver stabilito di fare un fifty-fifty voleva dire che erano perfettamente sulla stessa linea di pensiero, come sempre.
Ciò significava che la punizione che mi aspettava sarebbe stata più o meno come quella di Louis del pomeriggio. Se non per il fatto che non ci sarebbe stato Louis, ma Zayn, che negli ultimi tre giorni mi aveva evitata e che era sempre sembrato sul punto di prendermi e mettermi a novanta.
Mi sentii avvampare e avvertii una stretta allo stomaco pensando alle ore che mi aspettavano. Salii altri tre gradini per essere abbastanza lontana dalla portata d'orecchi di Zayn, Harry e Liam e mi voltai verso il mio ragazzo.
-Lou, un'altra punizione?- sussurrai. Mi resi conto che il mio tono di voce era uscito a metà tra il preoccupato e l'arrabbiato e in effetti mi accorsi di essere lievemente alterata oltre che in ansia. In fondo, avevo le mie ragioni, che cazzo. Ancora non potevo credere che Zayn volesse veramente punirmi quella sera stessa, dopo aver già ricevuto le sculacciate che mi ero meritata da Harry e Louis.
Louis si arrestò dietro di me e mi restituì uno sguardo serio.
-Non è finita la tua punizione- mi rispose estremamente calmo -e lo sapevi che le avresti prese da Zayn.-
Mi accovacciai e mi sedetti su uno scalino, nascondendo il volto fra le mani. Sebbene fossi più in alto, Louis mi torreggiava. Non sapevo in cosa avessi sperato lamentandomi con Louis, ma mi sentii comunque persa e la rabbia scomparve lasciando il posto solo alla preoccupazione.
-Non pensavo proprio stasera- balbettai.
Non ero pronta ad un'altra punizione. Non da Zayn, quanto meno.
Sospirai e alzai lo sguardo per cercare conforto in quello di Louis. Si era leggermente ammorbidito e sapevo che in parte era dovuto al fatto che i suoi conti con me erano stati fatti, ma nel suo sguardo c'era qualcosa che non riuscivo ad identificare. Un distacco che non sapevo spiegarmi e che avevo notato nel corso di tutta la cena.
-Discutine con lui, ma con calma- rispose piegandosi verso di me e sistemandomi una ciocca ribelle dietro all'orecchio. Si rialzò. -Sai com'è fatto Zayn. Una parola sbagliata ed è capace di prenderti di peso per strada e di portarti a casa per fartela pagare.-
Annuii. Sapevo perfettamente come era fatto Zayn e sapevo anche già che sarebbe stato abbastanza inutile tentare di discutere. Louis e Zayn in quello si assomigliavano, ma avevano anche due modi diversi di farsi rispettare. Louis giocava molto sull'attesa, sul rimanere calmo e glaciale e sul farsi pregare per il perdono. Zayn era più impulsivo e tendeva a mettere velocemente le cose in chiaro. Se doveva punirmi, lo faceva subito e forte.
-Ti ha dato dieci minuti- mi ricordò infatti Louis tendendomi una mano -Non farlo arrabbiare ulteriormente.-
Accettai la sua presa e mi rialzai, volando a salutare le mie piccole prima del loro fatidico primo giorno di scuola e della mia serata infernale.
***
-Scusami- balbettai con il fiatone dopo essere corsa a rotta di collo giù per le scale. Dieci minuti spaccati non erano affatto bastati a star dietro all'adrenalina delle mie piccole per l'imminente inizio del giorno dopo, ma, per fortuna, Harry era riuscito a sganciarmi dalla presa di Anne che voleva farsi raccontare "La Bella addormentata" ed ero corsa giù in taverna.
Mi appoggiai allo stipite della porta cercando di recuperare il respiro, ma mi mancò di nuovo non appena vidi Zayn, inclinato sul tavolo a leggere dei fogli. Era vestito tutto di nero, pantaloni della tuta, un maglietta a maniche corte e le sue solite Vans Old Skool ai piedi. Lo notavo spesso e ormai avrei dovuto essere abituata, ma la sua bellezza era devastante.
Sollevò lo sguardo dopo qualche secondo di silenzio e mi guardò. Il tempo si era improvvisamente dilatato e sbattei velocemente gli occhi per riuscire a reggere i suoi. Si sollevò dal tavolo e guardò con calma il suo orologio da polso.
