Capitolo 2
Liam mi schioccò un bacio sulla fronte e accennò un sorriso sentendo urletti e risate dal piano di sopra. Probabilmente le mie piccole erano impazzite di gioia nel rivedere finalmente Harry, Niall e Zayn e sarebbero state ancora più contente nel rivedere Liam, visto che era stato assente per così tanto tempo. Durante tutta l'estate, alle continue domande delle mie sorelline sul perché Liam non fosse più venuto a giocare con loro, avevo dovuto continuare a mentire dicendo che era andato al mare con la sua famiglia e che sarebbe tornato presto. A volte fingevo anche di ricevere dei messaggi o delle chiamate da parte sua e riportavo alle piccole le sue immaginarie parole, della serie "Mi mancate tutte", "Vi voglio bene", "Torno presto".
-Andiamo su?- mi chiese Liam, probabilmente avendo nella testa i miei stessi pensieri. Sicuramente non vedeva anche lui l'ora di riabbracciarle tutte, visto che, non mi sarei mai stancata di dirlo, per loro era sempre stato come un padre.
Annuii e salimmo in fretta le scale.
Non appena ci affacciammo sul corridoio, Christine e Charlotte, che si stavano rincorrendo entrando ed uscendo dalle varie camere, corsero verso di noi e si aggrapparono alle gambe di Liam urlando a squarciagola.
-Piccole, piano.- disse lui ridendo e le prese entrambe in braccio senza alcuno sforzo. -Allora, come state? Vi sono mancato?-
Nessuna delle due riuscì a rispondere perché anche le altre sorelline uscirono dalle loro camere accompagnate da Harry, Louis, Niall e Zayn e si avventarono tutte su Liam. Spostai lo sguardo su Louis che aveva in braccio Luke e sorrisi non appena mi fece l'occhiolino. Mi avvicinai lasciandomi dietro Liam che rispondeva a tutte le domande delle mie sorelline e diedi un piccolo bacio sulla guancia del mio fratellino di sei anni.
-Allora, Luke, sei contento che sono tornati anche gli altri ragazzi?- gli chiese Louis caricandoselo meglio tra le braccia. Il piccolo annuii e tornò ad appoggiare la testolina bionda sulla spalla del mio ragazzo continuando, però, a guardare quello che stava succedendo in corridoio con quei suoi occhietti verdi che scrutavano sempre tutto. Sorridemmo entrambi perché sapevamo quanto Luke era timido e tornammo a guardare gli altri ragazzi che facevano ridere tutta la combriccola. Harry si era caricato sulle spalle Sarah, Zayn stava facendo fare i salti alla piccola Jenni tenendola per le mani, Niall, come suo solito, si stava occupando di Cody, da sempre il più iperattivo della casa, e Liam continuava i suoi discorsi con le altre piccole su dove fosse andato durante le vacanze.
Di Elizabeth e Cecily, come al solito, però, neanche l'ombra.
-Sai dove sono le più grandi?- chiesi a Louis che ancora stava cercando di far uscire qualche parola dalla bocca di Luke.
-Mentre tu eri giù ad aprire agli altri, si sono chiuse in bagno. Penso stiano usando i tuoi trucchi.-
-Serio?- chiesi già scocciata.
Annuì, quasi disinteressato.
-Perché non le hai fermate?- chiesi voltandogli le spalle e dirigendomi verso il grande e spazioso bagno del piano.
Cercai di aprire la porta, ma quasi non mi sorpresi nel trovarla chiusa a chiave. Sospirai. Elizabeth e Cecily, dovevo riconoscerlo, non erano più le mie bimbe. Erano diventate delle piccole adolescenti e sapevo di dover far fronte a tutti i problemi legati agli undici e dodici anni. Tra questi anche il bisogno del tutto naturale di iniziare a formarsi la propria identità, soprattutto per l'esigenza di distinguersi dagli altri. Eliz a metà settembre avrebbe iniziato la scuola media, la stessa in cui andava Cecily già da un anno, dunque la più grande aveva passato tutta l'estate a fare il resoconto ad Elizabeth su come sarebbe stato quel nuovo ambiente. Non era più cosa nuova che si chiudessero in bagno.
Bussai pazientemente. -Eliz, Cecily? Siete lì?-
Sentii improvvisamente rumori di trucchi e zip che si chiudevano.
-Siiii.- risposero in coro.
-Potete gentilmente aprire la porta?-
Guardai Louis spazientita e lui, per tutta risposta, si mise a ridere e si appoggiò al muro già pregustando la scena a cui avremmo assistito non appena la porta si fosse aperta.
