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Capitolo 40

Cody
Aspetto impaziente l'arrivo di Becky cercando di rendermi il più possibile presentabile.

Mi guardo allo specchio, faccio schifo, sono pallido, numerose fasce ricoprono il mio corpo. L'addome é fasciato, il braccio destro é fasciato, cosi come la gamba destra. Sbuffo sonoramente e, addolorante, infilo una maglietta bianca e un pantalone nero, un classico, ma non voglio risultare né troppo elegante, né uno che non ci tiene.

Mi siedo sul letto e numerosi ricordi invadono la mia mente, dal primo incontro con Becky, al nostro primo bacio, alle nostre liti, ai nostri sguardi, a noi due semplicemente. Ammetto che lei mi piace un sacco, é difficile stare senza di lei, ma é ancora più difficile saperla cosi vicina ma cosi lontana, vorrei farla mia in ogni momento, vorrei poterle urlare in faccia cosa provo, urlarle che la odio.

Non ci riesco, non ce l'ho mai fatta. É difficile anche solo sfiorarla, passarle accanto, sentire il suo profumo.
Scuoto la testa sorridendo, il suo profumo é stata la prima cosa che mi ha fatto impazzire, mi ha travolto fin da subito. Questa é una delle poche volte che daró ascolto a mia sorella: io sono pazzo di quella ragazza.

I miei pensieri vengono interrotti dalla testolina di mia sorella che si infila in camera mia, ridacchio- "É qui"- mi informa sorridendo- "Credi sia la cosa giusta da fare?"- le chiedo in ansia, ella sospira ed entra completamente in camera mia- "Ti assicuro che lo é, non potete continuare così"- conclude uscendo dalla stanza.

Respira e inspira, stai tranquillo, che sarà mai?

Continuavo a ripetermi nella testa, eppure non riuscivo a tranquillizzarmi, le gambe tremavano, tutto il mio corpo tremava.

"Layla non vedo nulla, ma ti sembra il modo bendarmi e lasciarmi da sola in mezzo al corridoio? Ah se ti trovo!"- urla Becky davanti a camera mia, é arrivato il mio momento, apro la porta di camera mia e per poco non sbatto contro ella, la prendo per i fianchi e nell'esatto momento Becky tira un urletto.

Poi accade tutto velocemente, incollo le nostre labbra mentre faccio attenzione a non farci cadere entrambi;
in un primo momento sembra rigida e intenta a spostarsi poi infila le mani nei miei capelli e concede alla mia lingua di scontrarsi con la sua.
É un bacio pieno di passione, disperazione, mancanza, tutto ciò che abbiamo perso in tutti questi anni.

Ansima nella mia bocca e sorride contro essa- "Deduco tu non sia Layla"- sussurra con ancora la benda agli occhi, ridacchio- "Ti aiuto a scoprirlo"- sussurro a mia volta posando le mani sulla benda nera scoprendo i suoi magnifici occhi. Ci guardiamo per quelle che sembrano ore, mentre invece sono solo qualche secondo, poso le mani sulla parte inferiore del collo azzerando nuovamente le distanze tra di noi, accarezzo la sua mandibola e piano piano scendo fino ad arrivare alla parte bassa della sua schiena.


Lei attorciglia le mani intorno al mio collo, accarezzando la nuca e qualche volta i capelli riccioluti. Mi stacco controvoglia- "Dobbiamo parlare Becky. Non possiamo continuare così"- sussurro guardandola intensamente e spostando i suoi capelli indietro, é semplicemente fantastica "Si, lo so"- acconsente prima di posare un bacio casto sulle mie labbra.

Le sue sono soffici, carnose abbastanza, sono come una dipendenza, se le provi non ti stacchi più, e io ne sapevo qualcosa. Ci sediamo entrambi ma nessuno osa prendere il discorso in mano- "Devo dirti delle cose"- esordiamo entrambi nello stesso momento, entrambi ridacchiamo- "Inizia tu"- dice- "Che brutta stronza"- affermo ridendo e facendo fare a lei lo stesso, poi torniamo seri-

