Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

_ Was it all a lie? _

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

"Lei è proprio sicuro che non sverrò dal dolore?" domandò perplessa Gaia mentre, sdraiata su un lettino asettico, guardava l'ortopedico preparare i suoi strumenti di lavoro.

La settimana che l'aveva separata dalla rimozione del fissatore era stata la più lunga della sua vita, dato che, proprio a causa di quell'aggeggio infernale, muoversi o compiere qualsiasi azione era diventato pressoché impossibile.

Adesso però, sdraiata a fissare il soffitto di quella stanza bianca, si ritrovò a pensare che forse non era stato poi così male.

"Magari, che ne so... posso tenerlo un'altra settimana?" aggiunse quindi, cercando di mettersi a sedere senza sbattere il fissatore sulla superficie che la ospitava, pronta a fuggire da quell'incubo non ancora iniziato.

"Magari" le rispose piccato il dottore, poggiandole una mano sulla gamba sana "Lei se ne sta tranquilla sul lettino e mi fa fare il mio lavoro, che ne dice? Io, in cambio, le prometto che cercherò di essere il più delicato possibile..."

"Me lo giura?" chiese quindi preoccupata lei, mostrando un'espressione da cucciolo abbacchiato.

Il dottore si limitò ad alzare gli occhi al cielo e a voltarsi verso i suoi strumenti, chiaramente immune allo charme della ragazza e parecchio annoiato dai suoi tentativi di fuga.

"Non è che potrebbe darmi un calmante o, che ne so, farmi un' epidurale?" tentò nuovamente l'italiana, ottenendo solo l'ennesima occhiataccia da parte del medico.

Comprendendo che non c'era via d'uscita da quella sitauzione, Gaia, nel tentativo disperato di distrarsi, sbloccò lo schermo del telefono, per poi mettersi a leggere i messaggi che aveva ricevuto nell'ultima ora.

Due le notifiche che attirarono la sua attenzione.

Da: Prete decrepito

Vedrai che andrà tutto bene. D'altronde se lo fanno senza anestesia ci sarà un motivo, no? Stringi i denti e pensa a qualcosa di bello e vedrai che passerà in un lampo. Prometto che domani vengo a trovarti e ti porto una torta di mele. Ti voglio bene! E.

P.s. Non insultare il dottore!

"Tzè" pensò irritata leggendo il messaggio "La fa facile lui! Ed è anche un ipocrita! L'ultima volta che è andato dal dentista mi ha fatto dire un rosario perché aveva paura di rimanere paralizzato mentre gli toglievano il dente del giudizio!"

Sospirando esasperata, rispose velocemente a Don Emilio e aprì il messaggio successivo.

Le poche parole in esso contenute la fecero sorridere.

Da: Namjoon

Ehi! Videochiamami quando inizia la procedura che ti faccio compagnia! Mi spiace che BangPD mi abbia vietato di venire, ma la stampa non riposa mai e da quando c'è stato l'incidente io sono un sorvegliato speciale.

Nell'ultima settimana, da quando l'allucinazione l'aveva sconvolta nel cuore della notte, Namjoon si era premurato di cenare con lei tutte le sere (spesso portandosi dietro uno dei membri), per poi augurarle la buonanotte via messaggio.

Per non parlare delle quattro chiamate che riceveva durante la giornata, nelle quali il rapper le chiedeva costantemente come stesse e quanto facesse male la gamba, assicurandosi inoltre che  prendesse i medicinali e mangiasse in maniera appropriata.

"Mia nonna era meno sfiancante" aveva pensato dopo il primo giorno passato a rispondere al telefono e a tranquillizzare il ragazzo.

Ma nonostante tutto, Gaia trovava estremamente adorabile tutte le attenzioni che riceveva dal leader dei Bangtan e non mancava occasione che lo ringraziasse con qualche sorriso e un abbraccio caloroso.

Namjoon solitamente arrossiva in maniera adorabile e sminuiva i suoi sforzi con un alzata di spalle o un sorriso pieno di fossette, che le faceva sciogliere il cuore.

"AAAAH" pensò con forza mentre il viso del ragazzo le tornava alla mente "Devo smetterla di pensarci".

Persa nel suo dibattito silenzioso, non si accorse che l'ortopedico aveva terminato di prepararsi e si accingeva a cominciare la procedura.

Fu il "partiamo" dimesso del dottore a farla rinsavire di colpo, lanciando il suo cuore in una corsa a per di fiato nel suo petto stretto dalla paura.

Come se fosse stato un riflesso istintivo, il suo pollice si posò sull'icona della videochiamata e il suo fiato rimase sospeso in gola per qualche secondo, finché, al terzo squillo, il viso struccato e assonnato di Namjoon comparve dall'altro lato dello schermo.

"Ehi" sussurrò il ragazzo con gli occhi semiaperti e un sorriso stanco.

