Capitolo 2.
É gia giovedì, ma sinceramente non è cambiato ancora nulla. Non ho voglia di tornare lì, ma come al solito mi ripeto che é il mio dovere. Esco di casa dieci minuti prima così da farmi con calma la strada fino alla fermata dell'autobus. Il vento gelido mi accarezza la pelle e in quel momento chiudo gli occhi godendomi la brezza.
Sto ascoltando "Try" di Cobain Caillat e dato che non c'è nessuno inizio a canticchiare.
"Wait a second. Why should you care what they think of you. When you are alone, by yourself. Do you like you?"
Mi interrompo notando l'autobus che si avvicina. Sospiro pesantemente e salgo sopra il veicolo non appena apre le porte. Mi siedo in un posto vuoto iniziando a guardare fuori dal finestrino.
• • •
Sono le 12:50 e suona l'ultima campanella. Tutti si alzano come razzi, mettono via le loro cose e si ammassano all'uscita. O quasi tutti. Due ragazze more e dalla voce leggermente squillante parlano delle loro vacanze e conquiste e dietro di loro tre ragazzi le ascoltano intervenendo ogni tanto. Io dal canto mio metto le cuffie e mi dirigo verso l'uscita passando accanto al banco della ragazza biondo cenere. Mentre si alza e mi sovrasta di pochi centimetri, i nostri sguardi si incontrano e noto che mi sta guardando. Mi guarda come un neonato guarda il suo primo giocattolo e cerca di capirlo a pieno, cerca di capire come funziona, il perchè funziona, come è fatto. Il contatto visivo dura pochi secondi, dopo di che continuo tranquilla verso la porta, quando uno dei tre ragazzi ci si mette davanti. Alzo il mio sguardo azzurro ghiaccio portandolo negli occhi castani dello spilungone davanti a me. Alzo un sopracciglio di disappunto e lui invece mi sorride mostrando il suo sorriso ben fatto. Io dal canto mio non capisco cosa ci sia da sorridere.
<Ehi bella, come va?> chiede facendo la voce suadente. O per lo meno credo ci stia provando.
<Perchè non parli? Ti intimidisco? Non devi avere paura non mordo> dopo di che ridacchia. Una delle ragazze ride con voce stridula e l'altra mormora qualcosa agli altri due dietro di lei. La ragazza biondo cenere dietro di me sospira nervosa anche se non capisco perchè.
-Per prima cosa non mi chiamo 'Bella' come quella di Breaking dawn ma Amy, secondo non sono per nulla intimidita o spaventata.-
La freddezza nella mia voce deve avere raggelato un po' tutti dato che nessuno fiata e il ragazzo davanti a me sgrana gli occhi.
-Ora se non ti spiace puoi spostarti? Dovrei uscire.-
Lo spilungone si allontana leggermente dalla porta ancora mezzo sconvolto ed io esco tranquilla. Alle mie spalle sento una voce femminile ridacchiare e poi dire "Travor ti è andata male stavolta" e subito dopo la stessa voce mi chiama. Mi fermo senza voltarmi dato che so che è la bionda di prima. Dio ma che le ho fatto? È da tre giorni che prova a parlarmi. Si piazza davanti a me ed io mi tolgo una cuffia.
~Non ho mai visto nessuno rispondere così a Travor, sei forte~ ridacchia lei. Forte io? Oh non sai quanto.
-C'è una prima volta per tutto- ribatto tranquilla. Abbiamo ripreso a camminare e mentre ascolto la mia interlocutrice, noto che molti ci fissano. Inizio a guardare tutti in modo minaccioso e questo gesto li fa voltare. Arriviamo alla fermata dell'autobus senza nemmeno accorgermene. Ora che ci penso io non so nemmeno come si chiama. Mi volto verso di lei e la trovo a guardarmi. Di nuovo. La cosa strana è che non mi infastidisce il modo in cui lo fa. Non emana nulla di cattivo, anzi, il suo è un guardare curioso, profondo. Alza una mano e la avvicina con calma al mio volto. Mi irrigidisco e faccio per tirarmi indietro, ma mi blocco notando che sta solo togliendo una foglia dai miei capelli.
-Grazie-
~Prego~ dice sorridendo.
-Il tuo nome?- chiedo con un filo di voce.
~Cosa?~ dice lei senza capire. Sospiro ripetendo la domanda.
~Lucy Megaiver. Scusa ma davvero non sai il mio nome?~
Sembra sorpresa dalla cosa, anche se non capisco il motivo.
-Non ho mai imparato i nomi delle persone con cui andavo in classe, e non mi è mai interessato saperli- ammetto come se fosse la cosa più normale al mondo. Mi guarda sorpresa, ma poco dopo fa un piccolo sorriso.
~Beh mi sembra che il mio tu l'abbia voluto sapere. Mi ritengo importante sappilo~ dice a bassa voce. Sorrido divertita e lei si morde il labbro. Non so perchè, ma quel gesto cattura la mia attenzione. Si accorge quasi subito del mio fissarle le labbra e per questo, quella che sorride divertita ora é lei.
~Ho ottenuto due espressioni diverse e il tuo interesse per il mio nome in 10 minuti che stiamo insieme. Devo piacerti molto~
Il tono con cui parla é divertito ma sento che c'è altro.
-Sei strana- mi limito a dire. L'autobus arriva alle 13:00 precise ed io salgo. Mi siedo più o meno nel sesto o settimo posto e noto che Lucy fa la stessa cosa. La guardo inarcando un sopracciglio di disapprovazione.
~Non ti sto seguendo, oggi devo andare da...da una mia amica e devo prendere l'autobus per arrivarci.~ si giustifica lei. Lascio stare e rimetto la cuffia destra. O almeno ci provo ma lei me la ruba e se la infila nell'orecchio destro. Stacco il cavo delle mie cuffie dal mio telefono e lo infilo nel suo. Lei inizia a selezionare vari brani e trascorro il viaggio ascoltando Green Day, Avril Lavigne e Nirvana. Sta per iniziare una canzone che conosco bene, quando lei stacca il cavo e mi sorride. La vedo scendere dal veicolo e dirigersi verso una villetta. Ho già rimesso la musica dal mio telefono e inizio a guardare fuori dal finestrino. Una scena cattura per qualche secondo la mia attenzione. Vedo una ragazza dai capelli neri abbracciare Lucy e poi baciarla. La cosa mi lascia un po' perplessa dato che non pensavo frequentasse una ragazza, ma non mi interessa più di tanto. Arrivata a casa inizio a mangiare un po' di pasta al sugo e nel mentre, imparo i nomi di tutti i miei compagni di classe a memoria. Ci metto tre minuti circa e dopo fatto ció, metto a posto la casa e inizio a fare ció che amo di più: cantare. La sera passa tranquilla e mia madre mi racconta di quanto è grande il suo ufficio, del personale e altre cose riguardanti il nuovo lavoro. Accenno ad un sorriso forzato per poi alzarmi, sparecchiare e andare in camera mia. Mi addormento con le cuffie nelle orecchie senza nemmeno mettere il telefono in carica.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro