Capitolo 35- Parte due
"Layla ti dispiace se vado da Cody?"- mi chiede Becky una volta arrivate in camera- "E perché dovrebbe?"- le chiedo ovvia- " Non lo so, ti dispiace oppure no?"- mi chiede di nuovo facendo gli occhi dolci- "Certo che no stupida!"- le rispondo prima di abbracciarla forte. Becky mi guarda come se le avessi appena regalato un buono per poter andare dall'estetista e a fare shopping gratis per il resto della sua vita, scoppio a ridere per la sua faccia imbambolata e lei mi guarda confusa grattandosi la fronte.
"Vai ora"- le dico spingendola fuori dalla stanza- " Ma non mi sono cambiata"- urla cercando di fermarmi- "Troppo tardi"- le dico chiudendole la porta in faccia. Stranamente non obbietta e la sento andare via, ridacchio e penso che se non avesse dovuto andare da mio fratello, in ospedale, mi avrebbe lanciato le scarpe in faccia. Il mio telefono inizia a squillare e il mio volto viene adornato da un sorriso pensando a Trevor.
Scavalco il letto e prendo il cellulare: 'Numero sconosciuto', l'entusiasmo di pochi secondi fa sparisce, facendo spazio alla preoccupazione.
" Pronto?"- la mia voce é timorosa. Chi mai potrebbe essere?
"Layla, che piacere sentirti"- dicono dall'altro capo.
In quel momento il mio corpo inizia a tremare, il mio cuore rallenta i battiti e il mio respiro si fa irregolare.
La sua voce.
" Che cosa vuoi ancora?"- sibilo a denti stretti.
"Parlare"- dice ovvio
" Ora vuoi parlare Andrea? Ora lo vuoi fare? Bene, ora sono io che non voglio parlare "- gli dico con lo stesso tono di prima.
Ma che gli prende? Non ne ha voluto saperne di parlare in due anni, cosa sta succedendo? Seppur sia un'idea allettante, non gli lascerò rovinare il rapporto che ho creato con Trevor, non ora...
"E invece lo farai. Ci vediamo tra venti minuti da 'Coffe and snack' "- controbatte in tono duro.
Non ho il tempo di ribattere che ha già messo giù. Inizio ad urlare lasciando gli oggetti che entrano nella mia visuale per terra. La porta di spalanca e Trevor mi guarda con un espressione confusa.
" Fuori. Ora"- ringhio chiudendo gli occhi e cercando di calmarmi- "Che ti succede?"- mi chiede senza far caso a ciò che gli ho detto- " Non mi hai sentito? Ho detto fuori"- sbotto allargando le braccia, in cambio lui lancia lo zaino per terra e mi guarda arrabbiato. In due falcate é davanti a me, avvolge la mia nuca con la sua mano grande e mi guarda in cagnesco- "Ho detto che ti succede?"- ringhia a bassa voce guardandomi dritto negli occhi- " Non ti interessa"- ricambio a voce spingendolo via da me e sospirando a fondo.
Gli do la schiena e dopo un po lo sento avvolgermi con calma e premura- "Mi puoi dire cos'hai per favore?"- riprova con un tono più dolce e calmo, si può sapere perché non capisce? Se vuole sapere che cos'ho, vorrà sicuramente sapere tutto e io non sono pronta per affrontarlo, non di nuovo. "Ti ho chiesto di andare via"- sibilo di nuovo diventato rigida come un tronco- " Ti calmi?"- sbotta di nuovo allontanandosi dal mio corpo- "No, non mi calmo- inizio scimmiottando la sua voce, ricevendo un'occhiataccia- non te ne voglio parlare."- concludo allargando le braccia- "Non ti fidi d me?"- mi chiede senza mai interrompere il contatto visivo creatosi tra di noi.
Lo so che non é sicuro come cerca di dimostrarsi, gli ho fatto male e si vede dal modo in cui si tortura le mani- "Non ho detto questo Trevor, semplicemente non ne ho il coraggio. Non lo voglio affrontare di nuovo..."- gli dico passandomi una mano su viso, lo sento avviccinarsi e le sue grandi braccia mi avvolgono di nuovo, mi fa appoggiare la testa sul suo petto, accarezzandola ogni tanto- "Mi dispiace averti fatto pensare che non mi fido, se non mi fidassi non avrei lasciato che entrassi nel mio cuore e non ti avrei permesso di diventare importante. Credimi per favore"- sussurro contro la sua maglietta, lui mi alza la testa e mi sorride dolcemente- "Lo so, dispiace anche a me"- mi dice baciando la punto del mio naso- "Siamo un disastro"- ammetto ridacchiando e facendo fare a lui lo stesso- "Siamo il disastro più bello del mondo allora"- dice appoggiando la sua fronte alla mia.
