Capitolo 5 ; Bumps In The Road
Mi svegliai con un sorriso in viso, il che era una cosa che non facevo da molto tempo. Saltai giù dal letto e mi diressi verso il cassetto per cercare qualcosa da indossare.
Di solito non me ne importava del mio aspetto, ma soprattutto non mi era mai importato che cosa pensassero le persone di me. Però oggi volevo avere un bell'aspetto. Non c'era mai stata un'occasione valida, invece oggi si: Adam.
"Qualcuno è di buon umore oggi?" disse Harry sorridendo mentre entra nella mia camera.
"Credo di si" risposi sorridendogli. Questa mattina mi stavo truccando molto attentamente. Non mi ero mai stata una persona che si truccava in modo pesante, anche se il trucco da una certa luce.
"Lasciami indovinare...sei felice perché Adam ti ha chiesto di uscire insieme?" chiese Harry.
Cominciai ad arrossire "Forse" fu l'unica risposta che gli detti.
"È bello vedere un sorriso sul tuo viso. Ti dona amore" disse Harry. Poi mi alzai per andarmene e Harry fece lo stesso.
"Mia, vieni qui un secondo?" mi disse mia madre mentre stavo per uscire dalla porta di casa. Andai da lei in cucina, Harry mi seguì. Stava finendo di lavare i piatti e quando mi vide, si fermò. "Ho sentito che andrai ad un appuntamento?"
"Glielo hai detto?" chiesi a Harry. Mi voltai per dargli una pacca sul braccio.
"Okay scusa, mi è scappato" mormorò Harry.
"Con tutti i dettagli" aggiunse mia madre. Sospirai, non ero mai stata a nessun 'vero' appuntamento. Sapevo già che cosa mi avrebbe detto.
"Prima che tu vada a questo appuntamento, voglio parlarti. Okay tesoro?" disse mia mamma.
"Okay mamma. Ora dobbiamo andare a scuola però" dissi, dopo di che mi voltai per andarmene.
"Buona giornata" mormorò. Poi riprese a lavare i piatti.
Una volta che io e Harry fummo in macchina ed accese il motore, spensi il volume della radio. Ora era completamente silenzio.
"Hey!" disse Harry. Allungò immediatamente per riaccenderla ma io non glielo permisi "Perché le hai raccontato di Adam?" gli chiesi.
"Ero serio, mi è scappato per sbaglio. Stavamo parlando un po' ed è successo" ammise.
"Stava parlando di ragazzi vero?"
"Già, esattamente" disse Harry, sorridendo e le mie guance cominciarono a tingersi di rosso. Posizionai la mia mano sulla mia fronte e scossi la testa dall'imbarazzo.
"Solo, non raccontarle nient'altro okay? Lascia che sia io a parlargliene" dissi, cominciando a diventare seria.
"Okay" disse sorridendo di nuovo, poi riaccese la radio.
"Oh mio dio Mia, sei bellissima!" disse Sammy appena mi vide. "Se stai cercando di sorprendere Adam, ce la stai facendo!"
"Grazie" risposi mostrandole un sorriso e arrossendo.
"Non riesco ancora a crederci che Adam ti ha chiesto di uscire. Siete una coppia perfetta" disse Sammy, il che fece spuntare un piccolo sorriso sul mio viso. "Ma non siete niente confronto a cosa tu e Harry potreste essere stati" aggiunse.
La colpii sul braccio e il mio sorriso scomparì. "Possiamo smetterla di parlare di questa cosa qui ?" dissi, riferendomi alla scuola.
"Scusa" mormora mentre strofina il braccio.
"Non ti preoccupare. Spero che questa relazione funzioni ma sopratutto, spero che mi aiuti a dimenticarlo" ammisi.
"Cosa?" chiese scoccata.
"Beh, non c'è più speranza..." dissi, ed entrammo in classe.
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C'erano ancora 3 momenti che aspettavo con ansia di quella giornata; la terza ora, la sesta e la nona. Erano le uniche ore in cui io e Adam avevamo lezione insieme, tutto ciò mi rendeva felice.
Non riuscivo a crederci che avevo veramente un fidanzato. Ero Mia, la sfigata della scuola, certo non ero la più brutta, ma non attiravo l'attenzione dei ragazzi.
La terza ora arrivò molto velocemente. Quando entrai, Adam era già seduto al suo posto. Appena mi vide entrare dalla porta, il suo sorriso si ingigantì.
