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Capitolo 50

Trevor

La stringo forte al mio petto e poco dopo la sento respirare a fondo e premere le mani sul mio petto- "Ho bisogno del bagno"- gracchia alzandosi velocemente e correndo nella direzione di esso, alzo gli occhi al cielo e constato che effettivamente l'effetto dell'alcol non mi mancava affatto, la raggiungo velocemente ridacchiando appena quando la vedo con la testa nel water, credo di amarla ora come non mai.

Mi chino vicino a lei chiudendole i capelli in una coda spettinata appoggiandomi successivamente alla sua schiena, sembra un fottuto déjà vu- "Va bene, sto bene. Sto bene"- ripete gettando la testa all'indietro toccandosi le tempie, il sui trucco é letteralmente andato a farsi fottere ma non riesco a smettere di guardarla: é la ragazza più bella che io abbia mai visto anche in questo stato, é semplicemente perfetta.

Appoggia la testa al mio petto e proprio in quel momento un conato di vomito la attraversa costringendola a scaricarsi sulla mia figura- "Scusami"- gracchia di nuovo, gira la testa di lato ma poi le bacio la testa aiutandola a tornare sul water- "Sei proprio un disastro"- ammetto, alza un dito medio prima di tornare a vomitare- "Ma ti amo così tanto che posso sopportare un po di vomito"- sussurro continuando a massaggiarle la schiena.

Mezz'ora dopo siamo ancora in bagno, io a petto nudo a causa del suo vomito sulla mia maglia, lei fortunatamente non vomita più
ma si vede perfettamente che non sta bene, trema ma non ha la febbre, sta semplicemente male e ne comprendo appieno il motivo.
È però riuscita a trovare la forza per lavarsi i denti e cambiarsi.
Ripenso alle sue parole, a quella maledetta serata, a tutti ciò che ha dovuto spiegare e a come lo ha spiegato riesco a percepire ciò che ha provato e quell'urlo, quello che poco fa ha fatto quando è caduta a terra, ha lacerato il mio cuore in mille pezzi, è stato come avere il suo dolore addosso.

Continuo a stringerla a me cercando di scacciare via quelle parole e invece più mi sforzo più le sue parole risultano chiare nella mia testa, non ce la faccio e così la rabbia incombe su di me portando le mie mani un po più lontane dal suo corpo per poterle stringere e quindi non farle male ma cercare di calmarmi da solo senza prendere a pugni nessuno;
se solo ricordasse chi siano stati quei tre maledetti farei di tutto per fargli ritrovare senza i loro organi genitali.

Layla alza il busto di un po guardandomi finalmente in faccia- "Scusami io-"- prova a dire iniziando a gesticolare in maniera disordinata- "Non ti devi scusare di nulla, è anche a questo che serve un fidanzato"- le ricordo intrecciando le nostre dita sotto il suo sguardo attento, sorride ma non mi guarda, sospiro e mi alzo facendo fare a lei la stessa cosa poi le faccio alzare la braccia togliendole la maglietta e successivamente il pantalone, ella mi guarda confusa e parecchio a disagio.

"Io non me la sento di-"- inizia a dire ma la blocco di nuovo- "Non voglio fare niente, facciamo solo una doccia calda, ci stai?"- le accarezzo il viso senza riuscire neanche un secondo a distogliere lo sguardo dal suo, sono fottutamente perso, ella sorride triste- "Si mi farebbe bene. Trevor io voglio dirti che ti amo, so di essere un incosciente ma ti amo davvero"- appoggia le mani ai lati del mio collo, le labbra tramano, gli occhi parlano, le mani stringono la presa, le mie labbra racchiudono le sue e una lacrima solca il suo viso mentre la sua anima esplode di nuovo sgretolandosi in cerca della mia.

Layla è una ragazza forte ma lei non crede di esserlo, essere ancora qui dopo quello che ha subito è pazzesco, non tutti ne sarebbero stati in grado- "Io ci sarò sempre per te ok? Ti ascolterò anche se il mondo stesse crollando ai nostri piedi, ti sosterrò e ti aiuterò e tutto questo perché ti amo più di me stesso"- appoggio la fronte alla sua respirando troppo velocemente e quella che sembrava essere solo una stupida ossessione verso una ragazza diventa amore sotto il mio naso.

Continua a sorridermi fino a quando non entriamo entrambi nella vasca pronti per una doccia rilassante- "Non ho finito di raccontare prima"- afferma giocando con i nostri anelli- "Non ce n'è bisogno piccola"- sussurro chiudendo gli occhi e stringendo instintivamente il suo corpo più forte- "Trevor é tutto ok, é un passo avanti il solo fatto che sono riuscita a raccontartelo, fammi finire ora- sospira appoggiando la sua testa nell'incavo del mio collo bagnando cosi i suoi capelli racchiusi in una crocca disordinata- dopo quello che é successo sono caduta in una sorte di depressione"- chiudo gli occhi imitando il suo gesto e tirando quindi la testa all'indietro-

"Sembravo una palla, balzavo da un ospedale all'altro, non riuscivo a stare a casa mia per più di una sera era orribile, cosi venni trasferita in una casa di recupero.
Erano tutti gentilissimi e il loro obbiettivo era quello di farci superare i nostri traumi e riprendere in mano la nostra vita; ho incontrato molte persone là dentro, tutte con un passato diverso dall'altro, tutti con un passato estremamente doloroso, un po come il mio"- esordisce sospirando triste, é cosi bella in questo momento che é estremamente difficile resistere dal girarle la faccia e baciarla dappertutto fino a farle sentire che ormai sono parte di lei, non é una gabbia quella in cui entrambi siamo, é molto più bello, siamo liberi di esporre le nostre debolezze, io lo faccio con lei e lei lo fa con me.