Fa sfiorare le nostre labbra troppo volte senza mai attaccarle cosi, stanca della situazione, lo attirò a me e finalmente le nostre bocce entrano a contatto l'una con l'altra- " Come sei impaziente "- mi dice tra un bacio e l'altro. Alzo gli occhi al cielo e subito dopo lui mi prende in braccio e mi spintona contro il muro, mi lascia andare e si porta una delle mie gambe sul suo fianco tracciandola con le dita.
Veniamo interotti da qualcuno che bussa alla porta- " Non ci posso credere. Non ci posso credere"- sibila Trevor facendomi scoppiare a ridere, si incammina verso la porta mentre io prendo il cellulare e noto un messaggio:
'Dieci minuti'
É sicuramente Andrea e la cosa mi irrita. Non capisco cosa voglia, lo sta facendo apposta, vuole farmi impazzire.
"Piccola ci sei?"- mi chiede Trevor sventolando una mano davanti al mio viso- "Cosa?"- gli chiedo facendolo ridacchiare- "Ho detto che devo andare. Mio fratello ha bisogno di una mano per fare una cosa- inizia per poi avvicinarsi al mio orecchio- ma non abbiamo finito. Stasera solo io e te, nel mio letto"- conclude con voce roca e sensuale prima di iniziare a baciarmi lentamente- "Speraci bello"- gli sussurro prima di scoppiare a ridere.
Lui si allontana con un sorriso stampato in faccia, raccoglie il suo zaino e affianca suo fratello che mi sorride e mi saluta- " Tanto lo so che non riuscirai a resistermi. Sopratutto se le mie dita giocheranno con il tuo- "- lo blocca prima che possa aggiungere qualsiasi altra parola lanciandogli un cuscino in faccia- "Evaporate. Ora"- sbraito in preda all'imbarazzo, ridacchiano ed escono.
Sorrido per un po, poi mi ricordo di Andrea e cosi mi dirigo verso l'armadio.
🌹🌹🌹
Arrivo da 'Coffe and snack' con qualche minuto di ritardo, e intravedo Andrea seduto ad un tavolo. I suoi capelli sono più lunghi dell'ultima volta, la sua mascella é più sporgente, così come il suo corpo palesemente palestrato. Indossa un maglione a collo alto bianco e un pantalone beige, un cappotto lungo nero e le Jordan.
Non é cambiato in fatto di stile. Elegante ma semplice e adatto per qualunque occasione. Sospiro pesantemente e poi mi addentro all'interno del bar. É molto semplice dentro, le pareti sono bianche, i tavoli a cerchio sono ricoperti da tovaglie rosa e blu, le vetrine sono piene di dolci e l'atmosfera é calma e calorosa.
" Sei in ritardo "- mi dice senza guardarmi- " Sai quanto mi importa. Tra poco piango"- gli rispondo seccata prendendo posto- "Non sei cambiata affatto"- mi dice una volta seduta- " Potrei dire lo stesso di te. Arriva al punto Drea, cosa vuoi?"- solo dopo mi accorgo di averlo chiamato come facevo due anni fa, sul suo volto appare un sorriso debole che viene mascherato con un colpo di tosse- "Mi é sempre piaciuto questo soprannome sai? Ti ricordi quando eravamo tutti insieme a quel concerto degli Skillet? Noi ragazzi siamo venuto a prendervi, ricordo che Cody continuava a dire che eravate una peggio dell'altra, diceva che Becky era sempre la più bella delle quattro ma era anche la piú cazzuta, la più pallosa e quella che ci metteva sempre di più per prepararsi. Non avevamo capito che quei due si piacevano già da molto. É stata una delle più belle serate di sempre. Abbiamo passato la serata tra urla, canti, balli imbarazzanti e infine-" - inizia ma lo blocco- "E infine la pista di pattinaggio. Alle tre del mattino"- concludo la sua frase. Ridacchia di nuovo e poi allunga le mani sul tavolo sfiorando, erroneamente, le mie, che si ritraggono velocemente. In quel momento arriva il cameriere che prende le nostre ordinazioni.