-Sei minuti di ritardo.-
Tornò a guardarmi, glaciale. Alzò le sopracciglia e capii subito che ero nei guai, soprattutto in quel momento che ero sola con lui e che non potevo contare su nessun Harry e su nessun Niall per essere difesa.
Deglutii. -Sai com'è Jenni, non mi lasciava più andare- balbettai.
Ovviamente non era vero, ma Jenni era la mia carta vincente con Zayn.
Sorrise e si appoggiò al tavolo della taverna, incrociando le braccia al petto. Mi guardava e mi sentii estremamente piccola, non sapevo cosa fare. La casa era sprofondata nel silenzio e Zayn era intimidatorio.
La sua altezza mi sovrastava anche da lontano e il suo sguardo avrebbe potuto uccidermi. Ancora non avevo pensato a cosa avrebbe potuto farmi e non avevo idea di come avrebbe voluto riscattare la sua punizione.
-Chiudi la porta- mi ordinò calmo.
Mi voltai troppo velocemente per non far trapelare quanta ansia avessi addosso e feci scorrere la porta fino al 'click'. Mi girai di nuovo e calò il silenzio.
Alzai gli occhi su quelli di Zayn e lo trovai a fissarmi con la stessa espressione che aveva avuto nel corso della cena, enigmatica.
Era incazzato, ma c'era anche qualcos'altro nei suoi occhi, un che di divertito. Come se nel suo cervello si stesse ripetendo una barzelletta estremamente spiritosa che lo intratteneva mentre pensava a come distruggermi. La sensazione era quella.
Prese aria dal naso e finalmente si mosse, liberando le braccia e appoggiando le mani alla superficie del tavolo, stringendone i bordi.
-Hai qualcosa da dirmi?-
Respirai piano, cercando di calmarmi. Non sapevo cosa rispondergli.
Abbozzò di nuovo un sorrisetto del cazzo al mio silenzio, come se avesse capito che avevo paura di dire qualsiasi cosa davanti a lui.
Il fastidio di vederlo ridere interiormente per qualcosa che non sapevo mi diede più audacia del necessario e decisi di giocarmela.
-Sì, voglio sapere perché Louis se l'è presa con Niall oggi.-
Zayn alzò le sopracciglia capendo dalla mia espressione che la domanda era seria e schioccò la lingua.
-Niente che tu debba sapere.-
-Sì, invece. Niall ha detto che riguardava me- risposi di getto.
-Tesoro, abbassa i toni, che quello che guadagni da questa conversazione sono zero risposte e altre dieci sculacciate.-
Mi si serrò la bocca e lo guardai inviperita. Solo lui era in grado di mettermi a tacere in quel modo.
Mi restituì lo sguardo, tranquillo e, al mio silenzio, sbuffò in un'altra piccola risata.
-Qualcos'altro?- chiese poi con naturalezza, come se non mi avesse appena minacciato di aumentare ulteriormente il carico della mia punizione.
Sapevo che i miei occhi stavano lampeggiando dalla rabbia e sapevo anche che Zayn si stava divertendo ancor di più, sfidandomi mentre mi scavavo la fossa.
-Sì, voglio tornare a dormire su in camera stasera.-
Zayn scosse la testa. -No.-
-Perché?- esplosi -Ho dormito qui anche ieri con Harry e non ho molta voglia di farmi consolare un'altra volta per l'ennesima punizione. Preferirei tornarmene a dormire su con Louis.-
Zayn sbuffò in una risata. -Credi che Louis abbia voglia di dormire con te?-
-Lo so che è ancora arrabbiato.-
-Ah, lo sai?- chiese ironico.
Alzai gli occhi al cielo, ma rimasi in silenzio.
-No, tesoro. Non provare ad alzare gli occhi al cielo con me. Non ti devi azzardare.-
Non me ne faceva passare una. Immaginavo fosse il suo scopo quella sera, ma stavo iniziando ad intuire che fosse lo scopo di tutti e cinque. Lo guardai di sottecchi, impaurita dalla velata minaccia. Annuii piano per comunicargli che avevo capito.