Mi fece segno di venire a sedermi vicino a lui, così feci. Non mi accorsi che il mio piedi si trovava dietro ad una gamba di un banco e prima che lo sapessi, BAM! Ero finita sul pavimento. I miei libri andarono dappertutto, la caviglia storta, senza contare che avevo appena fatto una figura di merda davanti al mio nuovo fidanzato.
"Mia stai bene?" disse Adam e mi aiutò ad alzarmi. Raccolse i miei libri e li mise sopra al banco a fianco al suo. "Come sta la tua caviglia?"
"Sta bene" mormoro. "Grazie"
"Tranquilla" disse sorridendo.
Durante l'ora di inglese, Adam ed io parlammo molto. Beh, non che avessimo il permesso o il signor Roberts ci avrebbe mandato in detenzione. Avevo scoperto alcune cose Adam...aveva due sorelle, one più vecchia e una più giovane, i suoi genitori erano sposati, il suo colore preferito era il blu, ...aveva avuto solo una relazione seria prima, il suo sogno è di diventare designer...okay forse più che qualcosa.
Erano passate solamente tre ore: Fotografia, FCE (Family Consumers Education) e culture del mondo. Come avevano fatto a passare così velocemente le ore che amavo di più e quelle che non mi piacevano così lente?
A fotografia avevo preso una B- sul mio progetto da fare all'aperto. Forse il signore Devine non era un tipo a cui piace stare fuori... A FCE dovevo cucinare un piatto, di cui non avevo mai sentito parlare, da sola perché il mio partner non c'era...e a culture del mondo avevamo guardato un film sulla seconda guerra mondiale.
Finalmente ora di pranzo! Mi sedetti vicino a Sammy, come sempre e di solito nessuno si sedeva con noi. Adam venne verso di noi con e un piccolo sorrisino apparse sul suo volto. 'Cerca di noi fare altre brutte figure davanti a lui' dissi a me stessa.
"Hey" ci salutò. Cominciò a mangiare il suo pranzo, mentre Sammy continuava a mandarmi frecciatine e occhiolini. Le colpì giocosamente la gamba, poi le dissi di finire il suo cibo.
Conclusi di mangiare e quando stetti per alzarmi, Adam mi fermò prendendomi per il braccio.
"Andrò io, non voglio che inciampi di nuovo" disse. Diventai rossa come un peperone.
"Sei inciampata?" chiese Sammy una volta che Adam era abbastanza lontano da non sentirci.
"Contro un banco" ammisi.
Sammy cominciò a ridere e non potei fare a meno di unirmi a lei. Ero così goffa...Adam ritornò molto velocemente e lui e Sammy continuarono a chiacchierare finché la campanella suonò, segnalando la 7' ora, ovvero ginnastica. Odiavo ginnastica con tutta me stessa, non ero brava a far nulla.
Sorprendentemente ero sopravvissuta e l'ora di Choir (coro) passò velocemente...finalmente l'ultima ora: geometria. Anche Harry aveva geometria ora.
"Sembri felice!" disse Harry quando mi sedetti vicino a lui.
"Da cosa lo deduci?" gli chiesi confusa.
"Dal sorriso che non lascia mai le tue labbra" disse.
"Oh" risposi, ridendo un po'. "Beh hai ragione, a parte essere inciampata"
"Inciampata?" chiese cercando di trattenere una risata.
"Dai ridi. Non mi sono fatta male" dissi. Harry scoppiò a ridere e non riuscì a trattenermi perciò mi unii a lui. Non era stato poi così imbarazzante. Era stato più romantico dato che Adam mi aiutò a rialzarmi.
"Come va tra te e Adam? Andate d'accordo?" chiese seriamente.
"Si. Mi piace molto" risposi sorridendo.
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"Allora quand'è l'appuntamento?" chiese mia madre appena finimmo cena.
"Domani" risposi.
"Dove ti porterà?" domandò.
"Non ne ho idea. Verrà a prendermi alle 7"
"Ho solo alcune regole..." disse. Oh dio, aiutami.
"Okay" mormorai.
"Quando dici no, no significa no. Se non lo accetta come risposta, non si merita il tuo tempo"
"Perché non dovrebbe accettare la mia risposta?"
"I ragazzi sono affamati di sesso"
"Okay ho sentito abbastanza" dissi. Non mi sentivo a mio agio a parlare con mia mamma di certi argomenti.
"Cerca di essere a casa alle 10:30" disse. Annuii, poi lei continuò con le sue regole.