Dopo qualche secondo, si sentì lo scatto della serratura e rimasi spiazzata vedendo i volti ancora paffutelli di Elizabeth e Cecily contornati da sfumature azzurrine sulle palpebre, mascara sbavato dappertutto intorno agli occhi, strisce di blush sulle guance come se avessero scelto Heidi per beauty guru e, ciliegina sulla torta, un rossetto rosso fuoco sbavato ai lati della bocca. Louis tossì per trattenere una risata; dal canto mio, alzai il sopracciglio destro e varcai la soglia.
-Ragazze.- dissi entrando -Cosa vi avevo detto a proposito dei miei trucchi?-
Iniziarono subito a giustificarsi, dicendo che ormai erano abbastanza grandi per potersi mettere tutto quel trucco sul viso. Aggrottai la fronte e presi da un mobiletto lo struccante e i dischetti di cotone.
-Avete dieci minuti per togliervi quella roba dalla faccia.- risposi categorica. -Sbrigatevi. E smettetela di chiudervi a chiave, è una cosa che non sopporto.-
Mentre dicevo questo, Niall e Cody si erano affacciati alla porta del bagno per vedere cosa stesse succedendo. Ovviamente quella peste di Cody iniziò a ridere e a prenderle in giro.
-Sembrate delle pagliacce.- urlò e continuò a canticchiare il motivetto finché Niall, per farlo tacere, non lo prese dalle gambe e non lo rivoltò a testa in giù, facendolo ridere ancor più forte.
Elizabeth sbuffò, ma solo un pochino, perché iniziò obbediente a tamponarsi il viso con i dischetti facendo il verso a Cody. Del resto, non ero del tutto sicura che fosse stata lei a convincere la più grande ad usare i miei trucchi. Cecily, infatti, si imbronciò al mio ordine e si sedette sul bordo della vasca.
Alzai mentalmente gli occhi al cielo.
-Piccola, cosa c'è?- le chiesi sedendomi di fianco a lei. Sapevo che ora sarebbe dovuta intervenire la parte comprensiva del mio carattere. Louis, dopo aver fatto scendere Luke dalle sue braccia, mi raggiunse sedendosi sul pavimento davanti a noi.
-Io voglio tenerlo.- rispose arrabbiata tenendo gli occhi fissi a terra.
-Cecily, è ancora presto per mettersi tutto questo trucco in faccia.- spiegai pazientemente.
-Non è vero.- rispose -Emily della II B lo fa già dall'anno scorso.-
-E perché Emily della II B lo fa?- le chiese Louis.
Cecily rimase qualche secondo in silenzio, poi alzò le spalle. -Per essere più bella.-
-E tu pensi di essere più bella con il trucco?- continuai io.
Capii che stavamo già per vincere quella piccola battaglia, perché tutti eravamo perfettamente a conoscenza della vanità della nostra reginetta di casa. Avevamo colpito nel punto giusto.
-Un pochino.- rispose, ma in realtà non ne era sicura nemmeno lei. Risi sotto ai baffi perché, da una parte, sapevo che non voleva rispondere di sì alla mia domanda, ma, dall'altra, sapevo anche che era orgogliosa e che non voleva darci ragione.
Louis si alzò e si avvicinò a lei rimanendo accovacciato sulle gambe per riuscire a guardarla negli occhi.
-Io non ne sono così sicuro. Secondo me, con tutto quel trucco vuoi solo sembrare più grande, non più bella. Che ne dici?-
Cecily rimase qualche secondo in silenzio, forse a riflettere sulla domanda di Louis che presto sarebbe diventata una lezione di vita. Mi veniva da ridere, perché Lou aveva la strana capacità di tirare fuori dal cappello quelle frasi che diventavano estremamente illuminanti per le mie piccole e, a me, personalmente, risolvevano mille problemi.
-Anche più bella.- rispose alla fine Cecily.
Quasi mi uscì il moccolo dal naso per la risata che trattenni e guardai Louis alzando le sopracciglia. Niente lezione di vita per quel giorno.
-Va bene, Ce. Hai in ogni caso dieci minuti di tempo per toglierti quella roba dalla faccia.- rispose secco Louis alzandosi dal pavimento.
Cecily alzò lo sguardo sul mio, imbronciata, ma io le sorrisi e le feci l'occhiolino. Tanto si sapeva che non avrebbe disobbedito al mio ragazzo e, infatti, si alzò anche lei dal bordo della vasca e raggiunse Elizabeth al rubinetto.