-Vieni qui.-
Lo guardai sospettosa senza muovermi di un millimetro. Sapevo che c'era in ballo una punizione che sarebbe durata tutta la sera e quel suo fare ironico, più tipico di Louis che suo, mi mandava in confusione. Cosa non sapevo?
-Sai che non mi piace ripetermi.-
Sbuffai, ma alla fine mi mossi verso di lui, lasciando che la sua altezza pian piano torreggiasse sulla mia. Lasciai un metro di distanza, aspettando che dicesse qualcos'altro, ma la calma con cui stava allungando i tempi fece vincere la mia curiosità.
-Eri strano a cena- commentai sotto voce.
Zayn mi guardò e tornò ad incrociare le braccia al petto.
-Ah sì?-
Annuii.
Non disse niente, quasi a volermi comunicare che non gliene fregava un cazzo se l'avessi trovato strano a cena, ma decisi che a me, invece, importava e quindi alzai le spalle, dicendogli la verità a sfregio della sua strafottenza: -È da giorni che mi eviti e che sei incazzato. Stasera mi fissavi e ora sembra che tu sia divertito per qualcosa. Poi mi aspettavo esplodessi appena fossi arrivata, visto che a quanto pare ti stai trattenendo da giorni, invece ora mi sembri quasi calmo.-
Zayn sorrise. Dio, lo odiavo. Era così perfettamente a suo agio e padrone della situazione.
-Per questo hai il coraggio di dirmi queste cose, giusto? Se t'avessi subito presa e messa a pancia in giù sul tavolo non credo avresti fatto la splendida.-
Che stronzo.
Sorrise al mio silenzio e continuò: -Ti sembro calmo perché so che ho tutto il tempo di cui ho bisogno.-
Scossi la testa, cercando di darmi un minimo di contegno.
-Non ho intenzione di stare sveglia tutta la notte.-
-Oh no, infatti- scosse la testa Zayn -tra mezz'ora devi essere a letto- rispose con naturalezza guardando di nuovo l'orologio.
Mi corrucciai di nuovo.
-Mezz'ora?- sussurrai non capendo cosa stesse dicendo.
-Sì, cara- rispose alzandosi dal tavolo. Mi passò di fianco, a pochi centimetri di distanza, e si posizionò dietro di me. Rimasi immobile, sebbene potessi sentire il suo respiro sfiorarmi i capelli -Sarà una punizione un po' diversa dalle altre.-
Il sussurrio delle sue parole mi fece venire la pelle d'oca. Le sensazioni nei suoi confronti stavano cambiando man mano che aggiungeva parole a quella serata. Non capivo dove volesse arrivare.
-Cioè?- balbettai.
-Spero tu non abbia impegni per le prossime 24 ore.-
***
Sbattei velocemente le palpebre, ma non ebbi il coraggio di muovermi. Zayn si allontanò di nuovo e iniziò a camminarmi intorno. Non so come avessimo deciso che io sarei dovuta rimanere ferma immobile in mezzo alla stanza, ma con Zayn era così. Mi ritrovavo nel bel mezzo di una sua punizione senza nemmeno rendermene conto.
-Cosa vuol dire, Zayn?-
Non rispose subito, ma sapevo che mi stava scrutando con quei suoi occhi neri. Dopo un paio di giri tornò a sedersi sul tavolo, proprio di fronte a me.
-Hai paura?-
-Di te?
Alzò le sopracciglia.
-No- mentii e se ne accorse.
-Sai- disse prendendo un respiro dopo un secondo e inclinando la testa -Niall e Louis oggi hanno litigato perché Niall ha deciso di fare un po' troppo di testa sua.-
Mi corrucciai. Quei cambi repentini di discorso mi lasciavano interdetta. Stava rispondendo ad una domanda di dieci minuti prima.
-Su una cosa, ovviamente che, sì, riguardava te.-
Rimasi in silenzio, aspettando che continuasse.
-Oggi mentre eri a fare le tue onestissime prove di danza con Price io e gli altri abbiamo parlato molto seriamente della situazione e abbiamo convenuto che da quest'estate hai assunto degli atteggiamenti che non ci piacciono per niente.-
Il suo tono era diventato estremamente serio.