"Non fumare e bere"
"Lo so mamma, non lo farei comunque"
"Bene" rispose. "Passa una bella serata"
"Grazie..." dissi.
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Il giorno seguente uscimmo da scuola 3 ore prima dato che non avevamo nessuno lavoro di gruppo da svolgere. Gli insegnanti avevano deciso di fare dei giochi o di guardare un film in ogni classe tutta la mattinata. A fine giornata, stavo camminando per andare da Harry che si trovava alla sua macchina quando un braccio mi afferrò per il polso.
"Ciao" mormorò con un piccolo sorriso abbozzato sulle labbra. "Sei impaziente per questa sera?"
"Non vedo l'ora!" risposi.
"Anche io. Ci vediamo più tardi" disse abbracciandomi, dopo di che se ne andò verso la sua auto. L'abbraccio mi dette le farfalle nello stomaco, non riuscivo a smettere di sorridere. Raggiunsi la macchina di Harry ed entrai dentro.
"Vi ho visti" disse Harry con un grande sogghigno in viso.
"Ci stavi spiando?" domandai giocosamente.
"Certo. E dirò tutto a tua madre" scherzò. Risi e un poco e poi mise in moto il motore.
Quando arrivammo a casa, mia mamma mi sorprese con delle nuove gonne e magliette. Evidentemente le importava del mio aspetto. Ero sicura che volesse che questo appuntamento fosse perfetto, il che era esattamente come mi sentivo.
Uscimmo da scuola all'una perciò avevo ancora alcune ore a disposizione prima di iniziare a prepararmi. Decisi di pulire la mia stanza e riordinarla. Guardai alcuni episodi di Pretty Little Liars, persino riorganizzato lo scaffale di mia mamma. Mi annoiavo a morte e avevo così tanto tempo per pensare. Ero talmente felice che avevo iniziato a tremare. La sveglia del mio cellulare suonò così saltai, perché significava che era arrivata l'ora di cominciare a prepararsi. Corsi su per le scale, quasi inciampando di nuovo. Okay, forse l'eccitazione stava avendo la meglio su di me. Scelsi i vestiti, li indossai e mi sistemai il trucco. Mi mi preparavo i capelli, Harry entrò nella mia stanza e teneva qualcosa nascosto dietro la schiena.
"Hai bisogno di uno di questi?" disse tirando fuori un piccolo pacchetto. Non sapevo che cos'è finché non riuscii a vedere bene. Un preservativo.
"No! Non sono interessata!" urlai.
"Calmati Mia, stavo solo scherzando!" disse ridacchiando.
"Perché li hai comunque?" chiesi.
"Sono un ragazzo, che cosa posso dire?" disse, il che mi fece ridere.
Ero pronta ed erano le 6:45. Adam potrebbe arrivare in qualsiasi momento...ero troppo impaziente. Arrivò alle 6:54, giusto prima delle 7. A qualcuno piaceva essere in anticipo...
"È Adam?" chiese mia mamma mentre correvo ad aprire la porta. Feci un ceno con il capo e sorrisi.
"Sono Jennifer. Mi puoi chiamare Jen se ti va" disse felicemente e gli porse una mano.
"Piacere di incontrarla" rispose Adam educatamente.
"Divertitevi stasera e state attenti!"
"Mamma!!" squittii.
"Intendevo in macchina tesoro" le mie guance diventarono rosse. Lo trascinai fuori dalla prima che potessi fare altre brutte figure ed entrammo nella mia auto.
"Allora dove andiamo?" domandai.
"Ad un ristorante che conosco..." rispose. Tese la mano verso di me ed io l'afferrai subito. La mia mano era abbastanza piccola confronto alla sua, anche se era una bella sensazione sentire il tepore della sua mano che avvolge la mai.
Giungemmo al più bel ristorante di tutta la città chiamato Shapiro's. Ci ero stata due volte nella mia vita e non riuscivo a credere che mi avesse portata qui.
"Adam, mi hai portata qui per davvero? Sai quanto costa?" chiesi meravigliata.
"Ho voluto portarti nel miglior posto" ammise dolcemente con un sorriso. Scese dall'auto, poi venne dalla mia parte e mi aiutò a uscire.
Ci sedemmo in un tavolo nella parte posteriore del locale. C'era una luce fioca, giusto per vedere dove si andava. Il tutto era semplicemente romantico...c'era delle candele, dei fiori e dei bicchieri d'acqua sul tavolo.