Il cuore di Gaia fece una piccola capriola nella cassa toracica e si ritrovò a sorridere di rimando, osservando il coreano passarsi una mano tra i capelli e stiracchiarsi leggermente.

"Chissà quanto è bello svegliarsi la mattina ed essere già così gnocchi" pensò distrattamente, mentre, con la coda dell'occhio, osservava il medico approcciare il lettino.

"Hai già iniziato?" le domandò il ragazzo, mettendosi a sedere.

Il lenzuolo, che lo copriva fino al mento mentre era sdraiato, scivolò verso il basso lentamente, mostrando a Gaia parte delle clavicole e dei pettorali e rendendole difficile concentrarsi su qualsiasi altra cosa.

Fu proprio a causa di questa visione che non si rese conto che il dottore aveva cominciato ad approcciare il primo chiodo.

Un dolore lancinante si propagò dallo stinco fino all'anca, facendola imprecare.

"Puttana Eva che male!" esclamò arrabbiata, spostando gli occhi da Namjoon al dottore, che aveva lo sguardo concentrato sul marchingegno.

"Le consiglio di sdraiarsi signorina, ci vorrà un po' di tempo. Le prometto che farò di tutto per limitare il dolore." Commentò il dottore con voce neutra, mentre abbassava nuovamente le pinze verso la gamba dell'italiana.

"Fa tanto male?" chiese Namjoon, che aveva notato il viso di Gaia farsi terreo e corrucciarsi per il dolore.

Gaia si prese qualche secondo per stendersi prima di rispondere e poi, portato il telefono davanti al viso, fissò il suo sguardo un po' impaurito in quello preoccupato del rapper.

"Un po'" rispose con voce tremolante, mentre altre piccole fitte di dolore le trapassavano la carne come tante piccole lame.

"Aish" esclamò con rabbia Namjoon "Sapevo avrei dovuto accompagnarti. Se potessi stringerti la mano mi sentirei più utile." Concluse poi con un velo di dolcezza ad impastargli la voce.

Il cuore di Gaia si scaldò come se fosse stato esposto al sole di mezzogiorno e il dolore sembrò impallidire leggermente, lasciando spazio a quell'abbraccio confortevole che il leader dei Bangtan le stava regalando.

"Namjoon, stai già facendo tantissimo. Anche se non sei qui fisicamente, mi stai aiutando come puoi e questo conta molto. Ah! Ma porca... Fa male, cazzo!"

"Ma tu stai soffrendo!" esclamò esasperato il ragazzo "Se io non fossi famoso potrei essere al tuo fianco in questo momento e non imprigionato a casa mia come se fossi incarcerato."

Gaia trovò l'esasperazione del rapper assolutamente adorabile e si sforzò di sorridere in maniera rassicurante, mentre il dottore si accingeva a sfilare il secondo chiodo.

"Va tutto bene Joon. Mi sta facendo male, ma lo posso sopportare. Pensa che da domani potrò essere la tua compagna di fisioterapia e potremo vederci più spesso!" disse quindi sorridente, mentre il secondo pezzo di quell'aggeggio infernale lasciava il suo corpo con una stilettata che le fece digrignare i denti.

"Signorina" la richiamò all'improvviso il dottore "La procedura sta andando bene, ma questo chiodo si trova vicino al nervo tibiale e quindi le farà più male degli altri. Cerchi di stare ferma e se sente troppo dolore me lo dica che faccio una pausa."

Una piccola patina di sudore imperlò la fronte scoperta della ragazza che, mantenendo lo sguardo sull'idol dall'altra parte dello schermo, si preparò al peggio e contrasse la mascella, nel vano tentativo di mantenere una faccia stoica.

Purtroppo per lei, fu tutto assolutamente inutile.

Una fitta, decisamente più acuta della altre, la folgorò improvvisamente, attraversandole il corpo di corsa e offuscandole il cervello.

Una piccola contrazione dei muscoli la scosse con violenza e lacrime di paura scivolarono lungo le sue guance pallide.

Lo sguardo appannato e un po' vacuo le fece perdere di vista il rapper, che la stava osservando agonizzare, mentre percepiva un sentimento di impotenza prendere il sopravvento.

"Ehi piccola" le disse Namjoon attraverso il microfono del telefono, attirando l'attenzione della ragazza "Andrà tutto bene, ok? Tieni duro solo un altro po'. Pensa a stasera. Io e te. Un divano. Un film con Chris Evans e una pizza con il salame piccante. Magari anche un gelato."

La voce calda e confortante del ragazzo la riscosse dalla sua mente offuscata dal dolore, portandola ad immaginare lo scenario che le stava delineando con tanta chiarezza.

"A-anche i g-grattini?" chiese quindi, quasi singhiozzando, al leader.

