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57. Helen

"Alec !" Izzy entrò come una furia nella camera del fratello, impegnato ad asciugarsi i capelli.
Era da poco uscito dalla doccia, aveva avuto davvero bisogno di lavarsi e provare a far scivolare giù tutti i sensi di colpa che lo sopprimevano.
"Dimmi." La incoraggiò, posando l'asciugamano.

"È stata ricevuta una richiesta d'aiuto dalla marina, abbiamo uno Shadowhunter che ha un aggancio lì e, a quanto pare, la ragazza ha fatto il tuo nome più volte..."
"Pensi che..."
"Potrebbe essere lei." Gli sorrise la sorella.

I due uscirono dalla camera e si diressero verso l'ala computer dell'Istituto, dove Clary e Jace li stavano aspettando.
Il biondo indicò con il cursore di un pc un pulsante rosso, presumibilmente lo stesso che avrebbe fatto partire la richiesta di soccorso. Guardò il parabatai come per cercare conferma e lui annuì, nonostante fosse spaventato.
Sentire la sua voce... Non sapeva come avrebbe potuto reagire.

"Mi chiamo Cheryl Kidshot, sono trattenuta in uno yacht partito da New York poco fa, vi prego salvatemi, ho paura !" Dopo solo la prima frase, gli occhi di Alec erano già velati di lacrime.
"Ci dica le sue coordinate, così possiamo trovarla." Le rispose qualcuno, forse la persona che si trovava alla base della marina.
"Non lo so ! Chiamate Alec Lightwood ! Alec ti prego ! Ho paura !" I singhiozzi scuotevano il corpo del giovane uomo, che non era riuscito a contenersi. Aveva le mani unite davanti al viso, con il naso che sfiorava l'indice, gli occhi socchiusi mentre le lacrime scorrevano sino al mento e cadevano sulla scrivania.
"No, lasciatemi ! Alec ! Ah ! -  gridò - Ti amo !" Dopo le ultime due parole, lanciò un urlo straziante di dolore e si sentirono urla, le sue suppliche di lasciarla andare, che aveva paura, che voleva tornare da Alec.

Lo Shadowhunter era distrutto. Tremava, singhiozzava, piangeva senza sosta. Il tono di voce, il modo in cui Cheryl aveva pronunciato quelle frasi, lo avevano ucciso. Come aveva urlato di amarlo, come se fosse stata la sua ultima occasione per farglielo sapere.

Nessuno in quella stanza aveva gli occhi asciutti.

Clary piangeva stretta al petto di Jace, che faceva del suo meglio per non crollare e cercava di essere di sostegno alla sua fidanzata; Izzy era in condizioni simili a quelle di suo fratello, piangeva e tirava su col naso in continuazione, con gli occhi gonfi e arrossati.

Il Lightwood si alzò e uscì dalla stanza, ma fu prontamente inseguito dai suoi amici.

"La troveremo, potremmo decifrare il messaggio e identificare la barca sulla quale si trova... ce la faremo Alec, ehi, la riporteremo qui." Gli prese il viso tra le mani Izzy.

"Voi non farete proprio nulla." Tuonò una voce femminile, facendoli voltare nella sua direzione.
Proveniva da una signora vestita con un completo elegante, e accompagnata da diversi Shadowhunters. Ne spiccava soprattutto uno, alla sua destra. Alto e molto muscoloso, con capelli corti biondi, un accenno di barba e occhi azzurri.

"E lei chi è?" Si fece avanti Clary, asciugandosi gli occhi. Anche gli altri cercarono di nascondere il fatto che stessero piangendo.
"Helen Clayton, la rappresentante del Conclave a New York, signorina. Io e i miei colleghi siamo stati informati che una Shadowhunter appartenente a questo Istitituto è stata rapita da dei mondani sui quali voi, alle spalle del Conclave, facevate delle ricerche e con i quali vi siete incontrati clandestinamente. Perciò, sottopporrò voi tre al giudizio dei miei colleghi e lei, signor Lightwood, è temporaneamente sospeso dal suo ruolo come direttore di questo Istituto. Non ci siamo dimenticati della runa disegnata su quella ragazza e di come sia sospetta la sua reazione. Da questo momento, sarò io a guidare l'Istituto e a occuparmi del caso della Shadowhunter rapita." Spiegò fermamente.

Le rispose Izzy, non immaginando le conseguenze che le sue parole avrebbero avuto "La Shadowhunter rapita è Cheryl Kidshot, la stessa ragazza sulla quale Alec ha disegnato la runa. È una nostra amica, abbiamo fatto tutto il possibile per riaverla indietro, non può biasimarci..."

L'espressione della donna mutò immediatamente, facendosi persino più algida.
"In tal caso, non sprecherò validi e veri Shadowhunters per... quella lì. Per quanto mi riguarda, può benissimo starsene dove si trova."

Tutti strabuzzarono gli occhi a questa affermazione, anche il ragazzo alla destra della Clayton.

"Non può dire, una cosa del genere, lei è innocente !" Parlò a vuoto Alexander. La donna, intanto, iniziò a salire le scale che l'avrebbero portata all'ufficio del direttore.
"Signora Clayton. - la chiamò il biondo, facendola voltare - Non possiamo non agire in nessun modo, sarebbe come condannarla a morte." Provò a farla ragionare.
"Dylan Keith... - sospirò - Sei davvero di animo nobile..." Concluse con un leggero sorriso, forse affettuoso.
"Andremo solo noi cinque in missione, nessun altro sarà coinvolto. Saremo svelti." Continuò lui.
"Non posso perdere il mio miglior combattente, è troppo da rischiare per una mezza Shadowhunter."
"Helen..." Disse, guardandola dritta negli occhi e facendola sospirare sconfitta.
"Va bene. Avete ventiquattro ore, non una di più." Intimò, prima di allontanarsi.

Dylan guardò i suoi nuovi compagni: che un'altra avventura avesse avuto inizio.

Holaaaa
Eccomi! Che ne pensate del capitolo? E di Helen? Ricordatevi del suo nome... 😉😉😉 Anche Dylan non è da sottovalutare eh! Lasciate una stellina e ci vediamo alla prossima!

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