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6- Again

Un fendente si scagliò squarciando il vento contro la figura in bianco e nero, che lo schivò con tranquillità solo spostandosi di qualche centimetro.
Jane afferrò la bionda per le spalle. «Ma sei uscita di testa?! Non possiamo stare qui, hai idea di quanta gente coinvolgeremmo?»
Laughing Jack assunse un'espressione imbronciata.
«Eddai! Non mi piace quell'aria seria e grave che avete: sono solo passato a fare un salutino! Che c'è di male?» Inclinò la testa da un lato, lasciandosi scappare una breve risatina nel vedere l'angioletto agitarsi per lui.
«Non posso lasciarlo andare! Lui è... Lui è... colpevole, colpevole, colpevole!» strillò Dina mentre lo indicava e si dibatteva come una forsennata tra le braccia di Jane.
«Colpevole per aver rispettato il volere del mio migliore amico?» rise la creatura, con lo sguardo di chi ha il coltello dalla parte del manico «Lui è morto. È una cosa così brutta voler esaudire quello che era il suo desiderio più grande? Non è un atto di grande valore?»
«Non so che razza di mostro ripugnante tu sia...-»
«Sono un'entità cosmica, tesoro» fece il clown monocromatico guardando Dina con sufficienza. «E tu, fino a prova contraria, sei solo...-»
«Io sono Il Giudice che possiede il diritto di decidere la tua sentenza. Oggi potrei decidere di farti morire, sai?-» Dina avvertì una stilettata di dolore percorrerle le membra: era come se qualcosa stesse comprimendo le sue ossa fino a spezzarle. Urlò con tutta la voce che aveva in corpo e si strinse l'addome con le braccia, inutilmente; il dolore si era propagato in tutto il suo corpo.
Jane - che stava tentando impacciatamente di aiutarla - venne lanciata da un braccio invisibile contro la porta che portava alle scale, mentre Jack si avvicinava improvvisamente serio alla biondina e gli altri edifici intorno si dissolvevano.
«Stai zitta. La tua presunzione è fastidiosa.»
La bionda, che era rimasta schiacciata sul cemento umido, ansimava, guardando con odio la creatura delle tenebre sopra di lei che, a sua volta, la stava scrutando coi suoi occhi senza colore. Poi lui, vedendo entrambe le ragazze in silenzio - anche se nella mente gli stavano lanciando mille maledizioni -, sorrise e simulò una finta esaltazione.
«Mh, le due giustiziere. Come siete carine! Quella in bianco e quella in nero...» buttò un occhio su Jane. «Tuttavia voglio mettere in chiaro le cose con le buone, perché non mi va di spendere tempo con voi quando altri poveri bambini richiedono il mio conforto.» Si fermò per vedere le loro reazioni - anche se quello era un controsenso perché, immobilizzate com'erano, non avrebbero potuto rispondere nemmeno volendo. Dal loro sguardo nero, però, traboccavano, come fiotti di catrame, il risentimento e il disprezzo; ma Jack riuscì comunque a scorgere anche un sentimento di terribile impotenza. Ne fu immediatamente soddisfatto.
«Siete sottoposte a me, vedete?» tentò di soffocare una risatina di folle eccitazione, mentre univa le mani artigliate e le portava vicino alla bocca dai denti acuminati. Poi si finse a un tratto serio. «Oh, oh, e adesso dove vi lascio?» Le guardò, come se fossero improvvisamente un problema enorme. Come Dina provò a ribellarsi, un altro urlo straziante di dolore riecheggiò in quel buio senza fine; Jane ne fu terrorizzata. Jack continuò il suo discorso, come se nulla fosse successo. «Accidenti! Questo è un problema enooorme!» Si fece pensieroso, poi esultò. «Oh, ho la soluzione! Uhm... Ascoltate, mentre io vado da quelle due dolci ragazzine...»
Dina spalancò gli occhi al limite e una serie di lamenti confusi uscirono dalla sua bocca, mentre tentava di scuotere la testa.

'No... No, diamine, NO!'