Namjoon rise sommessamente e poi annuì leggermente, regalandole un sorriso dolcissimo.

"Anche i grattini. Ora però smettila di piangere, piccola. Adesso passa." Le rispose con sguardo serio e preoccupato.

Le lacrime smisero di scendere lentamente e lo sguardo di Gaia tornò a posarsi con lucidità sul viso corrucciato del rapper, mentre il dottore, estratto il chiodo, tamponava la ferita con del disinfettante.

"Molto bene signorina." La incalzò l'ortopedico, mostrandole lo strumento di metallo "Vuole fare una pausa?"

Gaia scosse la testa.

"No." esclamò la ragazza, asciugandosi con stizza le lacrime "Prima finiamo, prima posso andarmene da qui e ottenere i miei grattini! Proceda!"

Sia Namjoon che il dottore, presi alla sprovvista, scoppiarono a ridere.

"Come desidera signorina. I prossimi cinque chiodi saranno molto più facili da sopportare, glielo prometto." La rincuorò il medico, approcciando nuovamente la gamba e iniziando a svitare.

Gaia serrò la mascella e, fissando i suoi occhi in quelli di Namjoon, lo osservò sussurrarle parole di incoraggiamento per il resto della procedura.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

"Il salame piccante era finito!" esclamò Namjoon, varcando la soglia dell'appartamento mentre bilanciava su una mano i cartoni contenenti la cena.

"CHE COSA?" urlò indignata Gaia dall'altra parte del corridoio d'ingresso, mezza svenuta, da quasi tre ore, sul divano.

"Sto scherzando, pazza! Volevo vedere se fossi ancora viva." Commentò divertito il rapper, apparendo sulla soglia del salotto con i suoi capelli biondi arruffati e un paio di occhiali da vista neri a incorniciare gli occhi scuri.

Le prime volte che si era presentato all'appartamento, il leader dei Bangtan aveva cercato di mantenere una certa immagine, indossando vestiti firmati e le lenti a contatto, troppo timido per farsi vedere in un outfit più rilassato e temendo di essere giudicato.

Una sera però, proprio dopo aver finito di lavare i piatti, era tornato in sala, trovando sul bracciolo del divano un paio di suoi pantaloni della tuta ed una Gaia con sguardo divertito dalla sua perplessità.

"Li ho trovati nel tuo armadio in camera. Cambiati, che quei jeans che indossi sono più stretti di un corsetto ottocentesco", aveva commentato acida, riportando lo sguardo sul televisore.

Le volte successive, incurante di tutto, si era presentato all'appartamento con vestiti morbidi e larghi, notando come la ragazza gli rivolgesse un sorriso gentile tutte le volte che lo vedeva varcare la soglia del salotto.

"Begli occhiali, nerd" commentò invece questa volta, mentre con una mano sollevava il tutore per mettersi a sedere composta sul divano.

"Bel tutore, sfigata" rispose acido di rimando, cercando di trattenere un sorriso divertito.

Nell'ultima settimana invece, dopo l'incidente dell'allucinazione, la loro amicizia si era consolidata un po' di più, portando Gaia a sentirsi più a suo agio e a mostrare a Namjoon quella parte smorfiosa e divertente del suo carattere.

La prima volta che la ragazza lo aveva chiamato nerd, il leader dei Bangtan avrebbe voluto sotterrarsi.

Memore di tutte quelle volte in cui, al liceo, era stato schernito e insultato per la sua intelligenza e la sua preparazione, aveva deglutito imbarazzato e rivolto lo sguardo verso il pavimento, mentre le sue guance si tingevano di rosso.

Gaia invece, sorprendendolo ancora una volta, non si era comportata come i suoi ex-bulli, ma lo aveva colpito con un leggero schiaffo sul bicipite scoperto dalla t-shirt e si era messa a ridere.

"Nerd is the new sexy, non lo sai?" lo aveva schernito con un sorriso gentile sulle labbra, per poi osservarlo mentre, con una mano a strofinarsi la nuca, anche lui si univa alla sua risata.

Da quel momento in poi, entrambi avevano cominciato a chiamarsi con nomignoli divertenti, che cambiavano a seconda della serata e del momento.

"Come va la gamba?" le chiese quindi Namjoon, posando i cartoni della pizza sul tavolino e lanciando la sua stampella sull'altro divano.

In risposta, Gaia sospirò esasperata e lanciò la testa sul cuscino alle sue spalle, esponendo alla vista del rapper il collo lungo e niveo.

Il ragazzo rimase qualche secondo di troppo ad osservare le vene blu che coloravano leggermente la pelle candida della straniera, rendendola invitante, per poi redarguirsi mentalmente e distogliere lo sguardo.

"Aish Namjoon, concentrati!"

"La gamba pulsa da quando mi hanno tolto il fissatore" esordì Gaia, distogliendolo dai suoi pensieri maliziosi.

