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BEFORE YOU GO



Is it desire?
Or is it love that I'm feeling for you?


||MARC||

Una delle poche cose che è davvero cambiata nella mia vita da quando sono diventato ciò che sono è il modo in cui la gente mi guarda. Prima nessuno mi notava nella folla. Ero un ragazzo carino, simpatico, con i suoi amici, la sua famiglia, sempre in sella all'amore della sua vita. E non è un'allusione sessuale.

Ora è diverso. Ora, negli occhi della gente, sono el campèon. Mi rivolgono sorrisi, mi guardano estasiati, con gli occhi grandi di chi ha davanti qualcosa che pensa di non poter essere. Vorrei dir loro che siamo uguali. Che al di là del titolo mondiale, sono ancora quel ragazzo che passerebbe inosservato tra tanti, che viene da una piccola città della Spagna dove tutti conoscono tutti senza dover essere famosi.

Non ho mai voluto la fama, volevo solo essere il migliore sule due ruote. Le due cose però camminano a braccetto e sono così felice per l'una che dò per buona anche l'altra. Non dico mai di no alla gente che mi chiede autografi, foto, un saluto. Soprattutto nella mia città.

Così anche ora, mentre Reina è di fronte a me, con la faccia contorta nascosta da un boccale di birra da 1lt, mi mostro il più gentile e disponibile possibile. Lei sbuffa, scocciata da tutte queste attenzioni, ma ormai c'è abituata.

Se fossi con qualche altra ragazza nel giro di pochi minuti tutto il mondo lo saprebbe, la gente del posto però ci conosce, sa cosa siamo, non si azzarderebbe mai a mettere in giro voci su di noi. Anche perché poi Reina andrebbe a prenderli per capelli direttamente da casa, e ne sono coscienti.

«È diventato noioso uscire con te, Marc Marquez» dice lei, dopo che una mamma porta via il suo timidissimo bambino che aveva trascinato da me per una foto. Arrivato tutto impacciato, il piccolo va via con un sorrisone.

«Credo tu sia l'unica persona a pensare una cosa del genere. A volte dimentichi che la gente pagherebbe per passare una serata così con me»
«E guarda un po'? L'unica che non deve pagare ti trova davvero noioso» sbruffa, buttando giù un consistente sorso di birra. Poi si alza e grida «ehi tutti, la verità è che Marc Marquez è davvero una palla»

Metà del locale si gira per guardarla male.

Lei ridacchia ed io nascondo il viso tra le mani, imbarazzato, poi le lancio una patatina fritta contro.
«Quando sono via dimentico di quanto in realtà ti odio» le dico, scuotendo la testa. Quel sorriso da bimba dispettosa le sta proprio bene però. Giubbottino di pelle, canotta nera e jeans a vita alta, sta sera sembra uscita da un film d'altri tempi. E che so, magari in altri tempi le cose tra noi sarebbero andate diversamente.
Con i capelli biondi dietro le orecchie e il viso pulito, sembra sempre la stessa bambina di un tempo. E con quel viso innocente, che tanto stride con la forza che ha dentro, mi elenca tutti i motivi per i quali io non potrei mai odiarla. Ne avrei un altro paio che non possono essere detti ad alta voce però, così sorrido e annuisco. Perso nei miei pensieri non mi accorgo della faccia interrogativa con la quale ha iniziato a guardarmi.

Ed io decisamente non la stavo scoltando.

Che cosa mi aveva chiesto?