Guardai Louis che si era appoggiato allo stipite della porta per assicurarsi che entrambe si lavassero per bene il viso. Era bello affrontare quei drama adolescenziali con lui, anche se a volte toglieva tutto il divertimento. I suoi occhi blu, infatti, erano sempre fin troppo convincenti quando doveva indurre le piccole a fare quello che voleva lui.
-Uno a zero.- mi disse sottovoce, poi uscì dal bagno per raggiungere gli altri.
***
-Anne, riesci a stare ferma due secondi?-
Zayn stava impiegando tutta la pazienza di cui era provvisto per finire di rimuovere tutte le tracce di sapone dal corpo di Anne, che, però, facendo finta di non aver sentito la richiesta di Zayn, continuava allegra a muoversi nell'acqua della vasca da bagno facendola schizzare dappertutto.
-Aspetta che ti vengo ad aiutare.- lo avvertii rischiando di scoppiargli a ridere in faccia. Durante l'estate si era perso il momento in cui le mie piccole, e in particolare Anne, erano cresciute e diventate delle vere e proprie pesti, quindi era divertente guardarlo mentre cercava di capire se quella bambina fosse la stessa che aveva tenuto in braccio fino a maggio. D'altronde, lei e la sua gemellina, Christine, figlie del secondo matrimonio di mio padre, avevano compiuto proprio a giugno sette anni ed erano in quell'età in cui cambiavano connotati somatici e caratteriali da un giorno all'altro. Se ventiquattro ore prima erano delle nanette che rasentavano il suolo, ventiquattro ore dopo riuscivano perfettamente ad arrivare al tavolo della cucina e io, con altre dieci sorelline, ancora mi stupivo della cosa.
Anche le altre gemelline, Chantal e Sarah, mie sorelle dirette perché avute dai miei genitori, erano cresciute tantissimo nel corso dell'estate e, dall'alto dei loro nove anni, si apprestavano ad iniziare di lì a tredici giorni la quarta elementare. Per non parlare di Lucy, la prima figlia di mia madre e del nuovo compagno, e di Charlotte, terza figlia del secondo matrimonio di mio padre, che avrebbero compiuto entrambe otto anni, una ad ottobre e l'altra a dicembre. Cody, l'altro mio fratellino diretto, avrebbe invece iniziato l'ultimo anno delle scuole elementari e, infine, "le piccole e i piccoli" della casa: Jenni, l'ultima figlia di mio padre, aveva cinque anni; Luke, il secondogenito di mia mamma e del nuovo compagno, stava per incominciare la prima elementare e Jordan, anche lui figlio delle ultime avventure della mia genitrice, aveva appena tre anni. Insieme a Cecily ed Elizabeth, le mie altre due sorelle dirette, eravamo una famiglia enorme ed erano stati un po' il caso e un po' le vicende della vita ad averci riunito tutte insieme e di questo non sarei potuta essere più felice, specie perché Louis, Harry, Niall, Liam e Zayn avevano da subito accettato di coadiuvarmi nella tutela legale delle piccole. Da sola non ce l'avrei mai fatta.
Lasciai Harry da solo a finire di vestire Jenni e corsi in soccorso di Zayn, che non sapeva più come fare per calmare Anne.
Avevamo giocato tutto il pomeriggio nel giardino di casa e le piccole ne erano uscite così sporche e sudate che due docce una dietro l'altra non sarebbero bastate. Almeno le avevamo fatte stancare per bene, così si sarebbero tutte addormentate presto senza particolari capricci.
-Allora, piccola, ci diamo una mossa o stiamo nell'acqua tutto il giorno?- chiesi ad Anne prendendola per le mani per aiutarla ad alzarsi nella vasca da bagno senza scivolare.
-Io voglio stare ancora qui.- rispose piccata e iniziò a sbattere i piedi allagando praticamente tutto il pavimento del bagno. Respirai a fondo cercando di ignorare la mia povera felpa azzurra completamente schizzata d'acqua e cercai di tenerla ferma per lasciare a Zayn lo spazio e il modo per risciacquarla.
-Anne, lo sai che se stai troppo tempo in acqua, diventi un mostro marino?- le chiese cercando di distogliere la sua attenzione dai bellissimi effetti delle gocce sparse per tutto il bagno.
La piccola si bloccò immediatamente prendendo estremamente sul serio la domanda.
-Non è vero.- decretò, più per paura che per sicurezza.