"Per il resto abbastanza bene. Ho una fame tremenda e non vedo l'ora di dormire tranquilla, senza aver paura di schiacciare un chiodo o sbattere il fissatore." Concluse poi, allungandosi verso il tavolino per afferrare una pizza.

Namjoon la imitò quasi subito, sedendosi con un tonfo accanto a lei e aprendo il suo cartone, per poi afferrare una fetta della cena.

"Mi dispiace di non essere potuto venire stamattina" disse prima di fare il primo morso, tenendo lo sguardo fisso sulla televisione spenta davanti a sé.

La vera sfida per lui era stata vederla soffrire attraverso uno schermo del telefono e non poter fare nulla per aiutarla.

 Quel senso di impotenza che tanto lo aveva tormentato sotto le macerie, quando Gaia aveva iniziato a perdere coscienza e lui era rimasto a guardarla sussurrare parole sconnesse nel sonno in preda ai brividi, lo aveva dilaniato con cattiveria anche quella mattina.

Nonostante le rassicurazioni dell'italiana sul fatto che non fosse arrabbiata per via della sua assenza di quella mattina, il suo cervello non era stato in grado di dimenticarsi nemmeno per un attimo quegli occhi azzurri tanto espressivi e colmi di lacrime di dolore, lasciando che quelle immagini gli scorressero nella mente tutto il giorno.

Aveva pregato BangPD in ogni lingua a lui conosciuta di lasciarlo andare all'ospedale e aveva promesso che sarebbe stato il più discreto possibile, ma l'uomo era stato irremovibile.

In effetti, da quando era stato dimesso dall'ospedale, i media lo avevano seguito dappertutto, rendendogli la vita impossibile e costringendolo spesso agli arresti domiciliari.

Anche i ragazzi avevano cercato di convincere il loro mentore a lasciar andare Namjoon con Gaia, ma l'uomo, troppo preoccupato di compromettere l'immagine del suo gruppo di punta, non aveva voluto sentire ragioni.

Quindi il rapper era stato costretto a starle lontano, dopo averle promesso più e più volte che sarebbe stato presente per ogni passo verso la guarigione, ed era stato obbligato ad ingoiare la rabbia e i sensi di colpa che lo avevano aggredito.

"Namjoon, per favore, smettila di tormentarti." Lo pregò Gaia, voltandosi a guardarlo con sguardo preoccupato "Bang Si-hyuk – ssi ha fatto la scelta giusta. I paparazzi ti avrebbero seguito fino all'ospedale e sarebbe stato un delirio. E poi tu eri lì con me lo stesso, solo in modo diverso."

Il leader dei Bangtan deglutì nuovamente a vuoto, cercando di sotterrare con rabbia tutto il nervosismo che si portava dietro da qualche giorno, ma questa volta, nonostante fosse abituato a farlo, esplose.

"Se io non fossi famoso..." esordì con forza.

"Adesso smettila Namjoon!" lo interruppe immediatamente Gaia, prendendogli una mano fra le proprie e stringendola con forza.

Il rapper spostò il suo sguardo sorpreso su di lei e rimase in ascolto.

"Se tu non fossi stato famoso, a quest'ora io sarei in un appartamento schifoso, senza antidolorifici e senza alcuna possibilità di permettermi delle cure fisioterapiche. Se tu non fossi stato famoso, probabilmente sarei morta da sola sotto quelle macerie. Se tu non fossi stato famoso, milioni di ragazzi in giro per il mondo non si sarebbero sentiti amati e compresi dalla tua musica e tu saresti rimasto con un sogno dimenticato nel cassetto. Se tu non fossi stato famoso, a quest'ora non avresti avuto i bangtan al tuo fianco. Ti sarebbe piaciuto un mondo così?"

La ragazza si fermò ad osservare lo sguardo del giovane farsi leggermente vacuo, come se stesse cercando di immaginare una realtà per lui così astratta e sconcertante, per poi vederlo deglutire, mentre i suoi occhi scuri si riempivano di lacrime.

"Perdonami" sussurrò il ragazzo, spostando lo sguardo verso il pavimento.

"Hai ragione. Lamentarmi di cose che non posso cambiare non serve a nulla, ma a volte è così frustrante e soffocante non poter vivere come una persona normale che mi arrabbio senza motivo."

Le mani di Gaia si mossero senza controllo, allungandosi verso il viso pallido del rapper e raccogliendo sui polpastrelli le poche lacrime che, sfuggendo al controllo del ragazzo, gli avevano inumidito le guance.

"Io non posso nemmeno immaginare quanto sia difficile vivere la tua vita, Joon. Personalmente penso che non sopravviverei nemmeno un giorno alla pressione a cui sei sottoposto ogni secondo della tua esistenza e non penso nemmeno che sceglierei una vita del genere per me stessa." Sussurrò poi con sguardo dolce e sorriso gentile.

