Capitolo 10
Sentivo la presenza sovrastante di Louis dietro di me mentre salivo piano le scale. L'eccitazione stava pian piano influenzando tutte le parti del mio corpo e questo sembrava per la mente un buon pretesto per fantasticare su tutte le cose sporche che Louis mi avrebbe potuto fare.
Sentii un rivolo d'umore bagnarmi completamente le mutandine e rallentai ancora la camminata cercando di aggrapparmi in tutti i modi ad un pensiero casto. Tutto ciò che mi tornava in mente, però, era il fatto che il mio ragazzo fosse dietro di me e che stavo rallentando il suo passo e quindi aumentando la sua voglia.
-Piccola, ti giuro che se non ti muovi ti scopo qui sulle scale.-
Sobbalzai non appena sentii la sua voce al mio orecchio. Riuscii a sentire il sorrisetto nella sua voce, ma sapevo benissimo che non scherzava.
Una vocina sporca nella mia testa bisbigliò di rallentare ancor di più il passo di proposito, ma pensai che forse era meglio non peggiorare ulteriormente la situazione e in fondo sapevo benissimo che la voglia pazzesca delle sue mani sul mio corpo mi avrebbe tormentata fino a che non avesse avuto ciò che desiderava.
-Calmo, Tomlinson.- Sussurrai maliziosa. - Che fretta c'è?-
Sentii un ringhio al mio orecchio e un paio di mani mi presero per i fianchi facendomi voltare. Rimasi immobile dallo stupore e non riuscii nemmeno ad imprecare che le sue braccia mi sollevarono da terra e sostennero il mio peso fino alla camera.
Sentivo l'eccitazione del mio ragazzo palpitare a ritmo con la mia mentre mi gettava sul letto e mi sovrastava nuovamente con il suo peso, sdraiandosi su di me e impedendomi di respirare.
-Sei proprio una cattiva ragazza.- disse famelico, portando una mano sotto la mia maglietta.
Ansimai piano al suo tocco, ma lui mi mise a tacere posando rude le sue labbra sulle mie.
-Cattiva, cattiva ragazza.-
Tirò il mio labbro inferiore con i denti e lo rilasciò, raggiungendo nel frattempo il mio seno con la mano.
Mormorai il suo nome, ma non mi lasciò altro tempo per bearmi del suo tocco.
-Non ti muovere da lì. – disse e si alzò dal letto.
Non osai contraddirlo e rimasi a guardarlo dal materasso, mentre, lentamente, si abbassava verso il mio centro e mi sollevava l'orlo della maglia.
- Louis...- mormorai non appena iniziò a giocherellare con l'elastico del mio pantaloncino.
-Zitta.-
Sentii l'eco di una piccola risata e le sue mani iniziarono a scorrere giù per le gambe accompagnando l'inerme indumento fino ai miei piedi. Chiusi gli occhi sentendo il suo tocco risalire le mie gambe, fino a tornare a stuzzicare la mia pelle ai lati delle mie mutandine nere.
-Mm liberiamoci anche di questa.- sussurrò, analizzando a raggi x la maglia oversize che copriva ancora eccessivamente il mio corpo.
-Ho quindi il permesso di alzarmi, signore?- chiesi maliziosa.
Sentii un colpo e un improvviso bruciore nell'interno coscia e mi lasciai sfuggire un urlo.
-Ti avevo detto di stare zitta.- mi canzonò Louis.
Lasciai uscire dalle labbra un piccolo sospiro e continuai a guardarlo mentre si sedeva di fianco a me.
-Sai cosa fare, piccola.- sussurrò, squadrando il mio corpo con il suo sguardo cristallino. I suoi occhi erano un campo di elettricità e sapevo che non avrebbe prolungato più di tanto la punizione: aveva troppa voglia, il suo corpo stava fremendo. Come il mio, del resto.
Mi alzai piano e a carponi mi sdraiai sulle sue gambe, a pancia in giù.
Le sue dita iniziarono ad andare su e giù lungo la mia spina dorsale e la mia schiena iniziò ad inarcarsi al suo tocco leggero.
Il primo colpo non si fece attendere. Urlai all'improvvisa sculacciata e un moto di esaltazione mi bagnò completamente le mutandine.
- Desi, ti ricordi vero perché ti sto punendo?-
Chiese Louis, assestandomi il secondo colpo, più forte del precedente. Rimasi in silenzio a crogiolarmi nell' eccitazione del momento e questo provocò un terzo e un quarto schiaffo sulle mie natiche, seguiti dall'ordine del mio ragazzo di rispondere.
-Perché sono disordinata...-
Quinta sculacciata.
Strinsi i denti mentre il mio corpo raggiungeva l'estremo, ma non appena sentii il ringhio di Louis che stava aspettando che parlassi, continuai:
-Mm.. Disobbediente...-
Sesta.
-Oh, piccola, così disobbediente...- sussurrò Lou, accompagnando le sue parole con la settima e l'ottava.
La sua mano iniziò ad accarezzarmi le natiche e sentii le sue dita prendere i bordi orlati delle mie mutandine e spostarli all'interno, lasciando libera e scoperta una parte più ampia di pelle.