" Allora...di cosa volevi parlare?"- gli chiedo sorseggiando il mio caffe- "Lo sai di cosa voglio parlare Lay"- mi risponde, al suo nomignolo inizio a tremare e gli occhi mi diventano lucidi all'improvviso- "Non ne hai voluto sapere fino ad adesso"- gli dico schiarendomi la voce divenuta troppo debole- "Lo so e mi dispiace, ma prova a metterti nei miei panni. Cosa avrei dovuto fare?"- mi chiede alzando di poco la voce, la sua mascella si serra e i suoi capelli vengono costantemente torturati dalle sue mani- "Sei serio? Tu lo sai che quello che ho vissuto io é stato peggio di scalare la cima più alta del mondo. Era una costante caduta e alzata, ma che dico? Non c'erano alzate, in due cazzo di anni Andrea non sono ancora riuscita ad arrivare alla vetta, sono ancora a metà. Siete stati tutti crudeli con me, non avete pensato a ciò che ho passato, tu, Rox, Jasmyne, Joele, Sam, nessuno di voi si é degnato di una semplice chiamata. Ho fatto due anni di ospedale. E sai chi c'era con me? Solo Becky e la mia famiglia. Non c'era nessuno di voi, tutto perché tu non ne hai voluto sapere di ascoltare la mia versione dei fatti, e tutto per quelle...'amiche' che hanno pensato a una serata coi fiocchi "- sbotto senza curarmi delle persone che di guardano e delle lacrime che escono copiose dai miei occhi.
Lui non mi guarda, lo sento solo deglutire.
Poi il mio telefono squilla.
" Piccola?"- la sua voce rimbomba nelle mie orecchie e un sospiro preme per uscire dalle mie labbra.
"Trevor"- riesco solo a dire cercando di respingere i singhiozzi che cercano di uscire.
" Piccola che succede? Dove sei? Perché piangi?"- mi chiede a raffica.
Sorrido pensando a quanto mi conosca nonostante ci conosciamo da poco.
"Non ho niente tranquillo. Puoi solo venirmi a prendere?"- gli chiedo timorosa per una risposta scontrosa. Al contrario lo sento sospirare.
" Certo tesoro parto subito. Mandami la posizione"- mi dice in tono dolce e in quel momento capisco quanto sono fortunata ad averlo con me.
Ci salutiamo e poi faccio come mi dice.
"State inseme?"- mi chiede Andrea e mi ricordo di quando me lo aveva chiesto anche Paul- " Questo non ti riguarda. E anche se fosse cosa farai? Mi dirai che sono falsa? Che sono una poco di buono? Che merito di soffrire ancora di più? Non ho sofferto abbastanza secondo te? Si, stiamo insieme, e posso dire che dopo tanto mi sento di nuovo viva, ha la capacità di farmi respirare dopo tanto. Forse sono egoista, ma anche io mi merito di riprovare Drea"- dico tutto d'un fiato.
Prendo la borsa ed estraggo il portafoglio- "Non serve, pago io"- blabetta deglutendo- "Non ti ho chiesto il permesso"- pago il conto e quando finisco noto Trevor scendere dalla sua Maserati blu, questa mi era nuova.
Cammino velocemente verso di lui e quando gli sono vicina mi butto tra le sue braccia, che prontamente aveva aperto per accogliermi.
"Non voglio litigare ma gradirei una spiegazione"- mi dice gentilmente alzando il mio viso per lasciarci un bacio a stampo dolce e delicato- "Andiamo a casa prima?"- gli chiedo speranzosa gettandogli le braccia al collo e stringendolo forte- "Non puoi raggirarmi a tuo piacimento signorina"- mi dice iniziando a baciare tutta la mia faccia- "Si che posso, non avevi detto che sono la tua principessa e che ogni mio desiderio é un ordine?"- gli chiedo iniziando a dargli ripetuti baci a stampo sulle labbra.
Fa una smorfia e non li ricambia- "Io ti bacio e tu non ricambi, mi offendo"- gli dico mettendo il broncio- "Sei cosi bella cazzo! Cosi tanto che ti prenderei ora, qui in questo parcheggio. Vieni qui stupida"- mi dice entusiasto tirandomi verso di lui e iniziando a lasciarmi numerosi baci a stampo, ricambiati ovviamente- "Trevor, ci guardano tutti, andiamo forza"-cerco di dire ma lui non smette neanche per un secondo di baciarmi.
Poi mi prende il viso tra le sue grandi mani e mi lascia un bacio più lungo e più bello- "Credo di essere andato. Hai fatto saltare i pochi neuroni nella mia testa"- mi dice facendo sciogliere il mio cuore- "Io non lo credo, ne sono sicura"- gli dico io prima di entrare in macchina.
Il tragitto per casa sua dura poco e nel frattempo non ha fatto altro che tirarmi vicino a se e baciarmi. Chi lo avrebbe mai detto che un ragazzaccio grande e grosso come lui fosse cosi dolce. Quando entriamo in casa vado velocemente verso camera sua, tolgo le scarpe e il cappotto, per poi fiondarmi nel suo letto.
Trevor mi guarda divertito attaccato allo stipite della porta- "Che c'è? Il tuo letto mi é mancato ok?"- gli dico stringendo le coperte e ranicchiandomi sotto di esse- "Ti é mancato più il mio letto che io, sei perfida"- mi dice facendo la linguaccia e il finto offeso- "Ho freddo e ho fame"- gli dico sentendo lo stomaco brontolare- " Non hai ancora mangiato signorina? Sono le due del pomeriggio!"- mi dice allargando le braccia sconvolto.
Mi alzo e vado velocemente verso di lui cingendo il suo collo con le mani- "Non ne ho avuto tempo, siamo uscite velocemente, Becky é andata direttamente da Cody, sei arrivato tu e poi sono uscita, e mi sono dimenticata"- gli dico velocemente- "Eri al Bar stupida, non ti é venuta in mente l'idea di mangiare qualcosa?"- mi chiede duro cercando di scostarsi- "Ehy stupida a chi? Okay si hai ragione, ma non essere arrabbiato. Dammi un bacio"- gli dico sporgendo il labbro inferiore in fuori, lu me lo morde velocemente per poi succhiarlo- " Va bene cosi?"- mi chiede scocciato- "No voglio di più"- gli dico facendo la voce di prima a cui non resiste e si fionda sulla mie labbra. La sua lingua mi chiede l'accesso e io glielo concedo.
Come sempre le farfalle nello stomaco e gli elefanti iniziano a danzare e un senso di pace e tranquillità mi invade il corpo facendomi sospirare nella sua bocca. " Ora andiamo a mangiare qualcosa"- mi dice sorridendo prima di girarsi- "Aspetta Trevor, non ti dispiace se rubo i tuoi vestiti vero? Sono scomoda"- gli dico indicando i jeans a vita alta stretti e il maglione attillato sul seno- "Quel maglioncino ti fa delle belle tette, e comunque ci sono i tuoi vestiti nell'armadio "- mi dice fissando le mie tette e leccandosi le labbra- " Uno: sei un pervertito, due: io voglio i tuoi vestiti "- preciso girandomi e dandogli la schiena- " Eccitante"- dice con voce roca.
Quando credo che se ne sia andato tolgo il maglioncino ma poco dopo le sue mani si infilano sotto il reggiseno- "Davvero credevi che ti avrei lasciato cambiare senza prima palparti?"- mi sussurra all'orecchio con voce sensuale, inizia a baciarmi il collo lentamente spingendomi fino ad arrivare con la faccia al muro, alzo le mani e le appoggio sul muro freddo mentre lui continua a baciarmi e a toccare e stringere il mio seno.
"Credi che la tua fame possa aspettare?"- mi sussurra di nuovo, annuisco chiudendo gli occhi e poco dopo mi ritrovo sul letto sotto di lui, inizia a baciare le mie labbra mentre con le mani maneggia con la cerniera dei pantaloni.
Scende sul mio seno sganciando il reggiseno per poterlo torturare come solo lui sa fare, poco dopo scende giù fino ad arrivare al ventre dove il mio corpo inizia a tremare per le sue labbra vogliose del mio corpo.
Mi toglie i pantaloni e bacia l'interno coscia per poi guardarmi- "Sei troppo bella, non sono sicuro di poter resistere "- sussurra a un centimetro dalla mia faccia- "Allora non lo fare. Lo voglio"- gli dico stringendo forte le gambe intorno al suo bacino- "Non lo posso fare"- mi dice- "Non lo vuoi?"- gli chiedo spaventata- "Cosa? No! Certo che lo voglio, cosa ti viene in mente? Ma voglio essere delicato e voglio andare piano con te, mi capisci?"- mi chiede baciando la mia tempia- "Si ho capito. Allora facciamo come vuoi tu"- gli dico e lui mi sorride grato- " Ora dovremmo andare però "- mi dice ridacchiando, annuisco e aspetto che si sposti da me- " Ti aspetto in cucina, fai pure con calma"- mi dice lasciandomi un bacio a stampo e uscendo.
Sorrido prima di cambiarmi, forse ha ragione lui.
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