"Ti ammiro molto, sai?" aggiunse infine, cercando il suo sguardo.

Gli occhi di Namjoon scattarono di colpo in quelli chiari dell'italiana.

"Davvero?"

"Certo, sciocco! Sei sempre così stoico e ben educato... Così sicuro di te e deciso, anche quando i tuoi occhi mostrano quell'incertezza leggera di chi tende a dubitare di tutto. E adoro il modo in cui mi spieghi il tuo lavoro! Con la voce un po' tremolante di un bambino innamorato. Sei pieno di passione e guardandoti mi sento sempre un po' in difetto. Io non mi sono mai appassionata a nulla in quel modo e mi domando sempre come ci si senta ad amare qualcosa così tanto. Per questo ti ammiro e ogni giorno sembro scoprire sempre qualcosa di nuovo, che mi piace sempre di più."

Il leader dei Bangtan arrossì violentemente osservando gli occhi azzurri della ragazza brillare di sincerità e si grattò la nuca in imbarazzo, non abituato a ricevere complimenti così sinceri e diretti.

Certo, le sue fan scrivevano cose carine su di lui sui social ogni giorno e ai fan meeting le ragazze lo guardavano con sguardi innamorati e pieni di ammirazione, ma nessuna di loro era riuscita a farlo emozionare in quel modo.

Gaia aveva la capacità, in poche parole, di raccogliere sensazioni e pensieri e di raccontarle con una calma e dolcezza infinite, colpendolo nel profondo e facendo tremare quel suo cuore fragile e sempre un po' esposto.

Grato di quelle bellissime parole, Namjoon sorrise senza remore, mostrando alla ragazza le sue fossette, che vennero immediatamente riempite dai pollici della giovane, che ancora teneva il suo viso tra le mani.

"Non importa che tu non sia potuto venire stamattina. Importa che fossi presente nonostante le limitazioni che ti sono state imposte. Ok?" concluse quindi l'italiana, allungandosi poi per prendere una nuova fetta di pizza.

Namjoon si limitò ad annuire, per poi imitarla.

"Quindi... parlando di cose serie... che film vuoi guardare? Abbiamo finito ieri la saga di Harry Potter..." domandò Gaia, mentre masticava.

"Mhh" ponderò il rapper seduto al suo fianco "Troveresti strano guardare 'cinquanta sfumature di grigio' con me?" domandò dopo qualche istante, voltandosi a guardarla con una smorfia divertita.

Presa alla sprovvista, la ragazza arrossì violentemente e volse lo sguardo verso i suoi piedi.

"P-perché vuoi vedere quel film?" chiese quindi balbettando e deglutendo a vuoto.

Namjoon, in risposta, fece spallucce.

"Sono curioso. I ragazzi non vogliono mai guardarlo e mi sembra da pervertiti guardarlo da solo." Commentò in maniera distratta, mentre si serviva un'altra fetta di pizza.

Poi, notando l'indecisione di Gaia, aggiunse: "Prometto che non lo renderò strano e, se ti infastidisce, possiamo saltare le scene... piccanti" concluse, sottolineando con un movimento delle sopracciglia l'ultima parola.

"Cretino" rispose lei, tirandogli uno schiaffo sul bicipite e nascondendo l'imbarazzo cercando il film sulla piattaforma.

Con il sopraggiungere dei primi frame della pellicola, tra di loro cadde un silenzio confortevole, che sembrò avvolgerli come una coperta.

Come da copione, Gaia scivolò vicino a Namjoon, appoggiando la testa sulla sua spalla e avvolgendo il braccio del ragazzo con le proprie.

Il rapper, dal canto suo, la lasciò fare e si limitò ad intrecciare le dita della sua mano sinistra con quelle della ragazza, mentre l'altra mano scorreva leggera sull'avambraccio.

"Mmhh... grattini..." miagolò soddisfatta Gaia, sfregando la fronte contro il bicipite del rapper che, intenerito dalla scena, ridacchiò.

La situazione rimase immutata per un tempo indefinito, finché, ad un certo punto, sullo schermo, i due protagonisti iniziarono a spogliarsi lentamente, finalmente pronti per la loro prima notte insieme.

Gaia si irrigidì immediatamente, tentando di districarsi dalla posizione in cui si trovava, ma Namjoon, veloce come un lampo, glielo impedì, stringendo la sua mano con più forza.

"Non ti allontanare" le sussurrò voltando il capo verso di lei.

L'alito caldo del rapper vicino al suo orecchio fece rabbrividire l'italiana che, con sguardo concentrato sullo schermo, guardava rapita la scena svolgersi con una lentezza snervante.

"Mandiamo avanti?" domandò imbarazzata, senza riuscire a calmare la pelle d'oca che si era impossessata del suo corpo con violenza.