Gridai il suo nome quando arrivò una scrosciata di colpi e persi il conto stringendo con le unghie la sua gamba. Non sentivo più i glutei, ma avvertivo l'eccitazione costante che vibrava nelle mie vene ad ogni sculacciata.
Probabilmente al trentesimo schiaffo, Louis si fermò.
-Alzati, piccola.-
Espirai forte e mi sollevai dalle sue gambe, riposizionandomi con i piedi per terra, davanti a lui.
Louis mi attirò più vicino a sé prendendomi per le natiche e le stinse forte tra le dita. Sentii la pelle bruciare al contatto, ma i miei gemiti facevano intendere tutt'altro che dolore.
-Brava, Desi. Ora sai cosa ti succede se provi di nuovo a pensare che io passi sopra alle tue stronzate, quindi ti consiglio spassionatamente di non rifarlo più, anche se a giudicare dallo stato delle tue mutandine non mi sorprenderebbe un altro tentativo di farmi incazzare.-
Sorrisi imbarazzata e lui portò una mano sotto il mio mento, indirizzando il mio sguardo verso il suo. Posò le sue labbra sopra le mie e io le dischiusi per fare entrare le nostre lingue a contatto.
Ora toccava a me prendere in mano la situazione.
Portai le labbra sul suo collo e, senza staccare i miei baci dalla sua pelle, gli sfilai la maglietta.
Portai le mani dovunque ci fosse bisogno del mio tocco e i suoi sospiri concitati erano una chiara esortazione ad andare avanti.
Arrivai all'altezza del suo inguine.
-Beh, sai cosa fare.- sussurrò il mio ragazzo.
Certo che lo sapevo.
Calai i suoi pantaloncini e i boxer e la sua prominente erezione si liberò, consentendomi di pomparla e di prendere la punta in bocca.
Iniziai a succhiare, avanzando la sua lunghezza nella mia cavità orale. I gemiti di Louis si intensificavano e ben presto sentii la sua mano stringere i miei capelli sempre più forte, e mi aiutò con i suoi movimenti ad ondeggiare la testa.
-Cazzo, quanto sei brava, piccola.-
Repressi i colpi di tosse e presi tutto il suo membro in bocca, cercando di portare Louis all'estremo. Ignorai le lacrime agli occhi per il bruciore alla gola e ingoiai non appena Lou venne con un gemito, spruzzando il suo liquido dentro di me.
Sospirai piano anch'io, ma non feci in tempo a rialzarmi autonomamente che le sue mani mi presero per la maglia e mi buttarono rudi sul letto.
Tutto quello che fece fu sorridermi e mi sfilò la maglia che ancora si frapponeva tra la mia pelle e la sua. Louis era perfettamente a suo agio e i suoi movimenti si combinavano in perfetto sincrono con i miei, come se i nostri corpi fossero fatti ad incastro e come se combaciassero perfettamente. Ben presto anche le mie mutandine raggiunsero il pavimento, a fare compagnia agli altri indumenti, e sentii subito le lunghe dita di Louis entrare dentro di me, prima una, poi due, riducendo tutti i miei sforzi di rimanere calma e di non ansimare più di tanto a minimi propositi del mio cervello.
-Vieni per me, piccola.-
Louis inserì il terzo dito nella mia entrata e iniziò a pompare su e giù più velocemente. Gridai il suo nome mentre un rivolo di umore lasciava la mia entrata, bagnando completamente le dita del mio ragazzo. Louis sorrise soddisfatto e decise di completare quella serata perfetta.
Allungò una mano verso il mio comodino e prese un pacchetto di alluminio, strappandolo velocemente e inserendo il preservativo sulla sua erezione prominente.
Improvvisamente, Louis spinse dentro di me, facendomi urlare dal dolore e dal piacere e iniziò a battere dentro di me sempre più in profondità e con un moto sempre più veloce, senza lasciarmi il tempo di abituarmi per gradi alla sua presenza.
Se ne sarebbe pentito. Mi aggrappai con forza alla sua schiena, premendo le unghie nella sua pelle. Sentii il suo petto ringhiare, ma sapevo che i miei graffi lo facevano eccitare ancora di più.
Stavamo raggiungendo l'estremo e con una spinta ancor più forte Louis mi fece raggiungere l'orgasmo in sincrono con il suo. I nostri corpi tremarono dalle convulsioni e un piacere immenso avvolse entrambi.
Louis uscì da me e congiunse le labbra con le mie. Decisamente quel bacio fu il gesto più casto di quella serata.
-Ti fa male?- chiese Louis staccandosi, senza interrompere però il filo invisibile che teneva i nostri sguardi l'uno dipendente dall'altro.
-Domani non mi riuscirò a sedere, mi sa. – dissi alzando un sopracciglio e il mio ragazzo ghignò compiaciuto.
-Ho fatto un bel lavoro, allora. –
-Perfetto.- sussurrai, chiudendo gli occhi e posando la testa sul suo petto. - Non voglio esserci quando domani ti guarderai la schiena allo specchio.- sussurrai piano sorridendo tra me e me.
-Come hai detto?- chiese lui alzando il capo dal cuscino.
Risi e posai nuovamente le mie labbra sulle sue.
-Niente, piccolo.-
Louis si accigliò, ma non indagò a lungo.
Ci addormentammo così, tra le lenzuola del mio letto, completamente assuefatti l'uno dell'altro.
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