-Ovviamente tu sai che noi abbiamo un debole per te, ma non possiamo passare sopra alle bugie che si sono sommate in queste settimane e all'atteggiamento che hai iniziato ad avere nei nostri confronti.-
Sospirai dal nervoso.
-E visto che per ora le buone non hanno funzionato, ci costringi a passare alle cattive.-
Feci un enorme sforzo nel continuare a sostenere il suo sguardo.
-Le buone?- sussurrai.
-Pensi di aver già visto le cattive, Desiree?- inclinò di nuovo la testa.
In realtà sì, ma sentii un vuoto nello stomaco pensando che secondo Zayn no, ancora non le avevo viste "le cattive".
-Tra le cose che abbiamo deciso- continuò senza darmi il tempo di elaborare -ce ne sono anche un paio che riguardano il modo in cui ti trattiamo, visto che forse è il caso di iniziare a rivedere la parte in cui tu interpreti la principessa e ti approfitti della nostra pazienza.-
Mi sentii estremamente offesa. -Io non interpreto nessuna parte da principessa.-
-Vogliamo trovare dei sinonimi che ti aggradano di più? Da bambina?-
Scossi la testa, testarda.
-Desiree, come hai reagito l'altra sera quando non ti ho dato il permesso per farti parlare con Louis dopo che Price era stato qui?-
Alzai gli occhi al cielo, ma me ne pentii immediatamente.
Zayn si mosse veloce imprecando e mi afferrò un braccio portandomelo dietro alla schiena per impedirmi di muovermi. Cercai di divincolarmi, ma la sua presa era d'acciaio.
-Hai per caso alzato gli occhi al cielo, tesoro?-
Con l'altra mano tirò una sedia verso di noi e alzò una gamba appoggiandoci sopra il piede. Senza alcuno sforzo, mi sollevò dai fianchi e mi ritrovai a mezzo metro da terra, rovesciata sulla sua gamba.
Non riuscivo a respirare da quanto fosse stato tutto veloce e la nuova posizione in cui mi trovavo, praticamente a testa in giù, non aiutava. Provai a liberarmi, ma era impossibile.
Sentii la mano sinistra di Zayn stringermi il fianco per tenermi ferma in bilico sulla sua gamba e una sculacciata fortissima arrivò senza avviso sul mio sedere, facendomi perdere il fiato.
La sua coscia era ferma sotto al mio ventre e il mio sedere era totalmente esposto sebbene avessi ancora i miei pantaloncini. Ero imbarazzata all'inverosimile e il fatto che fossi praticamente per aria mi faceva sentire ancor più vulnerabile nelle mani di Zayn.
-Fallo ancora se hai il coraggio, va bene? Vediamo quanto ancora hai voglia di sfidarmi stasera- mi rimbeccó e seguirono altre due sculacciate. Strinsi gli occhi e mi portai la felpa tra i denti, per non urlare e per non mettermi a piangere. La mano di Zayn era fortissima e se non fossi stata bloccata sulla sua gamba sarei volata via dai suoi colpi.
Ne arrivarono altre, una dietro l'altra e alla decima non riuscii più a trattenermi.
-Scusa- urlai.
La sua mano si fermò e cercai di riprendere il respiro per contenere il dolore lancinante delle sue sculacciate.
Senza farmi scendere, si sbilanciò leggermente all'indietro per appoggiarsi al tavolo e trovare una posizione comoda, tenendomi ancora rovesciata sulla sua gamba. Se avesse voluto tirarmi un altro schiaffo sul culo avrebbe potuto farlo senza troppa difficoltà e voleva che io lo sapessi. Non che comunque avesse avuto difficoltà nel prendermi e sollevarmi. Era troppo forte per me, avevo perso già in partenza.
Non potevo proprio pensare di essere finita in quel modo, sulla sua gamba e senza avere i piedi per terra. La vergogna era alle stelle e non sarei più riuscita a spiccicare parola. Me l'aveva già fatta pagare per aver osato sfidarlo.
-Ripeto la domanda- mi disse di nuovo calmo, ma era una tranquillità tutta apparente. -Come hai reagito l'altra sera quando non ti ho dato il permesso per farti parlare con Louis?-
Mi portai una mano agli occhi, sentendo due goccioloni di lacrime cadere sul pavimento.
-Mi sono messa ad urlare- balbettai.