"Perché?" domandò con finta innocenza Namjoon "Ti infastidisce? È solo una scena di sesso" concluse poi, voltandosi verso di lei per osservarla arrossire.

"Suppongo di sì" sussurrò la ragazza di rimando, cercando nuovamente di allontanarsi, per essere bloccata nuovamente dal ragazzo al suo fianco.

"In che senso supponi?" domandò ridacchiando quest'ultimo "Ci sarai passata, no? Sei grande e vaccinata"

Un silenzio pregno di imbarazzo e stupore riempì l'aria intorno a loro, lasciando senza parole Namjoon, che mai si sarebbe aspettato di svelare un segreto del genere.

"Cioè tu... tu... non...?" balbettò colpito, allontanando la ragazza per poterla guardare in viso, ma ottenendo solo uno sguardo puntato al pavimento e delle guance rosse come arance.

All'improvviso, la scena piccante sullo schermo e i gemiti della protagonista non erano più molto interessanti.

Incuriosito dall'imprevisto svilupparsi degli eventi, lanciò il telecomando dall'altra parte del divano e sollevò il viso di Gaia, prendendole il mento tra le dita.

L'italiana evitò ancora una volta il suo sguardo inquisitorio e deglutì a vuoto, cercando di calmare il suo cuore galoppante.

"No, ok? Non ho mai avuto tempo o l'occasione di... di... fare quelle cose... va bene? Non c'è niente di male!" esclamò stizzita, allontanandosi di scatto dal rapper e trascinandosi dietro la gamba ferita.

"Non ho detto questo" disse con un sorriso il leader dei Bangtan.

"Sono solo stupito che una bella ragazza come te non abbia già avuto esperienze del genere. Insomma, qualcuno ti avrà fatto la corte, no?" domandò, piegando la testa verso il basso per cercare gli occhi evitanti della ragazza e trovandoli pieni di incertezza e tristezza.

Gaia si limitò a scuotere il capo e a mantenere gli occhi inchiodati a quelli di Namjoon, trasmettendogli tutta la sincerità che avrebbe voluto esprimere a parole.

"Ti hanno mai baciata almeno?" domandò curioso il ragazzo, aspettandosi una risposta affermativa.

Che non arrivò mai.

"CHE COSA?" esclamò quindi ad alta voce, portandosi le mani nei capelli.

"Shhh" lo redarguì Gaia, mentre le sue guance diventavano colore delle fragole "Vuoi svegliare i vicini?"

"E comunque no." Continuò poi, incrociando le braccia al petto e portando lo sguardo verso il televisore in stand-by.

"Non mi hanno mai nemmeno baciata. Mi sono sempre allontanata quando le cose iniziavano a farsi serie. Non mi sentivo pronta e non volevo concedere le mie prime volte a qualcuno che non amavo." Spiegò quindi, limitandosi ad alzare le spalle per sminuire le sue parole.

Namjoon, ancora scioccato dalla scoperta, rimase in silenzio.

Certo, lui non poteva definirsi un esperto in materia di relazioni e sesso, ma le sue esperienze, per quanto piccole, le aveva fatte.

Di relazioni stabili non ne aveva mai avute, anche perché, con il suo lavoro, sarebbe stato crudele sia per sé stesso che per l'altra persona sostenere un rapporto in cui tutto sarebbe dovuto rimanere segreto. Inoltre, non aveva mai incontrato qualcuno per cui valesse la pena rischiare di soffrire.

Quindi, negli anni, si era limitato a intrattenere relazioni volte a soddisfare i suoi bisogni carnali, senza esplorare l'amore romantico di cui tanto parlava nelle sue canzoni.

"Un poeta senza bagagli", così lo aveva definito Yoongi hyung un uggioso pomeriggio di novembre, mentre, stremati, revisionavano il testo di "The Truth Untold".

Il suo compagno di avventure aveva ragione, ma Namjoon, troppo spaventato dall'idea dell'amore, aveva continuato per la sua strada, nascondendo la sua ipocrisia in una piccola tasca del suo cuore.

Ipocrisia che, sfacciatamente, aveva bussato alla sua porta qualche settimana prima, mentre guardava una ragazza dagli occhi azzurri svegliarsi dal coma che l'aveva quasi uccisa.

Gaia.

Gaia aveva svegliato in lui la voglia di conoscere i sentimenti di cui i poeti tanto raccontavano nelle loro composizioni e di provarli sulla propria pelle.

E ora, seduto su quel divano, scopriva che anche lei, come lui, aveva rifuggito l'amore per tanto tempo, nascondendosi nell'amara idea che nessuno sarebbe riuscito a regalarle una favola.

In quel momento, mentre la realtà lo schiaffeggiava con rabbia, riportandolo con i piedi per terra, si disse che forse, alla fine, era arrivato il momento di concedere al suo cuore una tregua.