«Quel tipo dice che ha letto in un'intervista che questa è la tua canzone preferita» ripete lei, indicando con un cenno il barista con la camicia a quadri dietro il bancone che mi sta sorridendo. Faccio caso alle prime note della canzone, cercando di cancellare la mia espressione confusa dietro un sorriso. Questa è Wake me up Before you go degli Wham, e non è decisamente la mia canzone preferita.
«Non ho mai detto niente del genere» sussurro a denti stretti, continuando a sorridere per non far rimanere male nessuno mentre la testa cerca di muoversi a tempo.
«Lo so, l'ho detto io per te. Tipo l'anno scorso. Così impari a farmi rispondere alle tue interviste» risponde Reina, che nel frattempo butta giù un sorsone di birra per nascondere le risate.
«Tu non sapevi quale fosse la mia canzone preferita e hai detto gli Wham? E se ti avessero chiesto qual è la mia celebrity crush cosa avresti risposto? Justin Bieber?»
«Dai Marc, non è la fine del mondo! Avrei potuto sparare una canzone di Taylor Swift, e invece ti ho reso un uomo d'altri tempi»

«Neanche tu credi a quello che stai dicendo» la ammonisco, passandomi una mano tra i capelli.

Reina scrolla le spalle e mi fa un occhiolino.

E poi, ecco che il peggio arriva. Concentrare tutti i miei sforzi nel fingere di non sentire i commenti dei presenti nel locale - cose tipo ma che bella canzone, ma che bravo ragazzo, gli piacerà ballare? questa è una canzone che bisogna ballare! - non serve a niente quando la gente decide di mettersi davvero a ballare.

Ovviamente, arriva anche il simpaticone di turno che grida «Ehi Marc, balla con noi»

Sono questi, i momenti in cui penso che avrei dovuto dare di me l'immagine del ragazzo misterioso e tenebroso, così nessuno mi avrebbe rotto. Ora invece, in qualità di Mr. sorriso smagliante e risata pronta di Spagna, mi sento quasi in dovere di dar corda a questi fan.

Ma non mi va di ballare. Non mi va per niente.

«Tu mi hai messo in questo casino, tu mi ci togli» mormoro alla ragazza che, di fronte a me, si gode la scena divertita. Scuote la testa, le labbra nascoste dietro le dita piene di anelli e gli zigomi rossi.

«Dai campione, vai a ballare» ridacchia, girandosi a tre quarti per osservare il centro del locale che una decina di persone stanno occupando con improbabili passi di danza. Noi guardiamo loro, loro guardano noi. Incitandomi ad unirmi a loro.
«Festeggiamo queste vittorie» mi gridano, felici e spensierati. Dannati 40enni appassionati di MotoGP con più vitalità di me.

«Vado se vieni con me» dico allora a Reina, convincendomi di essere ormai costretto a dare il contentino ai miei fan sulle note di questo improbabile twist. Lei si fa una grassa risata, poi però al di fuori di ogni pronostico si alza e mi porge una mano.

«Perché no?» dice mentre afferro le sue dita, esterrefatto. Mi lascio trascinare da lei al centro del locale, tra i tavoli, venendo sommerso da pacche sulla spalla e grida di incoraggiamento. La gente mi ama. Loro puntano su di me, loro sono il mio sostegno. Eppure l'unica cosa che sento ora è la mano di Reina che stringe la mia.

Ho un buco all'altezza dello stomaco, fatto di pensieri e parole che vorrei non fossero dentro di me.

Ma come faccio? Come faccio, quando lei è così bella?

E anche quando distolgo lo sguardo e lo poggio per terra non riesco a distrarmi, nel campo visivo trovo le sue converse bianche e la data scritta col pennarello sulla gomma, con la mia scrittura, che sa di tante cose non dette.

Allora lo stomaco ora mi si attorciglia proprio, al pensiero di quella notte.

Delle ore di vuoto nei miei ricordi.

Non pensare Marc, non pensare.

Con i capelli biondi che le coprono il viso, Reina ondeggia il bacino davanti a me, le dita ancora intrecciate alle mie. Sembra così diversa dalla ragazza che mi batte in moto, sporca di fango alla testa ai piedi, eppure la sensazione che ho standole vicino è sempre la stessa.

Un equilibrio perfetto tra familiarità e ignoto, da far girare la testa.

Mi viene automatico allungare la mano libera per portarle un ciuffo di capelli dietro le orecchie, perché voglio vedere il suo viso. Lei ride e mi guarda con quegli occhi da bambina che si ritrova. Forse è un po' brilla, forse si sta semplicemente divertendo.