-E ti sembra un atteggiamento da persona adulta?- chiese portando di nuovo la mano al mio fianco. Sapevo cosa avrebbe causato la mia risposta e mi preparai.
Scossi la testa per dire "no" e Zayn lo accompagnò con l'undicesima sculacciata, proprio al centro del mio sedere.
Rimase in silenzio e mi sollevò la felpa, alzando poi verso l'alto i miei pantaloncini. Risalì con le dita i loro contorni e li inserì maggiormente nel solco, per lasciar ulteriormente scoperti i miei glutei.
Passò velocemente la mano sulla pelle incandescente e mi assestò un'altra pacca, più leggera.
-E la scenata che hai fatto dopo? Harry che ha dovuto prenderti di peso e portarti qui per farti calmare?- chiese retorico.
Non dissi niente, aspettando solo che arrivassero gli altri colpi.
-Immagino tu sappia già in che modo avrei voluto farti calmare io, quindi ricordati di ringraziare Harry una volta in più la prossima volta invece che fare la ruffiana per non prenderle da me e Louis.-
Avvampai per le sue parole. Ero talmente in imbarazzo che non riuscivo nemmeno a pensare qualcosa da dire. Arrivarono altri tre schiaffi, uno dietro l'altro, risuonando in tutta la taverna e palesandomi quanto fosse incazzato per tantissimi e diversi motivi.
Si fermò di nuovo, senza accennare a farmi scendere e portò di nuovo la mano sul mio sedere per stringerlo e spargere il dolore.
-Visto che abusi un po' troppo spesso della nostra pazienza, abbiamo deciso di tirare il freno a mano e riservarti il minimo delle attenzioni finché non cambi atteggiamento.-
Mi morsi le labbra sentendo quelle parole. Avevano davvero pensato a come farmi rigar dritta e la loro soluzione mi sembrava terribile.
-Per questo Louis si è incazzato con Niall oggi. Dopo la punizione non avresti dovuto ricevere nessuna attenzione e invece Niall si è fiondato a farti piangere sulla sua spalla.-
Non riuscii a trattenermi. -Non ho pianto sulla sua spalla.-
Zayn continuò a spostarsi con la mano sui miei glutei, poi, inaspettatamente, mi prese di nuovo per i fianchi e mi fece scendere.
Ristabilii i piedi a terra e mi sentii un attimo spaesata. Portai subito le mani agli occhi per asciugarmi le lacrime e guardai Zayn riappoggiarsi al tavolo e tornare ad incrociare le braccia.
-Continui a rispondere?-
Mi sentivo una bambina capricciosa e veramente avrei voluto sbattere i piedi per terra e urlare.
-Voglio costruire un dialogo- risposi.
Zayn sbuffò. -Non fare la civilista dai sani principi morali, per favore, non ti si addice. Il dialogo si costruisce quando c'è una parità di intenti da entrambe le parti e da parte tua non c'è stata sincerità sin dall'inizio. Non c'è più possibilità di creare un dialogo, ma solo quella di ristabilire un equilibrio e sai come si fa?-
Mi sentii piccola come una formica. Era impossibile tentare di imbrogliarlo. Mi beccava e mi rigirava come un calzino dimostrandomi con una dialettica impeccabile quanto fossi nel torto.
Non dissi niente, ma lui rispose comunque.
-Con una punizione.-
Il suo tono era glaciale. Strinsi le maniche della felpa tra le mani. Lo sguardo di Zayn era intimidatorio e avevo terrore che mi prendesse e mi sculacciasse di nuovo sulla sua gamba.
-Passerai le prossime 24 ore con me.-
Sbattei le palpebre. Capii a pieno in quel momento le frasi di prima. Era serio quando diceva che sperava che non avessi impegni per il giorno dopo.
-Cosa?- balbettai.
-Staremo insieme tutto il giorno domani, da mattina a sera. Puoi fare quello che devi fare, ma io starò lì di fianco a te.-
-Perché?- insistetti, ancora mezza balbettando.
Zayn prese un respiro per calmarsi e continuare a parlare senza innervosirsi e alzare la voce.
-Mentre decidevamo le nuove regole da farti seguire, Louis mi ha chiesto di rieducarti un po'.-
Scossi la testa, incredula.
