stessa città, stessa vita
Era il primo settembre e le strade di Thaseville erano deserte, solo un piccolo taxi vagava per il paese.
La piogga batteva forte sui finestrini, ricordando alla ragazza, seduta sul sedile posteriore, il vecchio gioco tanto amato da lei quando era bambina: tracciare sul vetro il percorso delle gocce con le proprie dita.
La ragazza tremava come una foglia, non più abituata al clima di Thaseville,infatti, aveva vissuto in Messico con la propria nonna, per sei anni, ma la povera donna,ormai troppo vecchia, morì di vecchiaia il mese prima.
La ragazza teneva i lunghi capelli dorati legati in una coda, posata sulla spalla destra; aveva un'espressione vuota, guardava quella vecchia cittadina del Sud Carolina dove era nata, la dimora di quelle stesse persone che condannarono sua madre sei anni prima, quel posto da lei tanto odiato.
L'attenzione della ragazza si spostò sul messaggio appena ricevuto:"Ashleen, stai arrivando?"(Numero sconosciuto)
Lei non rispose, era sua madre, la ragazza trovava esilarante come la donna dovesse scrivere il suo nome come per avere la conferma di non aver dimenticato il nome della propria figlia.
I suoi grandi occhi dipinti di verde e marrone tornarono a fissare le vecchie case del paese, rimaste perfettamente identiche.
La madre era finita in prigione per possesso di droga, un sacco di droga, a quanto dicevano gli abitanti di Thaseville.
"Jessica Blacks accusata di possesso di droga" "La Blacks si trova a dover scontare una pena di sei anni", questo era stato l'argomento principale dei giornali di Thaseville nel 2011-2012.
Il taxi si era fermato e la ragazza restò per qualche secondo a fissare la sua vecchia casa, rimasta identica. Il condominio alto quattro piani era colorato di un triste grigio, le finestre erano vecchie e rovinate.
La ragazza prese i pochi bagagli ed entrò nel condominio: l'interno era di un bianco rovinato, le scale erano di cemento e pietra con la balaustra in legno.
La bionda si fermò al secondo piano, appartamento B4, rimase lì ferma, immobile, la sua mente veniva assillata da pensieri e domande.
"Non è cambiato niente di Thaseville come mi posso aspettare che lei lo sia, sarà la solita ubriaca, con una sigaretta nella mano destra e la bottoglia di birra, vino o qualsiasi altro alcolico nella sinistra" pensava lei.
La porta si aprì.
Una donna sulla cinquantina rimase sulla soglia, teneva i capelli biondi raccolti in una coda alta, nessuna traccia di alcool o sigarette solo una tuta da ginnastica blu.
《Ma quanto sei cresciuta, Ashleen, sei splendida》 le disse la madre abbracciandola
"Quanto sei falsa" pensò la figlia
《Chissà quanti ragazzi ti andranno dietro》disse la donna sorridendo
"Nessuno" rispose mentalmente la ragazza.
《Avanti, entra》 la incitò la donna
La ragazza rimase a fissare quella donna che le stava davanti chiedendosi che cosa l'avesse fatta cambiare.
"Probabilmente è riuscita a procurarsi una fornitura a vita di vino, dopotutto niente cambia a Thaseville" pensò la ragazza.
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