Il cameriere venne a prendere le prenotazioni. Cercai di rimanere leggera per sembrare raffinata. Non volevo sembrare un porcello di fronte al mio primo fidanzato serio.
A metà serata, mi venne in mente un'dea alla quale volevo una risposta prima che le cose si facessero troppo serie fra di noi.
"Posso farti una domanda?"
"Certo" rispose Adam.
"Perché mi hai chiesto di uscire insieme? Perché ti piaccio?" domandai nervosamente.
"Beh, sei bellissima. È da un po' che volevo chiederti di uscire insieme perché sei stupenda e voglio conoscerti meglio. Ecco perché" disse. 'Aww' mi chiedo se era solo nella mia testa o lo dissi ad alta voce...
Il resto della serata andò veramente bene e riuscii a non fare altre brutte figure per il resto dell'appuntamento. Di fuori era molto freddo, così Adam mi lasciò la sua giacca. Aveva un profumo molto buono, tant'è che non riuscivo a capacitarmene.
Mi riaccompagnò a casa. Quando arrivammo, uscì e venne ad aprirmi la porta della macchina. Andammo insieme verso l'ingresso principale della mia casa e prima che aprissi la porta, mi afferrò per il polso. Gli mandai un'espressione piena di confusione, dopo di che si avvicinò e fece scontrare le nostre labbra.
"È stata una bella serata" ammisi quando ci staccammo.
"Anche per me. Ci vediamo lunedì" disse, poi tornò alla macchina.
"Aspetta!" urlai, così si voltò. "Ti sei dimenticato di questo" glielo ridetti.
"Grazie" disse. Se ne andò.
Entrai in casa. Detti uno sguardo all'orologio: erano le 9:38. La maggior parte delle luci erano spente, a parte quella del salotto. Mia mamma e il papà di Harry erano nella loro stanza insieme, probabilmente stavano facendo le loro cose, di cui non volevo sapere niente. La porta di Harry era socchiusa e uno spiraglio di luce filtrava attraverso, quindi doveva essere sveglio. Bussai alla sua porta, entrai lentamente, sperando che non stesse facendo qualcosa che non avrei mai voluto vedere. Era disteso sul suo letto e usava il cellulare mentre ascoltava musica.
"Hey! Com'è andato l'appuntamento?" domandò quando entrai.
"Molto bene" risposi.
"Che cosa è successo?" chiese Harry.
"Mi ha portata da Shapiro"
"Cosa? Il ristorante più bello in città?" chiese.
"Esatto" risposi. "Un posto veramente meraviglioso e ha pagato tutto lui. Dopo la cena abbiamo fatto un giro in macchina e poi mi ha riportato a casa. Fuori era freddo così mi ha dato la sua giacca e ci siamo baciati prima che ne se andasse"
"Sembra che tu abbia passato la notte perfetta" sorrise "Sono felice".
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Un mese più tardi...
Adam ed io andammo ad altri 4 appuntamenti dopo il primo. Ci eravamo dati da fare. Passammo molto tempo insieme e si era anche avvicinato alla mia famiglia. Oggi sarebbe stata la prima volta che andavo a casa sua. Non avevo ancora incontrato i suoi genitori.
Entrammo nella sua casa. Tutto era silenzioso. Non c'era nessun movimento o rumore, il che mi incuriosì dato che avrei dovuto incontrare i suoi genitori.
"Oh, credo non siamo a casa adesso" disse Adam. "Vuoi venire di sopra in camera mia?"
"Uhh okay?" disse. Mi afferrò per la mano e mi guidò verso la sua stanza. Salimmo le scale, poi entrammo attraverso la seconda porta alla destra.
"Eccoci qui" disse. Era piuttosto pulita per essere una stanza di un ragazzo. La trapunta del letto era nera e vicino ad esso nell'angolo si trovava una piccola sedia. Il tappeto era nero, mentre i muri erano un blu non troppo scuro. Aveva anche un cassettone con sopra un paio di riviste comiche, dei libri e una tv a schermo piatto.
"Carina" mi guardai intorno.
"Vieni qui, siediti sul letto con me" disse. Il suo invitò mi rese nervosa...i letti non portano mai niente di buono.
"Okay" mormorai sedendomi giù vicino ad Adam. Circondò la mia vita con il suo braccio e mi strinse più vicino a se. Si avvicinò al mio viso e cominciò a baciarmi. Le nostre labbra si incontrarono, così cominciammo a pomiciare.