"Bene, da dove comincio? Mi dispiace averti trattata come un giocattolo in tutto questo tempo, sono un idiota. Ricordi la prima volta che sei venuta qui?- lei annuisce e ridacchia- Eravate in prima media, avevate dodici anni, io quattordici, sei entrata con le tue trecce alla francese e gli occhiali a cerchio più grandi della tua faccia. Fin da subito mi hai attratto, ricordo che era proprio il tuo essere così innocente con gli altri ma così sfacciata e scorbutica con me, che mi ha fatto ammattire, mi odiavi. Ogni giorno c'era qualcosa di nuovo, le nostre 'discussioni' si sono, piano piano, affievolite, ed é diventato tutto un gioco di sguardi, ti guardavo sempre e in ogni luogo, mi inventavo le scusa più stupide per rimanere a casa quando c'eri anche tu, quindi quasi sempre. A volte i miei amici mi prendevano per stupido, mi dicevano che ero uscito fuori di senno, e ne ebbi la conferma quella volta in palestra, quella volta in cui fuori c'era brutto tempo e la squadra di football, con me compreso, si era ritrovata costretta a giocare dentro, dove c'eravate voi della pallavolo. Pero in questo é anche molto colpa tua, avevi degli shorts che a malapena ti coprivano il culo, é logico che te lo guardavano!"- esordisco.

Lei mi guarda allibita, ma prontamente scoppia a ridere, la sua risata. Una melodia dolce e soave per le mie orecchie, contagiosa, divertente, tranquilla, sincera.

"Quindi é colpa mia, bella questa davvero"- afferma tra le risate- "Si é colpa tua, ma ovviamente il peggio é stato guardare i miei compagni fissarti il culo e sbavare! Ho assistito alla tua crescita e credimi sei una vera bomba! Non solo adesso, lo eri anche con le treccine, gli occhiali e il tuo modo di vestire bizzarro. Semplicemente é tutto migliorato ancora di più. Sei sempre stata la più bella del gruppo, sei sempre stata la più bella ai miei occhi, la più vera, la più sincera, e oltretutto sei stata affianco a mia sorella, senza mai lasciarla, e lo sei ancora adesso, perciò ti ringrazio Becky "- continuo, lei mi guarda, si avvicina a me, poi mi lascia un dolce bacio a stampo.

Successivamente intreccia le nostre dita e mi incita ad andare avanti, sorrido.

"Poi é iniziato tutto, mi hai ammaliato e mi era difficile starti accanto senza poterti avere, ma allo stesso tempo avevo paura che avrei sbagliato con te, e infatti l'ho fatto. La prima volta che ti ho baciata ho capito che non era una semplice attrazione, non era il tuo corpo, eri tu, eri semplicemente tu, con i tuoi pro e i tuoi contro. E mi sono spaventato, cosi mi sono comportato da puro fesso. Avevo paura di rovinare la nostra amicizia nonostante sapessi che di amichevole non c'era proprio niente nella nostra situazione. Avevo anche paura di ferirti, anzi, ho ancora paura di poterti ferire, ma non riesco a starti alla larga, proprio non ci riesco, ci ho provato, ma non ci sono riuscito, così mi sto comportando da completo egoista e da perfetto idiota"- rivelo.

Prendo un respiro profondo- "Tutto questo per dirti che ci voglio provare, questa volta veramente, senza giochetti stupidi, solo io e te"- concludo sospirando e stringendo le sue mani nelle mie portandole poi alla bocca per posizionarci una miriade di baci sopra.
Ella mi guarda senza dire niente, per un momento temo di aver sbagliato qualcosa, non emette alcun suono, e non é molto difficile da capire che la paura si sta impossessando di me.

"In pratica hai riassunto tutto ciò che ti volevo dire, con l'unica differenza che io non ci ho mai provato a starti lontana"- sussurra a un centimetro dalla mia faccia, mi guarda intensamente accarezzando la mia pelle- "Non devi farlo, non più. Ormai ti appartengo"- sussurro a mia volta avvicinandola di più al mio corpo. Sento il suo respiro caldo sul mio viso, sento le sue labbra calde e morbide sfiorare le mie, e tutto questo piano piano mi sta facendo impazzire- "Promettimelo"- afferma- "Promesso"- sussurro sulle sue labbra prima di unirle alle mie; questa volta é tutto più lento, le sue soffici si muovono con le mie vogliose di lei, é dolce, ma allo stesso tempo pieno di passione e poco casto.