-Oh sì, invece. Guarda le dita delle mani, vedi che sono tutte raggrinzite? Significa che ti stai pian piano trasformando.-
Anne si guardò inorridita le mani. Non era più tanto sicura che Zayn stesse mentendo, quindi decise a malincuore di lasciarsi lavare. D'altronde, il casino l'aveva già fatto. Zayn prese un asciugamano e glielo avvolse intorno, prendendola poi in braccio per andare ad asciugarla e a vestirla in camera sua. Mi sedetti per terra sul tappetino del bagno e guardai sfinita Harry che faceva le boccacce a Jenni per farla ridere.
-Abbiamo finito?- gli chiesi -O manca qualcuno?-
Harry prese in braccio la piccola Jenni e venne verso di me.
-Facciamo sentire a Desi quanto sei profumata?-
Mi alzai da terra e presi la manina di Jenni che, tutta sorridente, era anche felice del vestitino giallo che Harry le aveva fatto indossare. Le schioccai un bacio sulla guancia.
-Ma wow. Quasi quasi ti mangio, posso?- le chiesi sorridendo e mi avvicinai con le dita alla sua pancia, per farle il solletico e per farla ridere.
-Che bella idea.- rispose Harry, dandole tanti piccoli baci. Jenni rideva come una pazza e si strinse ancora più forte al collo di Harry per farci smettere.
-Dovremmo aver finito.- mi rispose il riccio ridendo. -Cody? Siete riusciti a farlo uscire dalla tana?-
Annuii. -Sì, alla fine Louis si è arrabbiato e ha spostato tutto il letto per acchiapparlo prima che scappasse.-
-Al solito.- commentò Harry ed uscì dal bagno con Jenni aggrappata al suo collo.
-Metto a posto qui e vi raggiungo.- gli urlai dietro e iniziai a riporre i bagnoschiuma e gli shampoo nei vari mobiletti. Era sempre una faticaccia quel momento della giornata, specie perché le piccole ce la mettevano tutta per farmi esaurire. Per fortuna, Cecily, Elizabeth e le due gemelline, Chantal e Sarah, se la cavavano senza il mio aiuto e, anzi, spesso e volentieri erano contente di aiutarmi con le loro sorelle più piccole.
-Serve una mano?- Niall sbucò sulla porta e, senza aspettare una risposta, prese il mocio da dietro la porta del bagno e iniziò velocemente a passarlo sul pavimento.
-Questa mi sembra un'opera firmata da Anne, giusto?- chiese guardando il lago che si era formato.
-Un pezzo più unico che raro.- assentii ironica e aiutai Niall spostando i tappeti.
-Com'è andata l'estate qui?- continuò cambiando discorso.
Sorrisi. Non avevo ancora avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con i ragazzi da quando erano arrivati, perché le piccole, giustamente, avevano avuto la precedenza ed Harry, Niall, Liam e Zayn le avevano accontentate giocando tutto il pomeriggio con loro.
-Tutto nella norma, direi. Io e Louis siamo riusciti ad andare a Ray Harbour perché nonni e zii sono stati felicissimi di prendersi cura delle piccole. Il posto lì era stupendo.-
Niall annuii. -Nonni e zii, ovviamente da parte di tua madre.- rimase nell'aria la domanda "Giusto?", ma sapevo che non c'era bisogno di assentire. Niall sapeva benissimo che non scorreva buon sangue con la famiglia di mio padre e, soprattutto, con quella della seconda moglie, Francis, da quando ero riuscita a farmi affidare con alcuni maneggi legali le quattro figlie a seguito del loro incidente mortale in autostrada.
Certo, Niall sapeva benissimo, ma non sapeva tutto. Non avevo minimamente accennato con lui e con Liam, Zayn ed Harry del processo che i genitori della seconda moglie di mio padre avevano intentato per l'affidamento di Anne e Christine. In realtà, nemmeno Louis sapeva tutto. Ma non era il caso di pensarci in quel momento.
Mi limitai ad annuire e fui contenta quando sentii il mocio bagnato passarmi sui piedi. Niall aveva completamente smesso di guardare quello che stava facendo per scrutarmi mentre aspettava risposta alla sua domanda, a conferma del fatto che non era in grado di fare due cose contemporaneamente, e mi aveva completamente infradiciato le Birkenstock.
-Madonna Niall, sei incredibile.- commentai piccata e lui, di tutta risposta, iniziò a ridere cercando di scusarsi.
Liam entrò in bagno sentendo le risate. -Che succede?- Scosse la testa avendo perfettamente intuito che Niall era riuscito a combinare un casino dei suoi e si mise a sedere sul bordo della vasca da bagno.