«Sì, sì, proprio loro! La castana e la biondina che prima stavate sfacciatamente spiando. Eeh, non si fa! Adesso che me lo hai ricordato, per punizione mi divertirò senza di voi!»
Lo spaventoso sorriso del clown si allargò, tanto che Jane non riuscì a non compararlo a quello che, ormai da due anni, la tormentava e torturava nei suoi sanguinosi incubi: il sorriso malato e inumano sulla faccia sfigurata di Jeffrey Woods.
Indimenticabile.
Era come se qualcuno glielo avesse impresso a fuoco nella mente come una cosa da ricordare, così come nelle sue orecchie ancora risuonavano - anche se distanti - le urla disumane che era stata in grado di lanciare, fino a corrodersi la gola insieme al resto del suo corpo ardente tra le fiamme e la sua stessa rabbia.
Lo sentì.
Fu di nuovo capace di sentire il freddo glaciale della lama premuta sulla sua pelle e, subito dopo il calore mortale del sangue, gli 'sguardi' di tutti, in quella raccapricciante stanza rossa, puntati su di lei come dannati chiodi pungenti.

Jaaane, Jaaane, Jane, sei sempre l'ultima!~

Lei, legata a una sedia, inorridita; e non era stata capace di distogliere lo sguardo da quei cadaveri sorridenti e dai petti squarciati...

Non ti senti in colpa?

...mentre il mostro che non riconosceva più come Jeff la guardava con pura follia nei suoi occhi spalancati al limite e le pupille incolore.

Mentre stavi dormendo, i tuoi amici e i tuoi genitori venivano brutalmente uccisi assieme a quelli di Jeff e a suo fratello

E tu non sei arrivata in tempo, vero?

Jane sbatté le palpebre e, tra questi pensieri confusi e disordinati, riuscì solo a seguire con lo sguardo l'essere in bianco e nero che, piegando la schiena come fosse elastica, scompariva nell'ombra del 'pavimento' più nero dello stesso nero.

Ma la ragazza avrebbe potuto giurare di aver intravisto, con la coda dell'occhio, il clown guardarla di traverso con i suoi occhi che esprimevano un gelo pungente e portarsi un dito alla bocca.

No... Quei ricordi non erano la verità, ma Jane non lo sapeva.

...che lui invece sapesse la verità?

[*]

-*-*_*-*_*-*-

Il cielo plumbeo e la luna, parzialmente nascosta dalle nuvole, brillavano di un bianco cupo e sporco. Le foglie e gli alberi intorno emettevano un fruscio che le sue orecchie elfiche trovavano quasi piacevole.
Aveva approfittato di quel luogo calmo e isolato per assaporare l'amaro della solitudine in contrasto col dolce del cioccolato che stava consumando.
Tuttavia Ben non aveva intenzione di rimanere lì ancora per molto, soprattutto perché non era più solo: quei ragazzi - probabilmente ubriachi - poco lontano da lui stavano cominciando a fare troppo chiasso per i suoi gusti. E poi, per qualche motivo, gli ricordavano maledettamente suo "padre".
Una miriade di ricordi cominciarono ad attraversargli la mente come affilate schegge di vetro. Non voleva più farsi ferire da quelle, e poi il patto era stato chiaro: basta essere deboli... giusto?
Si stava alterando, e un inconscio desiderio di sangue stava crescendo nel suo petto senza che lui potesse farci niente. Non voleva fare loro del male, per quanto odio stesse esplodendo dentro di lui; così come la rabbia, che si stava contorcendo come una bestia in gabbia.
No, decisamente.
L'ultima cosa che voleva era ucciderli. Si stavano solo divertendo, non erano loro il mostro verso cui stava provando rancore. Decise di andarsene: non poteva stare lì, o avrebbe finito per fare ciò che non avrebbe voluto. Così buttò nel cestino la carta del dolce che aveva lentamente mangiato fino a quel momento e si voltò di fretta per andarsene il più presto possibile.