-E cosa succederà domani?-
-Niente, se ti comporti bene.-
Aggrottai le sopracciglia.
-In caso contrario, sono cazzi tuoi. Non tolleriamo più parolacce, frecciatine, commenti inutilmente ironici quando ti sgridiamo, risposte acide, alzate d'occhi e, ovviamente, le bugie.-
Tutte le mie cose preferite, insomma. Mi morsi le guance, nervosa. Non avrei superato indenne nemmeno i primi cinque minuti della giornata.
-Sono stato abbastanza chiaro?-
I suoi occhi mi stavano perforando e io ero immobile sotto al suo sguardo.
Annuii velocemente.
-Altra cosa. Quanto pensi di conoscermi bene da uno a dieci, Desiree?-
Lo guardai. E chi cazzo lo sapeva, imprevedibile com'era. Immaginavo, però, dove volesse andare a parare.
-Dieci- sussurrai.
Sorrise ironico. -Quindi non penso ci sia bisogno di ricordarti che se ti dico che sono cazzi tuoi, significa che non mi faccio problemi a prenderti e sculacciarti subito se mi fai incazzare, giusto?-
Avvampai. No, non c'era bisogno di ricordarmelo. Zayn non lasciava margini d'attesa e l'avevo imparato molto presto.
-Devo fare un sacco di cose domani.- balbettai di nuovo.
-Evviva. Più occasioni per vedere come ti comporti- rispose saccente.
Abbassai lo sguardo. L'indomani non ci sarebbe stato solo il primo giorno di scuole delle bimbe. Avrei dovuto anche fare una certa telefonata al mio avvocato, senza contare gli allenamenti di ballo con Jason e quelli da sola per il saggio d'autunno che ormai si stava avvicinando.
Presi un respiro. Non avevo scelta, avrei dovuto inventarmi qualcosa.
-E le settanta sculacciate?- chiesi ancora con un velo d'ansia nella voce.
-Le vuoi?-
Sbuffai interiormente. Sembrava si divertissero quando facevano così.
-Direi di no.-
-Diresti?- chiese quasi sorridendo e alzandosi dal tavolo. Si voltò e iniziò a radunare i fogli che stava leggendo quando ero entrata in taverna, distogliendo l'attenzione da me.
-No, non le voglio.-
Zayn annuì, posizionando il plico di fogli su un lato del tavolo.
-Le prendi lo stesso.-
Mi raggelai.
Si girò di nuovo a guardarmi e mi indicò il tavolo.
Un velo di terrore iniziò a scendermi addosso e sentii improvvisamente la forza di gravità pesare più di quanto fossi abituata. Era serio?
La mia espressione del volto doveva essersi pietrificata, perché Zayn alzó le sopracciglia. Tutto quel panegirico sulle 24 ore e voleva davvero riscattare in quel momento le settanta sculacciate?
Zayn spostó una sedia del tavolo per farmi spazio e capii che dovevo veramente dirigermi in posizione.
-Zayn..- balbettai. Non avevo voglia, no davvero.
Si voltó e mi prese una mano, tirandomi piano in avanti. Non osai fiatare. Mi posizionó in piedi davanti al tavolo, con lo sguardo verso il muro e lui si drizzó di fianco a me.
-Me le hai ricordate tu, tienilo bene in mente- sussurró e incroció le braccia al petto, iniziando a girarmi intorno provocandomi ancor piú nervosisimo.
Sospirai e alzai mentalmente gli occhi al cielo.
-Puoi scegliere- continuó -Settanta sculacciate con una intensitá media, ma veloci, tutte di fila o settanta lente, dilazionate, ma forti.-
Espirai dal naso. Che scelta di merda.
-Zayn...- balbettai di nuovo.
-Hai giá scelto?-
Non potevo girarmi per guardarlo, ma potevo intuire il suo sguardo ironico.
Rimasi in silenzio, decidendo di non mettermi a discutere. Abbassai il capo e posizionai le mani sulla superficie del tavolo, nervosa. Non volevo fare nessuna scelta.
Sentii Zayn posizionarsi dietro di me, in attesa di una mia risposta.
Dopo qualche secondo di silenzio, scossi la testa.
-Scegli tu, non mi importa.-
Sentii Zayn sbuffare in un sorriso beffardo.