"Non sento i botti! Ce l'avete fatta oppure no?"- la voce di Layla rimbomba nella stanza, io e Becky ci separiamo mentre lei rimane a bocca aperta- "Oddio scusate! Scusate, scusate non volevo!"- strilla coprendosi gli occhi e saltellando sul posto, scoppiamo a ridere e lei rimane scioccata- "Tranquilla Layla! Forza vieni"- esordisce Becky alzandosi dalle mie gambe, Layla esita un attimo, poi si incammina verso di noi.

Becky la abbraccia e poi le la lascia un bacio sulla guancia prima di sussurarle qualcosa- "Ora tocca a te signorina! Devi parlare con quel pezzo di manzo"- le dice Becky, da un espressione felice sussulto, é diventata la mia ragazza, sono geloso- "Becky? Cody é un po-"- cerca di dire Layla, ma viene bloccata da Becky- "Cody cosa? Scusa ma devo ammettere che Trevor Harrison é un gran figo, e non sarà di certo tuo fratello a impedirmi di pensarlo"- la guardo allibito- "Suo fratello é il tuo ragazzo"- sbotto- "Taci Cody!"- sbotta anche lei, Layla scoppia a ridere.

"Che cosa ridi tu?"- sbottiamo entrambi contemporaneamente- "No é che siete così carini"- cerca di dire tra le risate- "Forse"- esordisce Becky nascondendo un sorriso- "Ho capito, scusa Cody, scusa luce dei miei occhi, meraviglia del mi-"- borbotta Becky ma la zittisco prendendola per i fianchi e baciandola, al contrario di ciò che penso sorride e continua a lasciarmi baci a stampo dolci e delicati- "Piccioncini, ci sono anche io qui"- sussurra Layla schiarendosi la voce- "Si scusa, allora dicevamo, devi assolutamente parlare con Trevor, si vede lontano un miglio che sei innamorata cotta di lui"- afferma con tono stanco ed esausto Becky, la capisco d'altronde, ha visto mia sorella passare le peggio cose e in Trevor ha visto una specie di cura per lei.

Quando Layla è entrata in depressione ed è finita in ospedale per mesi per la riabilitazione, è come se una parte del mio mondo fosse crollata con lei, avevo paura a parlarle, perché ci soffrivo moltissimo. La vedevo in quel letto fissare il vuoto davanti a lei, non parlava con nessuno, non mangiava e non beveva di sua spontanea volontà, la costringevano a farlo. Il più delle volte vomitava dopo al massimo un'ora dal pasto, il suo corpo non reagiva ai farmaci, non reagiva a nessun impulso, sembrava morta.

Se ora la vedo sorridere accanto a Trevor, per quanto mi costi ammetterlo, allora lo aiuterò a tenersela stretta, sosterrò entrambi e smetterò di fare il coglione patentato.

"Si, non lo so, forse, è che non voglio sembrare una che fa pace praticamente subito, ha sbagliato e non lo so Becky"- confessa buttandosi sul letto- "Posso sapere che cosa ha fatto?"- chiedo curioso e confuso- "No!"-sbottano entrambe quasi spaventate da una mia reazione, sussulto- "Ragazze, voglio saperlo"- sibilo.

Qui qualcosa sapeva quasi di marcio, e conoscendo quel rincoglionito ho una mezza idea- "Ha problemi con-" - cerca di dire Layla, ma ho già capito- "Con la dogana"- finisco stringendo la mascella- "Si ma come fai a-"- cerca di chiedere Becky- "Devo andare, ci vediamo più tardi"- affermo non badando alle due qui vicino a me. Devo andarci piano, calmati Cody, continuo a ripetermi. Non ci posso credere, altri problemi con la dogana, non ha smesso e non lo farà.

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Spazio Autrice
Hi belli miei, scusate se non riesco ad aggiornare come prima, ho un po (un po cit) di cose da fare per la scuola, e ho anche un po di problemi personali. Pero non mi sono di certo dimenticata di voi bellissime.
Detto ciò buona lettura a tutte!!❤
P.S. vi consiglio di ascoltare la canzone, secondo me rappresenta un po la storia di questi due somari 😂😂
spero che almeno qualcosa riuscirete a capirlo, visto che non é italiano normale ma é un dialetto del Sud, se non capite segnalatemelo ovviamente e vedrò di fare la traduzione in italiano normale, ah e se, tra il pubblico, qualcuno che la capisce può tranquillamente fare la traduzione, sempre se vuole.
Byeee❤❤

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