11. Il Lago Nero
Il pavimento scorreva rapido sotto ai suoi occhi. I piedi lo sfioravano appena, svelti e agili. Lily si lasciò guidare dal cuore in quella corsa verso... verso cosa, esattamente?
Probabilmente era più una corsa da qualcosa. Da se stessa, dai suoi pensieri, dalla piega inaspettata degli eventi. Sentiva solo il rumore delle scarpe sulle scale. Ed era quello il piano: voleva silenzio. Saltò gli ultimi gradini, attraversando l'atrio velocemente e spalancando con le mani il portone d'ingresso. Il vento le sciolse i capelli, liberandoli dal mantello che la scaldava appena. Sentì un profumo familiare, fresco. Le sfiorò il viso, insinuandosi nelle sue ossa. Respirò a pieni polmoni e poi ripartì. Era tutto diverso, certo, ma Hogwarts era ancora la stessa. Il marmo divenne ben presto erba. Era leggermente bagnata, Lily sentiva l'umido sulle caviglie nude. Svoltò a destra e lo trovò. Il Lago Nero. Si inginocchió davanti alla distesa di acqua e nascose il viso fra le mani, come se, così facendo, i suoi problemi non la potessero trovare. Il lago, in quella giornata fredda, era uno specchio. Rifletteva il cielo, così come il mare, ma non i colori. Nuvole nere, uccelli neri, anche i rami di alcuni alberi capitati lì per caso erano neri. Sembrava un vecchio film in bianco e nero, quelli che amava vedere con sua madre da bambina.
-Non dovresti stare qui- disse improvvisamente una voce. Benché Lily l'avesse già riconosciuta, si girò a verificare. Il ragazzo, Harry, era seduto qualche metro piu in là, con la schiena appoggiata ad un albero. I ciuffi corvini gli sfuggivano dalle dita e gli occhi (quelli che ancora lei non riusciva a guardare) balenavano brillanti dalle lenti rotonde.
-Avevo bisogno di aria- rispose, in un sussurro. Sperò quasi che esso di perdesse nel vento, che lui non lo sentisse e andasse via.
-Sì, anche io- la informò lui, con lo stesso tono lieve. Scese il silenzio per qualche secondo, poi Harry riprese a parlare. -Potresti far finta di non avermi visto? Se qualcuno lo chiedesse..-
Lily sorrise, rivolgendo il suo sguardo nuovamente al Lago Nero.
-Da chi scappi, Harry?-
-Ron ed Hermione- lo disse con un pizzico di vergogna. Non per i due ragazzi, ma per il fatto che stesse fuggendo da loro. Si sentiva in colpa. Una leggere tenerezza invase il cuore di Lily.
-E tu?- le domandò.
Lily ci pensò su, poi rispose. -Vorrei scappare da me, ma non penso che sia possibile. Quindi scappo da tutto il resto-.
Stavolta fu lui a non rispondere.
Lily sentì il rumore dei suoi passi sull'erba, poi Harry si sedette al suo fianco.
-Non avere paura, per favore-.
-Paura? Di che?-
-Di quello che hai scoperto. So che lo sai-.
La tenerezza che provava si fece più corposa.
-Non sono pronta ad ammetterlo, ma non è colpa tua. È tutto troppo difficile per noi, Harry. Abbiamo diciassette anni e praticamente ci odiamo- disse, strappando una manciata di fili d'erba dal terreno.
-In realtà non vi odiate, sei solo troppo testarda ed orgogliosa..-
-Sta' zitto, Potter!- disse, dettata dall'istinto. Immediatamente si mise a ridere. Quel ragazzo era simile a James in tutto, anche nel modo di parlare. -Scusa, è l'abitudine-.
Harry allungò le gambe, passandosi una mano tra i capelli. Si girò e le porse la mano. -Possiamo ricominciare?-
Lily lo guardò, poi sorrise, stringendogli la mano. -Sono Lily Evans, piacere!-
Lui ricambio il sorriso. -Io sono Harry, Harry..- si bloccò, cercando di leggere una risposta nel suo viso.
-Sei Harry Potter- concluse Lily, specchiandosi dei suoi stessi occhi.
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Ai miei lettori,
rivolgo un ringraziamento a chi, partendo da Solemnly Swear, è arrivato fin qui.
Vi prego, come sempre, di esporre eventuali dubbi, consigli, perplessità o, semplicemente, emozioni.
Commentate.
Tutto questo è anche vostro, non solo mio. Ho letto da qualche parte che non si è mai veramente spacciati se si ha ancora una buona storia e qualcuno a cui raccontarla.
So che il capitolo è breve, ma è giusto che sia così. Fidatevi.
Non vi deluderò.
L'avevo giurato.
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