-Sei sicura?-
La sua domanda sembrava piú un avvertimento. Ormai non potevo ritrattare.
Rimasi in silenzio ancora qualche secondo, provando a pensare seriamente alle due opzioni. Sapevo che le sculacciate veloci di Zayn non mi avrebbero fatto sedere per una settimana, ma altrettanto quelle lente e forti. Forse era meglio sbrigarsi e optare per le veloci.
Sentii all'improvviso Zayn fare un passo in avanti verso di me e le sue mani dirigersi ai miei fianchi per sollevare leggermente la mia felpa rosa. Le sue dita si inserirono al di sotto e arpionarono velocemente l'elastico dei miei pantaloncini.
Trattenni il respiro mentre, lentamente, Zayn li abbassava, facendoli scivolare giú per i miei glutei.
-Apri le gambe- sussurró.
Obbedii e i pantaloncini caddero giú da soli. Li calciai via con un piede mentre il panico si impossessava di me. Zayn non stava scherzando manco per il cazzo e l'avermi tolto la protezione del tessuto era la mia condanna.
-Su le braccia.-
Obbedii di nuovo e lasciai che anche la felpa rosa mi venisse sfilata via. Rimasi con un crop top attillato bordeaux e le mie mutandine nere.
La sua mano raggiunse il mio sedere dopo aver lanciato la felpa sul divano. Sentii le sue dita percorrere i segni rossi delle punizioni di Harry e Louis.
-Stai facendo una bella collezione.-
-Con tanti doppioni- commentai sarcastica.
Sentii distintamente una piccola risata.
-Vedrai domani- commentó sottovoce, come tra sé e sé.
Scossi la testa, nervosa.
-Quindi?- chiese, allontanando la mano, ma rimanendo a pochi centimetri da me.
-Quindi scegli tu- confermai alzando le spalle. Non avrebbe avuto la soddisfazione di vedermi scegliere tra due punizioni identiche.
-L'ignavia si paga due volte- disse.
-Posso alzare gli occhi al cielo?- chiesi sarcastica.
-Dio, Desiree..-
Mi prese per i capelli e mi costrinse ad abbassarmi sul tavolo, posizionandomi a novanta. Non lasció la presa e, con l'altra mano, sollevó ancor di piú le mie mutandine, facendomi inarcare maggiormente la schiena.
Non c'era piú niente da fare, ero sua.
-Non hai fatto la tua scelta, quindi saranno settanta veloci e forti.-
Cercai di rialzarmi di scatto. Non erano quelle le opzioni. Lottai contro la sua spinta, ma tenne ben ferma la sua mano tra i miei capelli, costringendomi a rimanere giú.
-Cosa pensi di fare?- chiese calmo. Mi torreggiava e non potevo muovermi. Mi aveva completamente sottomessa senza il minimo sforzo.
-Lasciami i capelli- dissi con la testa praticamente sul tavolo, con il tono piú calmo ma fermo che riuscissi.
-Me lo chiedi anche per favore?-
-Per favore- balbettai per non mettermi a piangere. Ero troppo imbarazzata e la mia emotivitá non riusciva a stare al passo con la situazione.
-Non ti azzardare a muoverti- mi avvertí minaccioso e lasció la presa.
Obbedii e rimasi sul tavolo, a novanta, aspettando che facesse la mossa successiva.
Era diventata una partita a scacchi quella serata e Zayn stava per farmi scacco matto.
-Stai per ricevere la tua punizione per i giorni passati. Hai deciso di non scegliere, quindi riceverai per mia decisione settanta sculcciate, veloci e forti.-
Sospirai e chiusi gli occhi. Sentii Zayn prendere qualcosa dal divano e avvicinarsi.
Mi diede un colpetto sul sedere e capii che dovevo spostarmi. Mi stava tendendo un cuscino e mi stava facendo cenno di posizionarlo sopra al tavolo.
Aggrottai le sopracciglia non capendo, ma appena sentii le sue mani forti sollevarmi capii. Mi posizionó di nuovo sul tavolo, ma sopra al cuscino, in modo che i miei piedi non toccassero a terra.