Sospiro anch'io depositandole un bacio sulla tempia e circondando, per l'ennesima volta, il suo corpo con le mie braccia imponenti- "Come ne sei uscita?"- le chiedo più che interessato, esita un attimo senza distogliere lo sguardo dai nostri anelli- "Non l'ho fatto, non ne sono uscita completamente c'è ancora qualcosa bloccato all'altezza dello stomaco, non riesco a digerire ciò che mi hanno fatto"- sibila con voce strozzata, é il momento di fermarla- "Amore ti ricordi quel famoso appuntamento che mi dovevi?"- le chiedo sorridendo, ella sembra un attimo confusa- "Certamente ma cosa centra?"- ribatte- "É il momento di restituirmelo, ci prepariamo e usciamo insieme, ti va?"- affermo intrecciando le nostre dita sul suo ventre, annuisce poi si gira e la prima cosa che noto é il suo sorriso smagliante.

Mi avvicino al suo viso accarezzando la sua schiena lentamente- "Vedi questo?- alludo al suo sorriso penetrandola col mio sguardo- questo é quello che voglio vedere io sul tuo viso, é quello che voglio sempre"- ammetto inebriato dal suo essere- "Ti amo Trevor"- dice solamente rintanandosi sul mio petto, ridacchio- "Lo stai dicendo troppe volte signorina ci farò l'abitudine"- sorrido ancora sentendo lei fare lo stesso- "Meglio così"- ripete ciò che ho detto io poco prima su quel prato dove i nostri 'io' si sono fusi in 'noi'.

Mi rintano nella stanza degli ospiti mentre lei occupa la mia stanza per prepararsi, l'idea che si prepari solo per me riesce a farmi eccitare un sacco, indosso una maglietta nera lunga semplice e leggera e un pantalone grigio elegante quanto basta per il posto in cui la porterò, un ghigno si forma sul mio volto poi scuoto la testa e mi muovo nella direzione del bagno e quando ci arrivo sistemo i capelli col gel, una spruzzata di profumo e i miei piedi si muovono da soli per vedere se il mio gioiello é pronto;

provo ad aprire la porta ma scopro essere chiusa, busso ma niente, busso di nuovo e la preoccupazione si fa spazio nel mio corpo- "Layla é tutto ok? Stai bene?"- chiedo velocemente, passa un po di tempo ma nessuno mi risponde, cerco di aprire ancora una volta la porta ma é del tutto inutile- "Layla, Layla rispondimi!"- sbotto senza preoccuparmi di contenermi, vado in salotto dopo poco girando avanti e indietro cercando una spiegazione logica, la maglietta sembra improvvisamente tropo stretta per me, alzo le maniche provando a chiamarla sul cellulare ma niente.

Forse si é addormentata di nuovo oppure é troppo concentrata e non sente ma sarebbe stranissimo, nel momento esatto in cui mi giro la ritrovo davanti a me con uno strano cipiglio sul volto- "Stai bene?"- mi chiede, sospiro e mi avvicino a lei sorridendo, attacco le nostre labbra verificando se é lei veramente, ridacchia e mi prende il viso tra le mani mandando a puttane ogni mia speranza di difendermi da lei- "Che facevi in camera? Mi sono preoccupato perche non rispondevi?"- sussurro bisognoso di un contatto con lei- "Stai tranquillo, avevo le cuffie per questo non avrò sentito, é tutto ok amore"- mi prende le mani tra le sue stringendole per poi abbracciarmi e lasciarmi un bacio sul collo.

La allontano e non posso far meno di chiedermi cosa ho fatto per meritarmi lei, la creatura piu bella che io conosca: indossa un abito rosa con un scollo a 'v' profondo ma delicato, le maniche lunghe e una gonna lunga che le ricade dolcemente dalla vita in giù e infine un paio di tacchi color oro, semplicemente perfetta- "Scusa ma dove l'hai presa tutta questa roba?"- le chiedo senza riuscire a smetterla di guardarla- "Avevo portato un po di vestiti da te e questi erano nascosti per questa occasione"- risponde furba accollandosi al mio petto- "Sei meravigliosa e mia"- sussurro al suo orecchio- "Anche tu sei fantastico"- risponde ridacchiando appena- "E mio"- aggiunge prima di prendermi il viso a coppa e baciarmi dolcemente.

Quando si stacca intreccia le nostre dita e il malessere di qualche ora prima sembra piano piano scomparire.

Raggiungiamo la mia Maserati blu e senza altri intoppi ci dirigiamo in un posto, divenuto per me, speciale- "Non mi dirai dove stiamo andando vero?"- afferma guardandomi senza scrupoli- "Esattamente, però amore se continui a guardarmi così mi consumerò"- ridacchio afferrandole la mano- "Tanto meglio, sei roba mia"- ringhia girandosi di lato, scuoto la testa portandomi la sua mano alla bocca.

Questo gesto è come un rito per me, un antistress, è molto naturale e stupendo, non lo avevo mai fatto con nessun'altra donna dopo mia madre; al solo ricordo sento la pelle accapponarsi, mia madre è e rimarrà sempre il mio punto di riferimento, non cambierà mai.
Sorrido al suo ricordo e penso che non è poi così tanto male la sua figura che torna a farmi visita qualche volta.

Mi giro verso il mio fiorellino e vederla così rilassante mi fa venire una stretta al cuore che mi fa deglutire e distogliere lo sguardo, come se ella fosse troppo anche solo per essere guardata, come se fosse uno spreco.

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