Non muoverti

Si bloccò. Odiava quella voce, e il suo modo di suonare sempre così dannatamente ammaliante e, allo stesso tempo, canzonatoria. «Che vuoi?» sibilò tra i denti.

Ascolta

Ben tese le orecchie. L'unica cosa che sentiva era lo schiamazzare dei soliti ragazzi; erano ancora lì e avevano cominciato a fare commenti poco appropriati su un trio di ragazze che stava disgraziatamente passando di lì. Si chiese se avrebbero urlato così forte anche quando avrebbe tagliato loro la gola... Al che qualcosa dentro il biondino scattò e sentì di perdere il controllo.

Fatti da parte, Ben...

No... Quando mai aveva avuto il controllo?
«Avete finito di fare baccano?!» ringhiò con voce non sua, scaraventando il loro tavolo per aria, comprese le loro amate bottiglie che finirono per sfracellarsi al suolo.

...qui me la vedo io

Le ragazze si erano volatilizzate e i tipi lo avevano fulminato con lo sguardo. «Ehi, che cazzo ti prende?» chiese uno - che sembrava essere quello più spavaldo - avanzando di qualche passo.
Lui non rispose e si avvicinò altrettanto per guardarli meglio. Bastò uno sguardo coi suoi occhi del colore glaciale del sangue per ghiacciarli al loro posto. A un tratto uno cominciò a vomitare rosso e un altro gridò. Qualcuno ridacchiò, troppo stordito dall'alcool per capire quello che stava succedendo. Qualcun altro stava componendo il numero del 911 - il demone poteva sentirlo -, e quello che chiaramente non era più Ben staccò la linea senza nemmeno guardare. Sul suo viso si allargò un sorrisino che non aveva nulla di rassicurante.
«Bramo il sangue... Sì... Il delizioso sangue degli innocenti in contrasto a quello degli eterni dannati... Disgustoso...» cominciò a dire in rochi sussurri e il suo sguardo, benché fisso negli occhi stralunati del gruppetto, sembrava pressoché assente.
Un moro dall'aria ingenua e timida si rivolse riluttante a quello che si era fatto avanti per primo. «A-Andiamocene, Sallow... Ho paura...» [**]
Mentre loro se la davano a gambe, Ben stava iniziando a tornare in sé. O almeno ci stava provando. Una parte stava tornando, mentre ciò che stava dicendo stava cominciando ad assumere la forma dei pensieri di Ben e il demone si rivoltava e ringhiava nella sua mente.

Dobbiamo andarcene, Ben!

Le sirene stavano iniziando a suonare, luci rosse e blu si avvicinavano a una velocità tale da non permettergli di scappare. Era troppo lontano da una fonte tecnologica, teletrasportarsi non gli sarebbe stato possibile stavolta.

Ti prego, muovi quelle gambe!

Ai suoi occhi tutto aveva cominciato a perdere consistenza e le sue gambe cedettero.
«Il vostro... Fa schifo... È ripugnante come quello di quel bastar...-»
Un agente della SCP Foundation fece appena in tempo ad afferrarlo, poi cadde nel sonno dell'incoscienza.

.
.
.

[*] Quanti di voi hanno capito quest'ultima parte su Jane?

[**] Vorrei ricordare che Gloria di cognome fa "Sallow". 🙈

{Angolino dei pazzi in libertà vigilata}

Taaaoh!
Preparatevi, perché da qui la faccenda si fa ancora più intricata. :D
Ben è stato catturato dalla SCP... perché, secondo voi? A che scopo?
In quanto Fan Fiction, ehm... diciamo che la SCP Foundation funzionerà in modo un po'... diverso.
...
Sono quasi sicura che inizierò ad aggiornare una volta a settimana: be', questa storia verrà aggiornata il MERCOLEDÌ! :3
...
Spero ancora che vi stia piacendo❤; se volete, lasciatemi un commento!

otaku-bitch-chan... Credo che la tua richiesta sanguinosa diverrà realtà mooolto presto... *ride molto*

A mercoledì~

•Ari-chan~°

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