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Capitolo 36

Jason ritrae velocemente la mano e si alza di scatto in ginocchio. Prendo aria velocemente e lo spingo per terra con i piedi, mentre a fatica mi allontano da lui. Mentre i miei polmoni recuperano ossigeno, metto a fuoco con gli occhi per vedere cosa è successo. Jason sta guardando la sua gamba destra mentre impreca urlando. Davanti a lui c'è Lucy in piedi, lo sguardo freddo e la pistola in mano. Ce l'ha sotto tiro e ammetto di prendermela comoda nel riprendermi. Quando mi sento meglio mi alzo e vado verso di lei.
Mi fermo perchè mi fa segno con la mano di non muovermi.
<Brutta puttana di merda, tu sei pazza!> urla lui guardandola ricolmo d'odio. Lei gli si avvicina veloce e gli sferra un calcio in pieno viso. Quando cade al suolo inizia a calciarlo violentemente, fino a farlo vomitare. Mentre mi avvicino per fermerla, lei si abbassa al suo livello e gli tira un pugno sulla parte intima, facendolo gemere di dolore. La prendo per le braccia, le tolgo la pistola da mano e la volto verso di me. I suoi occhi sono rigati da lacrime e persi. L'abbraccio forte accarezzandole il capo dolcemente, mentre lei inizia ad urlarle e singhiozzare. Non perdo di vista Jason che è ancora sdraiato sul pavimento.
-Shh, è tutto okay, sto bene, è tutto finito, sono qui- le sussurro dolcemente all'orecchio. Non ha pianto mai davanti a me, nemmeno una volta. Mi ha sempre sorriso e anche quando si arrabbiava o le facevano del male, lei non ha mai versato una lacrima.
<Me la pagherete! Io vi ammazzo> dice ruggendo lui come un pazzo. Continuo ad abbracciare la bionda con il braccio sinistro, mentre sposto quello destro verso di lui. Alla vista della pistola puntatagli contro, sembra aver rinunciato ad aggredirci, fino a quando non inizia a ridere isterico. Io penso sia davvero pazzo.
<Conteneva solo un colpo, ed era per te. Se la tua amichetta avesse preso meglio la mira, forse ora sarebbe tutto finito.>
Faccio allontanare Lucy da me, mentre mi abbasso per prendere il coltellino dallo stivale. Sento un lieve dolore alla caviglia, e penso che tra una caduta ed un altra si sia fatto un bel livido.
<Non mi sembra il momento di allacciarsi le scarpe> sbotta lui divertito. Nascondo la mia arma nella manica e inizio ad avvicinarmi velocemente. Lui si prepara a fermarmi, ma gli lancio la pistola contro e poi gli salto addosso. L'arma gli arriva in fronte, facendolo indietreggiare; con il mio peso, alla fine, cade per terra sbattendo la schiena. Sento dei forti rumori e deduco la polizia sia finalmente arrivata. Mi faccio un taglio su una spalla, poi gli metto il coltellino tra le mani e mi allontano, ritornando da Lucy. In poco tempo siamo circondati e un uomo alto e robusto si fa avanti.
<Lucy porta la tua amica qui dietro, c'è un ambulanza pronta. Qui ci pensiamo noi> dice con voce ferma.
~Grazie Paul~ gli dice di rimando.
Seguo Lucy fino all'ambulanza e non mi giro a guardare né Alisha, nè quel bastardo di suo nipote. Quando saliamo tutti sgranano gli occhi, ma poi iniziano a medicarci. Ci portano in ospedale e chiamano i miei genitori, mentre Lucy chiede cortesemente che non sia avvisato nessuno. I medici la accontentano dato che ha 18 anni, le fanno delle visite di controllo e poi la mettono nel letto di fianco al mio. Non è molto distante e riusciamo a darci la mano. Ci guardiamo per pochi secondi, dopo di che i miei occhi si chiudono stanchi e cado in un sonno profondo.
• • •
Mi sveglio con la luce del sole che filtra dalla finestra e mi accarezza il viso, cosa che odio da morire. Mi volto per cercare un po' di oscurità, trovandola in due occhi neri che mi stanno fissando. Lei è stesa al mio fianco, con un paio di jeans-leggins blu, una canotta nera degli Skillet e delle blaizer nere. Mi guarda sorridendo e poi mi bacia la fronte.
<Buongiorno> dice dolcemente. Mugugno qualcosa simile ad un "buongiorno" e poi mi rifugio tra le sue braccia.
-Che ore sono?- chiedo assonnata.
~Mezzogiorno e mezza~ risponde tranquilla.
-Cosa?- mi alzo i scatto facendola ridere. I miei genitori entrano di corsa nella stanza, si fiondano su di me e iniziano ad abbracciarmi forte. Sebbene mi stiano strozzando più che abbracciando, ricambio nel migliore dei modi.
<Come stai? E la caviglia? Hai male da qualche parte? Siamo così contenti che ti sia svegliata> iniziando a dire contemporaneamente. Guardo la bionda confusa che sta trattenendo una risata.
-Sto bene, non ho male da nessuna parte e ho solamente una gran fame. Che giorno è?-
Dico stiracchiandomi e stendendomi di nuovo, accoccolandomi tra le braccia della mia ragazza. Faccio mente locale solo ora che mio padre non ha mai visto me e Lucy in questo modo, quindi non so cosa stia pensando in questo momento.
<Il 15 febbraio> dice mia madre.
Wow ho dormito per due giorni, ti credo che ho una fame da lupi. Di scatto mi alzo e tutti mi guardano preoccupati. Corro verso il bagno ed esco dieci minuti dopo.
-Avevo delle urgenze- dico tranquilla per rassicurarli, l'unica invece che sembra divertirsi è la bionda. Mi siedo sul letto di fianco a lei, notando che i segni che aveva sul corpo sono spariti, tranne un livido su una spalla e due sulla gamba sinistra.
-Papà, devi sapere una cosa. Lei è la mia ragazza e voglio che tu la accetti nella nostra famiglia.- sono terribilmente seria e nella stanza cala un silenzio da paura.
Lui mi guarda intensamente negli occhi e poi mi sorride dolce.
<Va bene>
Lo guardo un po' stranita e lui ridacchia.
<Amy me ne aveva parlato la mamma qualche mese fa, ma volevo me lo dicessi tu. Con tutto quel che abbiamo passato, non mi importa con chi stai. Se lei ti fa sorridere ed essere felice come ho visto in questi mesi, non vedo perchè dovrei essere contrario> spiega in tono dolce. Mi rilasso e le prendo la mano.
<Ma devo chiedervi di non baciarvi davanti a me, non sono molto abituato a certe cose> ammette imbarazzato. Rido per la faccia buffa ed entrambe annuiamo. Quando i miei ci lasciano sole, la abbraccio forte. La bacio prima dolcemente e poi sempre più famelica.
-Mi sei mancata- le dico ad un soffio dalle sue labbra.
~Sono sempre stata qui~ ribatte confusa. È strano da spiegare ma mi finchè non l'ho vista, abbracciata e baciata, la sentivo lontana. Metto il broncio e smetto di baciarla, mi volto e le do' la schiena.
-Mi sei mancata comunque, stronza- sbotto. Lei mi cinge il fianco con il braccio destro e appoggia la testa sul sinistro.
~Mi sei mancata anche tu~ e mi bacia dietro il collo. Rimaniamo così finchè non ci avvertono che possiamo tornare a casa e ammetto che staccarmi da lei é davvero dura. Rimane a dormire da noi e penso che per la prima volta, le cose stiano andando nel verso giusto.

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