Non mi sentivo ancora agitata. Forse questo ragazzo voleva solo baciarmi, ma come disse Harry, era un ragazzo. Le sue mani rimasero sui miei fianchi, finché una si spostò nella parte interna della mia gamba. Stavo per toglierla e bloccare questa situazione, però non volevo ferire i suoi sentimenti. Forse la sua mano non significava nulla, quindi lasciai perdere...
Adam mi spinse indietro sul letto e si sporse verso di me, baciandomi con più foga. Iniziò a baciarmi lungo il collo. Capii esattamente dove voleva arrivare...
"Adam?" chiesi.
"Cosa?" domando tra un bacio e l'altro.
"Sono vergine" gli dissi, cercando di fargli capire che non volevo farlo.
"Lo so" rispose continuando a lasciare baci lungo il mio collo.
"Non voglio farlo" dissi finalmente. Si fermò.
"Perché no? È divertente!" disse. Oh no.
"Riesci a capire che non sono pronta?" chiesi.
"Ognuno è pronto. Quando succede, succede. Non è una gran cosa" disse, dopo di che riprese a baciare il mio collo.
"Adam..."
"Andiamo, divertiamoci un po' " la sua frase mi silenziò. Non sapevo che cosa dire per farlo smettere. Dubitavo che quello che aveva detto fosse vero. Non tutti sono pronti. Non succede quando succede, dovrebbe essere speciale. Forse non sarebbe stato male, ma era la persona giusta?
Cambiò posto e mi baciò lungo la scollatura della mia maglietta, poi me la tolse. Sapevo ciò che sarebbe successo.
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Mi sentivo come una persona diversa. Non sapevo a chi raccontarlo. Non sapevo se era stato un errore oppure la cosa giusta. Mi sentivo strana.
"Qualcosa non va?" mi chiese Harry durante il tragitto in macchina verso scuola.
"No" mormorai.
"Sembri diversa" mormora.
Alzai solamente le spalle. Quando arrivammo a scuola, Adam mi aspettò all'ingresso e poi andammo dal mio armadietto.
"C'è qualcosa che devo dirti" disse.
"Cosa?"
"Non penso che stia funzionando..." disse.
"Cosa?!" chiesi scioccata. Avevamo appena dormito insieme! Aveva preso la mia virginità. "Non sono stata brava o cosa?" dissi a bassa voce.
"No piccola sei stata bravissima. Penso sia ora di lasciarci" ammise.
"Mi hai usata solo per il sesso?"
"Non comportarti come se non lo sapessi. Non sei la prima" e con questo se ne andò.
Mi sentii un buco nello stomaco. Mi sentivo come se stessi per rompermi in mille pezzi. Lacrime scesero dal mio viso. Cercai di fermarle ma non ci riuscii.
"Mia, cosa c'è che non va?" domando Harry mentre veniva verso il mio armadietto. Non sapevo se dirglielo o no, continuai a piangere. Harry avvolse le sue braccia intorno al mio corpo e cercò di farmi smettere di piangere, mormorando frasi come "Shh, è tutto okay".
La campanella suonò e gli studenti entrarono nelle loro classi. Nel frattempo io e Harry rimanemmo nel corridoio. Mi tenne stretta al suo corpo finché le lacrime non smisero di scendere, anche se eravamo in ritardo di 5 minuti per le lezioni.
"Harry siamo in ritardo" mormorai.
"Non mi importa. Che cosa è successo?" domando con un'espressione seria.
"Centra Adam" sussurrai.
"Cosa ha fatto? Vi siete lasciati?" chiese.
"Forse"
"Mia! Smettila di lasciarmi fuori, che cosa è successo?" disse.
"La scorsa notte siamo andati a casa sua..." cominciai a raccontare.
"Okay" disse confuso.
"I suoi genitori non erano a casa..." dissi cercando di raccontare la storia il più lentamente possibile.
"Oh dio. Ti ha convinto a dormire insieme a lui vero?" la sua espressione cambiò, era furioso.
Feci un cenno con la testa e quasi ripresi a piangere "Mia, non piangere di nuovo, per favore. Che cos'altro è successo?"
"E poi adesso, mi ha lasciato. Mi ha solo usato per entrare nelle mie mutande" un'altra lacrime cadde dal mio viso. Harry mi strinse in un abbraccio.
"Mi dispiace Mia. Non ti meriti tutto questo" disse tenendomi stretta finché un'insegnante ci disse di entrare in classe.
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