Fu proprio con questo pensiero in mente che parlò.

"Posso essere io il primo?"

"Cazzo, forse potevo essere un po' più discreto" pensò preoccupato.

Infatti Gaia, a quelle parole, spalancò gli occhi in preoccupazione e scivolò ancora più lontana sul divano.

"Che?" domandò incredula.

"Scusa" rispose il rapper allungando le mani in avanti "Sono stato troppo diretto. Ma... ecco, io... non so... potremmo provare... insieme?" balbettò, improvvisamente preoccupato di essere rifiutato con violenza.

"Ecco, Namjoon..." esordì Gaia, con un leggero tremolio nella voce, per essere subito interrotta dal rapper in questione.

"Cioè, lo so! Tu non mi ami e probabilmente nemmeno ti interesso... Ma magari, con il tempo, potresti iniziare a provare qualcosa... Magari... noi... che ne so... potremmo stare insieme?"

La ragazza lo osservò balbettare parole incoerenti e gesticolare velocemente e si rese conto che anche lei ci aveva pensato spesso.

Ogni giorno la presenza del ragazzo la rincuorava e la spronava ad andare avanti, rendendo le ore meno amare e la paura meno forte, e regalandole la pace di cui tanto aveva bisogno.

Inoltre, da quando aveva conosciuto Namjoon, ogni piccola sfaccettatura che il ragazzo le regalava di sé, le faceva venire voglia di lanciarsi senza remore tra le sue braccia, spingendola a dimenticarsi di tutte le cose orrende che le erano successse.

Ma purtroppo, in quel momento, entrambi potevano definirsi rotti e alla deriva.

Erano state proprio quelle piccole crepe nelle loro anime a farla desistere, poiché era conscia del fatto che, come lei, anche il rapper stesse cercando un porto sicuro in cui attraccare.

Ma era davvero il momento di appoggiarsi l'uno all'altra in quel modo?

I sentimenti di amore e lussuria sarebbero stati la rovina di quell'amicizia appena nata?

"Però quanto cazzo lo voglio baciare?" pensò frustrata, mentre la sua mente vagava caotica alla ricerca di una risposta adatta al quesito del leader dei Bangtan.

Ma quando gli occhi dell'italiana si posarono sulle labbra del rapper, diedero al ragazzo la spinta finale verso i suoi desideri probiti.

Con forza, Namjoon spinse la sua bocca su quella di Gaia ed iniziò a succhiarle lentamente il labbro inferiore, gustandosi finalmente il sapore dolceamaro della sua pelle.

Dal canto suo invece, la ragazza rimase pietrificata, trovandosi impreparata ad affrontare quella nuova azione a lei sconosciuta e lasciò che il rapper si appropriasse senza pietà della sua bocca.

"Aprì un po' le labbra e piega la testa verso destra" le sussurrò Namjoon, saccandosi leggermente da lei.

Gaia reagì come un automa, seguendo le indicazioni che le erano state date e percepì la lingua umida e piacevolmente calda del ragazzo accarezzarle le labbra.

Come se avesse ricevuto un comando involontario dal cervello, la sua bocca si spalancò, concedendo l'accesso completo al giovane che, non facendoselo ripetere due volte, prese il controllo definitivo del bacio e infilò la lingua nell'antro dell'italiana.

Un po' affannata e ancora sorpresa, Gaia si lasciò completamente andare, mentre le mani del rapper le circondavano il viso delicatamente e la sua lingua le esplorava il palato.

I minuti scivolarono via tra piccoli respiri, qualche scambio di sguardi e piccoli mugolii sommessi della ragazza, che si ritrovò a combattere, disarmata, una battaglia di lingue e saliva.

Ma la magia dei primi baci, si sa, è destinata a finire.

Fu proprio quando, in un piccolo intermezzo per riprendere fiato, Namjoon si abbassò leggermente per baciarle il collo scoperto, che Gaia si irrigidì improvvisamente.

"Joon, aspetta" sussurrò con le labbra gonfie per i baci ricevuti "Cosa stiamo facendo?"

Il rapper sorrise dolcemente, ancora stordito da quella matta frenesia che li aveva colpiti.

"Ci stiamo baciando?" disse un po' divertito dalla domanda.

"No", rispose lei scuotendo la testa "Cosa stiamo cercando di ottenere?"

Namjoon non seppe cosa rispondere, troppo stralunato dallo sguardo corruciato dell'italiana e dal fatto che lentamente si stesse allontanando da lui, per creare uno spazio di sicurezza tra i loro visi.

"Non siamo pronti Namjoon. Io, non sono pronta" esordì la giovane, portandosi una mano al petto per sottolineare il concetto.