Altrettanto facile, sulle note di questa canzone che quasi fa muovere i piedi da sè, è portare la sua mano dietro il mio collo, la mia sulla sua schiena. Con le altre due mani unite a mezz'aria, improvvisiamo un balletto che non ha niente di tecnico, niente di bello se non la sua risata, e la mia.

Reina è tra le mie braccia, ed è qualcosa che ho potuto provare poche volte nella vita.

Non so se è colpa delle persone che spingono, o sono stato io involontariamente a tirarla. Fatto sta che Reina si trova ora di spalle a me, appiccicata al mio petto. Muove il bacino a ritmo con il mio, in un modo che dovrebbe sembrare quasi divertente, anzi, in quel modo in cui ballano due amici durante una serata in un pub.

Eppure mi sento strano.

Il suo corpo sul mio, mi tornano in mente certe sensazioni, che ancora non so se sono sogno o realtà. E non lo saprò mai finché non chiederò a lei, lei che è l'unica che potrebbe dirmi cosa è successo davvero quella sera di un anno fa. Ma è una domanda pesante, così pesante che cambierebbe le carte in tavola.

Io non so se sono pronto, se lei è pronta.

Ricordo che ci siamo baciati, quella sera. Poi ancora qualche istante e il nulla più. Black out totale. Ma le sue labbra sulle mie, per quanto sia un ricordo confuso, ricordo la sensazione che mi hanno provocato. Mi vengono i brividi a pensarci, e non è facile non farlo mentre lei è qui che si struscia su di me. Il suo collo scoperto, il mio braccio attorno ai suoi fianchi con un che di possessivo, la mia mano sul bordo dei suoi jeans.

Il dubbio mi fa impazzire.

Basta. Glie lo chiedo. Fanculo tutto. Devo sapere.

«Reina» mormoro con le labbra vicine al suo orecchio. Reina si rigira tra le mie braccia, tornando faccia a faccia. Quasi dimentico cosa dovevo chiederle quando i suoi occhi cominciano a fissarmi dal basso.

Potrei baciarla.

Anche questo cambierebbe tutto.

Non so neanche se voglio farlo, Reina del resto è la mia sorellina non di sangue.

Ma è tutta colpa del dubbio, finché non avrò una risposta non mi darò pace. Apro la bocca per parlare. Non trovo le parole però, e quando credo di essere pronto è un'altra voce a pronunciare il suo nome.

«Reina» la chiama una ragazza, imbambolata davanti a noi. Credo sia più piccola di noi di almeno un paio d'anni. Capelli biondi tinti dalle spalle, septum e eye-liner pesante, non sembra centrare niente con la Reina. Ma si sa, lei è imprevedibile.
La ragazza fa sobbalzare il suo sguardo tra me e Reina, che istantaneamente rompe qualsiasi contatto fisico con la mia persona. Fa un passo indietro e si aggiusta i capelli dietro le orecchie, poi sfodera un sorriso che vuol sembrare caloroso.
«Jenn ti presento Marc Marquez» dice Reina, indicandomi imbarazzata. «Marc, lei è Jenn. La sorella di Eric»

💁🏼‍♀️💁🏼‍♀️
Al solito, vado di frettissimaaaaaaaa. Dio sono così felice che Marc abbia vinto il GP domenica, come al solito ci ha dato la nostra dote di ignoranza. È indiscutibilmente un passo più avanti degli altri.
Spero il capitolo vi piaccia, vi sentiamo nei commenti 💕💕

P.s. Nel caso non conosciate la canzone che i nostri due cuoricini "ballano" cercatela, merita 😂😂🙈🙈

P.p.s.: non credo riuscirò ad aggiornare prima della prossima settimana, ormai l'esame è davvero vicino 🙈🙈🙈 lettori silenziosi, voglio tante stelline al mio ritorno !! Mi raccomando 😂

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