-Succede che il tuo amico, qui, è un coglione.- dissi cercando di non muovermi per non bagnare di nuovo tutto il pavimento.
-Esagerata come al solito.- commentò Niall ridendo e mi passò al volo un asciugamano.
-Comunque- continuai, riprendendo il discorso interrotto -alla fine siamo stati via un paio di settimane e basta.-
-Le bimbe sono andate da qualche parte?- chiese Liam inserendosi nel discorso.
-Per fortuna sì, perché gli zii se le sono portate con loro al mare mentre io e Louis eravamo via e quando siamo tornati qui a Doncaster le abbiamo spedite in campeggio, a parte Jordan, ovviamente, che è rimasto qui con noi.-
Jordan era il piccolo di casa e, purtroppo, era l'unico tra tutte le mie sorelline e fratellini su cui ancora pesavano gli obblighi di mia madre. Ovviamente, il tribunale le aveva immediatamente tolto la custodia appena era nato a causa dei problemi di alcolismo e l'aveva affidato a me, ben conoscendo la situazione famigliare. Eppure, l'obbligo di visita tre giorni alla settimana era rimasto, anche se stavo fortemente lottando per toglierle anche quelli, soprattutto perché di sabato le era consentito fargli visita in casa, sotto la sorveglianza mia e quella dei ragazzi. Odiavo che le mie piccole vedessero la loro mamma in quelle condizioni e ormai non speravo più che le cose cambiassero. Amavo le mie sorelline e non avrei potuto sopportare di rivedere mia madre aggirarsi per casa nel tentativo di crescere le figlie che non aveva mai seriamente voluto.
-Piuttosto, a te, Liam, com'è andata? Cos'hai combinato quest'estate?- gli chiesi distogliendomi dai pensieri.
Liam alzò le spalle e ci raccontò del suo viaggio a New York.
-Poi, in realtà, nient'altro. Mi sono allenato.-
Liam giocava a basket con Louis ed erano ovviamente i migliori della squadra di Doncaster. Tra le mie cose preferite della vita, in ordine casuale, c'erano: 1. Le mie sorelline; 2. La danza; 3. Guardare Louis giocare a basket. Di lì a poco sarebbe anche riniziato il campionato e, onestamente, non vedevo l'ora.
Non volevo vantarmi troppo della cosa, ma, modestamente, io e Louis rappresentavamo la coppia all'occhiello di Doncaster, io per la danza e Louis per la pallacanestro. Erano infiniti i premi che entrambi avevamo vinto nelle due diverse discipline e spesso i giornali parlavano di noi, specie quelli di gossip estremamente incuriositi dal fatto che fossimo una coppia e, soprattutto, che con noi, nella stessa casa, ci fossero dodici piccole pesti e altri quattro ragazzi, di cui uno, Liam, era l'altro tiratore scelto della squadra di Doncaster e un altro, Zayn, era il cantante più chiacchierato del momento in tutta la Gran Bretagna.
Spesso mi faceva ridere la cosa. Doveva essere parecchio strana la situazione vista da fuori, ma io ci stavo estremamente bene.
-Mi sono dimenticata di chiederlo a Louis, quand'è che è la prima partita?-
Niall sbuffò con il mocio in mano. -Stai scherzando vero? Il tuo ragazzo è il playmaker della squadra di Doncaster, uno dei tuoi migliori amici è il tiratore scelto, il telegiornale non parla d'altro, tutta Doncaster è in fibrillazione e tu non sai quand'è la prima partita?-
Gli rivolsi un'occhiataccia. -Problemi?-
Niall non perse l'occasione per iniziare a fare lo scemo.
-Ei, come siamo suscettibili, qui.- rispose avanzando verso di me imitando John Cena sul ring. -Vuoi botte?-
Alzai gli occhi spingendolo via con una mano e incominciai a ridere rivolgendomi poi a Liam, praticamente urlando per sovrastare Niall che mi stava addosso come un coglione.
-Quindi? Quand'è sta partita?-
-Il 4 settembre.- rispose Liam alzando le sopracciglia -Sabato.-
Spalancai gli occhi. Merda, avevo completamente perso la concezione del tempo. Mancavano solo tre giorni.
-Cazzo, sei serio?-
-Liam, che ne dici se facciamo una doccia a Desi così si rinfresca la memoria?- chiese Niall che ancora mi teneva bloccata contro il muro del bagno per farmi innervosire.
-Bravo, ottima idea.- rispose l'altro coglione e fece un sorrisetto alzandosi dalla vasca da bagno.
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