"Mi sono svegliata dal coma tre settimane fa e neanche dieci giorni fa ho avuto un'allucinazione. Tu soffri d'ansia e di attacchi di panico. Io non posso ancora camminare e forse non tornerò nemmeno a farlo pienamente. Tu hai dovuto mettere in pausa la tua carriera e hai sofferto di un blocco dello scrittore che ti ha paralizzato per più di un mese. Non capisci? Ci stiamo appoggiando l'uno all'altra perché siamo gli unici in grado di capirci a vicenda! In pratica ci stiamo usando per guarire le nostre ferite e le emozioni che percepiamo sono solo il riflesso dell'amore di cui necessitiamo in questo momento" spiegò lei gesticolando animatamente, per poi allungarsi e cercare di accarezzare una guancia del ragazzo, ma il rapper, come scottato, si tirò indietro, mostrando nei suoi occhi scuri una forte rabbia.

"No!" esclamò di colpo, facendo sobbalzare la bionda davanti a sé "Io non ti sto usando! Io ci tengo a te e quello che è appena successo è la dimostrazione che provo dei sentimenti che vanno ben oltre l'amicizia che stiamo cercando di costruire! Pensi davvero che se non fossi stato attratto da te sarei rimasto al tuo fianco per così tanto tempo? Che sarei accorso in piena notte al tuo capezzale solo perché avevi paura?"

Gaia si fermò un attimo ad assorbire l'astio e la rabbia presenti in quelle frasi appena sputate dal leader dei Bangtan e si mise a ponderare in silenzio tutte le volte che Namjoon si era preoccupato per lei.

Tutte le volte in cui l'aveva rassicurata.

Le volte in cui l'aveva salvata, letteralmente e metaforicamente.

Tutte le volte in cui aveva pensato di aver trovato un amico su cui contare.

Che fosse stato solo frutto di sentimenti deviati dal trauma che avevano subito e non un vero interesse per il suo stato di salute?

All'improvviso una collera accecante prese possesso della sua gola e a niente servirono i tentativi della sua mente di fermare le parole velenose che sputò poco dopo.

"Quindi tu l'hai fatto perché ti aspettavi che io ricambiassi i tuoi sentimenti? Mi hai messa in questo appartamento da ricconi perché pensavi che mi sarei concessa a te una volta guarita? Tutto quello che hai fatto era per uno scopo così subdolo?" domandò alterata con la voce tremante, mentre delle piccole lacrime si formavano lentamente agli angoli dei suoi occhi.

Namjoon, davanti a lei, rimase pietrificato ed i suoi occhi, prima pieni di collera, ora erano spalancati dallo stupore, mostrando come avesse improvvisamente compreso le sue parole astiose.

Ma quando aprì la bocca per spiegarsi, Gaia lo fermò bruscamente.

"Vattene" disse lapidaria con tono neutro e vuoto, mentre cercava di ricacciare indietro la commozione che stava cercando di prendere il sopravvento.

"Vai via prima che finisca per dire cose cattive che non penso veramente. Prima che finisca per farti del male. Abbiamo bisogno di stare lontani per un po' di tempo."

La sentenza gelida e spietata del suo boia dagli occhi azzurri lasciò il ragazzo senza parole e lo portò ad alzarsi dal divano come un automa.

Senza più dire una parola e con lo sguardo inchiodato a terra dai sensi di colpa, Namjoon lasciò l'appartamento della ragazza e si avviò verso casa.

Invece, dietro la porta blindata di quell'appartamento di lusso e semi accovacciata sul divano, Gaia si lasciava andare ad un pianto liberatorio pieno di rammarico e dolore.

Nello stesso istante in cui i primi singulti lasciavano le labbra ancora gonfie dell'italiana, sullo schermo della televisione, ad un volume bassissimo, Ana scappava dalla casa di Christian e metteva fine alla loro travagliata storia d'amore, con un ultimo sguardo tra le porte di un ascensore in chiusura.



-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Buongiornissimo!

Sono tornata, bitchessss :)

Raga, che fatica scrivere questo capitolo... 

Mamma mia, ne ho scritte tipo quattro versoni diverse!

Spero che vi piaccia e che non vi sembri un clichè.

La rabbia finale di Namjoon e  Gaia ha una spiegazione logica e non è assolutamente random come pensate.

Tra i sintomi dello stress post traumatico rientra anche la rabbia incontrollata e le emozioni forti, quindi stiamo solo osservando il decorso di una relazione tra due persone che in questo momento sono molto fragili e hanno bisogno di affetti stabili.

Inoltre, mi sono informata sulle rimossioni dei fissatori esterni ed alcuni tipi di rimossione vengono effettuati senza anestesia, quindi non me lo sto inventando ahahhaha

Vabbè, spero vi piaccia :*

Se vi va lasciate un commentino e una stellina!

VVB,

C.

P.S. BUON COMPLEANNO ARMYYYYY!!!!!

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro