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50. Another sin is gone

I fratelli Lightwood camminavano da una decina di minuti, in silenzio. New York era gelida e il cielo grigio, proprio come l'umore del ragazzo.

"Mi vuoi dire che diavolo succede ?" Sospirò la mora.
Lui la guardò solamente e Izzy capì all'istante: tra di loro non servivano tante parole, si conoscevano alla perfezione e il loro rapporto era sempre stato speciale.

"Cheryl." Si rispose da sola.
"È strana, non capisco cosa le succeda. È fredda, non mi parla più, mi evita, e scontrosa. Non ho idea di cosa possa aver fatto per farla comportare in questo modo..." abbassò lo sguardo sconsolato.
"Non è detto sia colpa tua ! Ti ama e un sentimento del genere non scompare dall'oggi al domani."
Alec si fermò di scatto, beccandosi un'occhiata confusa da parte della sorella.
"Puoi ripetere quello che hai detto ?" Le chiese, iniziando a far lavorare il cervello trecento volte più veloce del normale.
"Che lei ti ama ?" Il tono di Isabelle era titubante, il moro sapeva essere davvero strano certe volte.

Lui, all'improvviso, si illuminò come se avesse avuto la più brillante delle idee: si diede dello stupido per non averci pensato prima.
"Certo ! Scusa, devo scappare, grazie Izzy !" Le schioccò un bacio sulla guancia e corse via. La ragazza lo guardò allontanarsi stranita: cosa aveva capito di così importante suo fratello ?

Attaccò un post it immaginario sulla questione, ci avrebbe pensato più tardi, in quel momento era diretta a casa di Hanna Morrison, moglie del defunto Johnny. Infatti, la prima delle vittime colpite dall'Angelo punitore, tradiva la sua consorte e, forse, raccontando tutta la verità alla donna, il suo peccato sarebbe stato espiato.

Isabelle suonò il campanello della casa appena comprata dalla signora, abbastanza lontana da quella che possedeva un tempo insieme al marito. Forse desiderava tenersi a distanza dai ricordi che quel posto avrebbe potuto provocare in lei.
Hanna aprì la porta, i capelli ramati le erano cresciuti sino al seno e sembrava stare decisamente meglio dall'ultima volta che aveva incontrato gli Shadowhunters.

"Salve signora Morrison, si ricorda di me ?" Le sorrise la ragazza, porgendole la mano. La donna ricambio il sorriso e gliela strinse.
"Certo, Isabelle, se non sbaglio. Prego, entri." Si scostò di lato per farla passare e poi chiuse la porta.

"Posso offrirle qualcosa ? Un the magari ?" Propose gentilmente, facendole strada verso il salotto.
"No, grazie. A dire il vero sono qui per parlarle di Johnny."
Le due donne si sedettero su due divanetti, una di fronte all'altra.
Hanna sospirò, era tanto che non sentiva quel nome che un tempo era abituata a dire tutti i giorni.

"È passato tanto, tanto tempo... sto cercando di voltare pagina. Ad ogni modo, era mio marito e l'amore della mia vita, se ci sono novità sul suo caso voglio saperle." Annuì sicura.
"Investigando su Johnny..." Izzy fu interrotta dall'entrata di un uomo alto e magro, che prese posto accanto ad Hanna. Aveva corti capelli tendenti al grigio, un viso pulito e indossava camicia a quadri e jeans. Dimostrava qualche anno in più della signora Morrison, ma restava comunque un bell'uomo.

"Tesoro, non sapevo attendessimo visite. Piacere, Harry." Si presentò alla ragazza. Lei gli sorrise leggermente confusa e si strinsero la mano.
"Lui è il mio nuovo compagno, mi ha aiutata a superare lo shock della perdita di mio marito e conviviamo da poche settimane. Caro, lei è l'investigatrice Isabelle, si occupa del caso di Johnny. È venuta per darmi delle notizie, stava giusto per raccontarmele." Spiegò.

Izzy si sentì subito alleggerita: sapere che la donna aveva un supporto emotivo per superare quella confessione la faceva stare meglio. Almeno non era da sola.

"Suo marito era solito frequentare un locale notturno molto conosciuto in città, il LipGloss... Si intratteneva con ballerine, ma lì non successe mai nulla che andò oltre a degli spettacoli privati. Purtroppo vedeva anche Jenny, la ragazza che abitava nell'appartamento davanti al vostro. Avevano una sorta di storia. Mi dispiace." Concluse, sincera.

Hanna era distrutta. Guardava Isabelle incapace di proferire parola, con la bocca semiaperta e le lacrime agl'angoli degl'occhi.
Come aveva potuto Johnny farle questo ? Erano sposati da tanti anni, si amavano alla follia... E invece lui la tradiva da chissà quanto tempo.
"Scusate..." sussurrò, con la voce spezzata, prima di scappare via e chiudersi nella sua camera da letto.

"Mi dispiace davvero tanto." Sospirò la ragazza, alzandosi.
"Non è colpa sua, investigatrice. Hanna lo supererà, le serve solo un po' di tempo. La ringrazio per avercelo detto, arrivederci." La accompagnò alla porta Harry. Lei annuì e uscì, sentendosi in qualche modo più tranquilla: un altro peccato era stato espiato e l'Angelo era divenuto meno forte.

Dall'altra parte della città, Alec era arrivato affannato all'Istituto.
Ora sapeva cosa doveva fare.

Scusate il ritardo ma pensavo di aver già pubblicato il capitolo :/ che ne pensate? Curiose di vedere cosa ha capito Alec?? Votate per scoprirlo ;)

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