Capitolo 27
È quasi l'intervallo ormai e fuori il tempo non è dei migliori, ma non mi dispiace molto dato che non sono dell'umore adatto per vedere il sole. La campanella suona e non credo di averla mai aspettata così ardentemente. Prendo Lucy per un braccio e la trascino nel retro della scuola per avere privacy.
~Che hai? È successo qualcosa?~ dice confusa e chiaramente disorientata.
-Divertita con la bruna ieri sera?- sbotto. Sgrana gli occhi come se non se l'aspettasse.
~Come scusa?~
-Ti ho vista ieri sera che uscivi da un locale, meno male mia madre non si è accorta di nulla. Allora, divertita?- sto iniziando ad innervosirmi.
~Non ci ho fatto nulla se è questo che vuoi sapere. L'ho conosciuta per caso e mi ci sono messa a parlare~ risponde in tono vago.
-Infatti le sconosciute si prendono per mano- dico quasi ridendo dal nervoso. Mi sta prendendo in giro?
~Amy non è successo nulla, perchè fai così?~ sbuffa infastidita. Dice davvero? Torniamo al punto di partenza? Dove io dicevo A, lei rispondeva B e pensava C?
-Mi hai lasciata sola di punto in bianco nel bel mezzo di un discorso, non mi hai risposto per tutto il resto della giornata, e mentre io sono preoccupata per te e per i fatti miei tu ti vai a divertire?- mi tremano le gambe e le braccia, ma spero non lo noti. La mia voce ormai lascia trasparire irritazione e perplessità.
-E dopo questo hai il coraggio di chiedermi perchè faccio così?-
Mi guarda come se avessi parlato in arabo e la cosa mi fa innervosire ancora di più.
~Bene allora discutiamo ora. Stiamo insieme da sei mesi e tu riesci a dirmi solo che credi di amarmi?~ inizia ad urlarmi a dosso e per la prima volta indietreggio, mentre lei avanza come una tempesta pronta a distruggere tutto.
~L'hai detto tu no? Sono stata la prima, in tutto, e non ci vuole molto per capire che mi ami. Lo so che contano i fatti, ma sai a volte sentirselo dire fa stare meglio, fa sentire amati al 100%.
Come posso continuare a stare con te se nemmeno riesci a dire due parole?~ è ad un passo da me. Gli occhi sono buchi neri dove mi perdo e le mie gambe tremano ancora di più.
-Sei stata la prima in tutto. Quindi perchè dovresti capire come mi sento ora se io non sono stata la tua?-
Non so cosa mi stia succedendo, ma le parole escono da sole, i pugni sono serrati e dentro me sento solo un grande vuoto.
Alle mie parole la rabbia nei suoi occhi lascia spazio solo ad un briciolo di comprensione, come se solo ora iniziasse a capire cosa non va.
-Ci hai mai pensato, a quanto possa essere distruttivo per una persona provare all'improvviso mille emozioni contrastanti? Ci hai mai pensato a quanto potessi sentirmi disorientata e confusa? Come potrei dirti una cosa così importante se non sono sicura nemmeno che ció che provo si rispecchi in quelle parole?-
Si avvicina ma io indietreggio di nuovo.
~Che senso a stare insieme allora se non sai nemmeno quel che provi?~ chiede a bassa voce. La guardo senza sapere come rispondere. Perchè non capisce che non è quello ciò che voglio dire? Perchè non capisce che per me è più di due comuni parole?
La vedo voltarsi e tornare indietro. Stranamente il suo passo è lento, tanto. Non voglio vada via, non puó andare via.
- T-ti a-a...- non riesco a dirlo. È sempre più vicino alla porta per tornare in classe ed io non penso nemmeno mi senta. Corro e la fermo per i polsi. Davanti a me ho la sua schiena e respiro a pieno il suo One Milion. Lei è quella giusta, lo so. Io devo farcela. Se è importante per lei devo dirglielo.
- Io.. Io.. Ti a-am...- mi blocco di nuovo. Impreco dalla frustrazione e senza accorgermene ho fatto forza sui suoi polsi. Lei rimane li, ferma in silenzio, non dice nulla, non se ne va. Suona la campana ma a me non importa, non mi importa più di nulla se non di questo.
-Io. Ti. A-am... Vaffanculo!- sbotto gridando. La volto e la bacio, prendendole il viso tra le mani. Mi guarda sgranando gli occhi come se avessi fatto la cosa piú strana al mondo. Mi stacco violentemente riprendendo fiato.
-Vaffanculo! Ti lascio far parte della mia vita, te la lascio cambiare, ti lascio cambiarmi, ti lascio amarmi, ti lascio me stessa. Perchè ogni volta che lo facciamo, che sia amore o sesso, tu ti prendi sempre una parte di me. Perchè non vuoi capire? Io provo emozioni troppo grandi per racchiuderle in due parole!- urlo frustrata e inizio a piangere. Due pianti in soli sei mesi; e pensare che prima non piangevo nemmeno se mi facevo male sul serio.
-Non sai nemmeno quanto sia frustrante ridursi così per qualcuno, sentirti impotenti, piccoli e idioti a sentirsi confusi, arrabbiati, felici, e altro tutto in una volta.- inizio ad abbassare il tono di voce fino ad arrivare a sussurrare.
-Non sai quanto mi faccia male amarti e non riuscirtelo a dire con due semplici parole.-
Mi guarda senza parole mentre io cerco di trattenere le lacrime che escono da sole, senza che io me ne sia nemmeno accorta. Si avvicina e mi abbraccia, inondandomi col suo profumo. Ricambio molto tempo dopo, quando le lacrime non scendono più, quando il respiro non mi manca più, quando lei non mi manca più.
~Mi dispiace. L'unica idiota sono io. Perdonami~
Non le rispondo. Sto pensando alle ultime cose che ho detto. Io l'ho detto. Gliel'ho detto. Quel vuoto sconfinato si riempie improvvisamente di emozioni contrastanti, che fan si che il mio stomaco si contorca. Si stacca di poco dall'abbraccio e mi guarda negli occhi. Nei suoi vedo riflessi i miei, che non sono più azzurri ma verdognoli e leggermente arrossati.
~Ti amo anche io.~ dice sorridendo serena e asciugandomi le lacrime. Mi da' un lungo, tenero e dolce bacio, dopodiché torniamo in classe. I miei occhi ormai sono tornati alla normalità, mentre dentro di me ciò che si era rotto credo si sia aggiustato. Diciamo al prof di chimica che lei non si è sentita bene, per questo l'ho accompagnata dalle bidelle, per farla stare tranquilla e vedere se peggiorava o migliorava. Il prof ci crede e noi sospiriamo sollevate, entrambe peró con un largo sorriso sulle labbra.
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