5. His boyfriend
Alec aprì la porta del locale e notò che l'atmosfera che aveva trovato qualche giorno prima era scomparsa. Ormai non si trattava più di un semplice ristorante ma di un vero e proprio locale notturno, probabilmente tutto cambiava a seconda dell'orario.
C'erano un bel po' di persone, così camminò titubante sino al bancone: voleva trovare Cheryl. E non ci mise molto.
Infatti, fu la ragazza ad avvicinarsi a lui per chiedergli l'ordinazione. Entrambi non poterono nascondere un sorriso e un particolare luccichio negli occhi.
"Non puoi proprio stare senza vedermi, Alexander." Gli disse, con aria di sfida.
"A quanto pare." Abbozzò un sorriso.
Delle urla provenienti dalla sala fumatori catturarono l'attenzione dei due ragazzi e anche di alcuni presenti.
"Devo andare a dare un'occhiata, aspetta." Sospirò Cheryl, per poi raggiungere i due tizi che litigavano. Alec le corse subito dietro, quasi istintivamente.
"Che succede ?" La ragazza si mise in mezzo ai due litiganti, visibilmente ubriachi.
"Bambola ! Vieni, vieni qua... Mi ha rubato la birra ! Quest'uomo è colpevole di un furto ! Voglio un avvocato !" Iniziò ad urlare uno, grosso e barbuto.
"Io sono puro come Gesù bambino nato dal ventre di Maria Vergine ! Come ti permetti ! Non tagliatemi la testa, non tagliatemela, vi prego !" Rispose l'altro, pelato e piuttosto magro.
"Okay, penso che dovreste andarvene. Vi chiamo un taxi." Cercò di recuperare la situazione Cheryl, ma i due non volevano sentire ragioni.
"Tu cosa vuoi, eh ? Se ti metto le mani addosso ti..." il barbuto lasciò la frase a metà, ma avanzò verso la bionda.
"Signore, l'uscita è da quella parte." Ripetè lei, cercando di mantenere la calma.
Quando l'uomo stava già caricando uno schiaffo, Cheryl reagì, persino più velocemente di Alec. Gli assestò un gancio destro degno di un pugile, tanto che lo costrinse a girare la faccia a causa dell'impatto.
Appena ripreso, però, i suoi occhi erano innietati di sangue e il volto rosso dalla rabbia. Ora Cheryl era spavetata sul serio, quell'uomo era molto più grosso e forte di lei. Ma Alexander non ci pensò due volte e si frappose tra lui e la figura minuta della ragazza, come a farle da scudo.
Ricevette un pugno in pieno viso, ma lo sentì a malapena.
Poi fu il suo turno e non ci andò leggero: voleva difendere un ragazza in difficoltà, come avrebbe fatto certamente con tutte, ma era furioso perché lei era Cheryl... e nessuno doveva sfiorarla.
"Basta, va bene così Alec." Intervenne.
Ormai l'uomo aveva capito la lezione e scappò correndo insieme all'altro tizio.
La bionda guardò il viso di Alec e notò un taglio insanguinato sullo zigomo sinistro.
"Guarda cos'hai fatto..." sussurrò, sfiorandolo con due dita. A quel tocco il ragazzo rabbrividì, come se fosse stato appena scottato.
"Ti porto in ospedale, hai bisogno di almeno due o tre punti." Affermò.
"No, davvero, non ce n'è bisogno."
Cheryl non poteva certamente sapere che sarebbe bastato attivare una runa per rimediare al danno.
"Ti sei fatto male per avermi difesa. Il minimo che possa fare è portarti in ospedale. E non accetto un no come risposta." Abbozzò un sorriso e, senza aggiungere altro, lo guidò sino alla sua auto.
Il viaggio fu abbastanza breve e arrivarono velocemente all'ospedale.
Dopo aver aspettato in una piccola sala da soli, un dottore chiamò il nome di Alexander e gli fece cenno di seguirlo mentre la ragazza dovette rimanere dove si trovava.
"Alec !" Irruppe Jace, entrando di corsa nella saletta, con il fiatone.
Aveva sicuramente corso parecchio.
"Sei l'amico che era con Alexander il giorno della cena, giusto ?" Si alzò in piedi la ragazza.
"Sì... tu che ci fai qui ?" Si passò una mano tra i capelli biondi.
"L'ho portato io qui... tu invece come facevi a sapere che fosse in ospedale ?" Chiese, corrugando la fronte.
"Noi, uhm, abbiamo un rapporto molto forte e avevo una brutta sensazione. Comunque, cosa è successo ?"
Non poteva dirle che erano parabatai e che il dolore che provava uno era subito percepito dall'altro.
"Una rissa, fuori dal locale dove lavoro. È solo un taglio, starà bene." Lo rassicurò.
"Herondale, come osi disturbarmi per farmi venire in questo angoscioso luogo ?" Nella sala entrò un altro uomo, non troppo alto e dall'aspetto estroso. I suoi occhi felini erano contornati da matita nera e eyeliner dorato, le unghie dipinte di nero e le sue scarpe di vernice argentata.
"Chi è lei ?" Chiese, squadrando da capo a piedi la bionda che ancora indossava l'uniforme da cameriera, ovvero una gonnelina rossa corta e una camicetta nera.
"Cheryl, è... un'amica di Alec." Spiegò velocemente Jace.
Era abbastanza imbarazzato dalla situazione.
"E tu ?"
La bionda era sempre più confusa.
"Sono il fidanzato di Alexander, mi sembra ovvio."
A quelle parole, qualcosa dentro Cheryl si spezzò.
Aveva intuito che il ragazzo fosse coinvolto in qualche relazione complicata, ma sperava fosse finita... e poi non si aspettava che fosse omosessuale, non che ci trovasse qualcosa di male solo che... forse si era fatta solo un film mentale.
"Devo andare, scusate." Con le lacrime agl'occhi uscì frettolosamente dalla sala e percorse di corsa i corridoi dell'ospedale, mentre le lacrime uscivano copiose dai suoi occhi verdi.
Intanto, i due ragazzi si scambiarono un'occhiata, Magnus voleva spiegazioni e Jace non se la sentiva di dargliele. In suo soccorso arrivò un medico annunciando che potevano vedere il Lightwood.
Hey babes ! Come state ?
Ecco il nuovo capitolo, che ne pensate? Lasciate una stellina se volete leggere il prossimo, un bacio ❤❤❤
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