Era la posizione piú imbarazzante della vita, seconda solo a quella sulla sua gamba. Non toccare con i piedi era imbarazzantissimo. Significava essere ancor piú esposta, ancor piú vulnerabile. Significava non potersi ribellare e non poter scappare via.
Arrivó senza preavviso la prima sculacciata. E poi la seconda. Trasalii immediatamente al dolore.
Zayn non stava scherzando affatto.
Strinsi gli occhi mentre la sua mano mi colpiva sulle natiche fino alla decima. Poi si avvicinó ancor di piú, mettendosi di fianco a me, seduto sul tavolo e inizió a sculacciarmi di lato, sempre piú forte e veloce.
Non potevo far altro se non inarcare la schiena ad ogni colpo, cercando di assorbirli e di non prestare troppa attenzione al dolore.
-Zayn- urlai alla venticinquesima.
Stavo affannando, non sarei riuscita ad arrivare alla settantesima senza un attimo di respiro. Non mi ascoltó e, anzi, intensificó le altre cinque, fino ad arrivare a trenta.
Poi lasció la presa sul mio fianco e si rialzó. Respirai lentamente, cercando di metabolizzare cosa fosse appena accaduto. Non ce la feci e decisi di provare a rialzarmi. Non potevo sopportarne altre quaranta.
Feci leva sulle mani e scivolai dal cuscino, riportando i piedi per terra e mi voltai in fretta per paura di una reazione repentina di Zayn.
-Vieni qui- mi ordinó. Si era seduto sul divano e voleva che lo raggiungessi.
-Zayn non ce la faccio, davvero- sussurrai a mezza voce.
-Vieni qui e parliamone- ripetè, dandosi un colpetto sulla gamba per indicarmi dove andarmi a sedere.
Non riuscivo nemmeno a camminare dal dolore alle natiche e dal timore che avevo. Quella serata stava perfettamente rendendo conto dei motivi per cui avevo sempre portato un rispetto reverenziale per Zayn. Non me aveva mai fatta passare una. E quando finivo in punizione con lui me ne ne pentivo per il resto delle settimane dopo.
Mi avvicinai e lasciai che mi prendesse una mano e mi guidasse per sedermi sopra alle sue gambe.
-Guardami negli occhi- ordinó di nuovo.
Alzai la testa e ricambiai il suo sguardo. I nostri volti erano a pochissimi centimetri di distanza.
-Sono incazzato come una belva- sussurró scuotendo la testa. Sembrava che stesse lottando contro sé stesso per mantenere un minimo di calma.
Mi sentii ancora piú piccola e abbassai automaticamente gli occhi. Mi rimbeccó portandomi due dita sotto al mento e mi costrinse a reggere il suo sguardo.
-Mi dispiace davvero, Zayn- mormorai anche io.
Mi guardó e inclinó la testa.
-Devi prendere prima le altre quaranta per dirmi che sei dispiaciuta. Ora non vale.-
Sospirai.
-Per cosa sei arrabbiato di piú?- chiesi. Mi sembrava una domanda da bambina piccola, ma volevo veramente sapere la risposta.
-Per le cose non dette.-
Abbassai di nuovo gli occhi. Non avevo scusanti.
-Sono stato in tour tutta l'estate e mi hai tagliato fuori dalla tua vita e da quella delle piccole. Ho dovuto sapere le cose solo una volta tornato e nemmeno da te, ma da Louis.-
Spalancai gli occhi e tornai a guardarlo.
-Pensi ti stia punendo solo per le ultime settimane?- chiese.
Il suo sguardo mi sembró all'improvviso triste.
-Zayn, da quant'è che sei arrabbiato con me?- chiesi cercando una risposta nei suoi occhi.
Scosse la testa.
Rimasi un secondo in silenzio aspettando che parlasse, ma sembró averci ripensato. Non mi avrebbe detto piú niente.
-A pancia in giú.-
-No, Zayn, aspetta. Possiamo parlarne? Sei arrabbiato con me da quest'estate?-
-Desi, basta- mi avvertí.
Provai a portare le mani al suo volto per costringerlo a guardarmi, ma me le afferró con una mano sola e con uno strattone mi giró e mi mise nella nuova posizione a pancia in giú, stesa sulle sue gambe e pronta per prenderle di nuovo.
Colorate la stellina per me🌟
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro